La superbia4
La superbia è uno dei vizi capitali, il più tenace dei vizi capitali. Tutti nasciamo un po' superbi; con facilità ci attribuiamo doni e capacità che forse non abbiamo.
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Per combattere questo vizio radicato nella nostra natura, dobbiamo aver presente continuamente il pensiero che tutto ci viene da Dio.
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Dio ci ha dato la vita, Dio ci mantiene nell'esistenza. Se noi togliessimo Dio dalla vita del mondo, tutto cadrebbe nel nulla.
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Se non dominiamo la superbia, ci glorieremo di ogni cosa come fosse merito nostro, vorremo avere sempre ragione noi, pretenderemo che gli altri riconoscano i nostri meriti. Quando crediamo di poter fare tutto con le nostre forze, Dio ci umilia facendoci toccare con mano la nostra nullità. Eva, che aveva tanto desiderio di diventare simile a Dio, si rovinò per sempre.
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Tanti sbagli, tanti errori non li avremmo mai commessi se avessimo posto tutta la nostra fiducia in Dio.
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Perché tante volte siamo caduti in peccato? Perché credevamo di poter esporci senza pericolo, credevamo di essere invulnerabili. Una persona superba, trovando in lei soltanto le virtù, si stupirà che altri trovino dei difetti e molte volte cadrà nello scoraggiamento.
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Teniamo sempre presente la parabola del fariseo e del pubblicano. Dio ama gli umili, ha compassione di loro e li perdona. Sì, Dio ama gli umili che chiedono con umiltà, che accettano volentieri una correzione e un avviso. La Madonna fu esaltata per la sua grande umiltà.
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La via dell'umiltà è cosparsa di molte grazie; l'anima umile è molto amata da Gesù.
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La superbia porta con sé una serie di vizi, che impediscono il progresso nella via del bene.
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Il superbo è invidioso, perché non può sopportare che gli altri siano migliori di lui.
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Ricordiamo l'esempio di Caino, che uccise Abele perché pensava che dopo il Signore avrebbe guardato soltanto lui. E invece, morto Abele, fu perseguitato dai rimorsi e la sua vita fu senza pace.
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Un altro peccato che deriva dalla superbia è l'ira. Il superbo, per un piccolo dispiacere, per una parola di correzione, si agita, si irrita, diventa triste e di conseguenza manca alla carità.
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Ognuno di noi porta con sé il germe di questo difetto; abbiamo però la possibilità di dominarlo con la lotta continua, con la fiducia in Gesù buon Pastore.
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Se vogliamo crescere nella via della santità, dobbiamo sempre combattere contro i difetti senza stancarci, fino alla fine della nostra vita. In questo nostro lavoro, alle volte duro e faticoso, Dio è con noi, se siamo docili alle sue ispirazioni: è Lui che fa la parte principale.
settembre 1941
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