Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. EUCARISTIA E SACERDOZIO
CENTENARIO DELL'ISTITUZIONE *

Terminandosi il santo Giubileo1, è stato fatto un invito pressante dal S. Padre a celebrare il centenario dell'istituzione dell'Eucaristia e dell'istituzione del Sacerdozio.
Gesù prima di andare a patire e a morire sulla croce, raccolse intorno a sé gli Apostoli per l'ultima Cena. Era l'ultima volta che si celebrava la Pasqua antica.
Dopo aver mangiato l'Agnello pasquale, dando sguardi pieni d'amore, prese il pane, lo benedisse, e rivolto ai presenti disse: «Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo»2. Prese il Calice, lo benedisse ed uscì con quella espressione misteriosa: «Prendete e bevete, questo è il Sangue mio, del nuovo, eterno testamento: mistero di fede, il quale per voi e per molti sarà sparso a remissione dei peccati»3. «Farete questo in memoria di me»4.
Anche voi consacrerete il Pane ed il Vino. Veniva così a perpetuarsi l'Eucaristia nei secoli; Gesù istituiva così il sacerdozio che ripeterà per tutto il mondo e per la consumazione dei secoli il mistero d'amore.
Se non avessimo questo Mistero di Amore, non avremmo la nostra raccolta Cappellina e più tardi la bella Chiesa5; non avremmo l'Ostia santa, esposta alla nostra adorazione; non avremmo la Comunione, la santa Messa, il Sacerdote che ci dà i Sacramenti e ce li amministra, il Sacerdote che perdona, che
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consola, che consiglia, che dirige le anime nostre, specialmente nelle ore più decisive della vita, il Sacerdote che conduce alla salvezza le anime nostre.
Il santo Padre commemorerà le due grandi istituzioni con due solenni ore di adorazione, nella Chiesa vaticana. L'una sarà celebrata giovedì prossimo, 15 c.m.; presenti nella Basilica solo i sacerdoti di Roma. Egli parlerà in quell'ora di adorazione e le sue parole avranno eco in tutto il mondo, e sarà una funzione in preparazione al Congresso eucaristico che si terrà in Buenos Aires6. Il santo Padre commemorerà l'istituzione del Sacerdozio con un'altra ora di adorazione. Dobbiamo rendere grazie per questi grandi benefici. «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi»7.
Il santo Padre ha voluto [che] si lanciasse un invito a tutto il mondo, perché le preghiere di tutta la cattolicità s'innalzassero riconoscenti a Dio, ma specialmente rivolge il suo invito ai fanciulli perché uniscano le loro innocenti preghiere di gratitudine per la duplice grande istituzione.
Che cos'è l'Eucaristia?
È la presenza di Gesù sui nostri altari, ove sta ad attenderci notte e giorno: «Venite, o voi tutti che siete affaticati ed oppressi»8, che siete macchiati, io vi consolerò, io vi monderò.
L'Eucaristia è la santa Messa, la rinnovazione incruenta del Sacrificio della Croce, è il miracolo della transustanziazione, è la Comunione. Gesù, traboccante di amore, che vuole mondare il nostro cuore, che vuole beneficarci, rafforzarci, difenderci, perdonarci, cancellare le piccole macchie. È desideroso di unirsi a noi, e par geloso.
Vuole per sé i primi momenti della giornata, quando, dopo il riposo, l'anima nostra è più capace a sentire i suoi dolci colloqui, le sue divine ispirazioni, i suoi palpiti d'amore. Quando
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il mondo ancora tace, vuole lui parlare al nostro cuore, più capace dopo il riposo e nel silenzio mattutino.
Oh, comprendere i divini sussurri! Così la Chiesa, fedele Sposa di Gesù, interprete dei suoi desideri, ci esorta a frequentare la santa Comunione, possibilmente ogni giorno.

Il Sacerdote è ministro di Gesù: egli consola, dona esempi, santifica le anime comunicando loro la divina grazia, converte i peccatori. Il Sacerdote ha tre uffici:
I. Egli è maestro della scienza di Dio, che è necessaria per tutti; egli deve santificarci col mostrarci la via in generale, quando predica i comandamenti, in particolare quando applica la dottrina ad ogni anima, secondo dei singoli bisogni, delle particolari condizioni.
Egli insegna il modo di accostarci ai santi Sacramenti, ce li amministra, ci insegna a pregare, a far l'esame di coscienza, e quali sono le preghiere più gradite. È maestro di dottrina e di santità.
Il santo Padre ringrazia, ed invita i fedeli a ringraziare il Signore della duplice istituzione. Se la volete ben comprendere dovete imitare i grandi silenzi eucaristici. Bisogna vivere nel silenzio, evitare le parole inutili, frivole; quanto meno parlerete con gli uomini, tanto più sarete sensibili ai divini colloqui; tanto più la vostra anima [si] chiuderà all'esterno, tanto più penetrerà nei dolci ed intimi colloqui di Gesù. Siate silenziose, sarete anime interiori.
Quante parole inutili evitiamo chiudendo le orecchie e la bocca! Così potremo intendere il grande Maestro di Verità.
II. Carità fra di noi: «Amatevi l'un l'altro come io vi ho amati»9. Il sacramento della Eucaristia è il grande sacramento d'amore. Sappiate essere contente del vostro stato, contente della vostra giornata, del vostro lavoro, contente soprattutto del tempo che Iddio ancora vi dona per fare un po' di bene: la vita è breve!
Vivendo nella carità allora comprenderete i grandi misteri di carità del cuore di Gesù.
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Avete voglia di amare il Signore? Lo amate proprio davvero? Lo amate in tutte le ore della giornata? Non rispondete facilmente, ma entrate in voi stesse e procurate di amarlo sinceramente con le opere.
III. Fare meglio10 la santa Comunione, ascoltare meglio la santa Messa, così ringrazieremo Gesù delle due grandi istituzioni.
Vorrei raccomandarvi un'intenzione speciale. So che già la comprendete, perché già ad essa avete diretto le vostre preghiere, [ma] mi torna bene il raccomandarvela ancora: la costruzione della nuova chiesa. È del Divin Maestro. Quindi dovete essere zelanti: vedete di fare ogni giorno un piccolo sacrificio, col quale aggiungerete un nuovo mattone alla sua costruzione. Un negro faceva circa cinque chilometri a piedi per trasportare pietre per la costruzione di una chiesa. Quanti viaggi, quanti passi, quanti sacrifici! Gli angeli li hanno tutti contati.
Date nuovi mattoni alla chiesa colla silenziosità.
San Francesco d'Assisi a chi lo aiutava nella ricostruzione d'una chiesa pericolante diceva: «A chi mi porterà un mattone, Iddio nel cielo ne registrerà uno, a chi due ne avrà registrati due nel libro dell'eternità»11.
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* Predica stampata in EC, 3[1934]5. In EC il titolo è: “Domenica IV di Quaresima. Centenario dell'istituzione dell'Eucaristia e del Sacerdozio”. Non è indicato l'autore, ma il contenuto non si può non attribuire al Fondatore. La data è dedotta dal calendario liturgico: 11 marzo 1934. Dall'analisi del testo si desume che la predica è stata tenuta alle Figlie di San Paolo di Alba.

1 Il 6 gennaio 1933 con la Bolla Quod Nuper venne indetto il primo Giubileo della Redenzione, che prevedeva l'Apertura della Porta santa per il 2 aprile dello stesso anno e la sua chiusura il 2 aprile 1934 (cf AAS, 25[1933]5-10).

2 Mt 26,26.

3 Cf Mt 26,27-28.

4 Lc 22,19.

5 Si tratta della chiesa del Divin Maestro, allora in costruzione (cf Predica n. 14, nota 4, p. 90).

6 Nell'ottobre del 1934 si svolse il XXXII Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires; avvenimento religioso di notevole importanza che la rivista La Civiltà Cattolica, seguì con particolare interesse. Pio XI inviò a Buenos Aires quale legato pontificio il card. Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII.

7 Gv 20,21.

8 Cf Mt 11,28.

9 Cf Gv 15,12.

10 Originale: più bene.

11 Francesco d'Assisi (1181-1226). Visse e predicò la povertà evangelica. Diede origine al movimento francescano articolato in tre Ordini: frati, clarisse, laici. Il pensiero a cui il Fondatore fa riferimento si trova in Leggenda dei tre compagni, cap. VII, n. 21.