Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Santificazione della volontà23
Gli Istituti seguono le varie vicende di un bambino, che nasce, cresce sotto le cure della mamma, diventa fanciullo e incomincia a muoversi: scuola, parrocchia... poi diventa giovane, adulto e incomincia la sua missione.
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Perciò l'istituto è nato bambino ed è andato crescendo; è sempre nella sua fanciullezza, ha bisogno delle cure, finché si arrivi all'approvazione pontificia, allora opera indipendentemente. Certe cose non si possono da tutte spiegare e capire, ma si capiranno. Ogni anno che si fanno gli esercizi in casa madre si vedono dei rinnovamenti; e allora prendere ciò che c'è di nuovo e tutta quella formazione che non è differente da prima ma ha subìto dei miglioramenti. Certo che si progredisce! Appositamente si vengono a fare gli esercizi in casa madre per prendere il meglio. Questo miglioramento calmo ma annuale è segno che Dio è nell'istituto, che è lui che opera. Seguire tutte le fasi della vita del buon Pastore, del Sacerdote Eterno, dell'Ostia-Vittima; espandersi nelle varie parti e portare la dottrina, l'amore, la grazia di Gesù buon Pastore. Progredire! Quando sarete perfettamente formate avrete raggiunto il pieno sviluppo della personalità dell'istituto. Prendere attentamente e ricordare Gesù che dopo aver fatto nel tempio il maestro, dice di lui il Vangelo: «Era soggetto ad essi» e in quella sottomissione si formò il buon Pastore, e il Padre Celeste l'approvò, quando Gesù ricevette il battesimo. Vi è chi non comprende lo sviluppo dell'istituto e allora vengono delle pene, dei dispiaceri, deviazioni di spirito e di formazione.
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Docilissime nel lasciarvi formare e condurre fino all'approvazione pontificia. Non stupire se delle volte vengono miglioramenti che non capite; perché tanto studio? Perché l'istituto deve arrivare alla formazione piena.
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Il Signore è buono e vi vuol bene e sta operando in voi sempre nella maniera sua: fortiter et suaviter. Lasciatelo operare in voi, non soltanto come persone ma come istituto.
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La santificazione della volontà, in fondo consiste in questo: il volere di Dio, il seguire Gesù Cristo. Il volere di Dio compiuto sull'esempio di Gesù: «Io faccio sempre ciò che piace al Padre Celeste». E noi capiamo quel che piace al Padre Celeste considerando Gesù: i suoi esempi nella vita privata, pubblica, dolorosa, gloriosa, eucaristica. Il Signore, che guida le anime, prima di dar luci straordinarie vuole che passino per queste strade. Intendo parlare in modo sufficientemente chiaro e tuttavia non troppo spiegato affinché ognuna possa applicare a sé queste cose. Esempio di Gesù: Dio è bontà, il buon Pastore è stato bontà: il Padre Celeste ha voluto dare al mondo il suo Figlio perché imparassimo a vivere come figli suoi.
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In primo luogo riconoscere il Padre Celeste: «Io sono il Signore Dio tuo». E' lui il Padrone, è il nostro Dio. Quindi si capisce che ha potere di darci le sue leggi.
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I. Osservanza dei Comandamenti:
1) Devozioni illuminate, non malintese. E' il comune che piace a Dio. Vita comune nella pietà, nell'apostolato, negli orari, nelle abitudini, in quella osservanza delle costituzioni in cui si riassume la vita comune. Questo anzitutto; vigilate per questa uniformità che è nel volere di Dio, e sta nel sacrificare cose nostre, individuali, anche nella pietà.
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2) Osservare i voti. Anzitutto considerare i voti religiosi come i vostri voti; ben osservati, senza scrupoli ma con rettitudine di coscienza. Nella vostra sincerità, con quel cuore che si apre verso Dio con spontaneità per ricevere la rugiada celeste. Inoltre voi avete anche la promessa di seguire il Pastore della Chiesa.
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3) Santificare e far santificare la festa. Sentir due messe, far meglio la comunione, fare i catechismi, le conferenze, prendere qualche figliola anche a parte se vi sembra che abbia più grazia. Spesso si forma il gruppo dell'Azione Cattolica e si coltiva quello: ma non bisogna dimenticare quelle che sono lontane! Man mano che crescete pensare a chi sta lontano da Dio. Per noi i Comunisti e i Protestanti non sono anime da mandare in rovina ma anime care. Pregare tanto per i peccatori perché ritornino alla Chiesa.
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Ci vuole prudenza, sempre illuminate dagli indirizzi buoni che ricevete e imparate dalla esperienza. E allora non si abbia paura se ci accusano come Gesù: «Il vostro Maestro accoglie i peccatori e mangia con essi». Però prudenza perché andando nel mondo non si divenga mondane. Le pastorelle generalmente non hanno sei giorni di lavoro e uno di riposo, ma sei giorni di lavoro e uno di lavoro più intenso. Però essere ragionevoli e guardare la salute.
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4) Pietà, obbedienza a chi guida. Vi ha guidate la mamma, il papà, adesso l'autorità è sostituita. Nella vita religiosa non c'è sempre il più vecchio, il più sapiente che guida, ma c'è Dio. Pregare per l'autorità. Amare. «Chi sta coi Superiori sta con Dio» è la frase che ripeteva sempre don Federico, ed egli è stato sempre con i Superiori. Obbedienza sempre più perfetta, anche se in certi punti non si applicano sempre i voti. Gesù obbediva a Maria ed a Giuseppe, faceva sempre la volontà di Dio.
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5) Essere caritatevoli. Non nuocere al prossimo, né contro la persona, né contro la stima. Desiderare il bene, fare il bene. Il vostro apostolato pastorale è tutto un ministero di carità, specialmente alle anime.
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6) Ordina la purezza della mente, del cuore dei sensi tutti. Quelle prudenze che sono necessarie per evitare le occasioni, letture, persone che si frequentano, spettacoli.
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7) E' perfezionato col voto di povertà. Vivere secondo le costituzioni e guardarsi dalle perdite di tempo e dall'amministrazione libera. D'altra parte in quello che è necessario per la comunità e per le singole suore, essere sempre materne. Non essere pretenziose; vi sono persone che pensano solo a se stesse. Voi avete verso le anime una missione simile a quella delle mamme; essere madri, madri forti e buone.
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8) La schiettezza, la sincerità in tutte le cose. Aperte! Non nasconder niente, non dire bugie. Schiette col confessore, con le madri.
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9-10) Ordinano di essere santi nell'interno, specialmente nei desideri. Vedere che il cuore sia retto, come il Cuore Immacolato di Maria che era santissimo, purissimo, forte.
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II Consigli Evangelici
Oltre ai tre voti specialmente l'abbondanza della carità. Qui sarebbe da spiegare tutto il discorso della montagna, dove Gesù indica la via della perfezione. «Se stai per offrire il tuo dono all'Altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, va' prima a riconciliarti col fratello e poi ritorna e fa' la tua offerta». «Se uno ti percuote la guancia destra porgigli anche la sinistra», larghezza nel perdonare.
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Volontà di Dio in generale. Non entra esplicitamente nei comandamenti ma è una volontà chiara: ogni cosa che accade è permessa dal Signore che ci vuol bene e ci vuol sante. Non lagnanze, perché finiscono per essere lagnanze contro Dio. Il mondo ha sempre inconvenienti e sacrifici.
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Come apostole voi avete principalmente apostolato di buon esempio, di preghiera per tutti, di sofferenza, della parola, dell'insegnamento, d'assistenza alle giovani, ai bambini, preparare ai sacramenti, catechismi, aiutare i malati. Avete un apostolato completo. Tutto questo entra nel volere di Dio
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In questo terzo punto della volontà di Dio c'è tutta l'ascetica.
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Voi avete la vostra ascetica particolarmente quella insegnata in noviziato e quella che vi spiega il Primo Maestro, che ha l'obbligo di spiegarvela, di trasmettervi la volontà di Dio: e guai a me se non lo facessi, non starei bene in coscienza. sarei responsabile di tutto il vostro andamento.
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San Paolo diceva: «Io vi ho generato... avete un solo padre...».
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Quando trovate qualcosa secondo il vostro spirito nutrirvene per istruzione e poi dare tutto nelle conferenze. Tuttavia anche qui predomini il vostro spirito.
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Il vostro spirito è il migliore, se vi fosse altro di meglio ve lo avrei suggerito.
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Le giovani subito apprendano bene ciò che viene dato. Tengano come un tesoro le spiegazioni, le abitudini, gli insegnamenti, e man mano che vanno avanti allargare, approfondire, maturare.
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Non siete le figlie di nessuno, siete le figlie di un Padre, il quale deve compiere verso di voi quello che vuole il Signore.
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Tenete il vostro spirito. Non dico mica che sia stato facile darvelo, bisogna anzi che dica che ha costato tanti sacrifici e tante pene, ma voi siete state docili, e credo vi sia stato dato sempre quello vero. Se l'istituto dovesse rinascere vi darei ancora questo spirito e se fossi in punto di morte vi confermerei ancora questo.
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Vi è poi la mistica: non solo la meditazione discorsiva, ma la meditazione illuminata: una frase alle volte basta per quattro o cinque meditazioni. Negli Esercizi bisogna fare propositi ben maturati.
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A poco a poco vi formate uno spirito forte. Voi farete un bene immenso se avrete lo stesso spirito. Spirito che porterà gran pace nell'istituto e renderà efficace l'apostolato.
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Gli Esercizi che propone san Ignazio vengono tuttora predicati dai Gesuiti: sono sempre e solo quelli anche dopo quattrocento anni. Non sono dei migliori ma vengono ugualmente predicati perché si abbia nel loro Ordine un solo spirito.
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Il Signore vi confermi nell'unità dello spirito. E prego per questo sempre «Ut unum sint» come quattro volte ripeté il Maestro Divino nella sua ultima preghiera, prima di iniziare la sua passione.

26 agosto 1956

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23 26 agosto 1956.