Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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JMJP.

G.D.P.H.

12. ARMA INIQUITATIS PECCATO

«Scitis quia dies Domini, sicut fur in nocte, ita veniet. Cum enim dixerint pax et securitas: tunc repentinus eis superveniet ínteritus, sicut dolor in utero habenti et non effugient» (1Tess. V, 2).
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a) Il Sacerdote più di ogni altro deve distruggere il peccato, anche nella radice: perchè:
deve temere un inferno più terribile: «Quid gloriaris in malitia, qui potens es in iniquitate?... dilexisti malitiam super benignitatem... Propterea Deus destruet te in finem; evellet te et emigrabit de Tabernaculo tuo et radicem tuam de terra viventium» [Sal. 51,3.5.7][.]
Danno enorme alle anime che priva di immense grazie; cui lascia mancare il fervore e la vita; cessa di essere: sale, luce, città posta sul monte; per divenire [«]qua[t]riduanus qui jam foet[et»] e bisogna se[p]pellire.
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b)33 La morte viene con la mortificazione = rendere morto, uccidere: «Mortificate ergo membra vestra, quae sunt super terram: fornicationem, immunditiam, libidinem, concupiscentiam malam, et avaritiam, quae est simulacrorum servitus» (Col. III, 5)[.] Significa impedire alle facoltà del corpo e dell'anima di farsi [«]arma iniquitatis[»]: mente, cuore, occhi, orecchie, lingua, gola, mani, piedi, tatto; nonostante gli infiniti pretesti, allettamenti, sollecitazioni.
Significa: vigilanza continua, respingere i primissimi moti, fuggire le occasioni: Superbia, curiosità, sensualità, gola, pigrizia.
Significa: scovare i nemici nel nascondiglio, attaccarli, imponendoci sacrifici, perché l'io si assoggetti allo spirito.
Inoltre: sottrarre tutte le forze esuberanti all'uomo naturale peccabile.
Sono le cose che fan muovere l'uomo naturale: stima, potere, successo, celebrità, guadagno, godimento, famiglia, soddisfazioni: perché Dio, solo Dio, sia la stella polare nell'agire.
Gli uomini cercano molte cose: divertimenti, comodità, arredamento, rispetto, aureola di virtuosi, agiatezza[.] «Est autem quaestus magnus pietas cum sufficientia. Nihil enim intulimus in hunc mundum: haud dubium quod nec auferre quid possimus. Habentes autem alimenta et quibus tegamur, his contenti simus» (1Tim. VI. 6).
Non cerchi benessere nè benevolenza umana, neppur da la famiglia.
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c) L'opinione umana nè ci alletti, nè ci atterrisca: lode ed adulazione ci ripugni; insuccesso, biasimo, disprezzo, calunnie non ci abbattano: Dio solo vogliamo compiacere, Persecuzioni, tribulazioni, morte non possono togliere il merito, nè Dio: [«]Quis nos separabit a caritate Christi? tribulatio? an angustia? an fames? an nuditas? an periculum? an persecutio? an gladius? (sicut scriptum est: quia propter te mortificamur tota die; aestimati sumus sicut oves occisionis). Sed in his omnibus superamus propter eum qui dilexit nos» (Rom. VIII, 35).
Il Sacerdote va molto soggetto a considerare la stima e l'opinione degli uomini, dovendo operare in pubblico.
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A Gesù Maestro

«Expoliantes vos veterem hominern cum actibus suis» (Col. III, 9)[.] Questa superiorità divina, questa libertà dalla naturale inclinazione si ottengono mediante continuo, faticoso lavoro; strappando all'uomo vecchio, pezzo per pezzo, ciò che ha e vuole. L'abneget, il tolle crucem, il sequatur me sono i tre passi: darli ogni giorno!
Trasformiamo la natura. Mettervi la sopran[n]atura, l'uomo nuovo.
Interroghiamo le intenzioni: perché intraprendere questa cosa? perchè [u]scire? perché questo colloquio? perché preferisci quella persona? Per meglio compiacere Dio? o perché piace a te?
Interroghiamo i nostri discorsi e giudizi. Perché giudichi così il collega, il fratello, l'iniziativa, la predica? Perché promuovi o metti ostacoli? Perché vi è di mezzo l'onore di Dio? o il tuo interesse, onore, genio?
Interroghiamo le disposizioni di animo: perché sono triste? perchè la critica, l'insuccesso, la difficoltà impediscono la gloria di Dio? o perché il tuo amor proprio è ferito? Perchè lieto oggi? sei soddisfatto umanamente? oppure perchè la gloria di Dio ne ha guadagnato?
Sono morto io? o vivo più che mai anche sotto la coltre funerea? anche sotto la pianeta e la stola?
Dovrò quindi rettificare le intenzioni, le disposizioni, i giudizi. Niente di puramente umano; tutto soprannaturalizzato. [«]Vivat in me Christus![»] [«]Spiritum rectum innova in visceribus meis[»].
Rosario-Miserere.
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33 Il punto b nell'orignale è indicato con la lettera c; questo avverrà anche nel n. 63. Inoltre, nel citare il Salmo 51, l'A. adopera est anziché es.