Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Giorno ventiduesimo. - San Paolo ci ama.

Gran cosa è sapere che San Paolo colle sue preghiere può ottenerci quanto ci occorre. Ma allora viene spontanea un'altra domanda: ma questo Santo ci vuol egli bene? Pensa a noi? Si occupa di noi? - Sì, rispondo: e tanto.
Ogni padre ama i suoi figli: ogni apostolo coloro che egli ha evangelizzato: ogni maestro i suoi scuolari. Ora San Paolo è il nostro padre perché egli è speciale nostro patrono; noi l'abbiamo scelto come padre di adozione, ed egli ci ha accettati come figli adottivi: ed ai suoi figli vuole far da padre, giacché ai fedeli di una delle Chiese da lui fondate scriveva: Ricordatevi, ancorchè aveste tanti maestri, io solo sono il vostro padre, perché vi ho generato alla grazia del vangelo. San Paolo è l'apostolo tutto infocato d'amore per le anime: già su questa terra egli viveva per esse e le sue lettere sono ripiene delle più
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tenere espressioni di affetto. Ora noi siamo istruiti da lui. La dottrina che imparate è dottrina sua: ciò che vi vien detto è quasi sempre tratto dalle sue Lettere; egli ci ammaestra collo splendore dei suoi esempi. Quanto affetto dunque non ci porta dal paradiso?!
Occorre anche notare che per noi in particolare ha un cuore tutto speciale: egli ci ama perché vogliamo imitarlo nel salvare anime: ora questo è proprio quanto egli desidera di più: nulla, anche ora in cielo, dopo la gloria di Dio, entra più nei suoi desideri. Anzi perché noi per salvare anime scegliamo lo strumento più efficace, quello della stampa, Egli ci benedice in particolar maniera. Quindi egli dal paradiso ci guarda con tenerezza, si può dire che vive con noi, in mezzo a noi; sente tutti i palpiti del cuore, osserva tutti i nostri desideri, partecipa alle piccole battaglie del nostro cuore, veglia
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su di noi nei pericoli, ci conforta nelle pene, ci ottiene dal Signore infinite grazie, allevia i nostri dolori, ci provvede del necessario alimento, smuove tanti cuori a beneficarci. - Che consolazione è per noi questa: siamo poveri e peccatori, non meriteremmo dal Signore che castighi: ma fra noi e il Signore vi è un gran santo che perora la nostra causa, che ci difende, che intercede, che pensa a noi più che noi non possiamo pensare a noi stessi. San Paolo ha un occhio scrutatore, sguardi vivaci, quasi impetuosi93: ma in fondo sono pieni di quell'affetto robusto e profondo che gli faceva scrivere: Vorrei dare la vita per voi. Oh! che consolazione! San Paolo ci ama, anzi è per noi, tutto interessato per noi!
Esempio. A Colosso di Frigia vi era un ricco cittadino di nome Filemone. Costui si convertì alle prediche di San Paolo e ne seguì così bene gli insegnamenti che
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divenne un cristiano modello e la sua casa era chiamata Chiesa, essendo sempre aperta alle cose di pietà. Fra i suoi servi ve ne era però uno, di nome Onesimo, che gli rubò molto denaro, fuggì a Roma e consumò tutto nel vizio. Casualmente udì parlare di San Paolo che egli aveva conosciuto nella casa del padrone a Colosso e che era94 allora prigioniero a Roma.
Sapendo quale forse il cuore di San Paolo ricorse a lui, gli confessò i suoi peccati, pregò di venire istruito nella fede, fu battezzato. Onesimo fu tanto preso da affetto verso San Paolo che d'allora lo servì come un figlio. L'Apostolo lo avrebbe tenuto presso di sé, ma non volle farlo senza licenza di Filemone suo padrone. Perciò lo mandò a lui con una lettera, assicurandolo che Filemone l'avrebbe ben trattato e accolto. Nella lettera Paolo dice: Io ringrazio il Signore per la tua carità verso tutti i fedeli... Io ti fo' una preghiera95: cioè per Onesimo mio figliuolo, da me rigenerato nelle mie catene: io te lo mando e ti prego a riceverlo come la mia cosa più cara... Che se egli è caro a me, quanto non deve anche esserlo a te?! Ricevilo come riceveresti me stesso, se mi vuoi bene. Se egli ti ha recato qualche danno o ti è debitore, mettilo a mio conto. Mi aspetto da te questa consolazione. - Con tale lettera Filemone accolse bene quel servo Onesimo, lo perdonò, poi lo colmò di doni e lo mandò a San Paolo perché lo servisse. Onesimo fu fedele, crebbe in virtù e scienza alla scuola di San Paolo: e San Paolo lo ordinò prete, poi Vescovo. Morì martire della fede e la Chiesa cattolica ne fa la memoria il 16 febbraio. - Come è buono San Paolo con chi ricorre a lui! Da peccatore Onesino diviene un cristiano, un santo, un Vescovo, un martire della Chiesa. Quanto San Paolo ama i suoi figli spirituali.
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93 Nel ms.: impetuoso.

94 “che egli aveva conosciuto nella casa del padrone a Colosso e che era”: aggiunto successivamente nel ms.

95 Nel ms.: “ti prego di una cosa”.