Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Far conoscere la vocazione15
Siamo in un tempo in cui vengono raccomandate ai sacerdoti, ai cattolici, ai Cristiani, alle suore, tante opere, ma per fare le opere ci vogliono le persone; quindi mentre si dice fate questo e fate quello, bisogna che vi siano i membri. Ma non basta il numero, si richiede soprattutto la qualità, non si richiede da tutte la dote, ma le doti sì, non cerchiamo i denari ma le anime.
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Una riflessione: La Chiesa oggi si trova in grandi lotte; lotte da quelli che sono senza Dio, lotte che vengono dai Protestanti che hanno tanti denari per la loro propaganda, lotte che vengono dai partiti, lotte per tutte le religioni che vi sono in Oriente. La Chiesa ha bisogno non solo nelle terre di Missione, ma anche nei nostri paesi vi sono delle parrocchie senza parroco. Se voi leggete tutte le lettere che arrivano, nelle quali si chiedono le suore per la parrocchia, sono tante e certe volte sono così toccanti che costa di più dir di no a chi deve dirlo che a chi deve ricevere una risposta negativa.
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Il problema maggiore è quello delle vocazioni, e chi si dedicasse a questa opera soccorrerebbe al bisogno maggiore. Siccome il Papa ne vede la grande necessità, ha stabilito due opere pontificie per le vocazioni: una per il clero secolare e l'altra per le vocazioni religiose maschili e femminili. Che scopo hanno queste due opere e come sono destinate ad operare? Hanno vari fini:
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1) Illuminare le popolazioni, far sentire quanto sia bello e quante grazie attira su una casa una vocazione. Quante benedizioni, un giorno uniranno in Cielo tutta la famiglia. Far capire quanto sia prezioso, e far capire come devono tenere bene i bambini e le bambine, se non sono tenute bene le vocazioni si perdono. Quando entra il vizio nelle famiglie, com'è poi difficile che si sviluppi la vocazione. Vi sono paesi in cui i genitori si sentono infelici se il Signore non chiama i loro figli alla vita religiosa. Istruire anche da piccoli, quando non è entrato ancora il peccato capiscono meglio, sono fiori appena sbocciati, come un calice aperto. Pregare, non lo so perché non si faccia mai il catechismo su questo argomento, pregare anche i parroci di parlare delle vocazioni. Ricordo di un paese dove fui chiamato per sostituire il parroco; non avendo un argomento già preparato parlai delle vocazioni religiose. Dicevano le madri quando venivano a salutarmi: nessuno ci ha mai illuminate così; le nostre figliole sono così contente. Non ha fatto così anche il Divino Maestro?
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Prima illuminare: ci vogliono pellicole, libri, periodici. Far conoscere, perché se non conosce, la gioventù seguirà la via comune, perché non sa a chi rivolgersi, a chi scrivere. Certamente sono più le vocazioni che si perdono che quelle che corrispondono. Dedicarsi a questa opera: operare per raccogliere le vocazioni, naturalmente il parroco e le suore che stanno nella Parrocchia le conoscono bene. Per questo scopo vi sono degli Istituti che hanno persone incaricate le quali hanno grazie d'ufficio, a poco a poco acquistano una certa esperienza e sanno distinguere facilmente chi ha vocazione. Se le pastorelle sono nelle parrocchie chi più di loro conoscerà le vocazioni? Le hanno seguite nell'asilo, nel doposcuola, nel fare il catechismo e nel laboratorio. La suora saprà distinguere con una certa sicurezza perché vi sono giovanette che si manifestano presto e poi se vengono da famiglie buone c'è più garanzia. Riflettiamo su questo punto che è uno dei grandi doveri nelle Parrocchie: seguire con occhio materno le bambine e i bambini. Nella Parrocchia suscitare delle iniziative come sarebbero le giornate vocazionarie cioè un giorno o tre dedicati alla ricerca delle vocazioni. Dove si fanno, danno grandi frutti. Non potreste pensare se nella vostra Parrocchia si possa fare almeno una giornata? Ci vuol molto a far entrare le belle idee, ma Dio lo vuole, non è un'utopia, è realtà. Quale carità più squisita si può avere da un'anima che ama tanto Dio e le anime?

3 agosto 1956

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15 3 agosto 1956.