La Pastorella anche nelle azioni più comuni della giornata, indirizza tutta la sua mente all'unico fine pastorale che la deve animare: le anime.
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Il centro della vita pastorale è l'eucarestia come sacrificio, come sacramento, come presenza reale.
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I buoni pastori e le Pastorelle devono offrire ringraziamenti e adorazione «pro omnibus hominibus».
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E' di somma importanza che voi acquistiate uno spirito pastorale: ecco la Pastorella che è la consolazione di Gesù buon Pastore.
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Lo spirito pastorale si alimenta e si arricchisce soprattutto durante il sacrificio della messa. Unirsi a Gesù vittima e sacerdote nella messa, per essere anche noi vittime di espiazione e di amore.
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Il sacerdote celebrante si offre vittima con Gesù, ma la sua offerta è ugualmente partecipata anche dalla Pastorella che celebra la sua messa, vivendo la sua vocazione speciale.
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Ricordare nella giornata la nostra offerta fatta ai piedi dell'altare per vivere con Gesù la nostra castità, povertà e obbedienza e l'esercizio del nostro apostolato.
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Ogni Pastorella deve ricordare che Gesù è stato il buon Pastore del suo gregge soprattutto quando pendeva della croce, coronato di spine, insanguinato, allo stremo delle sue forze. Ai piedi della croce c'era la Madonna: la prima Pastorella.
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Ognuna cerchi di comprendere profondamente questa realtà, che è per voi essenziale: vivere e partecipare intimamente lo spirito di Gesù.
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Non facciamo come gli Apostoli che fuggirono e lasciarono andare verso il Calvario Gesù solo! Come la Madonna andiamo fino ai piedi della croce: «stabat iuxta crucem Maria mater Eius».
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Sul Calvario c'è Gesù, la vittima necessaria e gradita al Padre, ma ci stia anche la Pastorella, la nuova Maria che si offre al Padre per il completamento del sacrificio del Figlio.