Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. LA PREGHIERA*

L'argomento di questa meditazione sarà la preghiera vocale, specialmente quella che si fa in speciali circostanze. Dalla sacra Scrittura possiamo constatare come il Signore soccorra con prontezza coloro che si trovano in maggiori necessità.
Ricordiamo Giuditta la quale, discesa nell'accampamento di Oloferne, seppe talmente guadagnarsi la di lui affezione, da valersi di questa per troncargli il capo1.
Quando il popolo ebreo, schiavo e perseguitato in Egitto, ricorse al Signore, egli venne in suo aiuto mandandogli un liberatore nella persona di Mosè2.
Quante volte simili fatti si verificarono nei primi tempi della Chiesa! Quando S. Pietro era in carcere e tutta la Chiesa pregava per lui, Dio esaudì le preghiere e mandò a Pietro un angelo a liberarlo3.
Quando ci troviamo in necessità speciali dobbiamo moltiplicare le nostre preghiere.
Quali sono queste maggiori necessità? Quando, ad esempio, non si conosce la vocazione; quando si è fortemente tentati contro la carità, la fede, l'obbedienza, la vita comune; quando si è scoraggiati. Certe volte non sappiamo che dei pericoli ci minacciano e mentre noi ci sentiamo sicuri, le maggiori tempeste si stanno addensando su di noi.
Si hanno inoltre necessità di apostolato, necessità economiche, di studio. Quando ci si trova in questi bisogni speciali, la preghiera diventa più opportuna. Un giorno il Cottolengo era stato chiamato in parlatorio perché vi erano dei creditori. Egli li rassicurò col dire che la divina provvidenza avrebbe dato loro il necessario. Ma quelli si impazientirono non volendo accettare ragioni. Allora il santo, lasciatili, si recò in refettorio e, prostratosi davanti ad una statua della Madonna, pregò. Terminata l'orazione
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gli venne in mente di aprire il cassetto del tavolo ove trovò la somma necessaria a pagare quei creditori. Recatosi da costoro, consegnò loro i danari, dicendo: «Conservateli, che sono della Madonna».
Nel tempo di maggiori necessità, abbiamo più occasioni di esercitarci in alcune virtù speciali, quali la fiducia in Dio. Queste virtù umili, che non sono per così dire, in grande onore presso gli uomini, sono invece care al cuore di Dio.
Vi sono necessità in cui non bastano più le sole nostre preghiere; dobbiamo allora appoggiarci all'Eucaristia con la Comunione, la Visita e la S. Messa.
Ricordiamo alcune necessità generali, quelle cioè che riguardano: la Chiesa; la nazione; il mondo intero.
1) Necessità della Chiesa. Questa nostra Madre benedetta patisce in ogni tempo tribolazioni. «Nel mondo avrete afflizioni, ma fatevi coraggio; io ho vinto il mondo»4, disse Gesù. Preghiamo per la Chiesa, per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti, per i missionari, per tutti quelli che debbono continuare l'opera di redenzione. Preghiamo per tutti i religiosi affinché corrispondano alla loro vocazione.
2) Necessità della nazione. Occorre che le leggi siano sante e i legislatori illuminati. Si deve perciò pregare per le scuole affinché l'insegnamento sia conforme ai principi evangelici; pregare per quelli che nella società hanno maggiori responsabilità.
3) Necessità del mondo intiero. In esse oltre a tutte le nazioni, sono comprese anche le anime del Purgatorio. Considerando però il mondo visibile si deve pregare per i peccatori, per gli eretici, per gli scismatici, per i nemici della Chiesa affinché tutti possano entrare nella via della salvezza.
In che modo pregare?
1) Appoggiarsi all 'Ostia santa. La leva opera se trova un punto di appoggio: il punto ove appoggiare le nostre preghiere è l'Ostia santa. Pregare per Gesù, con Gesù, in Gesù.
2) Umiliarsi. È necessario imitare Davide, il quale, buttatosi ai piedi del Profeta, incominciò il suo salmo: «Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam»5. La preghiera
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di chi si umilia penetra il cielo e si presenta al trono dell'Altissimo per tornare trasformata in rugiada di benedizione. Perciò i salmi Miserere e De profundis6 sono adatti a questo tempo.
3) Grande fiducia in Dio. Questo Padre celeste non manda i mali per castigarci, ma per richiamarci. Se avessimo l'anima nera per tante colpe, ricordiamo che questo nostro Dio è disposto, purché ci pentiamo, a rendere nuovamente bianca la nostra anima ed a santificarla. Protestiamo al Signore: Voi, siete buono e noi speriamo in Voi. Preghiamo il conforto a tutti, il lume a tutti. «In Te, Domine, speravi, non confundar in aeternum»7. Chi confida nel Signore risorgerà alla vita eterna.
4) Perseveranza. Essa vince; poiché esercita la nostra fede, rende vivo il desiderio, soddisfa la maestà di Dio offesa, ci fa acquistare l'abito e lo spirito della preghiera. Ricordiamo l'amico che di notte va dall'amico a chiedere pani; perseverando a picchiare è ascoltato8.
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* Meditazione stampata in CI, 9-10 [1940] 2-3, di seguito alla meditazione precedente. Non ci sono riferimenti interni per meglio datarla. L'abbiamo considerata un intervento fatto nel mese di ottobre 1940.

1 Cf Gdt cc.10-13.

2 Cf Es c.2s.

3 Cf At 12,1-18.

4 Gv 16,33.

5 Sal 51,3: «Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia».

6 Sal 130: «Dal profondo...».

7 Sal 71,1 : «In te mi rifugio, Signore, ch'io non resti confuso in eterno».

8 Cf Lc 11,6-8.