delle sofferenze di Cristo, a vantaggio del Suo corpo che è la Chiesa» (Col. 1, 24).
Ogni apostolo può dire: questo corpo sono io, perché sono membro di Cristo. E quanto manca alle sofferenze di Cristo devo compierlo in me, per il Suo corpo che è la Chiesa.
La sofferenza è apostolato possibile a tutti, con la divina grazia.
È spesso far di necessità virtù; poiché tutti hanno qualcosa da patire.
È apostolato efficacissimo; perché è un associarsi al Divino Paziente, Cristo Gesù.
È l'apostolato che distingue il vero apostolo dall'apostolo di nome.
Il Signore voleva salvare il mondo, ma per mezzo del sacrificio del Figliuolo Suo incarnato. Tutta la vita di Gesù Cristo fu croce e martirio: «Tota vita Christi crux fuit et martyrium».
La Vergine Lo accompagnò sempre, dal presepio al sepolcro. Il suo martirio fu più lungo, dice S. Alfonso de' Liguori. Le intenzioni, le mire, le disposizioni interne erano simili, anzi le medesime, si identificavano, diremmo, con quelle di Gesù.
MARIA APOSTOLA CON L'ESEMPIO
«Ricordati, Vergine Maria, della spada di dolore che inflisse nel tuo cuore la Profezia di Simeone, che ti predisse la morte di Gesù: e infliggi nel nostro cuore la spada della contrizione.
«Ricordati, Vergine Maria, del dolore che avesti quando dovesti prendere la via dell'Egitto: noi esuli tuoi figli ritorna dalle tenebre alla