Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XII
APOSTOLATO DELL'AZIONE: LA CORREDENTRICE

«Date lode al Signore Dio nostro
che non ha abbandonato quei che speravano
in lui; ma per mezzo di me
sua serva ha adempiuto la sua misericordia
da lui promessa alla casa d'Israele
ed ha ucciso stanotte per mia mano
il nemico del popolo suo» (Gd. 13, 17-18)


LA CORREDENTRICE


La Messa è il sacrificio della Croce portato sugli altari nostri. Ogni mattina andiamo al Calvario per contemplarvi il Crocifisso e l'Addolorata, per partecipare ai frutti della Redenzione. La Messa è il grande apostolato dei cuori amanti, poiché dà a Dio onore e grazie: ottiene agli uomini misericordia e grazia.
Non siamo in essa semplici spettatori, ma attori. In essa con Maria sacrifichiamo ed immoliamo Gesù, in quanto ci appartiene.
Consideriamo Maria Corredentrice e Riparatrice nostra.
Maria somministrò al Redentore la materia della carne e del sangue con cui sarebbe stata preparata l'ostia per la salvezza nostra. Di più: custodì, nutrì e a suo tempo offrì Gesù, con vero suo consenso, sull'altare della croce.
Come nel Getsemani Gesù accettò di immolarsi,
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così Maria diede il consenso all'immolazione e, per quanto stava da lei, immolò il Figlio suo. Consenso in modo diverso, ma simile a quello dato per l'incarnazione.
Mai durante la vita venne a rompersi l'unione di volontà o di intenzioni e di dolori tra Madre e Figlio; e tanto meno fu rotta sul Calvario: quando Gesù era crocifisso e Maria stava ai piedi della Croce. Per questa unione di dolori, di volontà e di intenzioni tra Maria e Gesù Cristo, Maria divenne Riparatrice e Corredentrice nostra e Dispensatrice dei frutti della croce. Il Redentore è Gesù Cristo solo. Maria concorse alla redenzione e vi cooperò per mezzo di Gesù Cristo e con Gesù Cristo. Gesù Mediatore principale per ufficio; Maria Redentrice secondaria e associata per divina disposizione alla grande opera.
Maria non è fonte della grazia: lo è soltanto Dio. Ma la Vergine, unita a Gesù Cristo, ci meritò la grazia per congruità; Gesù Cristo per condegnità.
La SS. Vergine fu associata a Gesù Cristo nella redenzione dell'umanità. In generale si può dire che Maria ci redense nel modo con cui ci redense Gesù Cristo. Questi per mezzo della Sua passione; Maria per mezzo della sua compassione, cioè delle sofferenze unite alla sofferenza di Gesù.
Da una parte Gesù e Maria soffrirono un complesso di dolori; dall'altra lo fecero per obbedienza al Padre e per motivo di carità verso le anime. La compassione di Maria non si riduce all'ultimo atto o epilogo della sofferenza, sul Calvario, ma cominciò il giorno dell'Annunciazione,
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quando acconsentì a divenire Madre del Redentore. Non era una maternità comune che accettava, ma la maternità di Colui che si faceva uomo per morire in redenzione dell'uomo peccatore. La compassione non è un semplice affetto commiserativo come si verificò in S. Giovanni e nelle Pie Donne che stavano presso la croce con Maria. Essa non è neppure un semplice e personale dolore comune, sebbene in diverso grado, a S. Giovanni e alle Pie Donne. Compassione di Maria indica invece quel complesso di pene che nella passione di Gesù Cristo e con Lui, sopportò per la redenzione e salvezza degli uomini come Cooperatrice nella grande opera. Questa compassione è cosa tutta personale e propria di Maria.

I PAPI


Parlano i Papi. Pio IX dice che Maria insieme al Figlio suo e per mezzo del Figlio suo vinse il demonio.
Leone XIII afferma che nei misteri del Rosario risplendono i meriti di Maria per la nostra redenzione: meditiamo i singolari meriti con cui Ella col Figlio suo partecipò alla salvezza del genere umano. Ella non fu solo presente, ma partecipò, attivamente; così che è realmente Corredentrice.
Pio X insegna che: «Maria meritò di essere la Riparatrice o Corredentrice dell'umanità decaduta, perché ebbe una ininterrotta partecipazione alle fatiche e pene del Figlio; avendola Gesù associata alla Sua grande missione redentrice».
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Benedetto XV scrive: «Maria, per quanto a lei spettava, così immolò il suo Figlio per soddisfare i debiti dell'uomo alla divina giustizia, da potersi asserire che Ella, col Figlio, redense il mondo». E per conseguenza (di aver con Cristo, redento il mondo), le grazie venuteci dalla Redenzione sono amministrate e distribuite, per modo di dire, dalle mani di Maria addolorata.
Pio XI: «La Vergine addolorata partecipò e concorse all'opera di Gesù Redentore; e così per un'ineffabile unione con Cristo, e per Sua singolare grazia, è detta ed è realmente la Riparatrice; e le grazie che a noi provengono sono frutto della passione di Cristo ed insieme della compassione di Maria».
Nessuno potrà meravigliarsi di tali insegnamenti degli ultimi Pontefici se pensa che tale era stato l'annunzio di Dio ad Adamo ed Eva colpevoli: «Io stabilirò un'inimicizia tra te (demonio) e la donna; tra il tuo seme ed il seme di Lei; ella ti schiaccerà la testa» (Gen. 3, 15).
La Redenzione sarà dunque una rivincita contro il demonio; e la rivincita avverrà per la Donna e per il Figlio suo.
I Santi Padri vedono in questo passo del Genesi, preannunziati il Redentore e la Sua SS. Madre; anzi vi trovano dichiarata la stessa inimicizia o lotta di Cristo e di Maria contro il demonio. Vedono come il demonio fu vinto per lo schiacciamento della testa, e come questo avvenne per opera comune di Gesù e di Maria che operano insieme, secondo la mirabile Provvidenza di Dio.
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MADRE E FIGLIO


Perciò dice S. Alfonso: «Come l'Eterno Padre non volle che il Suo Verbo divino divenisse Figlio di Maria prima che ella l'accettasse col suo espresso consenso, così non volle che Gesù sacrificasse la Sua vita per la salute degli uomini, senza che vi concorresse ancora il consenso di Maria; affinché insieme col sacrificio della vita del Figlio fosse anche sacrificato il cuore della Madre... Quindi Maria, per il grande merito che acquistò in questo immenso sacrificio che ella offrì a Dio per la salute del mondo, giustamente venne chiamata da S. Agostino la Riparatrice del genere umano... Dio dispose che Maria cooperasse alla nostra salute e così divenisse Madre delle nostre anime».
Sul Calvario si debbono contemplare due altari: l'uno è il corpo di Gesù; l'altro il cuore di Maria. Gesù immolava la propria carne, Maria immolava la propria anima.
Sono là Gesù e Maria: stanno strappando al demonio la sua preda per restituire a noi la grazia e il diritto al Paradiso. Ciascuno è nella sua posizione; ma l'opera è comune, le intenzioni comuni, il frutto comune. Quanto si è affondata la spada nell'anima di Maria! Oh Cuori santissimi di Gesù e di Maria, uniti nella stessa passione, noi Vi amiamo, Vi ringraziamo, ci associamo alle Vostre sofferenze, fateci più contemplatori del Vostro amore e del Vostro dolore nella S. Messa! È lì il convegno delle anime apostoliche ogni mattina. Senza la S. Messa non vi è nulla; il sole è spento. Dalla Messa e con la Messa si ha tutto: calore, luce, vita. La divozione
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della Messa significa accendere il sole spirituale per il mondo.
Così Dio amò il mondo che diede il Suo Figlio.
Così il Figlio amò il mondo, che diede Se stesso.
Cosi Maria amò il mondo, che diede il Figlio suo.

LA MESSA


La Messa è la rinnovazione del sacrificio della croce. È un apostolato specialissimo la devozione delle Messe. Celebrarle, farle celebrare, assistervi, concorrervi direttamente o indirettamente. È il Calvario di Gesù e di Maria. Quanto là fu fatto, tutto qui si rinnova.
La Messa ha frutti così larghi che per mezzo di essa si opera in larghezza, altezza, lunghezza e profondità impossibili a scandagliarsi del tutto. Giova tener presenti i frutti della Messa.
Frutto generalissimo: Dà un'immensa gloria all'augusta Trinità. Dà beni a tutti gli uomini, o già beati o viventi su qualunque punto della terra, o in purgatorio per compiere l'ultima preparazione al cielo.
Frutto generale: Per chi vi è presente, per chi serve o canta la Messa; per chi aiuta il Sacerdote; per chi lo prepara con aiuti morali e materiali, per chi provvede la Chiesa, l'Altare, le suppelletili, vino, cera, ostie, ecc.
Frutto speciale: Per chi fa celebrare la Messa e per quelli cui la Messa viene applicata.
Frutto specialissimo: Riservato al Sacerdote celebrante.
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Vi sono poi i fini: La Messa è un grande Gloria in excelsis Deo; ed insieme un grande pax hominibus per chi ha buona volontà. A Dio dà gloria e ringraziamenti degni, perché presentati in Cristo, per Cristo, con Cristo.
Per gli uomini è soddisfazione e supplica sovrabbondante; in conformità ai bisogni e disposizioni loro.
Avviandoci alla Messa giova spiritualmente accompagnarsi con Maria addolorata e con Gesù portante la croce verso il Calvario.
La S. Messa è la scuola dell'apostolo, è la via dell'apostolo, è la vita dell'apostolo. Si divide infatti in tre parti: La prima è istruttiva e di grande luce per l'apostolato; si estende dal principio all'Offertorio escluso. La seconda costituisce il sacrificio ed insegna come si zela la gloria di Dio e la salute delle anime; è sacrificale: ha inizio all'Offertorio e va fino al Pater. La terza è la consumativa ed unitiva; Gesù è la vita e la forza dell'apostolo: nella Comunione si unisce all'apostolo. Va dal Pater alla Comunione.
Partecipiamo alla santa Messa meditando la passione; oppure seguendo la sacra Liturgia, o con altro metodo. Più entriamo nello spirito di Gesù Redentore e di Maria Corredentrice, più grande sarà il frutto.
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