Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La famiglia religiosa17
Nelle preghiere per le vocazioni sempre dobbiamo invocare la santa Famiglia perché la prima famiglia religiosa è stata la Famiglia di Nazaret ed è il modello di ogni altra.
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Le famiglie religiose devono avere tre elementi:
1) Il personale che le compone
2) Il fine
3) L'autorità che coordina le persone al fine.
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Il numero delle persone può essere grande e può essere piccolo. Quando vi erano Adamo ed Eva vi era una società coniugale composta da due, le altre società coniugali si modellano su questa. Le società religiose si modellano sulla Famiglia di Nazaret. Tre persone sante: Gesù, Maria e san Giuseppe. Quale santità in quelle tre persone. Il Figlio di Dio possedeva ogni virtù; il Padre Celeste disse: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto» e aggiunse «ascoltatelo» cioè voleva dire, udite e fate. L'altro elemento di questa famiglia religiosa era Maria santissima perché concepita senza peccato, perché costantemente progrediva nella santità. Fu ripiena di grazia più di ogni altra creatura. La terza persona era san Giuseppe. San Bernardino dice: «Siccome era chiamato il Padre Putativo, quindi custodiva la Vergine. Salvò Gesù dalla strage degli innocenti, compì tutti gli uffici del capo famiglia, la Sacra Scrittura lo chiama uomo giusto».
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La prima famiglia religiosa è composta di persone sante, così dovrebbe essere ogni famiglia religiosa. Non si dovrebbe neppure parlare di peccato. Il nemico della religiosa è l'amor proprio, anche solo alle volte dispensarci da certe cose può portare l'effetto triste di perdere il fervore. Se avete da trattare con i sacerdoti siate sempre in due, mai sole, e se avete da trattare cose spirituali andate al confessionale e svelte.
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Attente a scegliere le giovani e a indirizzare i giovani al sacerdozio. Scegliere bene prima e quando sono entrati in Religione non aprire nemmeno la porta al peccato.
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Il secondo elemento di una società, è l'autorità. Il Signore vuole essere presentato sulla terra dalle creature, così Gesù Cristo prima di salire al Cielo stabilì Pietro suo Vicario. Chi è suddito ha il dovere di collaborare con chi è a capo. Accenno tre brevi punti: 1) Chi rappresenta l'autorità deve avere più pietà, 2) spirito materno, 3) curarsi dello spirito delle suore. L'affanno di far molto potrebbe render arido un po' il cuore, suscitare la distrazione. Fare molto, ma dopo aver fatto molto internamente. Si dice che la Famiglia Paolina ha un certo dinamismo esteriore, ma prima ci sia quello interiore altrimenti non salviamo né noi stessi né gli altri. «Attende tibi». Sempre l'esame se si abbonda in pietà. Chi guida deve avere abbondanti grazie anche per gli altri. Per me stesso temo sempre di non aver ottenuto qualche grazia ad altri, per non aver pregato abbastanza.
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Maternità, cuore buono, vedere la salute, vedere se ci sono pericoli per l'anima, vedere le fatiche, gli orari. Spingere chi è un po' pigro, saper moderare chi troppo si affaticasse. Questo è sorgente di molti meriti. Nel ritiro mensile sentirle, e se hanno dei bisogni, essere sempre pronte. Ma è difficile, mi annoio, ma sono queste le penitenze da farsi. Fare bene il proprio ufficio, osservare le costituzioni. Le forze sono da conservarsi, prendere il cibo, ma astenersi da ciò che non fa bene, dire, guardare, sentire, incanalare le forze per il servizio di Dio.
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Cura dell'anima, particolarmente se sono molto giovani. Quando è finito il noviziato e le Suorine vengono mandate in apostolato, averne molta cura. Passare dal noviziato all'apostolato implica quasi sempre dei pericoli, quindi aiutare con conferenze, col dare gli avvisi non tanto però sgridando, ma esortando.
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Fare le meditazioni. Non ispirare timore, ma fiducia, assistere senza creare diffidenza. Non ascoltare tanto chi viene a raccontare il male. Deve regnare la fiducia e l'amore, amore bene inteso. Sostenerle quando sono scoraggiate, se non sei riuscita la prima volta riuscirai la seconda. Avanti! Farai in un'altra maniera. Così si continua l'opera incominciata in casa madre, non solo riguardo alla santità ma anche riguardo all'apostolato. In primo luogo sempre dare l'esempio, le parole devono venire dopo. Gesù fece e poi insegnò. Gli Apostoli erano pronti a fare ciò che Gesù comandava loro perché avevano visto fare Lui. I comandi più accettati sono quelli dati con le opere. Non c'è dubbio che quando vedono che la madre prega, anche le suore pregano, se vedono l'osservanza religiosa ben praticata, a poco a poco si uniformano. Le costituzioni sono stampate sulla carta, ma san Paolo dice: essi erano il libro, chi guida è come un libro. Oh! sì. Il primo modo di esercitare l'autorità, è l'esempio e dire come disse Gesù: «Chi vuol venire dietro di me...».
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Ci vuole un esempio speciale, non è come l'esempio che si deve dare tra sorelle, per la Superiora è da considerarsi come obbligo. Fare l'esame anche su questo punto. Ci vuole poco a fare entrare la rilassatezza; che l'acqua vada giù è facile, ma farla risalire è difficile. Vi sono alle volte nelle case tanti bambini e una suora sola che lava tutti i piatti, perché non dare una mano? Aumenta il fervore in chi lo deve fare. L'ultima che deve avere riguardo per sé è la madre, immaginiamo come faceva la nostra mamma. La prima legge e il primo modo di comandare è il fare, il precedere. Siamo così facili a dispensarci. Per mettere il fervore in una casa basta una madre che comprenda e preceda.
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Qual è il fine che aveva la famiglia di Nazaret? La santità e la Redenzione del mondo. Maria esercitò l'apostolato dando Gesù al mondo e Gesù dando la sua vita. In una Comunità come la vostra vi sono due fini: la santificazione dei membri e la salvezza delle anime. San Giuseppe cooperò nel suo modo, Maria nel suo modo. S. Giuseppe come capo di famiglia, Maria col divenire madre di Dio, lo nutrì, lo accompagnò fino al calvario. Chi guida deve unire le forze perché ognuna si santifichi, perché sia fedele alle costituzioni specialmente nei capitoli: povertà, castità, ubbidienza, umiltà e carità. Cooperare perché lo spirito sia buono. Buon esempio tra sorelle, cooperare anche nelle cose materiali. Non tanto dire, ma fare noi.
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La Casa centrale vive sulle altre case pur industriandosi essa medesima. Cooperazione fatta per amore. Sopra questo, quanto insisteva san Paolo, aveva lavorato non solo per sé, ma anche per gli altri. Cooperazione anche nelle cose minute, sono queste cose che ci fanno fare i meriti. Gesù tra voi vuole delle sante, il non avere sante nella fondazione sarebbe come costruire la casa sul fango.
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Fare bene le cose quando si è vedute e quando non si è vedute, tanto ci vede sempre il Signore. Siate liete, semplici e svelte, se bastano due parole, non ditene quattro.

4 agosto 1956

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17 4 agosto 1956.