Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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16. RICONOSCENZA PER IL PASSATO FIDUCIA PER L'AVVENIRE*
Ritiro mensile

I. Riconoscenza a Dio per le grazie che ci dà

Stiamo per compiere dei doveri molto gravi questa sera, mentre l'anno sta per finire:
1) Una commossa riconoscenza al Signore per i benefici ricevuti nell'anno. 2) Un'umile riparazione per tutto quello che vi fosse stato di manchevolezza. 3) Un'umile supplica al Signore affinché ci conceda la grazia di approfittare del tempo che ancora, per grazia sua, speriamo di avere davanti a noi.
Quest'anno si chiude in una maniera molto tragica, per le tante lotte che si stanno svolgendo in alcuni luoghi della terra. Vi sono i fratelli che uccidono i fratelli. La storia di Caino ed Abele non è ancora terminata1.
Pensiamo: questa serie di giorni che sta per terminare, come fu passata da noi? Forse a questo pensiero sentiamo in noi un po' di tristezza. Non sempre abbiamo corrisposto alle grazie, forse qualche giornata è stata tiepida, languida, forse in qualche ora abbiamo assecondato le nostre passioni, forse l'anima nostra è stata in qualche tempo in una volontaria accidia. Una riparazione dobbiamo a nostro Signore Gesù Cristo per non aver trafficato bene questo talento del tempo. Pensiamo che quello che non fu guadagnato quest'anno non lo possiamo guadagnare mai più, perché il tempo è fuggito per non più tornare. Possiamo riparare passando meglio il tempo che ci rimane, ma il tempo che abbiamo perso non ritorna più. Per riparare possiamo cantare un Miserere molto umilmente, ma soprattutto
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[offrire] i vagiti di Gesù Bambino, che ha incominciato a pagare per noi non dal Calvario, ma dal presepio.
Oh, potessimo comprendere bene il mistero della Croce e quello del Presepio! Offriamo questo divin Bambino al Padre celeste, come ostia di propiziazione per i nostri peccati e negligenze. Questo è il Figliuolo di Dio che piace al Padre, per la sua santità, per la sua divinità, per la sua innocenza. «Exauditus est pro sua reverentia»2. Offriamo dunque a Dio Padre questo Bambino con molta fiducia e con animo contrito. Le nostre miserie non le conosciamo tutte, anzi la maggior parte ci sono occulte; chiediamo perdono anche di quel che non conosciamo. Offriamo poi al Signore la nostra riconoscenza per la lunga catena di grazie ricevute quest'anno, in cui Dio ci ha conservati in vita. Quante grazie in quest'anno! Grazie materiali: la vita. Quanti avevano incominciato quest'anno, ora non ci sono più! Il Padre celeste ha avuto cura di ciascuno di noi in particolare. E quante grazie spirituali! La vocazione che si sarà fortificata, la Comunione, la Messa, la Visita, le opere buone compiute. «Misericordias Domini in aeternum cantabo»3. Ci vorrà davvero un cielo per cantare un Magnificat, un Te Deum degno del Signore! Offriamo in ringraziamento a Dio tutte le Messe che continuamente vengono celebrate sulla faccia della terra.
«Quid retribuam Domino pro omnibus quae retribuit mihi? Calicem salutaris accipiam et nomen Domini invocabo»4. Questa riconoscenza dev'essere da una parte umiltà, perché il superbo non è capace di riconoscenza e, d'altra parte, dev'essere amore verso un sì gran Padre. Amore filiale, amore tenero, amore che si dimostra specialmente con le opere. In terzo luogo dobbiamo fare una supplica al Signore perché ci dia la grazia di passare bene il nuovo anno.
Fosse un po' vero che incominciassimo proprio ora a vivere bene, a compiere bene ogni nostro dovere, ad amare veramente il Signore, a farci sante! È sempre bello ricordare l'esempio di
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quella suora5 che convertitasi veramente, da una vita alquanto rilassata, dopo pochi mesi morì santamente ed ora è già beata. Ecco, per la misericordia di Dio speriamo di avere davanti a noi un altro po' di tempo. Bastano anche pochi mesi di vita per farsi santi, ma questi mesi devono essere trascorsi proprio secondo la perfezione religiosa, nell'esercizio di ogni virtù, nell'adempimento esatto dei nostri doveri. Che consolazione sarebbe per noi, se in punto di morte potessimo dire: Dalla fine del 1939 in poi non ho più nulla che mi dia pena; ho fatto quanto potevo per servire bene il Signore. È vero, ci possono essere delle pene per il passato, ma quando si è trascorso un lungo periodo di tempo nel fervore, nella volontà buona, allora si può essere sicuri che il passato è cancellato. Chiediamo al Signore questa buona volontà, perché possiamo santificare il resto dei nostri giorni.
La nostra vita si potrebbe paragonare ad un calendario che dura un certo numero di anni. Ogni mattina quando si distacca un foglio si dovrebbe pensare: un giorno di meno da vivere, da santificare; ma se quel giorno passato è stato speso nel servizio del Signore, nel fervore, non dovremo rimpiangerlo, esso ci sarà da Dio ben ricompensato.
Vi consiglio in ultimo questa preghiera: Tutto, o Signore, sia per la vostra gloria; l'anno nuovo ci può portare gioie e dolori, momenti di tristezza, delusioni, sconforti, lotte; sia tutto per voi. Signore, noi siamo contenti di consumarci per voi, come la candela si consuma sul vostro altare; noi desideriamo di fare la vostra volontà; non desideriamo di più la vita o la morte, ma di fare la vostra volontà per la vostra gloria e la santificazione delle anime.
Rinnoviamo la domanda che già abbiamo fatto un'altra volta: Signore, date dei santi alla Congregazione; che nessuna offenda il Signore, ma tutte si facciano tanti meriti!.
Offriamo anche quest'anno per le anime purganti, chiedendo per la loro intercessione le grazie necessarie all'Istituto.
Che il Signore ci conceda di trascorrere quest'anno nella purezza, nell'umiltà semplice, nell'apostolato fervente e in quella fede che è necessaria per piacere sempre più al Signore.

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II. La confidenza

Sulla terra non possiamo compiere cosa migliore di questa: farci santi! Nessuno più furbo, più prudente di chi procura di guadagnarsi il maggior numero possibile di meriti.
Facciamoci santi, facciamoci santi, facciamoci santi!
Che cosa potrei augurarvi e pregarvi di meglio dal Bambino? E quando verrà il momento in cui scompariremo dalla scena di questo mondo e saremo portati al camposanto e posti sotto la terra, che cosa sarà che ci gioverà? Nulla, né il posto, né il nome, né la stima delle persone, ma solo i meriti che ci saremo fatti nel fervore di ogni giorno, sopportando con pazienza le contrarietà, spendendo per il Signore le nostre forze; tutte le altre cose ci serviranno a nulla: «Quid prodest homini si mundum universum lucretur, anima vero sua detrimentum patiatur?»6.
Ora vi dico una parola che deve essere come un ricordo che dovrà accompagnare tutti i giorni di quest'anno e della nostra vita: Confidare. Perché Gesù Cristo ha detto pure questa parola ai suoi apostoli: «Confidite!»7.
I. Confidare nella provvidenza del Padre. II. Confidare nella provvidenza del Figlio. III. Confidare nella provvidenza dello Spirito Santo.
I. Qual è la provvidenza del Padre? Il Padre celeste provvede a tutti gli uomini e governa tutti gli avvenimenti del mondo, con la sua infinita sapienza e potenza e tutto fa procedere nel suo ordine; per la sua maggior gloria. Il Padre celeste continuerà quest'anno a provvedere agli uccelli dell'aria e a vestire i gigli del campo: quanto più penserà egli a vestire e a nutrire i suoi figliuoli? Egli sa di quali cose essi hanno bisogno8. Certamente qualche volta un po' di scoramento e di sconforto ci assale, come assaliva anche il Cottolengo: è una prova! Non meritiamo, è vero; ma noi speriamo le grazie per i meriti di Gesù Cristo, non per i nostri. Confidiamo poiché il Padre celeste guiderà bene tutti gli avvenimenti e anche quando gli uomini per
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malizia avranno fatto il male, egli saprà far convergere le cose al bene. Tutto ciò che ci accadrà, o lieto o triste che sia, tutto sarà disposto per il nostro bene dal Signore; ricaviamo da tutte le occasioni: sofferenze, gioie, lagnanze, ecc., il maggior numero di meriti. Confidiamo! Durante l'ultima guerra sembrava che tutto andasse a rovescio nei riguardi della Chiesa, invece in seguito accadde proprio il rovescio perché si vide che i princìpi proposti dalla Chiesa erano i soli che contenevano la salvezza.
Confidiamo! Nel succedersi degli avvenimenti vi è una mano divina che tutto guida a favore dei suoi servi fedeli, che sanno accettare tutto dalla mano del buon Padre celeste e da tutto ricavare occasione di merito.
II. Fiducia nella provvidenza del Figliuolo. Fiducia che egli, Sapienza del Padre, ci illumini, non ci lasci mancare la luce celeste. E poi crediamo molto a ciò che sentiamo nelle prediche, negli avvisi, a ciò che leggiamo nel Vangelo.
Confidare molto nella remissione dei peccati, nella redenzione, nei sacrifici che Gesù ha compiuto per noi nel presepio, nel Getsemani e sul Calvario. E davanti a tutti i rimorsi, pene e scoraggiamenti che ci assalgono, confidare nell'infinito valore del sangue di Gesù Cristo.
Confidare nella provvidenza del Figliuolo vuol dire: confidare nell'efficacia del sacramento della Penitenza, nella Messa, nella Comunione, nella Visita. Possiamo dire tutto ciò che vogliamo di male di noi, ma noi preghiamo: «Per Dominum nostrum Jesum Christum»9.
III. Confidare nella provvidenza dello Spirito Santo, ossia confidare che lo Spirito Santo ci darà le grazie per farci santi, ci darà i suoi doni, i suoi frutti e l'aumento di fede, di speranza e di carità che ci occorre. Abbiate la fiducia di riuscire a farvi sante. Confidare nella provvidenza dello Spirito Santo vuol dire: confidare nella grazia santificante e anche nelle grazie attuali di cui si ha bisogno. Nell'anno ci saranno doveri da compiere, difficoltà da superare, ecc. Ebbene: confidiamo nella provvidenza
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dello Spirito Santo che ci darà le grazie attuali che ci saranno necessarie.
Confidare nell'intercessione di Maria santissima, degli Angeli, di S. Paolo, delle anime purganti anche per ottenere le grazie che sono necessarie alla Congregazione. Avevamo bisogno di aiuti, si è pregato e sono venuti. Ora abbiamo bisogno di molti altri aiuti, preghiamo e ci giungeranno. Confidiamo di avere quel complesso di grazie attuali di cui abbiamo bisogno e viviamo quindi in una serena fiducia. Pensiamo che ha più desiderio il Signore di darci le grazie di quanto l'abbiamo noi di riceverle. Egli sa bene ciò di cui abbiamo bisogno. Mettiamoci quindi sotto la mano benedicente del Signore che ci accompagnerà in tutto quest'anno e in tutto il tempo della nostra vita.
<Incominciamo l'anno nella confidenza, ma questa confidenza ci accompagni fin sul letto di morte. Allora ci abbracceremo con fiducia al Crocifisso, a quel Crocifisso che ci propizierà il Padre celeste, ci applicherà la Redenzione del Figliuolo e ci comunicherà la grazia dello Spirito Santo.>10.
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* Due meditazioni, in dattiloscritto, fogli 3 (22x28,3). Con semplice titolo: “G.D.P.H. RITIRO MENSILE (P. Maestro)”, tenuto a Roma il 31 dicembre 1939. Sulla prima meditazione i curatori dei dattiloscritti successivi hanno aggiunto a mano il titolo: “Riconoscenza a Dio per le grazie che ci dà”. La seconda meditazione è pure stampata in CI, 1[1940]2-3, con il titolo: “La confidenza”. Si è considerato come originale lo stampato.

1 Cf Gen 4,3-10.

2 Eb 5,7: «Fu esaudito per la sua pietà».

3 Sal 89,2: «Canterò senza fine le grazie del Signore».

4 Sal 116,12-13: «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore».

5 Cf Diario Spirituale…, o. c., p. 12.

6 Mc 8,36: «Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?».

7 Gv 16,33: «Abbiate fiducia».

8 Cf Lc 12,24.27.

9 «Per Gesù Cristo nostro Signore».

10 Ultimo paragrafo ripreso dal dattiloscritto, perché più completo.