Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. LA NOSTRA MISSIONE - LA LIBRERIA1



Negli Esercizi spirituali sono specialmente da considerarsi due punti: cioè il primo articolo delle Costituzioni dove si parla della propria santificazione mediante i santi voti e la vita comune, e il secondo articolo nel quale si parla dell’apostolato, apostolato che è la diffusione della dottrina mediante i mezzi moderni: la dottrina dogmatica e liturgica della Chiesa mediante la stampa, il cinema, la radio, la televisione e quei mezzi che il progresso presenterà per la divulgazione del pensiero.
Il demonio vuole che tutti i mezzi per diffondere il pensiero servano al male, all’errore, alla superbia, all’ateismo. Il Signore vuole che tutti questi mezzi, che sono doni di Dio, servano invece alla verità, alla santità, alla salvezza delle anime. Quindi oggi c’è una battaglia tra quelli che vogliono pervertire l’uso di questi mezzi adoperandoli per il male, e dall’altra parte quelli che intendono utilizzare questi mezzi per la salvezza, per il Vangelo, per Dio, perché venga cioè santificato il nome di Dio, perché venga ad estendersi il regno di Gesù Cristo, perché sia fatta la volontà di Dio come in cielo così in terra.
Fermiamoci di più questa mattina sull’apostolato: che cosa sia l’apostolato. L’ufficio vostro, come
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Figlie di San Paolo, è questo: diffondere la verità. Avete da compiere nello spirito paolino quello che nostro Signore Gesù Cristo desidera: che tutti gli uomini arrivino alla verità, perché Dio vuole tutti salvi e per essere salvi devono conoscere la verità, quella dottrina cioè che è contenuta nel Vangelo e che è insegnata dalla Chiesa. Il vostro ministero, quindi, è un ministero paolino. Quale fu l’ufficio di S. Paolo? Precisamente questo: diede al mondo ciò che aveva ricevuto da Dio, da Gesù Cristo. E che cosa aveva ricevuto da Gesù Cristo? La luce. La luce che rifulse al suo spirito quando egli fu atterrato sulla via di Damasco e udì le parole: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». «E chi sei tu?». «Sono Gesù, colui che tu perseguiti»2. Egli allora conobbe la verità, la meditò profondamente e Gesù Cristo stesso fu il suo maestro. In seguito andò ramingo per la terra, avendo ricevuto l’ufficio e la consacrazione speciale quando Iddio aveva fatto sentire la sua voce alla cristianità di Antiochia: «Mettete da parte Paolo e Barnaba per l’opera a cui li ho destinati»3. I sacerdoti e i ministri della Chiesa di Antiochia, dopo digiuni, imposero le mani su Paolo e Barnaba e li mandarono nel mondo4. E Paolo andò e compì i suoi lunghi e ripetuti viaggi. E non erano viaggi di piacere! Erano viaggi di dovere, di missione. «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi»5, disse Gesù Cristo. «Andate, dunque, e predicate e insegnate a fare quanto vi ho detto, e battezzate nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo»6. Paolo andò, non si arrestò. E trovandosi a Roma, [da] codesta città scriveva: «La parola di Dio però non è incatenata»7. Ed ecco che per mezzo delle sue lettere egli fece sentire la sua voce
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lontano, lontano. Questo preludeva all’apostolato vostro.

Che cosa, dunque, il Signore vi ha eletto a fare? Il Signore secondo la vostra condizione vi ha eletto a portare la parola di Dio nel mondo, come fece S. Paolo. Secondo la vostra condizione, che però nella Chiesa è elevata, perché da una parte scrivete e dall’altra parte voi stampate e diffondete. E perciò la Paolina ha da conoscere bene la dottrina cristiana, amarla, sentirla e, dopo averla meditata, fissata sulla carta e moltiplicata per mezzo delle macchine, diffonderla nel mondo con i mezzi di propaganda. È un ufficio simile a quello di Maria:dare Gesù Cristo al mondo. È un ufficio verginale e quanto più c’è purezza, tanto più c’è efficacia. È un ufficio di carità e quanto più avete la carità nel cuore, tanto più sarete industriosenell’apostolato. È un ufficio faticoso e quanto più ci sarà fervore nell’anima, tanto più ci sarà forza. È un ufficio che non ha confini, non ha che i confini del mondo e cioè il numero degli uomini che ci sono oggi, due miliardi e mezzo, all’incirca. Quante nazioni non hanno ancora sentito la vostra parola! È vero: «In omnem terram exivit sonus eorum et in finem orbis terrae verba eorum»8. Questo ministero della diffusione della dottrina di Gesù Cristo è iniziato con gli Apostoli, e continua oggi con la Chiesa per mezzo dei suoi missionari e per mezzo vostro.
Anche voi potete come la suora missionaria insegnare al bambino i primi elementi della dottrina cristiana, voi portate la parola di Dio ovunque, su tutta la terra, in ogni famiglia, in ogni diocesi, in ogni nazione, ad ogni individuo, come diceva Pio X9: «Ai piccoli portare il catechismo». I piccoli non sono soltanto i bambini, ma tutti quelli che sono
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ignoranti nelle cose della fede: il popolo e spesso anche le persone colte che, pur conoscendo tante dottrine, non conoscono gran che della dottrina dell’unico Maestro che è Gesù Cristo. Siete chiamate a portare questa dottrina, la quale non è un ricordare puramente i dogmi e le verità, si devono sì predicare le verità e i dogmi della fede, ma nello stesso tempo si deve dare la morale, cioè l’insegnamento pratico, quello che dobbiamo schivare: il peccato contro i comandamenti della legge di Dio; quello che dobbiamo fare: cioè l’osservanza dei comandi, l’osservanza della virtù, onde arrivare a compiere la volontà di Dio. Predicare, portare insieme i mezzi di grazia, far conoscere i sacramenti, specialmente la santa Messa, la Comunione, il Battesimo, la Penitenza, far conoscere la preghiera, tutte le divozioni che la Chiesa approva e raccomanda ai fedeli, far conoscere tutto e arrivare quindi a dare Gesù Cristo come l’ha dato Maria Vergine. Presentare a tutto il mondo Gesù e presentarlo come è: Via, Verità e Vita per tutti gli uomini i quali non avranno altra via di salvezza che per mezzo di Gesù Cristo: «In quo salus, vita et resurrectio nostra, per quem salvati et liberati sumus»10. Tutti per Gesù Cristo attraverso la Chiesa che è il suo corpo mistico.
Quale missione vi ha affidato il Signore! È una missione elevata ed entusiasmante! Vi sono suore che si dedicano alla beneficenza, ai bambini, ai poveri, ai vecchi, agli infermi, agli ospedali e curano i corpi, ma la vostra non è come quella delle suore che compiono già una missione così grande: curare i bisognosi, missione che è collegata con l’opera del medico. La vostra è collegata all’opera del sacerdote e siete così collegate che dovete scrivere, ma sempre
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con l’approvazione del sacerdote; potete diffondere, ma affiancando l’opera del sacerdote; e potete collaborare con il ministero, la missione sacerdotale per condurre gli uomini a ricevere i sacramenti, cioè indicare nei sacramenti le vie della salvezza. Possiamo dire che solo a Dio era possibile inventare una missione così alta per la donna. E Gesù Cristo l’ha attuata unendo la sua vita di Redentore con la vita della corredentrice Maria.
Che cosa siete? Vorrei dire diaconesse, vorrei dire sacerdotesse, nel modo con cui si parla di Maria. Adunque, riconoscenza al Signore che vi ha dato questa missione. Chiedere perdono se in qualche momento di scoraggiamento non l’avete apprezzata come si doveva e vi siete un po’ sconfortate e un po’ arrestate, o almeno avete rallentato il corso. Domandare al Signore che moltiplichi le vocazioni e che dia alle vocazioni santità, zelo, spirito religioso, sapienza e fedeltà fino alla morte, onde siate compartecipi della gloria che godono gli Apostoli in paradiso, perché anch’essi hanno fatto bene ed insegnato bene, perciò doppio premio.
Allora parliamo della propaganda. La propaganda chiamasi l’ufficio delle postine di Dio. Queste possono paragonarsi agli angeli buoni che vanno appresso agli uomini e si curano di essi, suggeriscono buoni pensieri e danno buone ispirazioni. Così voi andate a portare la parola di Dio, date tante volte buoni consigli e soprattutto lasciate il profumo del bene, l’esempio della virtù religiosa11. Ricordare due sorte di propaganda, specialmente quella per mezzo della libreria e quella collettiva. Si è già parlato molto di quella nelle famiglie e tutto ciò che si è detto è confermato.
Ora parliamo della
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propaganda dalle librerie. Sì, la libreria è un centro di diffusione del pensiero cristiano. «Di qui voglio illuminare»12 si può scrivere in ogni libreria, o meglio mettere nella libreria l’immagine del Maestro divino e scrivervi sotto quelle parole, o le altre: «Io sono la Via, la Verità e la Vita»13.
Nei giorni passati sono stato in Alba, Casa Madre, ove si è fatta la festa ai Maestri, volendo ricordare il Maestro divino. Si sono celebrate funzioni solenni e si sono fatte adorazioni solenni. Ora, ecco nella libreria voi diventate tutte maestre, come nella propaganda, specialmente nella collettiva. Che cosa richiede allora la libreria? Prima di tutto richiede lo spirito soprannaturale. Io non vado a vendere penne e pennini e quaderni e altre cose simili, quella è una cartoleria, io vado nella chiesa dove si dispensa la dottrina di Gesù Cristo, io vado nella libreria che è un centro di luce. Io ricevo le persone, non come clienti, ma come anime da salvare, persone da illuminare, consolare. [Quindi] spirito soprannaturale, intenzioni rette! Abbiamo a volte misurato scioccamente il lavoro della librerista dalla somma che porta a casa? Questo lavoro va considerato bene; considerate ciò che si è fatto per le anime.
Quando si vede arrivare una persona in libreria, guardarla con un certo sguardo, non dal come è alta o bassa, ma con spirito soprannaturale. Considerare i bisogni di quell’anima con spirito soprannaturale e amore. La fede può farvi vedere di più: un’anima, [come] guardando l’Ostia voi non vedete Gesù, ma ci credete.
Amore alle anime per le quali [Gesù] si è sacrificato. Voi avete [davanti] delle anime, e vi sacrificate per loro qualche volta? Voi pure vi sentirete di sopportare certe difficoltà e di rispondere a certe obiezioni, ma possiamo dire, da una parte, preparatevi, e dall’altra
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fidatevi di Dio. Dio dà la parola a colui che evangelizza.
L’ufficio della librerista richiede istruzione. Esteriore? Può essere [anche] riguardo a molte cose. [Bisogna] conoscere ciò che si ha in mano e conoscere le persone. Allora proporzionare il libro, il periodico ai bisogni delle persone. Ecco le cose da imparare! Vi è una varietà di produzione: conoscerla, adattarla a ogni sorta di necessità.
Conoscere ciò che si ha in mano. Questo richiede che la suora non si curi troppo dei passi, dimenticando la testa, ma sia una propagandista sapiente. Leggere quello che avete in mano non è possibile, ma leggere una recensione, sì.
In secondo luogo, molto importante è saper distinguere le categorie di persone: vi sono persone che hanno bisogno di penetrare i mezzi di grazia come la Messa, la Comunione, ecc., vi sono persone ignoranti, persone in stato di crisi, persone che hanno bisogno d’istruzione cristiana, liturgica. Arrivare a capire lo stato delle anime. Non sempre il malato sa quello di cui ha bisogno. Voi dovete essere i medici delle anime.
Quanto poi al modo di stare in libreria, voi avete sentito molte cose. Lo zelo, la prudenza, la delicatezza di coscienza, la pietà, sono le virtù della librerista.
Fate progressi [nell’apostolato], onde si possa dire: si trova miglioramento, va bene. Le librerie si devono rinnovare. Come cerchiamo di fare le chiese più adatte alla preghiera, così dobbiamo cercare che le librerie siano sempre più adatte alla predicazione. Librerie belle, non inferiori ai negozi umani.
Elevarci!
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1 Meditazione tenuta a Roma l’11 marzo 1955, probabilmente durante un corso di Esercizi, come si deduce dal contesto.

2 Cf At 9,4-5.

3 Cf At 13,2.

4 Cf At 13,3.

5 Cf Gv 20,21.

6 Cf Mt 28,19.

7 Cf 2Tm 2,9. Paolo si trova a Roma durante la seconda prigionia.

8 Cf Sal 19,5: «Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola».

9 Originale: Pio XI . Le curatrici ritengono che probabilmente si tratti di Pio X. Cf Lettera enciclica Acerbo nimis, sull’insegnamento della dottrina cristiana, 15 aprile 1905, Acta, vol. II, pp. 69-84, in Enchiridion delle encicliche , vol 4, EDB, 1998, nn. 98-104. Don Alberione visse il problema della catechesi in prima persona e vi si preparò in modo notevole. È inoltre significativo che il piccolo germe dellaFamiglia Paolina vede la luce il 20 agosto 1914, giorno della morte di Pio X e che“il primo lavoro della Scuola Tipografica fu un catechismo, alla compilazione delquale lavorò lo stesso Don Alberione”. Cf Rolfo L., Don Alberione, Ed. Paoline 1974, p. 85.

10 Cf Gal 6,14: «…Gesù Cristo: egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione.Per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati». Cf Antifona di Introito, Messa del 14 settembre, Esaltazione della santa Croce.

11 Risonanza delle Beatitudini delle propagandiste. C f CVV 118.

12 Cf AD nn. 151-154.

13 Cf Gv 14,6.