15. IL MISTERO DEL NATALE*
Non è buona cosa lasciar passare il giorno di oggi senza parlare, almeno brevemente, del mistero che stiamo per celebrare: il S. Natale!
In questi giorni tutti andremo a visitare dei presepi, ma soprattutto bisogna accogliere Gesù nel cuore. Questa è l'incarnazione mistica. Pensiamo a ciò che si vede contemplando il presepio; voi avrete preparato il presepio con le pecorelle e i pastori, e nella capanna la Madonna, S. Giuseppe, il Bambino: ebbene, tutto questo è per ricordarci il grande avvenimento della nascita di Gesù Bambino e che noi dobbiamo meditare.
Che cosa c'insegnano i pastori? Essi, che in generale sono gente semplice, di costumi ancor buoni, ci dimostrano che Gesù desidera la santità, la semplicità, la povertà di affetto e che desidera vicino a sé proprio i poveri, i semplici, gli umili; perciò se vogliamo andare a lui ed essere da lui accettati, dobbiamo meditare quest'anno in modo particolare questa frase del Divin Maestro: «Se non vi farete come i piccoli, non entrerete nel regno dei cieli»1. Dunque, per entrare in cielo vi è questa condizione necessaria: farsi simili ai bambini, non ai bambini capricciosi, ma al Bambino Gesù che era la semplicità, l'innocenza. Questo è l'insegnamento principale che dobbiamo ricavare quest'anno dalla contemplazione del mistero del santo Natale. Dobbiamo essere semplici ed umili come i pastori i quali non avevano l'alterigia, la superbia, non miravano agli onori, alla stima, ecc., ma avevano la semplicità e l'umiltà di cuore.
Nel presepio si contempla ancora la figura di S. Giuseppe, il quale era un operaio umile in quanto alla professione che esercitava, ma un operaio grande per la sua santità. È il più gran
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santo dopo la santa Madonna. Ciò significa che il Signore vuole dei santi presso di sé. S. Giuseppe ebbe la grazia di accompagnare la Madonna nel viaggio a Betlemme, di cercare un ricovero e di vedere per primo, dopo la santa Madonna, il nato Salvatore, nel presepio.
Quando si guarda una persona non bisogna considerare se sia ben vestita o no, se abbia bella presenza, se sia elegante, ecc.; ma bisogna badare all'interno, al cuore. Può darsi che sotto vesti poverissime, sotto un'apparenza molto umile vi sia un'anima molto umile, vi sia un'anima bella, molto cara a Dio. S. Giuseppe ci insegna a cercare i beni dell'anima che sono i più preziosi, non quelli esterni che contano ben poco.
Vicino a Gesù troviamo la santa Vergine; ella che è la prima adoratrice che abbia avuto Gesù sulla terra, c'insegna ad amare il Signore, ad adorarlo convenientemente. Ella è la Madre di Gesù e la Madre nostra. Bisogna ricordare che per andare a Gesù bisogna che siamo divote della Madonna. Chi è divoto della Madonna più presto si libera dai suoi difetti e più presto si farà santo. Troverà più facile far la preparazione alla Comunione. Del resto tutto quello che si fa con la Madonna si farà meglio: chi è molto divoto della Madonna troverà in punto di morte tanta facilità a disporsi bene al gran passo. La Madonna purifica l'anima e la abbellisce di virtù e di meriti. Con la Madonna si fa molto più progresso: bisogna però che si tratti di vera divozione, non di una sentimentalità qualsiasi che potrebbe essere molto meno buona.
Imprimiamoci bene in mente ciò che ci insegna il presepio. In esso specialmente troviamo il Bambino che è caro, bello, amabile, attorno a cui vi sono gli angeli. Chiediamo a S. Francesco d'Assisi, a S. Alfonso che c'imprestino il loro cuore, chiediamo a S. Teresa del Bambino Gesù che c'insegni la scienza dell'infanzia santa e il suo amore al Bambino.
Non so se convenga aggiungere altre parole, ma a me pare che davanti al presepio si debba meditare questo: amore, amore, amore.
Io vorrei che questa notte raccoglieste nel vostro cuore, nel vostro spirito tutte le persone che vi sono care: defunte e viventi, e nella prima Messa le raccomandaste al Signore, domandando
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per tutte la grazia della gloria celeste, di farsi santi tutti. Che tutto sia santificato, che da tutto si ricavino dei meriti per il Paradiso. Delle croci, delle sofferenze tutti ne hanno in questa vita, ma bisogna sopportarle bene per avere poi diritto al Paradiso. La seconda Messa sentirla in modo particolare per la Congregazione (tutta la Famiglia paolina), che ci sia qualche santo. La terza Messa sentirla per tutti quelli che sono fuori della Chiesa o che nella Chiesa hanno dei bisogni particolari: Papa, Vescovi, ecc. Preghiamo per tutti affinché il Signore voglia dare a tutti una benedizione molto larga, più abbondante. Ci sono molti bisogni che noi dobbiamo raccomandare al Signore; raccomandiamoli al Bambino, ma cerchiamo intanto di farci bambini anche noi, meditando e praticando gli insegnamenti che ci vengono dal presepio.
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* Dattiloscritto, fogli 1, bianca e volta, copia (22x28). Sull'originale il titolo è: “G.D.P.H. Istruzione (P. Sig. Maestro)”, tenuta il 24 dicembre 1939. Non si è trovato il primo dattiloscritto. I curatori dei dattiloscritti successivi hanno aggiunto a mano il titolo: “Il mistero del Natale”.
1 Mt 18,3.