Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La vita è una preparazione7

Siamo nel mese di san Giuseppe. Onoriamo san Giuseppe come padre putativo di Gesù, sposo della Vergine e in particolare protettore degli agonizzanti.
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Una buona morte è la grazia più grande da chiedere e da desiderare. San Giuseppe ce la concederà se noi avremo fiducia nella sua protezione.
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Quali sono le disposizioni che ci assicurano la buona morte? Saremo meglio disposti a passare da questo mondo all'altro se ci troveremo sempre nel fervore e nella grazia di Dio. Chi anche nei casi più difficili della vita si è sottomesso e ha fatto la volontà di Dio, accetterà con serenità la morte. Ma chi in vita volle sempre far trionfare la sua volontà difficilmente troverà la rassegnazione nella morte.
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Siete anche voi di quelle persone alle quali bisogna sempre dire «sia fatta la tua volontà»?
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Se in punto di morte non vi si può parlar chiaro, non vi fate dei meriti! Chi vive nella disposizione continua di compiere la divina volontà troverà grazia anche nel momento della morte. La morte è lo specchio della vita.
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Abituiamoci a dire sempre di sì al Signore, come la Madonna, come Gesù, come san Giuseppe.
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Volete morire con molto merito? Abbiate la devozione del «sì», la virtù di dire sempre «sì» col cuore.
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Abbiate inoltre una grande devozione per l'eucarestia. Ogni giorno riceviamo il Signore nella comunione; il nostro incontro è un incontro di amore. Alla fine dei nostri giorni sarà per noi motivo di grande consolazione poter dire a Gesù: «ti ho sempre amato». Egli allora ci dirà: «ed io son venuto a prenderti per accompagnarti nel viaggio all'eternità».
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L'anima eucaristica vive intimamente unita a Gesù sulla terra, nell'attesa di goderLo per sempre in paradiso.
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Ma pensate un po' ad un'anima fredda, indifferente alla messa, alla comunione che non sentì mai la gioia dell'incontro quotidiano con Gesù; come potrà essere il suo ultimo incontro?
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E' necessario perciò che voi portiate molti bambini alla comunione, che assistiate i moribondi perché compiano bene l'ultimo passo che li unisce a Gesù.
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Nell'esercizio di questo vostro apostolato avrete consolazioni speciali che altri non provano.
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Ricordiamo sempre che accetterà bene la morte chi in vita avrà saputo dire il suo sì al Signore, chi avrà fatto con frequenza e fervore la comunione, chi avrà consacrato l'anima e il corpo al Signore servendolo nell'innocenza.
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In questa maniera la morte sarà per ognuna di voi un gioioso passaggio alla vera vita.

Ritiro Marzo 1942

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7 Ritiro - marzo 1942