Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VII
APOSTOLATO DELL'ESEMPIO

«Ognuno di noi procuri di piacere
al prossimo, nel bene, a edificazione,
anche Cristo non cercò di piacere
a se stesso». (Rom. 15, 2-3)


CHE SIA


Pio X scriveva: «Per restaurare tutte le cose in Cristo mediante l'apostolato dell'azione è necessaria la grazia divina; l'apostolo non la riceve se non è unito a Cristo. Soltanto quando avremo formato in noi Gesù Cristo potremo facilmente darLo alle famiglie ed alla società. Tutti coloro che partecipano all'apostolato, devono possedere una vera pietà» (Enc. 1905). Se lo spirito non è regolato da una condotta veramente santa, aggiunge il grande Papa, sarà ben difficile muovere gli altri al bene. Tutti quelli che si consacrano all'apostolato, devono essere talmente senza macchia, da riuscire davvero di buon esempio.
S. Teresa aveva scritto: «Un uomo santo, perfetto, virtuoso, fa maggior bene alle anime di molti, istruiti ed attivi, ma di minor spirito».
Maria è l'Apostola, perché tutti attrae col profumo delle sue virtù.
Gesù, l'Apostolo che manifestò agli uomini il Padre, è Via e Modello e Legge per ogni apostolo.
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Ora il S. Vangelo dice di Lui: «Coepit facere et docere»: Cominciò con le opere, poi predicò; prima praticò, poi consigliò.
Gli Apostoli sono stati paragonati da Gesù Cristo al sale ed alla luce.
L'Apostolo è sale in quanto è santo. Se non lo fosse, dovrebbe essere buttato e calpestato sulla strada.
L'Apostolo pio, virtuoso, vero sale, preserverà dalla corruzione le anime. La sua vita, il suo esempio sarà come un faro di luce che rischiarerà la strada con il suo esempio a tanti. Vera «lux mundi»43 farà risplendere l'ideale della vera felicità tracciata da Gesù Cristo nelle Beatitudini.
Quello che porta i fedeli ad una vita praticamente cristiana è appunto la virtù di chi la insegna. Più che le belle parole occorre la fiaccola del buon esempio. «Videant opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum qui in caelis est»44, disse il Divino Maestro.
S. Gregorio afferma che chi predica cose grandi deve praticare grandi virtù.
S. Paolo ai due cari discepoli Tito e Timoteo raccomanda spesso di dare buon esempio: «In omnibus teipsum praebe exemplum bonorum operum, exemplum esto fidelium in verbo, in conversatione, in caritate, in castitate»45. Egli stesso, poi invita i fedeli: «Quae vidistis in me, haec agite; imitatores mei estote, sicut et ego Christi»46.

FRUTTI


Nel libro di Fabiola del Card. Wiseman appare chiaro che il Cristianesimo si dilata più
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per l'esempio di carità, pazienza, bontà, che non per le discussioni.
L'esempio esercita un potere notevole sulla volontà: «Verba movent, exempla trahunt»47. In una Parrocchia la condotta integra di uomini di professionisti, di impiegati retti, di genitori schiettamente cristiani, desta ammirazione, rispetto; mentre il rispetto umano, l'immoralità, la vita disordinata di persone che si dicono religiose, riescono di scandalo e disonore per la Chiesa.
Per questo l'ammirabile vita di Maria SS. è una predica che si perpetua nei secoli.
I vergini sono stati guadagnati dal profumo della sua vita immacolata. E questi vergini si vanno moltiplicando sempre più: si calcola che di sole suore ve ne siano ottocentomila. Maria è Regina Virginum.
I Confessori da Maria hanno appreso lo spirito di orazione, di fede, di carità. È Regina Confessorum.
I Martiri sono stati confortati dalla visione del Calvario, dove contemplano il Crocifisso e l'Addolorata: È Regina Martyrum.
Gli Apostoli, ispirati da Maria, accesi di zelo, hanno percorso il mondo e fatto risuonare ovunque l'eco della loro parola. È Regina Apostolorum.

MARIA APOSTOLA CON L'ESEMPIO


Nella sua vita predomina: la virtù dell'umiltà: l'episodio dell'annunciazione lo manifesta. Poi la virtù della carità: l'episodio della visita a S. Elisabetta lo dimostra. Poi l'amore a Dio:
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il cantico «Magnificat» ne è una scintilla e la sua morte d'amore lo sigilla.
Vita di fede: per questo Elisabetta lo dichiarò beata: Beata quae credidisti.
Vita di obbedienza: amorosa e totale: «Ecco l'ancella del Signore; si faccia di me come tu hai detto».
Vita di lavoro; nella casetta di Nazaret fu la Donna forte, sollecita, delicatissima.
Vita di pazienza; poiché sette dolori grandi la provarono; l'ultimo, al Calvario, sorpassò ogni immaginazione.
È la: «Sancta Virgo virginum, Mater purissima, Virgo prudentissima, Virgo elemens, Virgo fidelis, Speculum justitiae, Vas insigne devotionis»... Perché Maria è: «Regina Sanctorum omnium»48. Tutti precedette in ogni virtù, praticò da sola tutte le virtù che furono divise fra i Santi. Ne conobbe e praticò altre che i Santi, anche i più insigni, non conobbero e non praticarono.
Tutto poi, in una forma umana, in una pace inalterabile, in uno spirito di profonda religiosità; in una modestia, in una amabilità singolare, in una ritiratezza ed in un'umiltà sempre costante, silenziosa, gioiosa e amorosa. Una singolarità: una certa distinzione di tratto, che proveniva unicamente dalla santità dei pensieri, dalla sodezza delle virtù, dalle altissime aspirazioni.
L'esempio è una predica che ordinariamente si fa senza farla. È una vita. S. Francesco di Sales insiste tanto perché ognuno si comporti santamente in privato, nella sua camera, nella solitudine, come se tutti lo vedessero. Egli faceva così. Per spiarlo furono praticati nella parete
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della sua camera dei buchi, e fu constatato che realmente il suo comportamento era sempre quello tenuto in chiesa, in conversazione, a mensa con altri. Non basta nemmeno l'atto esterno virtuoso per edificare le anime. Occorre che proceda da convinzione e da amore interiore.
Un giorno, nel Giudizio universale, nella gran luce di Dio, tutti vedranno interamente quanto e come avremo operato. Ogni singola parola ed azione, come ogni singolo pensiero e sentimento del cuore. Perciò S. Bernardo diceva: Sii dappertutto te stesso. L'ipocrita un giorno si scopre ed è scoperto: poiché finirà per tradirsi. Chè, se anche riuscisse a dissimulare il vero, Dio penetra i cuori, tutto Gli è noto ed un giorno sarà noto, con immensa vergogna, anche a coloro cui si è nascosto o che furono ingannati. Apparirà virtuoso chi lo è in realtà.

APOSTOLATO DI TUTTI


S. Paolo ha parole severe su chi predica e fa il contrario; su chi condanna il male nei fratelli ed opera quello stesso male contro cui insorge; contro gli ipocriti che dal prossimo esigono molto, mentre verso se stessi sono indulgenti: «Tu dunque, o uomo, chiunque tu sia, ti rendi inescusabile perché nel giudicare gli altri condanni te stesso, facendo le medesime cose che tu condanni. Or sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che fanno tali cose, è secondo verità. E tu, o uomo, che giudichi tali cose ed insieme le commetti, credi forse di sfuggire il giusto giudizio di Dio?» (Rom. 2, 1-3).
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Occorre essere quello che si vuole apparire. Perciò è assolutamente necessaria la vita interiore.
È l'attività per progredire nella fede, nella virtù, nell'amor di Dio.
La prima carità è per noi stessi. Dio vuole che amiamo il prossimo come noi stessi; non più di noi stessi. In pratica? Aver maggior cura dell'anima nostra che dell'altrui. Il nostro zelo deve essere ordinato: «Prima sibi caritas»49.
«Io amo Gesù Cristo, scrive S. Alfonso de' Liguori, perciò brucio dal desiderio di darGli anime; ma prima la mia; poi moltissime altre». E questo è la pratica di quanto insegna S. Bernardo: «Non è saggio colui che non sa appartenere a se stesso».
E quanto S. Bernardo diceva ad altri, in primo luogo praticava per se stesso. Dice lo scrittore della sua vita (Goffredo), suo segretario: «Totus primum sibi et sic totum omnibus»50.
Scriveva poi a Papa Eugenio III: «Io non vi dico di sottrarvi completamente alle occupazioni e ministeri vostri; sono di volontà di Dio. Ma vi esorto a non lasciarvi da essi assorbire. Se siete l'uomo di tutto il mondo, siatelo ancor più per voi stesso. Diversamente che vi gioverebbe guadagnare tutti gli altri, se, poi, perdeste voi stesso? Riservatevi il tempo necessario per voi. Se tutti vengono a bere alla vostra fontana, prima beveteci voi stesso. Voi solo resterete con la vostra sete?... Tutte le vostre riflessioni comincino e finiscano con voi stesso. Siate per voi il primo e l'ultimo; ricordando che, nell'affare della vostra salvezza, nessuno vi è più vicino che il figlio unico di vostra madre. A te tua inchoatur
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consideratio, ne frustra extendaris, te neglecto... Tu tibi primus, tu ultimus... In acquisitione salutis nemo tibi germanior est unico matris tuae».
Tutti, dunque, i generosi apostoli, tutti! prima la meditazione propria, poi la predica o conferenza ad altri. Prima la correzione della propria condotta, poi la riforma altrui. Prima entrare in intima comunicazione con Dio, poi conversare ed esortare altri. Prima la vita interiore, poi la vita esteriore. Prima il ritiro, poi il mostrarsi e prodursi.
Farsi prima un regolamento per sè, con le confessioni, i ritiri mensili, gli esercizi spirituali, la S. Messa, meditazione, comunione, visita al SS. Sacramento, il Rosario... Poi dettare regole per il prossimo.
Chi vuol lavorare, prima si nutre. Chi vuol dare, prima acquista. Chi vuole insegnare, prima impara.
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43 “Luce del mondo” (Mt 5,14).

44 “Vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,16).

45 “In tutto offri te stesso come esempio di buona condotta. Sii esempio ai fedeli nelle parole, nella carità, nella purezza” (Cf Tt 2,7; 1Tm 4,12).

46 “Ciò che avete visto in me, quello fate. Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (Cf Fil 4,9; 1Cor 11,1).

47 “Le parole commuovono gli animi; gli esempi li trascinano” (Proverbio classico).

48 “Santa Vergine dei vergini, Madre purissima, Vergine prudentissima,Vergine clemente, Vergine ricca di fede, Modello di santità, Modello della vera devozione… Regina di tutti i santi” (Litanie Lauretane).

49 “La prima carità è per se stessi”.

50 “Tutto in primo luogo per se stesso e così tutto per tutti”.