JMJP.
Secondo giorno.
La fede di San Paolo.
[I.] La fede è la prima e più fondamentale virtù; essendo, secondo il Concilio di Trento, il principio della vita cristiana.
Senza di essa è impossibile piacere a Dio, disse San Paolo, anzi, disse Gesù: chi non crede non potrà essere salvo.
Anzi, proprio la vita, il fervore, lo zelo, la speranza, la carità di un cristiano dipendono dal grado di fede che egli ha. Chi ha vera fede opera miracoli: la fede vera trasporta i monti. Si intende che ci vuole la fede del Beato Cottolengo, che aveva più fede da solo che migliaia di cristiani assieme. Ora: è proprio questa fede viva, profonda, sentita che possedeva San Paolo. Egli scriveva che il giusto vive di fede, ed egli fu giusto: e la fede la provava così profonda che sentiva il bisogno di comunicarla agli altri; e nell'epistola agli Ebrei sentiva il bisogno di farne l'elogio più sublime. Pieno l'anima della sua fede viva sentiva di poter avere il testimonio della coscienza
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Fede è sostanza delle cose che si hanno a sperare, dimostrazione di quelle che non si vedono (Eb. 11,1).
Sine fide impossibile est placere Deo (Eb. 11,6).
Iustus ex fide vivit (Rm. 10,38)5.
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anche pensando al giudizio di Dio ed esclamava soddisfatto: nella mia vita ho sempre conservata la fede: fidem servavi6 e per essa sperava il premio eterno: noi che abbiamo creduto entreremo alla felicità7 (Eb 10,22).
Hai tu fede viva? ferma? credi a tutte le parole del Vangelo? Hai gran rispetto per la Chiesa e per il papa che l'insegnano?
II. E' necessario considerare anche che la fede di San Paolo fu costante innanzi alle più grandi difficoltà. Dopo la sua conversione egli non ebbe più un momento di dubbio, non un momento di esitazione, anche in gravi difficoltà. Gli Ebrei gli mossero ogni sorta di difficoltà ed obbiezioni; non fu smosso, non dubitò; ebbe persecuzioni dai connazionali perché credeva a Gesù Cristo, non ebbe mai un'esitazione; gli fu minacciata la morte, non si intimorì neppure innanzi al carnefice. Anzi man mano che passavano i giorni di sua vita la fede diveniva sempre più ferma nel cuore innanzi al prodigi che si moltiplicavano fra le sue stesse mani.
Tu caccia via ogni dubbio: non prestar fede ai giornali ed agli scrittorelli stolti: la Chiesa sola, dice San Paolo, è colonna e fondamento di verità8.
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III. La fede deve anche essere operosa; perché senza le opere la fede è morta9. Anche i demoni hanno la fede, ma non le opere. Colui che crede a Dio, osserva i comandamenti.
E si salva soltanto chi fa la volontà del Signore.
E San Paolo? Non solo credette fermamente, ma ascoltò la voce di Dio che lo chiamava a portare il nome di Gesù Cristo a tutto il mondo. Sulla via di Damasco, colpito dalla grazia del Signore, egli chiede: che debbo fare? Il Signore gli ordina, gli comanda ciò che in quel momento era più arduo: umiliarsi a chiedere il battesimo e cominciare una vita opposta a quella tenuta. E chiede il battesimo a coloro cui10 prima cercava a morte. Lo spirito del Signore aveva detto: Segregate Paolo e Barnaba per l'apostolato fra i pagani11. E Paolo obbediente vi lavorò fino alla morte.
Ricordati: non basta credere ma pensare davvero che un giudizio ti attende, che Dio ti vede ovunque, che la vita tua deve essere veramente cristiana.
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"Non chi ascolta le parole della fede e legge è giusto: ma chi opera secondo la legge" (Rm. 2,13)12
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Esempio.
San Paolo si trovava in Listri13 a predicare.
Vi era colà un uomo storpio dalla nascita: non aveva mai camminato. Intervenne alla predica di San Paolo: e lo guardava con certi occhi che volevano dire: se lo vuoi puoi guarirmi. San Paolo, vista la sua fede, disse ad alta voce: Levati ritto sui tuoi piedi. E quello cominciò a saltare pieno di gioia. Il popolo meravigliato credette che San Paolo fosse un Dio e voleva offrirgli sacrifici. Ma San Paolo disse apertamente che solamente il Dio del cielo e della terra, il Creatore di tutto aveva operato questo miracolo.
Era il premio della fede.
Giaculatoria. San Paolo apostolo, ecc.
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5 Si tratta di citazioni della Sacra Scrittura aggiunte dall'Autore stesso, probabilmente per utilizzarle nella predicazione. La prima espressione, tratta da Eb 11,1, è riportata in italiano; le altre due in latino, secondo lo stile abituale in Don Alberione. - Da notare l'inesattezza dell'ultima citazione: anziché Rm 10,38, si deve leggere: Eb 10,38.
6 “Ho conservato la fede” (2Tm 4,7).
7 La citazione esatta di questo passo biblico sarebbe Eb 4,3. Da notare che, secondo l'opinione comune del tempo, Don Alberione riconosce san Paolo come autore della Lettera agli Ebrei. Non è chiaro il motivo per cui viene citato il testo di Eb 10,22, che suona: “accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura”.
8 Cf 1Tm 3,15.
9 Cf Gc 2,17.26. Per il passo seguente, cf Gc 2,19.
10 “Cui”, secondo un uso arcaico. Meglio: “coloro che”.
11 Cf At 13,2.
12 Don Alberione usa citare a memoria: pertanto, con ...un po' di approssimazione, come nel caso presente, in cui non si parla di “parole della fede”. Il testo esatto di Rm 2,13 è: “Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati”.
13 Listri, o Listra, è la patria di Timoteo (At 16,1). Si può leggere il racconto di questa guarigione in At 14,8ss.