Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

XVIII
LA GLORIA DEI BEATI

In quest'ora di adorazione chiediamo a Gesù tre grazie: 1) lo zelo degli Apostoli; 2) la fortezza dei Martiri; 3) la virtù dei Confessori.
Sono essi i beati Cittadini di quella Gerusalemme celeste cui tutti siamo chiamati. «Ergo iam non estis hospites et advenae; sed estis cives sanctorum et domestici Dei superedificati super fundamentum Apostolorum et Prophetarum ipso summo angulari lapide Christo Jesu»1. Noi dobbiamo considerare quei cittadini del Paradiso come anime che ci hanno preceduto. Ma in quella città vi sono ancora molti seggi vuoti, vi sono ancora tanti palazzi da occupare: sono preparati per noi. «Vado parare vobis locum»2 ; vi sono molte mansioni: «In Domo Patris mei, mansiones multae sunt»3 dove noi dovremo rimanere e stare in eterno. Ebbene, consideriamo quelli che ci hanno preceduto: ci hanno preceduto nel lavoro e nei meriti e ci hanno preceduto nella gloria. Mirando la gloria che essi già godono in Paradiso, noi ci incoraggiamo nelle fatiche quotidiane: «Si isti et illi, cur non ego?» esclama S. Agostino! Noi li preghiamo Che ci sostengano nelle nostre fatiche, Che ci salvino nei pericoli, che ci conducano a quella loro stessa gloria. «Solemnitates enim martyrum exortationes sunt martyriorum ut imitari non pigeat quod celebrare delectat» dice S. Agostino
~
1. La gloria degli Apostoli. - I giusti vivranno in eterno: la loro ricompensa è nelle mani del Signore e di essi si prende cura l'Altissimo. Per questo otterranno nel regno della gloria una bella corona dalla mano del Signore che li proteggerà colla sua destra e li difenderà col suo santo braccio. Il suo zelo prenderà le armi, ed armerà le creature per far vendetta contro i nemici. Vestirà qual corazza la giustizia, prenderà come scudo invincibile l'equità. Aguzzerà la sua inflessibile ira come lancia e con lui combatterà l'universo contro gli insensati. I fulmini scagliati andranno dritti a colpire, scoccheranno dal ben curvato arco delle nubi, e voleranno al bersaglio prefisso. E dall'ira dura come pietra sarà scagliata grossa grandine, contro di essi infurieranno le onde del mare e si precipiteranno con violenza i fiumi. Contro di essi si leverà un vento impetuoso, come turbine li porterà via. La loro iniquità ridurrà la terra come un deserto, e la malvagità rovescerà i troni dei potenti (Sap. 5,16-24).
Beato il ricco che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Certo ha fatto meraviglie nella vita. Colui che, provato coll'oro, è trovato perfetto avrà gloria eterna: poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece; per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore, e le sue elemosine saranno celebrate nell'assemblea dei santi (Sir 31,8-11).
Ecco la gloria che spetta all'uomo retto Nel gran giorno ognuno riceverà dal giusto Giudice la lode che gli spetta. È inutile che si cerchi la lode umana, soltanto la lode di Dio è vera, eterna.
Quali sono le virtù degli Apostoli? Gli Apostoli devono possedere la scienza e la santità, ma la loro virtù
~
caratteristica è lo zelo: lo zelo però diviso dalla scienza e dalla santità non può salvare le anime.
Chi sulla terra, oltre ad essere virtuoso, oltre a possedere la dottrina, per la salute delle anime e cioè diventa salute del mondo e sale della terra, avrà un doppio premio. Vedete quindi che nel Breviario l'Ufficio degli Apostoli è posto primo fra tutti gli Uffici Comuni. E perché? Perché il loro premio è duplice: «Qui bene fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur in regno coelorum»: chi ha operato bene ed insegnato, sarà chiamato grande nel regno dei cieli1. Un premio perché hanno fatto, un altro premio perché hanno insegnato il bene; un premio perché sono sapienti ed hanno la scienza di Dio, un altro premio perché hanno comunicato la scienza di Dio. Essi sono luce che non solo arde, ma splende e mostra agli uomini la via del cielo. Doppia corona avranno dunque in cielo le anime apostoliche; doppio onore sarà loro riservato: la gloria che riceveranno da Dio e la gloria che riceveranno per gli uomini salvati. Voi, o anime salvate da me, siete la mia corona e la mia gloria, diceva San Paolo.
Levino gli occhi al cielo tutti coloro che sentono ardore di anime; quei buoni che hanno fede grande, cuore generoso, tutti coloro che vogliono muovere alla conquista del mondo, non come Alessandro Magno per mezzo della spada, ma per mezzo della croce, della carità, spandendo luce ed amore. Queste anime si f acciano coraggio, perché grande è il loro ideale sulla terra: «da mihi animas; coetera tolle»2. E grandissimo è il premio che le aspetta, perché colui il quale avrà fatto e insegnato, costui sarà grande nel regno dei cieli. Tante sono le forme di apostolato; importantissima tra tutte quella che Iddio ha suscitato recentemente come
~
strumento di meriti e di gloria: l'Apostolato delle Edizioni. E San Paolo, fra gli Apostoli, è il modello anche in questo apostolato.
Quest'oggi, dinanzi a Gesù, al Maestro degli Apostoli, esaminiamo lo zelo che abbiamo avuto fin'ora nel nostro apostolato. Qual è l'amore che ci ha sospinti: è l'amore dell'io o è la carità di Cristo? San Paolo non dubitava di dire: «Charitas Christi urget nos»1. È l'amore a Gesù Cristo che spinge a tante fatiche, che spinge a fare, ad andare in traccia di ludibrio e di pene più che di soddisfazioni? Quale intenzione si è avuta nell'apostolato?
Cantiamo l'inno degli Apostoli, elevando il nostro cuore al cielo e preghiamo la Madonna a custodirci perché possiamo giungere al Paradiso con Lei. (Cara e tenera...).

INNO

Exsultet orbis gaudiis,
Caelum resultet laudibus:
Apostolorum gloriam
Tellus et astra concinunt.

Vos saeculorum judices,
Et vera mundi lumina
Votis precamur cordium:
Audite voces supplicum.

Qui templa ceoeli clauditis
Serasque verbo solvitis
Nos a reatu noxios
Solvi iubete, quaesumus.
Praecepta quorum protinus,
Languor salusque sentiunt,
Sanate mentes languidas,
Augete nos virtutibus.

Ut cum redibit arbiter
In fine Christus saeculi,
Nos sempiterni gaudii
Concedat esse compotes.
~
Patri, simulque Filio,
Tibique, Sancte Spiritus,
Sicut fuit, sit iugiter,
Saeclum per omne gloria. Amen.

PER PASSARE BENE LA GIORNATA

Cara e tenera mia Madre Maria, tenetemi la vostra santa mano sul capo, custodite la mia mente, il mio cuore, i miei sensi, perché non mi imbratti di peccato. Santificate i miei pensieri, affetti, parole ed azioni, perché io possa piacere a voi ed al vostro Gesù e Dio mio e giunga al santo Paradiso con voi. Gesù e Maria, datemi la vostra santa benedizione (si inchina il capo dicendo): In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.

2. La gloria dei Martiri. - Allora i giusti staranno con grande baldanza contro coloro che li oppressero e rapirono le loro fatiche. E quelli a tal vista saranno agitati da orribile spavento e resteranno meravigliati della inaspettata e repentina salvezza. E diranno tra sé, tocchi da pentimento, e gementi per l'affanno del loro spirito: ecco quelli che una volta erano l'oggetto delle nostre derisioni, l'esempio dell'ignominia! Noi, insensati, stimavamo la loro vita pazzia, e senza onore la loro fine: ecco che essi sono annoverati tra i figli di Dio ed hanno i loro posti fra i Santi. Dunque siamo noi che abbiamo sbagliamo lungi dalla via della verità, per noi non brillò la luce della giustizia, per noi poi sorse il sole dell'ingiustizia! Ci stancammo nella via dell'iniquità e della perdizione. Camminammo per le vie difficili e non arrivavano a conoscere la via del Signore. A che ci ha servito la superbia? Qual utile ci ha portato la boria delle ricchezze? Tutte queste cose sono passate come un'ombra, come rapido messaggero, come nave che attraversa l'onda agitata della quale, passata che sia, non se ne trova più traccia, né il solco della sua carena
~
tra i flutti; come uccello che vola per l'aria senza lasciar traccia alcuna del suo passaggio, eccetto il frullo delle ali attraverso l'aura leggera, retto dallo slancio del volo; battendo le ali passò e non è possibile trovare alcun segno del suo passaggio; come freccia scagliata al bersaglio: l'aria da lei divisa, ritorna subito al suo posto, in modo che è impossibile sapere per dove è passata. Così noi appena nati, cessammo d'essere, e senza riuscire a mostrare alcun segno di virtù, restammo consumati dalla nostra malvagità. Così dicono nell'inferno i peccatori, perché la speranza dell'empio è come pula al vento, è come lieve spuma dissipata dalla tempesta, è come fumo disperso dal vento, è come il ricordo di un pellegrino che si è fermato un giorno solo (Sap. 5,1-7).
Consideriamo la gloria dei martiri. La Chiesa conta gloriosamente a migliaia i suoi martiri. Molti autori li fanno ascendere a più milioni. Però non sono soltanto martiri coloro che hanno dato la vita per la fede, ma sono anche martiri quelli che hanno dato la vita per la castità, che hanno sacrificato la loro esistenza per la carità, che hanno immolato tutto se stessi per l'obbedienza o per altre virtù. Ogni virtù ha i propri martiri!
La virtù caratteristica dei martiri è la fortezza nel sopportare le prove della vita presente e quelle più terribili e violente dei persecutori. Per questa fortezza essi occupano il secondo luogo nell'ufficiatura comune dei Santi. Vengono subito dopo gli Apostoli nell'estimazione della Chiesa. Infatti la pazienza è quella che fa i Santi: «Patientia vobis necessaria est, ut reportetis repromissiones»1: vi è necessaria la pazienza se volete conseguire la promessa del cielo. «Hi fructum afferunt in patientia»2. «Patientia opus perfectum habet». Chi sono quelli che fanno molto cammino nella virtù?
~
Sono i pazienti. «Omnes sancti per multas passiones et tentationes transierunt et proficierunt»: tutti i Santi, non solo molti, sono passati in mezzo a molte tentazioni e a molti patimenti e da essi hanno tratto profitto per la vita eterna.
La via stretta, ma sicura, per il cielo è quella «quae ducit ad vitam»1. È quella che ci invita a seguire il nostro Divin Maestro: «qui vult venire post me, abneget semetipsum, et tollat crucem suam et sequatur me»: chi vuole venire dietro di me, prenda la sua croce, rinneghi se stesso, e mi segua2.
I veri amanti di Gesù gli danno la prova del sangue, come Gesù ha dato a noi la prova del sangue. Gli amanti di Gesù lo seguono al Calvario; questi sono gli amanti forti, le anime privilegiate. Alcuni riducono la pietà ad un meccanismo esteriore. Ma quelli che davvero amano il Signore hanno una predilezione per la mortificazione, per la penitenza, per la croce. Programma di tutti i pigri e tiepidi spirituali è di evitare quanto più è possibile la fatica e la mortificazione. Programma di tutti i fervorosi e delle anime veramente sante, è di abbracciare il maggior numero di fatiche e di mortificazioni. Scegliete il vostro programma, ma scegliete insieme l'essere amico di Gesù o suo nemico; esserGli vicino nella gloria, o lontani nel dolore; mettervi nel numero dei Santi o nella schiera degli ignavi e neghittosi.
La via comoda non è la via stretta. Ma guardiamo il termine cui conducono le due vie. Rivolgiamoci ora a S. Paolo e chiediamo a lui lo spirito di mortificazione e di pazienza e poi allietiamoci col pensiero dei martiri che già sono alla gloria, al premio delle loro fatiche dopo aver cantato l'inno a S. Paolo, martire glorioso.
~
Pressi malorum pondere,
Adite Paulum supplices,
Qui certa largus desuper
Dabit salutis pignora.

Nam tu, beato concitus
Divini amoris impetu
Quos insecutor oderas
Defensor inde amplecteris.

Non te procellae, et verbera,
Non vincla et ardor hostium
Non dira mors deterruit,
Ne sancto adesses coetui.

Amoris eia pristini
Ne sis precamur immemor
Et nos supernae languidos
In spem reducas gratiae,

Te destruantur auspice,
Saevae inferorum machinae
Et nostra templa publicis
Petita votis insonent.

Te deprecante floreat
Ignara damni charitas
Quam nulla turbent iurgia,
Nec ullus error sauciet.

Qua terra cumque diditur
Iungatur uno foedere
Tuisque semper effluat
Salubre nectar litteris.

Det velle nos quod imperat,
Det posse summus Arbiter
Ne fluctuantes horridae
Caligo noctis obruat.

O grata coelo victima,
Doctorque amorque gentium
O Paule, nos te vindicem,
Nos te patronum poscimus.

Tu nos, beata Trinitas,
Perfunde sancto robore
Possimus ut feliciter
Exempla Pauli subsequi. Amen.
~
PREGHIERA

O glorioso S. Paolo, che da persecutore del nome cristiano, sei divenuto un Apostolo ardentissimo per zelo, e che, per far conoscere il Salvatore Gesù fino agli estremi confini del mondo, hai sofferto carcere, flagellazioni, lapidazioni, naufragi e persecuzioni di ogni genere, e in ultimo hai versato fino all'ultima goccia il tuo sangue, ottieni a noi la grazia di ricevere, come favori della divina misericordia, le infermità, le tribolazioni e le disgrazie della vita presente, affinché le vicissitudini di questo nostro esilio non ci raffreddino nel servizio di Dio, ma ci rendano sempre più fedeli e fervorosi. Così sia.
(300 giorni d'indulgenza).

3. La gloria dei Confessori. - Le anime dei giusti sono in mano di Dio, e il tormento della morte non li potrà toccare; agli occhi degli stolti parve che essi morissero e la loro partenza fu stimata una sciagura e la loro separazione da noi una distruzione: ma essi sono nella pace, e se nel cospetto degli uomini hanno sofferto dei tormenti, la loro speranza è piena di immortalità. Dopo breve afflizione, saranno messi a parte di grandi beni, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di se; li ha provati come oro nel crogiuolo, li ha graditi come vittime d'olocausto e a suo tempo saran consolati. I giusti brilleranno, correranno qua e là come scintille in un canneto, giudicheranno le nazioni, domineranno i popoli, e il Signore regnerà in essi eternamente. Quelli che confidano nel Signore comprenderanno la verità; i fedeli vivranno uniti a loro perché grazie e pace è riservata agli eletti di Dio.
O quanto è bella la gloriosa generazione casta! la memoria di lei è immortale, essendo conosciuta da Dio e dagli uomini. Presente la imitano, assente la bramano, nell'eternità trionfa coronata, vinto il premio nei
~
casti combattimenti. Ma la numerosa turba degli empi non sarà buona a nulla; le piante bastarde non getteranno profonde radici, né potranno poggiare su solida base, esse per un po' di tempo lussureggeranno in fronze, non essendo ben piantate nel terreno, saranno scosse dal vento e dalla violenza dei venti saranno sradicate. I loro rami saranno schiantati ancor teneri. I loro frutti saranno inutili, acerbi al gusto, buoni a nulla. Infatti i figli nati da illegittimi unioni attestano la malvagità dei genitori se interrogati.
Il giusto anche se muore avanti tempo, godrà riposo. La ricchezza è veneranda, non quella che viene nella lunga vita, né quella misurata a numero d'anni: la canizie sta nella prudenza dell'uomo, età senile è una vita senza macchia. Perché egli piacque a Dio e ne divenne il diletto e viveva in mezzo ai peccatori, fu trasportato al trono. Fu rapito affinché la malizia non oltrepassasse il suo spirito e la sedizione non ingannasse la sua anima; ché l'incanto della vanità oscura i beni e la voragine della passione perverte l'anima ingenua. Giunto in poco tempo alla perfezione compì una lunga carriera, essendo l'anima sua cara a Dio; per questo fu tolto in fretta di mezzo all'iniquità. Ma la gente che ciò che vede, non ci comprende nulla, non medita nel suo cuore che questa è grazia di Dio, è misericordia verso i suoi Santi, è un riguardo verso i suoi eletti. Ma il giusto morto condanna gli empi che vivono e una gioventù sì presto giunta alla perfezione, condanna la lunga vita dell'empio. Or gli empi vedendo la fine del Savio, non capiranno quali siano stati i disegni di Dio sopra di lui, né perché il Signore l'abbia messo in sicuro. Vedendo ciò se ne faranno beffe, ma il Signore si burlerà di loro. E dopo questi essi moriranno senza onore e saranno in eterno obbrobrio fra i morti, perché Dio li condurrà al silenzio, li scaglierà a capo fitto,
~
dopo averli scossi dai fondamenti; ed avranno l'ultima rovina. Saranno nei gemiti, e la loro memoria perirà. Avranno tutti paura per i pensieri dei loro peccati, e le loro iniquità drizzandosi ad essi li accuseranno» (Sap. 3,1-9; 4,1-20).
Consideriamo la virtù dei confessori pontefici, e dei confessori non pontefici.
Qual è la caratteristica di questi Santi? L'eroismo nelle virtù più svariate. Alcuni si distinsero per la fede, altri per la carità, alcuni per lo spirito di povertà, altri per lo spirito di obbedienza; alcuni per la pratica dell'umiltà; altri per la castità.
Una volta Massimo d'Azeglio interrogò suo padre: «Non siamo nobili noi?» Il padre rispose: «Sarai nobile, se sarai virtuoso». Molte anime vorrebbero rivolgere la domanda: Mi farò santo? dice Lei che mi farò santo? Sarai santo, se sarai virtuoso delle virtù comuni quotidiane. Quando la virtù è esercitata nei momenti del fervore e allorché non vi ha difficoltà, non è gran virtù; la virtù vera, forte, è l'abitudine a fare il bene. L'atto buono diviene virtù quando con la ripetizione si cambia in abitudine buona. Dunque la vera virtù sta nell'abitudine a fare continuamente bene.
Diamo gloria ai Santi; diamo lode specialmente ai Santi di cui portiamo il nome, ai Santi nostri protettori. Leggiamo la loro vita, studiamo i loro esempi, raccomandiamoci alle loro preghiere. Camminiamo sulle loro orme; hanno tracciato la via del cielo per noi.
La Madonna ci attiri a Sé; e ci attirerà là dove ci aspetta. S. Stanislao Kostka in principio di agosto aveva fatto bene il Ritiro mensile. Il predicatore aveva parlato del Paradiso ed egli si era acceso del desiderio d'andarvi a celebrare la festa dell'Assunta. Cominciò a chiedere risolutamente quella grazia alla SS. Vergine. Le scrisse una lettera; l'affidò al Diacono S. Lorenzo,
~
che si festeggia al dieci. La Madonna l'esaudì, e il giorno dell'Assunta egli, angelo di costumi, è comparso in cielo in mezzo agli Angeli a cantare eternamente le glorie di Maria.
Cantiamo l'inno dei confessori. Ah, questi Santi, ci diano grazia di imitarli e seguirli nella via del Paradiso. La vita è breve, fu breve anche per essi. Beato chi è fedele: «beatus vir qui inventus est sine macula»1.: beato l'uomo che alla fine sarà trovato senza macchia «Beatus vir qui suffert tentationerm, quoniam cum probatus fuerit accipiet coronam vitae»: beato l'uomo che soffre la tentazione, giacché ne riceve la corona di vita2 ; la vita è prova, ma beato chi, avendo dato buona prova, sarà coronato nella vita eterna.
E preghiamo, unendoci, in spirito a tutte le Messe che si celebrano ogni giorno: «Signore...»

INNO


Iste Confessor Domini, colentes
Quem pie laudant populi per orbem,
Hac die laetus meruit beatas
Scandere sedes.

Qui pius, prudens, humilis, pudicus,
Sobriam duxit sine labe vitam,
Donec humanos animavit aurae
spiritus artus.

Cuius ob praestans meritum frequenter,
Aegra quae passim iacuere membra,
Viribus morbi domitis, saluti
Restituuntur.

Noster hinc illi chorus obsequentem
Concinit laudem, celebresque palmas,
Ut piis eius precibus iuvemur
Omne per aevum.
~
Sit salus illi, decus atque virtus,
Qui, super caeli solio coruscans,
Totius mundi seriem gubernat
Trinus et unus. Amen.

PER CHI SENTE SETE DI ANIME COME GESÙ

Signore, io vi offro in unione con tutti i Sacerdoti che oggi celebrano la S. Messa, Gesù Ostia e me stesso, piccola vittima:
1. In riparazione delle innumerevoli bestemmie, errori ed empietà che le edizioni di radio, televisione, cinema e stampa diffondono nel mondo intero.
2. Per invocare la vostra misericordia sulle molte anime che per inganno e per seduzione vengono dai mezzi moderni del male, strappate dal vostro Cuore di Padre.
3. Per la conversione di tanti ministri di satana, che, con la radio, la televisione, il cinema, la stampa, hanno innalzato cattedre contro il Divino Maestro, avvelenando la mente, il cuore e l'attività degli uomini.
4. Per seguire unicamente Colui che voi, o Padre Celeste, nell'eccesso del vostro Amore avete dato al mondo proclamando: «Questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo».
5. Per conoscere che solo Gesù è perfetto Maestro, cioè la Verità che illumina, la Via o il modello di ogni santità, la vita vera dell'anima, cioè la grazia santificante.
6. Perché si moltiplichino i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose che si dedicano alla diffusione della dottrina e della morale cristiana con l'orazione e i mezzi di bene più celeri e più efficaci.
7. Perché gli scrittori, i tecnici e i propagandisti siano santi, pieni di sapienza e di zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
8. Per domandarvi che tutte le edizioni cattoliche prosperino, si moltiplichino, e coprano la voce dell'errore e del male.
9. Perché tutti noi conosciamo la nostra ignoranza e la nostra miseria, e il bisogno di starcene umilmente innanzi al santo Tabernacolo, o Signore, invocando luce, pietà e misericordia.
~

1 Ef 2,19-20.

2 Gv 14,2.

3 Ibidem.

1 Mt 5,19.

2 Gn 14,21.

1 2Cor. 5,14.

1 Eb 10,36.

2 Lc 8,15.

1 Mt 7,14.

2 Mt 16,24.

1 Sir 31,8.

2 Gc 1,12.