Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

VI
L’AMORE A GESÙ



Ritorniamo sul pensiero di questa mattina: essere intieramente di Gesù. Così come Gesù si dà intieramente a noi nella santa Comunione, noi donarci pienamente a lui. Donarci pienamente significa fargli omaggio di tutto il nostro essere, cioè fargli l’omaggio della nostra mente, l’omaggio del nostro cuore, l’omaggio della nostra volontà, l’omaggio anche del corpo. Donarci totalmente a Dio! E allora si devono fare due cose: togliere prima ciò che a Gesù non è gradito; non possiamo offrirgli ciò che non gli piace. Dobbiamo offrire ciò che piace a Gesù. Che cosa non piace a Gesù? A Gesù non piacciono i pensieri cattivi, a Gesù non piacciono i sentimenti cattivi, a Gesù non piacciono le parole cattive, a Gesù non piacciono le opere cattive, i peccati, i difetti volontari; tutto questo non piace a Gesù. Quanto disgusterebbe Gesù se pretendessimo di offrirgli ciò che non è secondo la sua volontà, secondo i suoi desideri!
In secondo luogo offrirgli ciò che gli piace, non ciò che gli dispiace. Ho detto che gli dispiace il peccato: mai il peccato volontario! La religiosa deve combattere prima il peccato veniale, perché viene da sé che [allora] non si commette il peccato grave. Il peccato veniale è la strada per cui si arriva al peccato grave. Il peccato veniale diminuisce l’amore verso Dio, raffredda la carità, toglie innumerevoli meriti, e così allontana tante grazie. Allora, prima combattere il peccato veniale deliberato, perché dei difetti indeliberati, dei difetti che sono debolezze e insufficienze della natura ne avevano pure i santi, e quando noi non li vogliamo, anzi quando domandiamo al Signore la grazia di evitarli, allora non c’è l’offesa di Dio, anzi quel lavoro che facciamo per evitarli è tutto un lavoro che indica il nostro amore a Dio e il nostro desiderio di santità. Combattere il peccato veniale ed evitare assolutamente l’offesa volontaria a Dio. In particolare al Signore non piacciono i pensieri cattivi contro la fede, contro la
100
speranza, contro la carità, i pensieri contro l’obbedienza, contro l’umiltà, contro la pazienza, al Signore non piacciono i pensieri che procedono da orgoglio. Evitare i pensieri che offendono la virtù della prudenza, della giustizia, della fortezza, della temperanza, in modo particolare i pensieri che sono contrari alla vita religiosa, contrari alle Costituzioni, contrari ai santi voti.
Evitare poi i sentimenti che dispiacciono a Gesù: il nostro cuore è tanto facilmente dominato da sentimenti che non sono i sentimenti del cuore di Gesù. Quanta diversità, a volte, fra il cuore di Maria e il nostro cuore, questo cuore di Maria che oggi viene sempre più studiato, riconosciuto, pregato, imitato. A volte [ci] sono sentimenti di orgoglio, altre volte sono desideri di vanità, sono sentimenti di irascibilità, oppure sono sentimenti d’invidia, qualche volta sono attaccamenti a questo o a quello, o sono curiosità vane che entrano nel cuore. Possono anche essere sensibilità che finiscono con sensualità. Ecco, combattere i sentimenti che non piacciono a Gesù! Gesù non aveva questi sentimenti, egli era tutto bontà, è sua quella espressione: Ecco quel cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi1. E noi amiamo gli uomini?
Al Signore poi non piacciono le parole cattive: «Signore, metti una custodia alla mia bocca…, metti come due siepi che fermino la lingua»2, e infatti il Signore ha messo due chiusure alla nostra lingua: l’una sono le labbra e l’altra sono i denti. Ciò vorrebbe indicare che noi prima di parlare dobbiamo riflettere, pensare a quello che stiamo dicendo; anzi, pensare prima di cominciare a dire. Le parole possono essere parole ispirate dalla vanità, ispirate dall’orgoglio e qualche volta anche parole che procedono dall’errore. Allora dobbiamo moderare la lingua, questa lingua che tocca Gesù nella Comunione e che deve cantare le lodi eterne di Dio, moderarla, affinché ci serva in bene, cioè a pregare, a dire cose buone, e non ci serva mai al male.
101
A Gesù dispiacciono poi le opere cattive, e sono cattive tutte le opere contrarie al nostro stato. Quindi non solo le opere contrarie ai comandamenti, ma le opere contrarie alle Costituzioni, alla vita religiosa. Vigiliamo sul corpo: Signore, custodite i miei occhi, perché non stiano a osservare le cose che non devono osservarsi; custodite e raffrenate la nostra curiosità, l’udito, la voglia eccessiva di sapere, di vedere cose inutili. Ecco, non fare quel che dispiace a Gesù, non andare alla Comunione portando del male, non preparare a Gesù un letto di spine che sarebbero le venialità. Maria trattava il Bambino Gesù con estrema delicatezza, con estremo amore; e noi? Bisogna che abbiamo delicatezza, amore a Gesù ed evitiamo tutto quello che gli dispiace.
In secondo luogo, offrire a Gesù ciò che gli piace. Che cosa piace a Gesù? A Gesù piace che gli offriamo una mente retta, un’intelligenza buona, che gli offriamo pensieri santi. La mente è il primo dono da fare a Gesù, perché l’uomo in primo luogo si distingue perché ha l’intelligenza. Non offrirgli prima le mani e il cuore, ma prima l’intelligenza. Mi sono preoccupato di imparare quello che piaceva a Gesù? Ho adoperato bene l’intelligenza? Vi è lo studio del catechismo? Vi è la meditazione delle cose sante? Vi è una santa industria di ricordare nella giornata la meditazione? Vi è in noi l’attenzione a riflettere a ciò che dobbiamo fare e a ciò che ci fu consigliato e detto in particolare nelle confessioni e nella direzione? Vi è impegno a pensare a ciò che riguarda noi, il nostro apostolato, la nostra vita? Una mente che non sia distratta in cose di mondo, in pensieri inutili, ma sia raccolta con Gesù nella preghiera, cioè che pensiamo a ciò che riguarda Dio, che pensiamo all’adempimento della nostra vocazione, giorno per giorno, sempre progredendo. Una mente serena, bella. Vi sono persone che sono tanto scompigliate nei loro pensieri, nei loro giudizi, tanto distratte in molte cose, tanto distratte persino nella preghiera, magari distrazioni volontarie, perché quelle involontarie
102
succedono a tutti. Oh, offrire a Gesù la nostra mente bella e sulla mente fare uno speciale esame. Che i nostri pensieri siano santi; adesso i pensieri sono tutti chiusi nella scatola cranica, diciamo, nella scatola che contiene il cervello, ma questi pensieri un giorno saranno rivelati, manifestati a tutto il mondo. Se qualcuno si lascia attirare da curiosità inutili, certo questo non piace a Dio, e al mattino non può dire al Signore: Ti offro tutta me stessa. Ma dobbiamo pure dirlo, con la volontà di pensare meglio d’ora in avanti.
Al Signore piace che gli offriamo il nostro cuore. Si ama la preghiera? Avere un cuore pio, un cuore amante di Gesù, un cuore che vuol bene alle anime, un cuore mondo, un cuore umile, un cuore mite, un cuore che sa tutto perdonare, sa dimenticare tutto quello che si deve dimenticare, e ricordare tutto quello che si ha da ricordare, ad esempio la riconoscenza è segno di buon cuore. Un cuore che veramente ami Gesù, ami la Comunione, ami la Visita al santissimo Sacramento, ami la Messa. Un cuore quindi che ama Gesù, un cuore che ama Maria, un cuore che ama la Chiesa, un cuore che ama la Congregazione, un cuore che ama le sorelle. Ecco, dare un cuore bello a Gesù! Il cuore di Maria fu il più simile al cuore di Gesù. Allora noi dobbiamo domandare a Maria nei nostri rosari di avere sempre sentimenti buoni. Che bei sentimenti sono usciti dalle labbra di Maria quando ha composto il Magnificat, quale riconoscenza al Signore, e quali sentimenti di umiltà sono espressi in quel cantico!
Offriamo a Gesù anche la nostra volontà. In certe nazioni vi è da drizzare più le idee, dove si manca più facilmente è nei pensieri, ad esempio vi sono errori che circolano. In certe nazioni vi è più da fortificare la volontà, in altre vi è più da lavorare sul cuore. Chiedere la fortezza che è uno dei sette doni dello Spirito Santo, la fortezza che è una delle quattro virtù cardinali, chiedere di ottenere la fortezza. Ma qui si tratta della fortezza spirituale,
103
morale. E quale fortezza? La fortezza di fare il nostro dovere ad ogni costo, nonostante gli scoraggiamenti che possono nascere. Fortificare la volontà, domandando questa virtù cardinale e questo dono dello Spirito Santo. Fortificare la volontà: non che cominciamo con un proposito e poi l’abbandoniamo; non che in chiesa siamo tutto fervore e fuori siamo freddi, indifferenti e ammettiamo tante cose che non piacciono al Signore.

Al Signore piacciono le anime rette. Cosa vuol dire rette? Retto vuol dire diritto, cioè una strada lineare. Invece ci sono delle volontà storte, volontà che dopo mezz’ora dai propositi già hanno fatto il contrario, non seguono i loro propositi nella giornata fino a sera, così non portano i propositi della confessione fino all’altra confessione, i propositi del mese fino all’altro mese. Mantenere sempre e con costanza i nostri propositi, rafforzare la volontà, [essere vere] religiose!

Allora siamo forti, viviamo religiosamente: a volte bisogna fare sacrifici, qualche volta bisogna penare, qualche volta un po’ eccitarci, muoverci, perché si capisce che è sempre più facile non fare il bene che farlo e, se lo facciamo, in punto di morte lo troveremo, e il bene ci accompagnerà al premio, al paradiso. Fortificare la volontà, quindi propositi fermi, propositi accompagnati da molta umiltà. Bisogna dare a Gesù ciò che a Gesù piace, e a Gesù piace che si dia anche il corpo, e la vergine dà tutta se stessa al Signore, tutta, interamente se stessa: gli occhi e l’udito, la lingua, il tatto, tutto al Signore, anche i sentimenti esterni oltre gli interni: si dà tutta al Signore!
Ora, vediamo se camminiamo in questa maniera, cioè se da una parte togliamo dal nostro cuore ciò che dispiace a Gesù, e d’altra parte se lavoriamo costantemente a fare ciò che a Gesù piace. [Fare] dono intiero di noi al Signore, come Gesù si dà intieramente a noi. Oh, vediamo però che non sia un’espressione vuota di senso: Io amo il Signore con tutto il cuore sopra ogni cosa, ma che nasca veramente dal
104
cuore. La religiosa che lascia tutto per seguire Gesù, certamente vuole Gesù, e vuole solo Gesù. L’esame di coscienza circa il dono di noi stessi a Gesù, [considera] se da una parte evitiamo di offrirgli ciò che gli dispiace, questo sarebbe un affronto, e dall’altra se cerchiamo di offrirgli ciò che gli piace. Avanti nella vostra bella vocazione, nella vostra via di santità, avanzando tutti i giorni un po’ di più, continuando a progredire ogni giorno un tantino, e poi: paradiso eterno! Sempre dobbiamo mirare lassù, al paradiso. Pietro gli disse: «Ho lasciato tutto, ti ho seguito, che cosa mi darai? Centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis: Riceverete il centuplo e possederete la vita eterna»3. Questa è la promessa di Gesù, purché noi sappiamo offrirgli tutto il nostro essere.
105

1 Rivelazioni a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690).

2 Cf Sal 140,3: «Poni, o Signore, una guardia alla mia bocca, ed una portaintorno alle mie labbra» (Volgata).

3 Cf Mt 19,27.29.