Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La festa del Corpus Domini11

Oggi è la vigilia del Corpus Domini, la festa dell'eucarestia, la festa del tabernacolo, dove Gesù è veramente l'Emmanuele, ossia il Dio con noi. Domani sarà la festa del Maestro Divino.
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Egli che ci guida, ci regge e governa, ci consola ed assiste, rimane sempre vicino a noi, con noi e per noi nel tabernacolo.
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Giunta l'ultima cena della sua vita, Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine, fino a dare la prova massima ed ultima dell'amore. Dopo aver celebrato la cena legale, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi apostoli dicendo: «prendete e mangiate questo è il mio corpo». Similmente fece con il calice, lo benedisse e porgendolo agli apostoli disse: «prendete e bevetene tutti, questo è il calice del Nuovo Testamento».
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Con queste parole della consacrazione, Gesù si obbligò a rimanere vivo e reale in mezzo a noi fino alla fine dei tempi.
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Mentre vi parlo, Gesù è qui che vede, che sente, ed è lo stesso Gesù del presepio, di Nazaret del Tabor, del Calvario. Ravviviamo la nostra fede. Egli è qui!
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Nella vigilia di una festa così grande, io vi chiedo un grande sacrificio: date a Gesù la vostra volontà. Vorrei che questa sera voi intendeste il voto di obbedienza, cominciaste ad aver fede nell'obbedienza, in modo da trasformare la vita in un continuo sacrificio a Gesù.
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Vorrei vedervi imitare nella vostra obbedienza Gesù eucaristico. Egli non fa difficoltà ad obbedire ad un uomo perché è suo ministro. Gesù scende dal cielo e non ragiona, non guarda se il luogo è più o meno bello, se i cuori e le mani che lo attendono sono più o meno puri: Egli obbedisce. Gesù è contento e si dona con infinito amore: «oboediente Deo voci homines...».
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Vedete dove vi vorrei! Ad essere obbedienti come Gesù. Se mi chiedeste: qual è la massima penitenza delle Pastorelle? Io vi rispondo: l'obbedienza. Quale la più bella devozione? Quella della volontà di Dio.
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Buona è la povertà, migliore la castità, ottima l'obbedienza. Fino a che c'è chi ragiona, chi giudica naturalmente i comandi, chi detta sentenze, non c'è vera vita religiosa.
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Gesù nel tabernacolo è qui per insegnarvi ad obbedire.
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L'obbedienza è esercizio di fede. Credere che Dio ha diritto di comandarci e di farsi rappresentare da chi guida. Finché non si pensa così non si dica che si è delle vere suore.
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Solo nell'obbedienza sta la santità. Non è molto facile trovare delle religiose obbedienti, come non e facile trovare delle vere sante.
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Non posso insegnarvi altra strada fuori dell'obbedienza, perché Gesù stesso ha stabilito e fatto questa strada; a Nazaret durante i trent'anni di vita privata, durante i tre anni di vita pubblica, Gesù obbedì al Padre e ai suoi rappresentanti fino al Calvario.
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Fate dell'obbedienza la vostra gioia, il conforto della vita, il vostro vanto, la vostra vera gloria!
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Obbedire con le opere, con il cuore, uniformando il giudizio.
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Dovete essere un cuor solo ed un'anima sola. E tutto volentieri, non per forza, non adattandosi a malincuore. Abbiate un cuore festante e gaudioso per ciò che è comandato. Quelle religiose che obbediscono con le opere, la mente ed il cuore, sono sante.
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La vita di obbedienza è la vera vita di Gesù. Saremo tanto efficaci nel nostro apostolato, quanto più saremo uniformate alla volontà di Dio, manifesta attraverso quella dei Superiori.

giugno 1942

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11 Giugno 1942