Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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V. CONOSCERE GESU' (I) (1)
Domandiamo a Gesù buon Pastore che ci mandi lo Spirito Santo, il quale ci comunichi la sapienza celeste. "Lo Spirito, dice Gesù, lo Spirito che vi manderò dal cielo" [cf. Gv 15,26] e chiediamolo che ce lo mandi Gesù buon Pastore, lo Spirito Santo.
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La sapienza che è il primo dono dello Spirito Santo, perché dobbiamo vivere di fede e ragionare secondo la fede, secondo il Vangelo. Ecco, è tanto bene che si legga tutto una volta il Vangelo, il Vangelo concordato, commentato. E due pagine al giorno, fra il testo e il commento, in un anno si legge tutto.
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Conoscere il buon Pastore, conoscerlo. E questa sera vorrei dire: in una cosa, in un punto conoscere Gesù! Perché, se noi abbiamo la sapienza celeste, arriveremo a capire le ricchezze che ci sono in Gesù Cristo. Non le capiremo tutte, ma almeno in un grado sufficiente.
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Il figlio di Dio è stato mandato dal Padre a salvare il mondo: Sic [enim] Deus dilexit mundum, ut Filium suum unigenitum daret [Gv 3,16], così il Padre ha amato il mondo da mandare a salvare il mondo il suo figlio stesso. Quindi, il figlio di Dio si è incarnato. In lui ci sono due nature e una persona; due nature, cioè la natura divina e la natura umana.
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La persona è il Verbo, cioè la seconda Persona della santissima Trinità. Gesù si è incarnato, e lo contemplerete bambinello nella grotta; presto [inizierà] la novena. E poi la celebrazione del Natale: il pastorello! Egli, il figlio di Dio incarnato, ha operato, ha praticato le virtù, si è fatto tanti meriti: "Cresceva in sapienza e grazia" [cf. Lc 2,5]. Ma Gesù, quando faceva una cosa buona - supponiamo l'obbedienza - guadagnava due meriti: uno, la sua santificazione; e l'altro, la grazia <che deve> che voleva dare a tutti noi. Quindi faceva sempre come due acquisti: la santificazione sua e la grazia per tutti gli uomini.
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Egli è pieno di grazia: ebbe la pienezza della grazia innanzi al Padre celeste. Egli ha acquistato meriti infiniti per noi. Se Gesù avesse <sem> anche semplicemente fatto una preghierina brevissima per la salvezza degli uomini, quella preghierina sarebbe stata sufficiente <a salvare mi> a salvare mille mondi, non uno! E invece il figlio di Dio è andato a morire sulla croce: quindi nei disegni del Padre celeste che il figlio ha assecondati, ha seguito nella docilità al Padre celeste. Perciò due specie di meriti: la sua santità infinita, e la santità, la grazia infinita per noi.
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Ecco, se noi abbiam /fatto/ (a) dei peccati, egli ha dato una soddisfazione infinita. Anche si potessero far tutti i peccati possibili degli uomini, la sua soddisfazione, cioè la sua passione e morte ha bastato per tutti. E se anche i peccati degli uomini si moltiplicassero per mille o per un milione o cento milioni, non si esaurisce la sua soddisfazione, cioè la misericordia. E dove c'è il peccato mette la grazia.
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Quindi nessun'anima ha diritto di scoraggiarsi mai, anche se un'anima fosse vissuta per molti anni in peccati gravi, ha commesso disordini innumerevoli, basta un Gesù mio misericordia, di vero pentimento, di vera conversione, di fiducia in Gesù Cristo.
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Abbiate fiducia tanto nell'assoluzione che dà il confessore, perché la dà a nome di Gesù Cristo e applica i meriti di Gesù Cristo all'anima. Ah, il sacramento della confessione, quanti vantaggi! Quanto è la bontà di Gesù verso di noi!
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Ma oltre la soddisfazione, Gesù ha conquistato infiniti meriti che son la sua santità ed infiniti meriti per noi. Li ha acquistati per noi. Come un padre morendo - come è morto Gesù sulla croce - , un padre lascia dei soldi, lascia delle case, delle proprietà ai figli. I figli hanno diritto di prenderseli perché eran del padre e li ha lasciati ai figli.
Così Gesù Cristo ha fatto dei meriti infiniti per noi.
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E qui ci vuole un po' di sapienza e ci vuole un po' di furbizia. Se io non ho dei meriti, mi prendo quelli di Gesù Cristo. Capite la furbizia? Ne avete molti meriti? Ah, spero che ne abbiate già. Ma noi dobbiamo aver la sapienza celeste, questo dono dello Spirito Santo. Quei meriti che ha fatto Gesù Cristo, sono fatti per noi; sono nostri, eh! Non li gode Gesù, li godiamo noi. E li abbiamo con diritto come i figli.
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Se il padre possedeva una casa, han diritto [i figli] a prendersela. Così Gesù Cristo morto: noi abbiamo diritto a prenderci i suoi meriti. Quindi nessun'anima possa scoraggiarsi. Nessuno! Non dica: "Son povera, son misera... Io son coperta di peccati... Io ho tanti difetti...". Eh... ne abbiamo fino alla fine!
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Ma abbiamo le ricchezze, come dice san Paolo: "Le /ineffabili/ (a) ricchezze di /Gesù/ (b) Cristo" [Ef 3,8].
Ma sono per noi e le applica? Se abbiamo fede; se abbiamo fede sicuramente, perché son nostre! E quando diciamo al Padre celeste: "Datemi i meriti del vostro figlio <o lo dice> o lo diciamo direttamente a Gesù: "Dammi i tuoi meriti", questo è un diritto. Questo piace al Padre celeste e gli dà gioia. Questo <gli> dà gioia al figlio di Dio redentore.
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Facciamo un po' un paragone perché questa cosa è poi così importante, che se avete questa fede vi arricchite di grazia, di santità! Allora, ecco, questa fede! Pensiamo che - per portare un paragone - Gesù Cristo ha detto agli apostoli, consecrando il pane: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo" [Mt 26,26], l'eucaristia.
L'eucaristia è per tutti i cristiani: per tutti i cristiani. Per tutti i cristiani! E chi viene a prenderla e chi non viene a prenderla. E voi siete illuminate dalla sapienza dello Spirito Santo e vi fate la comunione frequente o anche quotidiana. Ma ad Albano, per esempio, quanti sono - se fossero 20.000 abitanti - quanti sono che al mattino ricevono il pane: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo"? [Mt 26,26].
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Così è dei meriti <di Di> di Gesù Cristo, dei meriti di Gesù Cristo: "Sono miei, prendeteli voi, li ho fatti per voi. Li ho fatti io <ma non sono per voi>, ma non son per me, sono per voi". Si chiama la grazia capitale quella, secondo la teologia, la grazia capitale in quanto che è capo dell'umanità redenta.
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La stessa grazia e santità che ha Gesù è quella che ci dà lui <nella con> nella nostra vita, quando noi abbiam fede in questi meriti di Gesù Cristo. Quindi rimane <in bene in men> bene fisso che, chi vuole, prende le ricchezze di Gesù Cristo. Queste ricchezze Gesù Cristo le ha guadagnate con la sua vita, specialmente con la sua passione e morte. Questi doni, queste grazie sono acquistate da lui per noi, <di noi abbia> e tutti noi abbiam diritto a tutti quei meriti della sua vita, dal presepio alla morte in croce. Abbiam diritto!
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E secondo: è gioia dello Spirito Santo. E' gioia del Padre, è gioia del Figlio che noi chiediamo al Signore che ci conferisca, ci dia i meriti di Gesù Cristo. Abbiamo diritto! E se noi non lo chiediamo è come se noi rifiutassimo la comunione, che è uno dei doni.
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Le ricchezze dello Spirito Santo. Allora <ogni anima> nessun'anima ha diritto di scoraggiarsi. Perché ci sono le ricchezze di Gesù Cristo. Basta che dica: io non ho meriti, mi prendo quelli di Gesù. E mi santifico. E mi santifico! Allora, ecco, quella risposta che /dato/ (a) Gesù ad un'anima che si lamentava: "Son tanto povera, son tanto misera...". E Gesù rispose a lei e cioè: "Quando hai Gesù non sei mai povera, sei sempre ricca!". Ecco.
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Perciò nessuno ha diritto di scoraggiarsi. "E ma io...". Tante difficoltà. Ma io... che cosa? Tu hai poca fede! Ecco il male! "Ma io ho poca fede" dite così. Non dite che sono cattivo, che ho fatto dei peccati, che ho dei difetti, non ditelo. /Dite/ (a) questo: che abbiam poca fede di meriti, e prendere i meriti di Gesù Cristo.
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E allora aspettate dal presepio: umiltà, che abbiamo niente; ricchezze, che son tutte in Gesù Cristo e son messe a nostra disposizione. A nostra disposizione! Cioè Gesù Cristo le ha ammucchiate; sono infinite, sono a disposizione, prendete quante [ne] volete... E le condizioni son due: "Io non ho niente; tu dammi tutto!".
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E allora la fede, e allora il progresso spirituale. L'anima che viene arricchita. Oh, come vi trovate bene allora! Perché ci sono specialmente le grazie della santificazione, e ci sono le grazie le quali sono dette attuali, cioè per far meglio, vivere meglio e vincer noi stessi e crescere nella santità.
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Se avete /compreso/ (a) questa riflessione <avete gua> avete guadagnato tanto per la vostra vita, perché vi voglio ricche! Fede nei meriti di Gesù Cristo! Sempre dire: "Dacché io son così cattivo, ho tanti difetti, non corrispondo abbastanza alla grazia e non so quale virtù che io abbia, e so solamente <quanti> quante imperfezioni ho; ma tu, tu hai il tutto. Tu sei il tutto. Tu hai guadagnato i meriti per me. Io ho fede! Ho fede!".
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Su questo punto molte anime rimangono povere, perché non si mettono in queste due disposizioni: nulla ho, in Gesù Cristo ho tutto. Io mi prendo i suoi meriti, giacché non so farmi meriti miei. Non ho meriti io. Avanti quindi in fede!

Albano Laziale (Roma)
13 dicembre 1963

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(1) Albano Laziale (Roma), 13 dicembre 1963

491 (a) R: fatti.

497 (a) V: incomprensibili.
(b) V: Omette.

502 (a) R: data.

503 (a) R: ditelo che.

506 (a) R: compresa.