Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La santificazione12
Ogni giorno, la Chiesa ci presenta da onorare un santo. I santi sono da onorare per le loro virtù, da imitare nelle cose che sono conformi al nostro stato, da pregare perché ci siano larghi d'aiuto, di confidenza e di consolazione. La vita nostra sente il bisogno di conforto. Lo cercò Gesù nella Madonna, negli Apostoli nel Getzemani, ma li trovò addormentati; allora il Padre Celeste gli mandò un Angelo. Non consolazioni umane, ma quelle che servono ad incoraggiarci.
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Qual è il fine principale della vita religiosa? E' descritto nel primo articolo delle costituzioni. La vocazione è una chiamata ad una santità speciale; tutti i cristiani sono chiamati al paradiso, questa è una santità comune, mentre i religiosi sono chiamati a quella speciale. In cielo vi sono molte mansioni, le anime religiose avranno una mansione più alta. Anche nell'Azione Cattolica si fa molto bene, ma la condizione loro è inferiore rispetto a quella dei religiosi. L'istituto è per fare delle sante.
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Nella santificazione vi è la parte negativa e la parte positiva.
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Parte negativa: togliere il male cioè la superbia, l'attaccamento alla terra, togliere l'invidia, la curiosità, la gola, la pigrizia. Togliere il male che può stare nei pensieri, nei sensi interni ed esterni.
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Parte positiva: governare la fantasia, il cuore, i sensi tutti. Anche nel maggior impegno camminare sempre nell'umiltà. Ogni santo è morto con dei difetti, non scoraggiarsi per i difetti, ma combatterli sempre. In punto di morte un santo disse: - Ho avuto tanti difetti e li ho ancora, ma li ho combattuti tutti. Non pretendiamo che siano sante le sorelle, alle volte si pretende maggior santità nelle giovani mentre noi non l'abbiamo. I piccoli mancano per leggerezza e poi si pentono; quando si raggiunge una certa età, essere più esigenti con noi che con gli altri. Osservare il silenzio, gli orari, disciplinare noi stessi nell'interno, togliere certe fantasie e metterne altre buone.
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Non guardare sempre il male. Il Signore vede il cuore; e quando si è fatto quello che era moralmente possibile, si stia tranquilli, si abbia fede negli articoli del Credo: «Credo la remissione dei peccati». Il volere indagare nuovamente la nostra coscienza è una tentazione. Fare invece atti d'amor di Dio, di fede e di carità. Percorrere la via dell'amore, Gesù ci vuol bene. Il Signore vi ha chiamato per amarvi. Non è raro che si trovino delle anime che perdono il tempo a vivere nel timore, mentre Gesù aspetta l'amore. Tener presenti i difetti, ma saper dire: giacché non ho meriti Gesù mi prendo i tuoi, quelli che ti sei fatti nella Casetta di Nazaret, nella vita pubblica, nella Crocifissione. Quindi l'umiltà e la fiducia sempre assieme. Se Gesù ha questa mira, accontentiamolo: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò». Nella congregazione vi siano anime più amanti che timorose. Questo amore non ci fa perdere il timore di Dio, ma è un timore filiale che nasce dall'amore. Non si teme il peccato per i castighi, ma perché offende Dio. Quando si ama veramente una sorella si sta attente a non far nulla che possa disgustarla: «L'amore caccia il timore».
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Intanto i difetti ci sono. Vi sono delle persone che si affannano a voler enumerarli tutti, ma per far questo non ci basterebbe un quaderno, basti dire i principali. La santità sta nell'amar Dio con tutta la mente, con tutto il cuore e con tutte le forze e il prossimo come noi medesimi.
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Curare quindi la parte positiva ed invece di esaminarsi troppo a lungo fare atti di amore. L'esame ci sia, ma dopo, il pentimento, atti di amore.

2 agosto 1956

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La santificazione13
Consideriamo la parte positiva della santificazione, non solo non fare il male, ma fare il bene. Invece della superbia l'umiltà, invece della golosità la temperanza, invece della curiosità il raccoglimento. Chi era fredda divenga fervorosa, chi poco si curava dei suoi doveri, divenga puntuale. Invece che pensare ai piaceri del mondo, pensare al paradiso, invece che rappresentarci cose vane, rappresentarci la passione di Gesù, la vita della Madonna. Essere tanto delicate, tenere l'anima bianca e senza strappi. Vi sono anime che sono anche buone, ma hanno molti strappi, non temono di piantare spine a Gesù, sono ancora in grazia, ma hanno tante macchiette. Quando un abito è tutto macchiato non è presentabile, così l'anima macchiata non può presentarsi davanti agli Angeli. La santità sta nei due Comandamenti della carità. Ma non consiste nell'obbedienza? Essere obbedienti è la dimostrazione che siamo uniti a Dio con la volontà. Amare Dio prima di tutto con la mente, questa utilizzazione della mente è la prima cosa. Il pensare bene, pensare alle cose che piacciono a Dio e che riguardano i nostri doveri. Se l'anima è unita a Dio con la mente, facilmente è unita anche con il cuore. Usare bene della ragione, specialmente chi Studia. Per studio però non si intende soltanto quello di chi va a scuola, ci vuole studio in ogni nostro dovere. Questa applicazione è meritoria come è meritorio il raccoglimento nella preghiera. Oh! Com'è facile dire: «Ti amo mio Dio con tutto il cuore», trascurando di amarlo con tutta la mente. Quando noi avremo impresso nella mente tutto il Vangelo, abbiamo fatto un bel passo. Pensare come visse Gesù nel Presepio, Bambinetto avvolto in miseri panni, nato in una grotta che non era sua. La sua vita fu una vita di un povero, fu sepolto in un sepolcro non suo.
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Piano piano arrivare a pensare come Gesù. Non si può pensare di santificare la persona se non si santifica la mente. Istruire la mente: studiare il catechismo e altri libri di cultura religiosa. Esaminarci sempre sui pensieri; si può mancare coi pensieri contro la fede, la carità. Le cose che non si possono fare non si possono nemmeno pensare. Pensare bene di tutti. Amare Gesù con tutto il cuore, il che significa pregare bene. Bene le adorazioni, le visite, i Sacramenti le pratiche di pietà quotidiane, settimanali, mensili e annuali. Desiderare il paradiso. Un cuore che ama sinceramente Dio, il Cuore di Gesù buon Pastore, non importa se qualche volta vi è aridità, quando non è volontaria non è peccato, anzi è fonte di merito. Togliere gli affetti che ci fanno deviare a destra e a sinistra. La religiosa si distingue proprio in questo, che dirige tutti i suoi affetti a Gesù. Volere ciò che vuole Gesù. Gesù ti vuol sano; ama la salute; Gesù ti vuol malato, ama la malattia. Stabilirsi nella volontà di Dio. «Niente chiedere e niente rifiutare». E' vero che le costituzioni dicono che si possono esporre le difficoltà, ma ci sia sempre l'abbandono al volere di Dio. Nella vita di Pio X si legge che ubbidiva al cuoco. Certi santi che vivevano assieme si mettevano d'accordo per ubbidire l'uno all'altro. L'orgoglio si risentirà e qualche volta l'amor proprio si rivelerà, ma in tutto cercare il volere di Dio.
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Esame: siamo totalmente di Dio? tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze?

2 agosto 1956

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12 2 agosto 1956.

13 2 agosto 1956.