Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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FASCICOLI - 1966
Aprile 1966
Parole del Rev.mo Primo Maestro in risposta agli auguri per il suo onomastico1
Vi ringrazio non tanto delle parole, quanto dei fatti. I fatti dicono e parlano più efficacemente.
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E' utile questo esame che avete fatto dell'anno passato: c'è da ringraziare il Signore.
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Domani è la festa di san Giuseppe: egli non ha fatto cose esteriormente meravigliose, ma è il primo santo dopo la Vergine.
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So che si è accettato con piacere la mezz'ora di preghiera in più ogni giorno. Bisogna che questa porti alla vita interiore: è una mezz'ora per la interiorità. San Giuseppe non fu un apostolo, un pontefice, un martire: che cosa lo ha portato alla gloria del cielo? La vita interiore.
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Ora facendo la proposta di mezz'ora di preghiera in più ogni giorno, si ha appunto questo fine: che si realizzi l'interiorità.
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Vi è oggi una tendenza (parlo in generale) ad una certa attività. Ma questa attività deve procedere dall'intimo: quando c'è la vita interiore, di conseguenza vengono i risultati dell'attività esterna.
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Allora curare la vita interiore. Educare a meditare, intimamente e personalmente.
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Interiorità è capire la voce di Dio. Chi per es. penetra bene le beatitudini? Chi ha vita interiore.
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Poi ricordare che il primo libro da leggersi è la Bibbia e specialmente il Vangelo.
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Un'altra cosa. Ricordo che la Prima Maestra Tecla un giorno mi aveva detto: "Mi chiamate Maestra, ma io che cosa sono? ". Ci si potrebbe infatti domandare: perché chiamare Maestra chi è a capo di una casa?
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Vedete: siete tutte Maestre, perché maestra è colei che insegna, e insegnate tutte. Insegnano le propagandiste, insegna chi fa redazione, chi fa la parte tecnica, chi cura la diffusione. Si porta la parola di Dio e si cerca di farla entrare nella maniera che è più opportuna, con quella saggezza e delicatezza che può renderla accetta: tutte contribuiscono a questo. Tante volte è più utile il foglio della predica, perché con il libro e con foglio si riflette, si pensa, si medita; invece molte volte la parola predicata viene facilmente dimenticata.
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Considerarsi quindi sempre più maestre nel portare la parola di Dio. Gesù è stato il Maestro e ha insegnato tutto quello che leggiamo nel Vangelo; e molte cose che non sono scritte nel Vangelo, le abbiamo nella Tradizione.
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Comunicate quello che Gesù ha comunicato alla umanità. La sua parola non deve morire; dobbiamo tenerla viva, diffonderla, e quindi si deve curare in particolare la diffusione. Sì, la diffusione. Per la diffusione ci sono molte difficoltà e molto sacrificio certamente; ma il premio sarà grande, molto grande.
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Diventate maestre: maestre di vita interiore, capaci di portare la parola di Dio alle anime.
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Anzitutto riempire il vostro cuore. Come il vaso quando è pieno d'acqua si riversa, così il cuore quando è pieno di Dio, riversa questa pienezza sugli altri. E noi la riversiamo con i mezzi che il Signore ci ha dato: ossia la stampa, il cinema, la radio, la televisione, il disco. Quindi:
1) Ricordate bene che la mezz'ora di preghiera in più è per il lavoro interiore, per stabilire una interiorità che vada contro la tendenza alla esteriorità che oggi si nota, non dico tra voi, ma in generale. Alla liturgia si dà tanta importanza, e va bene; ma quello che vi è nella liturgia, deve essere approfondito; deve esserci il lavoro interiore.
2) Siate Maestre. Alcune diranno: " Io sono in cucina". Ma è l'Istituto che insegna; si insegna tutte assieme, perché l'Istituto compie la sua missione nel complesso, e non si può dire che abbia maggior premio chi porta il libro, rispetto a chi deve fare la pulizia in casa.
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Imitare l'interiorità di san Giuseppe, il primo santo dopo la Vergine; poi lavorare per portare alle anime la parola di Dio.
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Essere veramente Maestre: sentirsi così. Si risolve questo considerando le Costituzioni, quando si arriva ai capitoli in cui si parla dell'apostolato (capo XII, 251 a 298).
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Abbiate quindi un pensiero per tutte le Case che si sono aperte in questi ultimi anni, in cui si lavora con tanto fervore: pregare perché andando nelle varie Nazioni si porti il calore spirituale che la Congregazione possiede.
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Volevo dire solamente le due cose, che ho detto, ma aggiungo anche ciò che ho sempre in mente e tengo presente specialmente quando mi preparo a celebrare la S. Messa: le vocazioni. Domando sempre al Signore: a) che entrino vocazioni; b) che siano formate e si lascino formare bene; c) che ogni membro si santifichi e si santifichi l'apostolato.
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Chiedete queste quattro grazie: le vocazioni, la buona formazione, la santificazione religiosa-paolina di tutti i chiamati e dell'apostolato. L'apostolato sia fatto bene e sempre più ampiamente.
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Che non ci sia solo il lavoro della ricerca delle vocazioni: ma portarle poi alla santità religiosa e all'apostolato per mezzo di una buona formazione.
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1 Stampato in RA, marzo-aprile 1966, pp. 1-2. C'è la registrazione.