VII. MEZZI DI SANTIFICAZIONE (I):
Riconciliazione ed eucaristia (1)In questo ultimo tempo sono passato in varie nazioni e dappertutto chiedono le suore pastorelle. Ma, a parte questo - che sarebbe il desiderio anche vostro di arrivare alle varie nazioni e a poco a poco arriverete -, a parte questo, tutti, chiedendo notizie dell'Italia, tutti si stupivano del continuo crescere del comunismo in Italia. E la prova del crescere è stata quella delle elezioni.
Allora, si domandavano spiegazione. Per mia parte la spiegazione è questa: occorre, anzi due cose occorrono: più istruzione religiosa e più preghiera.
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Più istruzione religiosa perché comprendano che cosa sia la fede, che cosa sia la morale, che cosa sia il culto. In sostanza conoscere bene i principi. I principi che riguardano i vari articoli della fede e poi della morale cristiana: che non si può essere insieme cristiani <e tenere> e seguire coloro che combattono la religione, e che - in fondo si sa - <l'atei> il comunismo è ateo, è contrario alla Chiesa.
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Ora, è diminuita l'istruzione. Quanto ormai sono pochi i paesi dove [si recitano] i vespri alla sera, alla domenica; quanto pochi sono <le perro> i paesi dove si fa il vespro e si tiene la istruzione <re> del catechismo! E poi che questa istruzione sia seguita dagli uomini. L'istruzione religiosa va un po' diminuendo, e allora vedere voi quanto vi è possibile di aumentare il lavoro, l'apostolato catechistico. Sì!
Ho visto un risveglio catechistico in diverse nazioni, specialmente in Cile, nell'Argentina e nel Brasile, oh, e anche in altre nazioni.
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Seconda cosa che occorre inculcare è: più preghiera. Le grazie si ottengono con la preghiera. E invece si va gradatamente diminuendo l'orazione, la preghiera. Anche in molti paesi diminuisce l'uso dei sacramenti, la pratica [della] confessione e comunione e poi la frequenza alla chiesa.
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Per qualsiasi scusa, ecco, si fa a meno della messa. E poi, vi sono i tempi in cui si dimentica anche la messa festiva. Hanno le ferie, hanno le colonie, hanno il turismo in sostanza. Oh, Dio non fa vacanza e l'anima non può far vacanza. Occorre che si sentano cristiani in tutti i tempi, o [d'] inverno o [d'] estate.
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Allora, due cose da tener presenti: la istruzione religiosa per quanto dipende da voi sempre più abbondante. E secondo: favorire, aiutare sempre più la preghiera <au> [la] frequenza ai sacramenti e la frequenza alla chiesa, specialmente alla messa e frequenza anche della preghiera nelle famiglie. Sì.
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Avviare all'orazione cominciando dai bambini piccoli e facendo pregare perché gli adulti vivano cristianamente.
E allora l'Italia si sentirà quello che deve essere, cioè una nazione cristiana.
Non si può mettere assieme Dio col diavolo. Mettere assieme: negare Dio e poi sentire e seguire <quelle se> quelle dottrine. Negare Dio non si può; allora seguire la dottrina comunista?
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Se voi nelle varie parrocchie dove siete, fate come un focolare di pietà e un apostolato di istruzione catechistica sempre più abbondante, combatterete più efficacemente il comunismo. Primo con l'orazione perché è la grazia che dobbiamo ottenere dal Signore che illumini le anime e fortifichi le anime nella via buona, sì. E nello stesso tempo istruirsi sempre più nella religione, poiché molte cose leggono che non sono buone e tante altre dottrine che sono contrarie al cattolicesimo. Allora?
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Stasera però un pensiero importante volevo presentare e cioè: chiamate alla santità. Sì, già su questo ci siamo trattenuti: santità vera! Santità vera, religiosa, santità della mente con fede profonda, santità della volontà con speranza ferma, le buone opere mediante la grazia, le buone opere che dobbiamo fare e l'amore a Dio, a Dio e alle anime, al prossimo. La santificazione.
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Ora, due principali mezzi per la santificazione. Quali? Vi sono tanti mezzi per la santificazione. Prima per la purificazione, cioè togliere il male. E secondo, per l'acquisto delle virtù. Perché la santificazione richiede sempre questo: che <togliamo> purifichiamo l'anima nostra dal male e quanto possiamo dai difetti e poi conquistare sempre più la fede e la speranza e la carità: le virtù.
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I due mezzi principali quali sono? Sono i due sacramenti. Perché vi è l'esame di coscienza che aiuta a purificar l'anima; poi vi sono le varie pratiche della giornata, le letture spirituali, ecc. Ma i due mezzi principali per la santificazione sono quelli che ci ha dato Gesù Cristo e che ci propone e raccomanda la Chiesa, e cioè due sacramenti: la confessione e la comunione.
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La confessione specialmente per purificarsi e la comunione per vivere in Gesù Cristo. Vivere in Gesù Cristo, cioè di fede e di fiducia e di speranza e di amore a Dio [e] amore alle anime. Se la vita religiosa ha per primo compito la santificazione, benediciamo il Signore, benediciamo la Chiesa: il Signore che ha istituito questi due sacramenti e la Chiesa la quale vuole /per/ (a) i religiosi e le religiose la confessione ogni otto giorni e la comunione quanto più è frequente, anche quotidiana se vi sono le disposizioni.
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In questi due mezzi vi è l'intervento di Gesù Cristo. Se il sacerdote dice: "Io ti assolvo", egli, il sacerdote, lo dice a nome di Gesù Cristo ed è lui che dà il perdono. Il sacerdote compie il sacramento, la parte delle cerimonie e pronuncia la formula di assoluzione, ma chi è che perdona? Dio solo può perdonare il peccato, perché l'offesa fatta a Dio col peccato, eh, può essere perdonata solo da colui che è stato offeso, cioè da Dio. Quindi la buona confessione.
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Nella comunione poi l'intervento di Gesù Cristo, è non solo con la grazia, ma anche con la presenza viva. E' Gesù vivo e vero nell'ostia santa.
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Adoperare quanto meglio possiamo questi due grandi mezzi che sono /sacramentali/ (a) che superano gli altri. Tutti gli altri mezzi che sono suggeriti in quanto <ci> possiamo adoperarli, sì, apprezzarli e usarli nella maniera che ci è possibile. Ma questi due, sì: a questi due dare la massima importanza.
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Primo: la confessione. La confessione ogni otto giorni. Se per qualche ragione si dovesse tramandare di qualche giorno, ma si potrà anche in seguito rimediare, in modo tale che nell'anno ci siano cinquantadue confessioni. Sì, perché son cinquantadue le settimane. Sì, avete alle volte certe difficoltà e allora si potrà rimediare in qualche maniera. In questo poi bisogna risolvere <la c> le cose caso per caso. La confessione.
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Ma il punto, o meglio, i due punti <che son> per cui dobbiamo assicurarci il frutto della confessione, sta sempre nel dolore unito al proposito. Che poi dolore e proposito formano una cosa sola: Ho sbagliato, non voglio più sbagliare. Ecco: c'è il dolore e c'è il proposito. Ho sbagliato in questo o quello, e voglio emendarmi, non voglio più ritornare allo stesso male, allo stesso peccato.
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Il dolore. Certamente quello che porta l'assoluzione <è> è il perdono; sta nel sacramento che viene amministrato, ma le disposizioni volevo dire. Le disposizioni, le quali da una parte ottengono il perdono e dall'altra parte ci assicurano una volontà più ferma e la grazia di Dio per evitare il male.
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Non ha tanta importanza <quando> quanto alle volte si pensa il confessarsi dall'uno o dall'altro. Ciò che importa son le nostre disposizioni che assicurano non solo il perdono, ma l'abbondanza della grazia. E le disposizioni, in primo luogo, sono queste: dolore e proposito.
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Abbiamo la vocazione alla santificazione, perché la vocazione alla vita religiosa sta in quello: "Se vuoi essere perfetto" [Mt 19,21]. <E> E volendo essere perfetti, ecco, allora <si> si è seguita questa vocazione nel desiderio di perfezionarsi.
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Perfezionarsi: Questa settimana ho fatto meglio della settimana scorsa? Ora supponiamo siamo al ritiro mensile. Il ritiro mensile di questo mese che cosa mi dice? Questo mese che sta finendo è stato migliore del mese antecedente? E facendo gli esercizi spirituali, quest'anno ho progredito? Progredito un po', o settimana per settimana, o mese per mese, mi sento migliorato oggi? L'anno è stato veramente fruttuoso nel mio lavoro spirituale?
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Se noi dovessimo constatare che siamo stati fermi è proprio quello che ci deve dare molto pena, perché è il lavoro principale da farsi dalla religiosa, dal religioso. Sì, è quello il compito principale.
Si aggiunge poi l'apostolato, ma quello che importa è la santificazione in primo luogo. Se quello è il principale obbligo e se noi lo adempiamo, ecco rispondiamo veramente alla nostra vocazione. Ma se noi non compiamo il principale obbligo? Se il buon cristiano non andasse a messa ad esempio, cosa si dice?
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Ora, se un religioso, una religiosa non progrediscono, che cosa si deve dire? Che la professione cade a vuoto: è stata una formula. Come se uno avesse vestito un abito particolare; ma se vestisse anche un abito delle suore più perfette...
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Oh, allora occorre che noi consideriamo il progresso come il dovere sostanziale. E quando si fa? Crescendo gli anni, crescon le virtù? Ecco la domanda. Allora se la coscienza ci risponde di sì, eh, si vive religiosamente.
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Secondo grande mezzo, mezzo sacramentale pure e principale: la comunione, l'eucaristia, cioè la messa, comunione, adorazione. Innestar la nostra vita in Cristo, in Gesù Cristo che è via, verità e vita. E Gesù Cristo che è la via della santificazione. E' la verità che noi dobbiamo credere, quindi la fede. E' poi la vita: la vita intima spirituale della nostra anima, la grazia. La grazia.
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La santità in che cosa consiste? Si risponde generalmente in tre maniere. La prima: l'incorporazione a Cristo; secondo: l'unione con Dio; e terzo: fare la volontà di Dio. Ecco, si risponde generalmente così.
Prima, la configurazione a Gesù Cristo: Conformes fieri imaginis Filii sui [Rm. 8,29]. La santità è di vivere sempre di più Gesù Cristo; il Vangelo nella nostra mente. Sì, in Gesù Cristo. Imitare Gesù Cristo: l'imitazione. L'anima nostra ordinata a Dio, Gesù Cristo che cerca la gloria del Padre: la santificazione.
La nostra vita configurata a Gesù Cristo: Conformes fieri imaginis Filii sui [Rm. 8,29]. Così che la nostra fede cresca, la nostra volontà, fedeltà, virtù che cresca, e l'amore al Signore e l'amore alle anime, sì.
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Sempre migliorare il modo di sentir la messa. Vi sono delle varie maniere di <as> sentir la messa. Ma generalmente adesso si usa il messalino <in generale>. Ma qualunque modo che si usi - secondo la circolare della congregazione dei riti ne accenna specialmente quattro - però, quello che veramente ci fa partecipare ai frutti della messa è Gesù [che] s'immola sull'altare, s'immola al Padre.
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Noi immolarci a Gesù, cioè ripetere la nostra donazione a Gesù. E sarebbe molto bene <che> in brevi parole o durante la consecrazione o durante la comunione, ripetere in breve la formula della consecrazione: "Tutto mi offro, dono e consacro...". Ecco. E se avete qualche volta meditato: Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti in unitate Spiritus Sancti *** (a), omnis honor et gloria (b), lì c'è il programma della vita della pastorella, se si meditano, parola per parola, queste (c) che sono comprese in questa formula, sì. La messa, sì! Non solo <ma> che Gesù Cristo va ad immolarsi, ma noi che ripetiamo l'immolazione. E la suora che si è consecrata a Dio può sentire la messa nel modo più perfetto, perché si è donata a Dio e di nuovo si dona a Dio e vive come immolazione <di tutto ciò che sarebbe>, s'immola a Gesù Cristo e per mezzo di Gesù Cristo al Padre celeste.
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Ascoltar bene la messa e in questo voi poi ammaestrate specialmente i fanciulli, le giovani, gli uomini a seguire la messa. Con la comunione poi, ecco si ha, che cosa? "La mia carne è veramente cibo" [Gv 6,55]. Ecco, per crescere e sostenerci in vita mangiamo il pane quotidiano; ma l'anima è più che il corpo. Allora Gesù Cristo all'anima ha dato un cibo divino: Panem de coelo praestitisti eis (a), "la mia carne è veramente cibo" [Gv 6,55].
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Per crescere e sostentarsi, la comunione è [il] grande mezzo per la santificazione, per vivere in Cristo, specialmente se si prepara bene la comunione e si fa bene il ringraziamento.
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Ma oltre a queste due parti, c'è ancora la divozione eucaristica per mezzo della visita al santissimo Sacramento, così che vi innestate sempre di più in Gesù Cristo via, verità e vita, in Gesù Cristo vivo e vero che c'è nel santissimo Sacramento dell'altare.
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Che grande mezzo! Che cosa si potrebbe pensare di più, se Dio stesso ci alimenta per la santificazione. Ma è possibile far tante comunioni e sempre essere uguali? Eh no! <Per> Anche se si fa <anche> la comunione con una diligenza <più o meno> almeno sufficiente, qualche cosa, sì, resta nell'anima, nell'anima. Allora l'alimentazione nostra è fatta con un alimento: Panem de coelo (a).
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La visita al santissimo Sacramento generalmente si divide poi in tre parti. <Il primo> La prima riguarda la fede e la lettura del Vangelo e delle lettere di san Paolo e di san Pietro. E poi, dopo, secondo punto: l'esame di coscienza <e e> e nello stesso tempo i propositi. E terzo: la preghiera. La preghiera che può essere varia secondo i bisogni. E così la visita <re ri> si divide in tre punti.
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Ma quando il Signore comincia a attirare l'anima e l'anima si sente attirata da Dio ed è entrata in conversazione intima con Gesù, oppure in un silenzio di unione, di unione col Signore, ecco: le regole possono essere lasciate da parte. Cioè le regole sono per guidare, ma non sono per impedire. E quindi quando c'è già il frutto <della> della regola e cioè l'anima si è già messa in conversazione intima con Gesù, allora si è già al frutto della visita stessa. Sì. La conversazione con Gesù.
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Veramente la adorazione comincia dal momento in cui entriamo in conversazione con Gesù, perché non basta stare lì, non basta! Oh, come se venisse il papà e fosse in parlatorio e uno entra in parlatorio per vederlo e si mette in un angolo e il papà in un altro: non c'è la visita!
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La conversazione con Gesù, intima. Lì ci sono poi i vari gradi. Vi <può veni può può> può essere il grado che si chiama di quiete o di unione statica, oppure un altro grado: son nove i gradi secondo gli autori, generalmente come spiegano. Sì.
Questa vita eucaristica!
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Anime che si propongono di viver <la giorna> la messa nella giornata. Anime che si propongono di viver la comunione nella giornata. E anime che si propongono di vivere l'eucaristia, cioè la presenza reale di Gesù nel tabernacolo, perché abitate <o nei vici> o vicinissime alla parrocchia, o avete Gesù in casa e il contatto con Gesù è facile. Sentire che si è con Gesù buon Pastore.
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Siete mai sole. Voi siete le sue pastorelle. Egli <vi> si serve di voi per arrivare alle anime. E quindi per due motivi egli vi vuole comunicare le grazie: prima per la vostra santificazione, e secondo perché voi arriviate a beneficare, aiutare queste anime che si salvino. La vita eucaristica facilita tanto la perfezione.
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Perciò <i due sa> i due grandi mezzi di santificazione: primo, quello della purificazione che è la confessione e segna il progresso settimana per settimana, mese per mese, anno per anno. Sì, se la nostra pietà dopo anni ed anni di professione fosse ancora soltanto quella di quando abbiam fatto la professione, che sarebbe? Ma se siamo progrediti, ecco allora abbiamo compito il dovere fondamentale.
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Quanto poi all'intimità con Gesù avete molti mezzi per questo. Molti mezzi. Ma in particolare sono: la messa, la comunione e la visita al santissimo Sacramento.
<Questo> Questa pratica: o viver la messa o viver la comunione o viver la presenza di Gesù, sentirlo in noi o pensarlo nel tabernacolo, tutto questo è nutrimento spirituale. E' Dio stesso che è la santità che ci alimenta. L'alimentazione dell'anima. Che cibo ci ha dato Gesù per l'anima! Se stesso!
Riconoscenti quindi al Signore e profittiamo dei due grandi mezzi di santificazione.
Ariccia (Roma)
17 luglio 1963
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(1) Ariccia (Roma), 17 luglio 1963
249 (a) R: che.
252 (a) Sta per: sacramenti.
265 (a) R: Deus.
(b) Dossologia finale del Canone Romano. Cf. Messale pag. 808.
(c) R: questa.
266 (a) Si utilizzava questa espressione dopo il canto del Tantum Ergo prima della benedizione eucaristica e per la distribuzione privata dell'eucaristia.
269 (a) Cf. n. 266 (a).