Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. L’ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO1



L’oremus della Messa di oggi ci esprime un pensiero consolantissimo. Dice infatti: «Il Signore, che è tutto pieno di misericordia, dà a noi sempre di più di quello che meritiamo, ed anche di quello che domandiamo»2. Perciò noi osiamo chiedergli da una parte la remissione di tutti i peccati, e dall’altra parte una volontà sincera di santità. Questo è precisamente adatto alla meditazione che dobbiamo fare: considerare l’Assunzione di Maria al cielo.
Quest’oggi [fare] una bella preparazione alla festa di Maria, perché noi pensiamo in questo modo, che gli angeli, il giorno prima dell’assunzione di Maria, e in cielo si siano preparati per la festa della loro Regina, come si preparano gli ambienti e le persone e le cose per ricevere con gaudio una persona cara, una persona che abbia qualche merito particolare. Perciò oggi [sia] una giornata santa, bella, bianca, in unione con gli angeli. Questi già discendono verso il sepolcro di Maria, e attendono il momento della sua risurrezione per accompagnarla al cielo, mentre altri in cielo stanno aspettando e preparando i più bei canti. Una preparazione bella.
Vi sono anime le quali potrebbero già fare la promessa di cercare sempre il più perfetto: Voglio vivere di amore puro, voglio elevare la mia preghiera, [vivere] in maggiore intimità con Gesù che prega con me nel tabernacolo e nel mio cuore. Voglio d’ora in avanti santificare meglio il mio apostolato e offrirlo a Maria, perché presenti a Gesù tutto quello che farò nella giornata e tutti i passi che darò per la diffusione del santo Vangelo. Voglio vivere la mia vita comune, voglio vivere le Costituzioni in modo più perfetto. Finora forse ho cercato altri mezzi di santificazione, mentre ho già il mezzo regale, il mezzo
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più bello, le Costituzioni, [per vivere] la vita di obbedienza, la vita paolina in modo perfetto.

Vedete se nel vostro cuore in questa giornata la Vergine mette questi desideri, qualcuno di questi desideri o anche il desiderio: Voglio progredire un tantino ogni giorno3.
Alziamo gli occhi e consideriamo la Vergine nostra madre lassù accanto al Figlio. Ecco, Maria assunta in cielo rappresenta la primizia delle creature pure, risuscitate. Ella è la madre, ed è la madre santissima, quindi merita di entrare in paradiso prima di noi. Ma lassù in cielo ella sta attendendo tutti i suoi figli, tutte le sue figlie e, perché un giorno li abbia attorno a sé in paradiso, ecco adesso con grande abbondanza sta preparando le grazie, sta pregando per loro, sta distribuendo a ciascuno i doni, le virtù, i desideri e i propositi di santità. Una gara quindi, ad avvicinare Maria nel giorno in cui entreremo in paradiso, ma una gara che deve essere preceduta da un’altra, la gara della divozione a Maria.
Contemplarla, recitando il quarto mistero glorioso: Maria lascia la terra e vola al cielo, assunta dalla potenza di Dio. Poi il quinto mistero glorioso: Maria è incoronata regina del cielo e della terra, e allora volgere lo sguardo a lei, lassù: Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi, e mostraci Gesù dopo questo esilio , Gesù che è tuo, il frutto benedetto del tuo seno . Beata te, che ora sei nella pienezza del gaudio! Noi siamo ancora in pericolo di perderci, attraversiamo il mare tempestoso della vita, irto di scogli, insidiato in molte maniere. Madre, salvaci! E se vogliamo andare anche più avanti, [facciamo nostro] il grido degli Apostoli a Gesù: «Salva nos, perimus»4. Durante la guerra, quante volte le Figlie e i Figli di San Paolo hanno ripetuto questa invocazione specialmente nei momenti in cui si annunziavano prossimi i bombardamenti: «Salva nos, perimus: Salvaci, se no siamo perduti».
Maria è esaltata sopra tutti gli angeli e sopra tutti i santi,
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perché? Perché sulla terra fu esaltata da Dio con i privilegi maggiori, e perché sulla terra ella ebbe una fede, un amore, una fedeltà a Dio che superò [quella di] tutti i santi assieme. Fu la prima in virtù, in santità, ed è la prima in gloria e in potenza nel paradiso. Ora, per questo, noi chiediamo al Signore la grazia che ci salvi, che un giorno possiamo essere con Maria in paradiso.

Ma per un progresso maggiore, per un’assicurazione maggiore pensiamo: Maria fu vergine nel senso più largo. Non nacque con il peccato originale, ma immacolata, perciò il demonio non ebbe nessuna ragione sopra di lei. Maria fu vergine di mente: nessun pensiero meno santo nella sua mente, nessun ricordo meno santo nella sua memoria, nessuna fantasia illecita. Maria fu vergine di pensiero: non un pensiero buono, santo ed un altro meno buono, meno santo, una mescolanza cioè di bene e di male, vergine di mente. E vergine di cuore. Amò solo Iddio e le altre cose in Dio, cioè le anime in Dio, S. Giuseppe in Dio. Il suo amore non fu solamente puro, ma fu il più forte, il più costante, il più intenso, un amore che già sulla terra superava l’amore dei cherubini e dei serafini del cielo. Maria fu vergine di cuore. Non un sentimento buono e un sentimento di orgoglio, non un sentimento di carità, di bontà, di simpatia verso una persona, e magari verso un’altra un sentimento di invidia: vergine di cuore! E vergine di volontà. Non fece propositi che andarono a vuoto. Fu costante nel compiere la divina volontà, ed ebbe costantemente presente la volontà di Dio.
In lei nessun peccato veniale. Quando si parla di peccato, non intendiamo mai riferirci a Maria. Siamo noi, poveri peccatori, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Maria [disse] sempre il suo sì al volere di Dio: «Fiat mihi secundum verbum tuum»5, tanto quando si trattò di eleggere la sua vocazione, corrispondere cioè alla vocazione di Dio, come quando si trattò di dire sì sul Calvario, alla morte del Figliuolo suo, come quando si trattò di dire sì all’invito di Gesù che la chiamava al cielo. Ecco, come noi possiamo sperare di arrivare vicino a Maria in paradiso!
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Verginità di mente! Scrutiamo nella nostra mente, se ammettiamo pensieri che non piacciono a Dio: pensieri contro la carità, contro la fede, contro la speranza. L’esame sui pensieri è il primo e anche il più difficile. Allora scrutiamo [e diciamo]: Maria, porgetemi il vostro lume perché conosca me stesso. Verginità di pensiero: pensieri alti, di Dio e di adempimento delle cose che riguardano il servizio di Dio, la perfezione nella vita comune, la perfezione nei nostri atti. La mente!
Poi guardiamo di essere vergini di cuore. Non mescolanze di sentimenti, cioè sentimenti di amore di Dio, per esempio dopo la Comunione, e sentimenti contrari alla carità, quando la Comunione è già lontana. Un cuore vergine, umile, pio, che sospira a Dio, che è mite, che è generoso. Oh, il cuore immacolato di Maria! Non per niente è stato stabilito che l’ottava dell’Assunzione si conchiuda con la festa del Cuore Immacolato di Maria. Nell’ottava chiediamo un cuore immacolato che ami Iddio e le altre cose in Dio, cioè per amore di Dio.
E verginità di volontà. Non un proposito buono e una mancanza che segue, forse anche volontaria. Non un proposito buono e successivamente un altro desiderio; una mancanza di occhi, di lingua, di cuore, di tatto. Verginità di volontà che comprende anche la verginità del corpo. Che bello splendore in paradiso: le vergini attorno alla santissima Vergine delle vergini, Maria!
Amare le anime e non stancarci [di donarci] nell’apostolato. Lassù vi sono gloriose vergini che hanno portato con sé insieme al giglio la palma del martirio. Il martirio non è tutto di sangue, no, vi è anche il martirio di desiderio. Maria non subì il martirio di sangue propriamente detto, ma è chiamata la regina dei martiri perché subì pene, sofferenze che sorpassarono le pene, le sofferenze dei martiri. Si può essere martiri di carità.

Quando queste figliuole fanno tanti chilometri ogni giorno per portare magari in cima alla montagna una parola, la parola del Vangelo, e non si stancano [di camminare] nonostante che i piedi già dolgano, che magari il corpo richieda riposo, [e questo per] cinque anni, dieci anni, vent’anni; io sono del parere che si possa essere martiri di carità. E nessuna carità è migliore
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di quella della verità: «Veritatem facientes in caritate: Portando la verità per amore»6.

Contemplare Maria vergine e martire, e regina dei martiri, cioè la più grande martire. Sperare!7. Non è il tempo di esser freddi, di stare indifferenti. La festa dell’Assunzione e la sua ottava devono portare in ogni cuore un nuovo fervore: verginità di mente, di cuore, di volontà e di corpo, andare in cielo con il giglio e con la palma.
La Messa sia sentita con particolare divozione e questa giornata sia una preparazione alla festa di domani. Gli angeli hanno adornato, a nostro modo di sentire e di parlare, il cielo per l’ingresso della Regina. Noi adorniamo il nostro cuore, ma più la nostra mente di pensieri santi, la nostra condotta di azioni sante, tutta spesa nel compimento perfetto del volere santo di Dio. E sperare! Sì, è il caso di dire: Io potrei disperare di arrivare a questo punto, perché so le mie esperienze di debolezza, ma con Dio, con Maria…: Salve, o Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza, speranza nostra, speranza nostra! Tutti devono sperare!
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1 Meditazione tenuta a Roma, il 14.8.1955, alla Famiglia Paolina. Trascrizione da registrazione su nastro magnetico: A6/an 13a ac 23a.

2 Cf Colletta della domenica XI dopo Pentecoste.

3 Maggiorino Vigolungo (1904-1918), nativo di Benevello (Cuneo), aspirante della Società San Paolo, venerabile. In uno dei suoi taccuini è annotato: «Avanzare almeno di un tantino in virtù ogni giorno, sino alla morte». Cf Alberione G., Maggiorino Vigolungo , Cinisello Balsamo (MI) 2008, p 67.

4 Cf Mt 8,25: «Salvaci, Signore, siamo perduti».

5 Cf Lc 1,38: «Avvenga di me quello che hai detto».

6 Cf Ef 4,15.

7 Originale: Sospirare!