Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno 6 - N. 1 - 15 Gennaio 1924 - Bollettino mensile - Conto corrente colla Posta

UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA


OPUS FAC EVANGELISTAE (II Tim. IV 5)



Statuto Unione Cooperatori Buona Stampa


1. È costituita in Alba, sotto la protezione di S. Paolo una UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA.
2. Suo scopo è il favorire la Buona Stampa.
3. Mezzi: a) Preghiere; b) Offerte; c) Opere (scrivere, diffondere la Buona Stampa, combattere la cattiva).
4. L'Unione ha per organo il Bollettino: SAN PAOLO.
5. L'Unione ha la sua Sede presso la Pia Società S. Paolo - Alba.
6. La festa patronale si celebra la festa successiva al 29 giugno.

NORME


1. Possono aderire all'Unione tanto gli Individui che le Associazioni (Casse Rurali, Circoli, Parrocchie, ecc.)
2. Inscrivendosi sarà utile dichiarare con quale mezzo si intende cooperare alla Buona Stampa.
3. Il giorno della festa tutti i Soci si accosteranno alla Comunione. Nelle Parrocchie sarà molto bene che venga promossa una Comunione generale, predica o conferenza sulla Buona Stampa. Se i Parroci lo credessero utile potrebbero stabilire la festa in dicembre per favorire maggiormente gli abbonamenti alla stampa cattolica. Gli ascritti partecipano al frutto di 1000 Messe che ogni anno si celebrano nella Chiesa della Scuola Tipografica.
4. Nella Cappella della Pia Società S. Paolo si celebra ogni 1° lunedì del mese una funzione per tutti gli ascritti.
5. Per i Soci defunti si faranno speciali preghiere.
6. Data la possibilità, saranno promosse conferenze, riunioni, convegni, aiutate pubblicazioni, fatti abbonamenti, biblioteche popolari, ecc.
7. Agli ascritti si consegnerà l'immagine di S. Paolo con la preghiera da recitarsi spesso per la Buona Stampa.

Tenuto conto dell'urgenza di favorire la Buona Stampa, approvarono la proposta Unione, augurando che essa trovi molti aderenti:
+ GIUSEPPE, Vescovo di Alba - + AGOSTINO, Cardinal Richelmi, Arcivescovo di Torino - + PIETRO, Card. Maffi, Arcivescovo di Pisa - + UMBERTO, Vescovo di Susa - + GIUSEPPE, Vescovo di Cuneo - + CELESTINO, Vescovo di Trento -+ ANGELO, Vescovo di Trieste - + TRIFONE, Vescovo di Parenzo - + IGNAZIO, Arcivescovo di Salisburgo - + ENRIQUEZ, Arcivescovo di Puebla. - + FRANCESCO BORGIA, Vescovo di Gorizia


ALBA — Scuola Tipografica Editrice — ALBA

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PIA SOCIETÀ S. PAOLO


CHE COSA È? È un istituto di persone viventi a modo dei religiosi e consecrato all'opera della B. Stampa considerata come apostolato accanto alla predicazione. Essa ha aperta da dieci anni un seminario per la formazione dei sacerdoti ed operai, per la B. Stampa.
SI PUÒ DIVENIR SACERDOTI? Sì, i giovani che lo desiderano possono fare tutti i corsi come Seminaristi e ascendere al Sacerdozio, mentre si dà loro una coltura per essere anche scrittori e dirigere le opere di stampa. Nello stesso tempo occupano parte del loro tempo nell'apprendere ed esercitare l'arte tipografica.
MA COME E PERCHÉ? Perché c'è tempo a tutto - e, se mai non riuscissero o non volessero più continuare lo studio, avrebbero certo un'ottima professione: la Tipografica.
QUANTI ANNI SI RICHIEDONO? Come per gli studi in un Seminario ben ordinato.
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ED I SEMPLICI OPERAI? Hanno un corso teorico-pratico di arte tipografica con le macchine e i metodi più moderni; in modo che nel corso di cinque anni possono riuscire ottimi operai, compositori, impressori, linotipysti, monotipysti ecc.
E DOPO GLI STUDI? I sacerdoti, che si sentono chiamati, sono ammessi a fare le promesse di vivere la vita di religiosi, consacrando la loro vita all'opera della Buona Stampa, come scrittori, maestri, direttori, ecc.
E QUANDO GLI OPERAI SONO FATTI? Sono ammessi ad aggregarsi alla Casa per condurre vita religiosa, lavorando per la Buona Stampa.
COME SI TROVANO IN CASA? Il vitto sano e abbondante uso famiglia: hanno pietanza a pranzo e cena, pane e minestra a volontà.
Educazione paterna, basata sui principii religiosi.
L'orario distribuito in modo da passar bene dallo studio al lavoro, alla preghiera, alla ricreazione, al riposo, al passeggio.
Abitazione costruita appositamente in questi ultimi anni secondo le buone norme di igiene; situata a cinque minuti dalla stazione, unita alla città ed aperta alla campagna.
LA RETTA MENSILE? Gli alunni studenti od operai pagano: L. 50 di entrata che non si restituiscono più anche se il giovane si ferma un solo giorno; inoltre pagano L. 30 mensili per i due primi anni e L. 20 mensili per il terzo anno: in seguito sono tenuti gratuitamente. Però restano sempre a carico dei parenti (per gli studenti fino a studi compiuti e per gli operai fino al quinto anno compiuto) il vestiario, biancheria, bucato, rammendatura, libri, medico.
E LE CONDIZIONI DI ACCETTAZIONE? Undici anni compiuti.
Attestato di terza elementare (proscioglimento).
Attestato di nascita, studio, Battesimo, Cresima, vaccinazione, buona condotta e sana costituzione.
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Come si vede l'opera non è un ricovero, ma un Seminario per formare i (sacerdoti o laici) e gli operai della Buona Stampa: spesso giovano assai le cosidette vocazioni tardive. In ogni caso occorre che i giovani mostrino inclinazione alla vita religiosa: diversamente non si devono inviare perché chi non dà segni di vocazione alla vita religiosa viene rimandato.
I RR. Parroci sono pregati a cercare le vocazioni e spiegare chiaramente ai genitori lo spirito ed il fine della casa prima dell'ammissione
. Sono esclusi gli orfani di entrambi i genitori, gli orfani di guerra e gli illegittimi.
Per schiarimenti e domande scrivere al T. Alberione Giacomo, Pia Società S. Paolo. Alba.
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UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV - 5)


Ai Cooperatori Buona Stampa

Buon anno!! anno di grazie del Signore, a tutti!
Natale con i tuoi! dicono tutti. Cioè nell'occasione delle feste Natalizie e di Capo d'anno si riunisce tutta la famiglia attorno al padre, al focolare domestico, alla mensa comune. Si riuniscono anche i membri che dagli studi, o dal commercio, o dalle occupazioni erano stati costretti a separarsi.
Anche la famiglia della Pia Società S. Paolo, la grande famiglia dei Cooperatori della Buona Stampa si sente in questi giorni unita di cuore, raccolta innanzi a S. Paolo ed alla Culla di Betlemme. E partecipino tutti delle grazie particolari di Gesù Bambino, delle Benedizioni speciali di S. Paolo! I cuori di tutti ho raccolto e presentati a Gesù Bambino nel momento solenne della Messa di Mezzanotte: per tutti si è pregato.
Si chiude un anno. Due dei nostri ci hanno lasciati, sono volati al cielo: Benso Delfino e Piazza Agostina; della famiglia dei Cooperatori parecchi! fra cui alcuni dai quali abbiamo sentito più dolorosa la separazione.
Il Signore ci ha consolato assai: cinque fra i nostri Chierici sono divenuti sacerdoti: la famiglia delle Figlie di S. Paolo è salita a sessanta, la famiglia maschile a duecento persone.
L'opera delle Mille Messe si è allargata: oltre ottomila nuovi iscritti e buone radici sta gettando anche all'estero, specialmente nell'America.
I settimanali diocesani hanno trovato ostacoli nella anormale situazione presente, ma hanno migliorata assai la edizione sia dal lato tecnico che redazionale.
I bollettini parrocchiali sono divenuti sempre più apprezzati e il loro numero è aumentato assai mentre accenna sempre più a salire: cento parrocchie, disseminate in tutte le regioni d'Italia, sentono la parola buona che essi volano come angeli a recare.
Le biblioteche circolanti cattoliche sono cresciute di un centinaio: l'Associazione Generale delle Biblioteche ha continue adesioni e richieste; mentre è andata arricchendosi di volumi nuovi ed ha acquistato nuovi scrittori.
I depositi rivendite di libri buoni e oggetti religiosi, dietro le larghe esperienze fatte, sta entrando quasi in una fase nuova per corrispondere sempre meglio alle domande dei RR. Parroci che trovano in questa iniziativa soddisfatto un loro giusto desiderio.
La nostra Tipografia ha migliorato parecchio la produzione.
Una iniziativa specialissima dobbiamo ricordare: la SOCIETÀ BIBLICA venne iniziata ed ha subito incontrata approvazione larga e larghi favori. Si inizia l'opera con un'edizione del S. Vangelo di quarantamila copie: e confidiamo nella misericordia di Dio che il motto che ha scelto «il Vangelo in ogni famiglia» voglia diventare presto realtà.
Una larga propaganda, sotto forma, di calendari, di giornali, di cartoline è stata iniziata per combattere la bestemmia

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diventata così comune nelle pur cristiane nostre popolazioni.
Lo studio e lo spirito nella Casa hanno aiuto, un miglioramento notevole e la famiglia dei nostri Cooperatori si è molto estesa, anche in vista degli speciali favori spirituali concessi dalla S. Sede. Dio sia benedetto!
L'anno nuovo si apre con larghe visioni di bene da compiere, con una sempre più chiara convinzione della nostra meschinità e con una fiducia sempre più serena nella dolce Provvidenza.
Oh! quante grazie, quanta luce, quanta forza attendiamo e riceveremo! tutto, giorno per giorno, per l'anima e pel corpo la Divina Provvidenza ci darà.
Dai nostri Cooperatori aspettiamo: sempre più largo aiuto di preghiere, essendo la preghiera tutto
soccorsi che ci mettano in grado di accogliere più numerose vocazioni e diffondere la luce della verità;
cooperazione nel diffondere le iniziative della Società S. Paolo.
Seguiamo giorno per giorno i progressi che la Divina Grazia va facendo nei cuori per cui l'opera della Buona Stampa vien sempre più conosciuta come «diffusione del Vangelo» e come tale soccorsa e aiutata.
Che la grazia si allarghi e penetri ovunque con dolce violenza nelle menti e nei cuori.
Per nostra parte ai Cooperatori e Benefattori preghiamo costantemente ogni giorno due grazie: Salvezza dell'anima, liberazione dal purgatorio: e aggiungiamo «tutti quei beni temporali che servono ad accrescere i beni spirituali».
I vostri bisogni li ho posti tutti nel calice della Messa del primo dell'anno, o Cooperatori fedelissimi e carissimi; ogni giorno 250-300 persone faranno nel corso dell'anno la S. Comunione per i Benefattori; in undici Messe quotidiane sarete ricordati; mille SS. Messe si applicheranno per voi.
Anno nuovo, nuovo lavoro pel cielo, per l'eternità: non ci sfugga un momento. La benedizione del Signore discenda sopra di voi e vi rimanga per sempre,

aff.mo in S. Paolo
SAC ALBERIONE GIACOMO

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Sono tale per la grazia di Dio
Prima fui persecutore... ora Apostolo


S. Paolo è una conquista della grazia, è una creazione della grazia. Aveva diretto la lapidazione di S. Stefano, perché non aveva ancora l'età sufficiente per lanciar pietre e perché a lui non bastava tirar pietre con le sue mani; voleva essere in mano di tutti, e aver in mano le mani di tutti: così poté incrudelire più di tutti.
La grazia l'aveva già scelto per Apostolo di Gesù Cristo; lo Spirito Santo glielo rivela più tardi, ed egli lo scrive con umiltà sincera e riconoscenza profonda: Voi avete sentito dire quale fosse una volta la mia condotta nel giudaismo: come oltremodo io perseguitava la Chiesa di Dio e la devastava: ma Dio mi aveva segregato fin dal seno di mia madre, e quando piacque a lui, e per sua grazia, mi chiamò, io non ho più preso consiglio dalla carne e dal sangue.
Ma intanto Saulo zelante del giudaismo, lottava inquieto contro la grazia di Gesù Cristo e divampava di furore contro di lui.
Il martirio di S. Stefano diede esca ad una persecuzione grande contro la Chiesa di Gerusalemme; Saulo ne era l'anima e l'esecutore più furibondo: egli entrava nelle case, trascinava fuori i cristiani, uomini e donne, li legava, li cacciava in prigione: Saulo devastava la Chiesa, come una belva.
Un anno dopo, Saulo era ancora spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore: erano gli ultimi, supremi sforzi di un'anima ribelle alla grazia, perché non credeva in Gesù Cristo, perché non lo conosceva nemmeno: ma la grazia era prossima al trionfo: Saulo aveva bisogno di luce, e poi il suo cuore sarebbe corso dietro Gesù: Dio si manifestò.
Gerusalemme era troppo angusta, anche la Chiesa di Damasco doveva essere devastata. Saulo chiede lettere di mandato al principe dei sacerdoti; le ha: e si sferra sul bianco destriero con alcuni satelliti alla volta di Damasco, a duecento chilometri.
E mentre io facevo strada, parla S. Paolo, e mi avvicinava a Damasco, sul mezzogiorno di repente mi sfolgoreggiò attorno una luce intensa: ed io sono caduto a terra ed ho udito una voce, che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?. Ed io ho detto: Chi sei tu, o Signore? e il Signore mi rispose: Io sono Gesù Nazareno che tu perseguiti: ed è cosa dura per te ricalcitrare contro lo stimolo della mia grazia.
Ed io pieno di tremore e di stupore soggiunsi: Signore, che cosa vuoi ch'io faccia? e il Signore riprese: Sorgi e va a Damasco e qui ti sarà detto quello che devi fare. Ed io mi feci condurre per mano a Damasco perché non vedevo più nulla. E venne a me Anania e mi disse: Saulo, fratello, apri gli occhi, Dio ti ha preordinato colla sua grazia a conoscere la sua volontà, a vedere Gesù Cristo, a udire la sua voce; e tu sarai a lui testimone presso tutti i popoli. Ed ora che aspetti? Sorgi, ricevi il battesimo, invoca il suo nome, lava i tuoi peccati.
Il trionfo era compiuto, la conquista era stata fatta; Gesù aveva illuminato, aveva rimproverato la resistenza dello spirito all'azione della grazia; Saulo era di Gesù Cristo; il cuore di Saulo diventava il cuore di Gesù Cristo.
Sant'Agostino descrive a questi tratti la più grande conversione:
L'Apostolo Paolo da persecutore dei cristiani diventa un banditore del Vangelo; Gesù Cristo prostrò il persecutore per farne un dottore della Chiesa: l'ha percosso e sanato: l'ha ucciso e vivificato: al mattino è un lupo rapace, e alla sera mansueto distribuisce il cibo.
È ormai lo strumento eletto da Dio per l'evangelizzazione dei gentili: l'Apostolo
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che dirà: La mia vita è Gesù Cristo, chi vive in me è Gesù Cristo e tanto soffrirà per lui.
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S. Paolo davanti agli Ebrei e al Re Agrippa e nelle lettere ai Romani, ai Corinti, ai Filippesi, a Timoteo, ricorda e descrive la sua conversione Io ho perseguitato la Chiesa di Dio; e ciò mi poteva essere un guadagno, ma io la stimai una perdita. Egli tutti incoraggia e a tutti dice con riconoscenza che è una conquista della misericordia e della grazia di Dio: e a questa misericordia di Dio rende grazie e scioglie l'inno di amore. Iddio mi ha amato: da lui ho ricevuto la grazia della conversione e dell'apostolato; e la sua grazia io non l'ho rigettata.
A lui che mi ha confortato, io rendo grazie: a Gesù Cristo Signore nostro poiché mi ha stimato fedele, ponendomi nel suo ministero: io che prima fui bestemmiatore, persecutore, contumelioso; ma ho conseguito misericordia, perché ho operato nell'ignoranza o nella incredulità: e la grazia del Signore ha sovrabbondato in me.
Parola di fede e degna di ogni accettazione: che Gesù Cristo venne in questo mondo per salvare i peccatori, di cui io sono il primo, ma per questo ottenni misericordia da Gesù Cristo, perché potesse mostrare in me primieramente tutta la sua pazienza e per conforto di coloro che crederanno in lui.
Ed ora al Re dei secoli, immortale, invisibile, al solo Dio onore e gloria nei secoli dei secoli.
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La grazia di Dio divenne la leva dell'apostolato di S. Paolo; sulla grazia si fondava, per edificare, per lavorare, per santificarsi. Non l'uomo che corre conta; ma Dio, che usa misericordia.
Io sono il minimo degli Apostoli, che non sono degno di essere chiamato Apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio, ma per grazia di Dio son quello che sono: e la grazia di Dio sempre in me rimane: e la grazia di Dio in me non è stata infeconda.
S. Paolo è il santo delle anime generose.

I PAOLINI DEI TEMPI APOSTOLICI


S. Timoteo - 24 Gennaio

È stato il discepolo prediletto di San Paolo. Il suo nome vuol dire: amo Iddio. Nacque a Listri nella Licaonia, dove l'Apostolo fu lapidato e abbandonato sotto un monte di pietre. Il padre di Timoteo era pagano, la madre e la nonna giudee. La grazia di Dio lo lavorò fin da principio. La madre Eunice e la nonna Loide; si erano convertite presto alla fede, che professavano con edificazione, e di cui nutrivano il piccolo Timoteo. S. Paolo ricorda con commozione, e loda la pietà di queste due donne ed esorta più tardi Timoteo, fatto Vescovo, di mantenerla sempre viva nel suo cuore. Iddio premiò il lavoro di educazione di questa santa mamma, e di quella santa nonna, e Timoteo deve a loro se fu istruito nelle scritture fin dall'infanzia. A questa istruzione avuta fin dai primi anni fu motivo a S. Paolo di intima compiacenza, che l'Apostolo volle manifestare al Discepolo, perché le Sacre Scritture lo avrebbero condotto a salvezza.
A Listri, nel suo primo viaggio, San Paolo abitava presso la famiglia di Timoteo. Qui conobbe quel fanciullo, vi lesse fino al fondo del cuore il lavoro della grazia, prese a volergli bene, lo battezzò, e lo chiamava poi il mio diletto figlio nella fede. Timoteo aveva 15 anni. In occasione del suo battesimo diede davanti a molti presenti testimonianze assai belle della fede; e pure davanti a molti presenti S. Paolo fece a quel figliuolo speciali raccomandazioni.
Quando l'Apostolo arrivò la seconda volta nella Licaonia, Timoteo si era manifestato un cristiano di tale tempra e virtù, che i fedeli ne parlarono con ammirazione a S. Paolo; ed egli lo volle suo compagno di missione. Che fortuna e che grazia per la sua mamma! Acciocché però il nuovo missionario, che era figlio di padre gentile, potesse avere più facile adito presso gli ebrei, lo circoncise, quindi lo prese seco per il viaggio nella Troade e nella Macedonia.
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Subito dopo la circoncisione a 20 anni fu consacrato Vescovo: e quella sacra cerimonia fu accompagnata con voci profetiche. Timoteo prese parte alla fondazione della Chiesa di Tessalonica (Salonicco); esulò con S. Paolo a Berea, indi lo seguì ad Atene: di qui l'Apostolo lo mandò a Tessalonica per confermare nella fede i fratelli.
Portò buone notizie di quella Chiesa all'Apostolo che si trovava a Corinto, dove condivise con lui altre fatiche. Nel terzo viaggio apostolico di S. Paolo, Timoteo fu mandato da Efeso nella Macedonia e a Corinto, donde portò al Maestro notizie dei partiti religiosi sorti in questa città. Di ritorno ad Efeso condivise i pericoli di S. Paolo per la sommossa idolatra di Demetrio, l'argentiere.
A 35 anni Timoteo era lasciato a governare come Vescovo la Chiesa di Efeso, la quale era, come diremmo ora, la metropolitana e primaziale di tutte le Chiese dell'Asia Minore. Timoteo fu di nuovo con S. Paolo a Corinto e lo accompagnò poi a Gerusalemme. Lo troviamo pure a Roma durante la prima prigionia e S. Paolo se lo associò nella iscrizione delle lettere ai Filippesi, ai Colossesi, e a Filemone.
Quando S. Paolo fu rimesso in libertà il Discepolo lo accompagnò nella missione di Spagna, promessa nella lettera ai Romani; quindi nella visita a Gerusalemme, promessa nella lettera agli Ebrei. Ritornò ad Efeso, e rimase alla cura della Chiesa, per dirigerla in un momento periglioso, nell'infuriare della eresia dei Nicolaiti.
S. Paolo, prigioniero a Roma la seconda volta, prossimo alla fine del suo corso mortale, chiamò a sé il discepolo prediletto, e Timoteo assisté l'Apostolo, il Maestro, il Padre nei suoi ceppi, e lo accompagnò al supplizio.
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Timoteo era di costituzione gracile, di natura timido, spesso malaticcio; pieno di spirito di sacrificio, di cuore generoso e affettuoso, e di amore tenero. La sua nota dominante è la fedeltà, la somiglianza, il grande affetto per San Paolo, il quale lo chiama "Figlio, figlio carissimo, diletto figlio nella fede, l'uomo di Dio nutrito di dottrina e di scrittura.
L'Apostolo aveva detto che la più bella e più necessaria dote del missionario di Dio è la fedeltà al Signore: e facendo l'elogio di Timoteo lo chiama il Vescovo, il sacerdote fedele nel Signore.
Ma l'elogio di Timoteo uscito dal cuore di S. Paolo e che più ci piace è questo: Io ho nessuno che come lui divida così bene i miei sentimenti e il mio animo e che si prenda cura di voi (fedeli) con più sincera affezione. Vi è nota la prova che egli ha dato di sé, mentre, come un figliuolo unito al padre, ha servito con me al Vangelo. Timoteo aveva sì bene imitati e seguiti gli ammaestramenti, la norma di vita, le intenzioni, la fede, la longanimità, la pazienza, l'amore, i patimenti e le persecuzioni del maestro, che sembrò a lui dato dal Cielo come conforto nei dolori, ed appoggio e sostegno nelle difficoltà.
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S. Paolo scrisse a Timoteo due lettere; lettere del padre al figlio, del maestro al discepolo; e che ogni sacerdote e ogni fedele leggerà con molto vantaggio.
Sono per esempio alcuni fiori di un ricchissimo giardino queste raccomandazioni: Io ringrazio Iddio, perché continuamente mi ricordo di te nelle mie orazioni giorno e notte; e sono memore delle tue lagrime e bramoso di vederti affine di essere ripieno di gioia... Tu intanto esercitati nella pietà; sii il modello dei fedeli; attendi alla lettura delle scritture; fuggi i capricci giovanili; onora i sacerdoti; bevi anche un po' di vino; e conquista la vita eterna a cui sei chiamato; osserva irreprensibile la consegna che ti ho affidato; evita la scienza di falso nome; risuscita la grazia dell'ordinazione; non arrossire delle mie catene; prendi vigore dalla grazia, e prega, ti scongiuro; lavora come un buon soldato di Gesù Cristo; sii un evangelista; vieni presto da me.
Dopo la morte dell'Apostolo, Timoteo ritornò a reggere la Chiesa di Efeso: e
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fu il compagno e l'amico di S. Giovanni Evangelista. Ad Efeso conobbe la Madre di Gesù, la S. Madonna; e poté discorrere con lei, pregarla da vicino, amarla come figlio, riposare sul suo cuore... Oh quante cose ha potuto udire da Maria! come ha potuto bene formarsi nella divozione a Maria! e con quanta efficacia poté predicare questa divozione ai fedeli! E anche egli che visse con Maria, ebbe la fortunatissima sorte di assistere, per miracolo, alla morte della S. Madonna.
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Durante la persecuzione di Domiziano, S. Giovanni fu relegato nell'isola di Patmos, e gli Efesini organizzarono una festa grandiosa in onore della loro Diana.
Il Vescovo Timoteo ne tenne lontani i cristiani e i catecumeni. I pagani si riempirono di sdegno, legarono il piissimo Vescovo, e lo vessarono con tormenti e ingiurie e lo uccisero a colpi di pietre e di bastone; era il 24 gennaio. L'anima sua si unì, coronata, a quella di S. Paolo in cielo. Timoteo è martire e santo.
Gli atti del martirio di S. Timoteo furono scritti dal suo successore S. Policrate. Di lui parlano con lode e Padri e Concili.
Nel 356 Costanzo fece trasportare le sue reliquie da Efeso a Costantinopoli nella Chiesa dei Ss. Apostoli.
La traslazione fu celebrata con tanta solennità che la Chiesa d'Oriente ne stabilì una festa il 3 maggio, mentre la festa del martirio è celebrata da noi il 24 gennaio.

Date alla Chiesa
un Missionario Buona Stampa


Sacerdos est alter Cristus: Il Sacerdote è altro Gesù Cristo. Il sacerdote ha la stessa missione di Gesù, quella di far conoscere la verità, la via vera che conduce al paradiso: il sacerdote rimette i peccati come li ha rimessi Gesù; nelle sue mani scende ogni mattina Gesù Cristo, che offre al Padre Celeste per tutti gli uomini.
Qual fortuna per una madre il poter dire: Quel sacerdote che tiene Gesù tra mani è mio figlio; quel sacerdote che distribuisce Gesù ai fedeli, è mio figlio: mio figlio è sacerdote!
Questa gioia, questa consolazione se la possono tutti procurare, anche quelle madri, quei padri che non hanno avuto dalla Divina Provvidenza, figli naturali.
L'hanno compresa questa missione molte persone a cui Dio usò misericordia; giulive di partecipare al bene che compie un sacerdote, ogni mese mandano il loro obolo per un Missionario B. Stampa, scrivono, s'interessano del loro chierichetto come di un loro figlio; nel Natale e capo d'anno molte mandarono la strenna e dolci al loro Missionario in erba che serba riconoscenza, amore come ad una seconda madre.
Oh! se fossero molti i padri e le madri che comprendessero il bene che è loro serbato concorrendo a formare un Missionario B. Stampa!
Vi sono persone, che privandosi di 30 lire al mese, non ne soffrono nulla mentre potrebbero procurarsi un bene immenso: sentano la voce del Signore queste persone e non si lascino sfuggire un'occasione di tanto bene.
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Perché la Stampa è forte

I giornalisti spagnoli, in occasione della visita del loro Sovrano a Roma, furono ricevuti in udienza dal Santo Padre; e il Papa, ai giornalisti cattolici di Spagna, parlò della stampa, del suo potere, della sua missione, della sua efficacia.
Poco fa in Francia Mons. Gaillard incatenò l'uditorio a meditare una verità: Il giornale forma lo spirito del popolo.
L'on. Mussolini a Torino scolpisce un discorso ai giornalisti, e l'impernia su questo punto: il giornale è una creatura che crea.
Primo de Rivera chiamò il giornale: La possente leva dal mondo.
Streseman in Germania cadde perché il popolo tedesco è stato debole contro le pressioni delle potenze e dei partiti, e s'affretta a chiamare a sé i giornalisti, a dichiarare loro le sue impressioni perché sostengano, loro che possono, il popolo tedesco. I Sovrani di Spagna vengono a fare visita al nostro popolo, e il capo del nostro governo informa i giornali del suo pensiero, perché i giornali lo manifestino in Italia e lo portino nella Spagna, e tutti lo conoscano per tempo, e l'opinione pubblica sia favorevole, e mediti i suoi giudizi sulle più delicate questioni di casa nostra.
La stampa è oggi il potere che vince. Rovesciano i troni, s'infrangono le dittature, si disfanno i blocchi, cadono i ministeri: il potere della stampa rimane, e guadagna; e suscita ere nuove per le nazioni, e crea nuovi governi, e nuove costituzioni agli Stati.
Il giornale è del popolo: educa il popolo: leva in su il popolo; e questa è l'ora dei popoli: delle sovranità popolari e delle organizzazioni popolari.
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Anche la Chiesa, nei più gravi periodi della sua storia, ha fatto leva sul popolo: contro gli imperatori tedeschi, contro i protestanti, contro i liberali e i modernisti: si organizzò, si istruì, si diede ordini al popolo.
Il Belgio da circa quarant'anni ha vinto la battaglia della scuola libera: la battaglia la vinse il popolo cattolico del Belgio; ma in quella piccola nazione, i giornali cattolici superano quelli di tutta l'Italia, e le massaie al marito, che lavora in campagna, portavano ogni giorno, assieme al pranzo, anche il giornale cattolico.
Chi va al popolo intende e afferra il segreto dei tempi.
Il popolo si conquista col giornale: intendiamolo il grande potere: non lasciamoci rubare il gran mezzo.
La fede si difende, si conserva, si fa penetrare nel popolo colla Buona Stampa; la Buona Stampa non sostituisce gli altri mezzi, ma è l'ausiliare, è il mezzo in mano ai pastori.
Chi fa della Buona Stampa è un evangelista; chi diffonde la Buona Stampa diffonde il Vangelo.

LIBRI GALEOTTI
e rito purificatore


A Verona i giovani cattolici, al cospetto di 2000 persone, fanno il falò di una catasta di libri perversi.
Verona dà per la terza volta l'esempio: la domenica 25 novembre, nonostante il tempo pessimo, si radunò nel grande cortile delle Stimate per assistere al terzo grande falò dei libri perversi; anima della festa fu il Cav. Amedeo Balzaro del Comitato Antiblasfemo, ed esecutori i giovani cattolici.
Meggiolano oratore ufficiale, ai numerosi convenuti, in un magnifico discorso disse il significato della cerimonia. L'on. Uberti, ai timorosi della libertà del pensiero, spiegò che la cerimonia non era intolleranza contro la manifestazione del pensiero umano, ma una squisita carità sociale, una purificazione di elementi di sociale intossicazione.
Il momento si riveste di tragico; il Cav. Balzaro tuona: Giù il cappello! e tutti si scoprono: fra il silenzio e la
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commozione Don Fantozzi pronuncia ad alta voce due volte il Requiem aeternam per le anime rovinate dalla lettura dei libri destinati al rogo. Tutti rispondono alla prece dei morti.
Quindi un giovane accende: la catasta di libri cattivi prende fuoco. Le fiamme invadono completamente quella stampa maledetta che viene distrutta e ridotta in cenere.
La musica intona la Marcia Reale e i giovani e la folla applaudono con entusiasmo alla riuscita solenne e grandiosa della cristiana protesta.
Prima dell'uscita avviene l'estrazione dei 10 premi della lotteria gratuita, ed è donato a tutti il calendario olandese Antiblasfemo.
La cerimonia che culminò nel rito luminoso è stata frutto di un lungo lavoro di ricerca e di raccolta; e di forte coraggio e di dolce persecuzione; e i residui saranno elementi fertilizzanti di bene morale e civile.
S. Paolo ieri, possiamo dire ieri, perché la fede ha una perpetuità continua: ieri S. Paolo in Efeso accatastava i libri blasfemi distruggendoli col fuoco.
Oggi si rinnova quel gesto; poiché venti secoli di civiltà non hanno smentito l'austera efficacia del rimedio, né tampoco consigliato ad indulgere verso le stampe men che oneste; ieri come oggi ed oggi più di ieri, esiziali all'elevamento della stirpe.
Non mezze misure, non presunzioni.
È sciagurato provvedimento quello di stralciare la pagina perniciosa o sgorbiare la vignetta lasciva e lasciare il libro, così mutilato, al giovane.
È stolta presunzione vantare di non sentire l'effetto di certe letture e di godere una certa impermeabilità e insensibilità.
È frivola presunzione invocare esigenze di studio per legittimare il rivangamento dei classici da cloaca o dei moderni del verismo ributtante. Grazie a Dio, la nostra letteratura antica e moderna ha sorgenti così copiose e così limpide da dissetare tutti gli aneli che con serietà ed onestà intendano lo studio.
Né si riabiliti il famigerato Dopo tutto, questo è la vita. È la vita? Si chieda la risposta alle anime che mancano di pace; e alle esistenze che si troncano o cessano disperate dicendo: Dopo tutto, questa era la mia vita. Per certi libri galeotti non è che il rogo.

Il santo falò di Tripoli

Da Tripoli riceviamo:
I giovani dei Circolo «Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata», diretto dai Fratelli delle Scuole Cristiane di Tripoli, da qualche mese erano intenti in una raccolta scrupolosa di libri, giornali e cartoline immorali; che purtroppo, abbondano in modo spaventoso nella nostra città, più, forse, che in quelle italiane.
È uno spettacolo veramente doloroso vedere le vetrine dei nostri librai e sopratutto ebrei, rigurgitare di tali prodotti di depravati ingegni italiani ed esteri. È l'unica merce che va a ruba, ed è la causa della rovina della nostra gioventù e dei militari.
I nostri giovani, con grande entusiasmo, si sono slanciati in questo nuovo genere di lotta ed hanno raccolto numerosissimi libri immorali, cartoline, riviste, che hanno servito per dare un diversivo alla festa dell'Immacolata, procurando il gradito spettacolo di un falò, che ebbe luogo domenica, 9 dicembre, dopo la Messa e Comunione generale, nel cortile della Scuola, alla presenza di 250 alunni.
Un fumo denso, seguito da fiamme nerastre si elevavano al cielo, mentre gli alunni e i giovani del Circolo, diretti dal direttore della Scuola, Prof. Cav. Albertino Berruti, cantavano in coro l'inno antiblasfemo ed il «Noi vogliam Dio».
Dopo un'ora non rimaneva che un mucchio di cenere, che portato via dal vento, si disperdeva per la città, come per dire a tutti, specie ai librai che, finalmente, nuove coscienze si agitano per la moralità in questa Tripoli, che fu un tempo terra di tanti martiri cristiani.
Verona e Tripoli insegnano...
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Che cosa è un Apostolo

È un'anima, un cuore tutto di Dio, che innanzi al S. Tabernacolo di Gesù si è acceso d'amore al Signore ed alle anime.
In questo amore pena perché non tutti amano il Signore, non tutti sono sulla via della salute. Vorrebbe tutti accendere, tutti salvare! Scorgendo che mezzo efficacissimo è la Stampa Buona esclama: vorrei bruciare la cattiva, coprire il mondo della Buona.
Come S. Alfonso aveva provato il gran valore della preghiera e ne scrisse un libro e nella prefazione disse: Io non ho questa possibilità, ma vorrei di questo libro farne tante copie quanti sono gli uomini e darne una a ciascuno.
E l'Apostolo della Buona Stampa può farlo più facilmente e vuole, ardentemente desidera farlo.

Un momento di riflessione

Non è tanto raro di vedersi attorno, nella famiglia, nel paese, fra la parentela qualche giovanetto o qualche figlia che presenta delle buone qualità: salute discreta, intelligenza sufficiente, desiderio di vita ritirata dal mondo e pia, amore al lavoro manuale... Datevi uno sguardo attorno.
Questi giovanetti e queste figlie facilmente riuscirebbero assai bene nella Pia Società S. Paolo: i giovanetti potrebbero con facilità comporre o stampare, le figlie potrebbero comporre, stampare, legare, far cucina ecc.
Intanto si consacrerebbero al Signore in una vita di preghiera e di raccoglimento, lontani dal mondo, lavorando a raccogliere una gran messe di meriti per il cielo.
Tante volte fare una simile proposta ad un giovanetto od a una figlia vuol dire procurane la tranquillità su questa terra e la gloria eterna del cielo.
Cooperatori cari, aggiungete questo nuovo merito e questa nuova carità agli altri meriti ed alle altre opere di carità già fatte: riflettete durante una santa Messa su quanto sopra a vedere se il Signore vi offre l'opportunità di quest'opera Santa.

Il lavoro delle Seminatrici di Triste

Le Seminatrici di Trieste a mezzo di quell'anima bella che è la Sig.na Albina Cettolo, ci comunicano il resoconto del lavoro fatto nel 1923 per la diffusione della Buona Stampa. Esse hanno voluto chiamarsi Seminatrici e davvero hanno sparso con abbondanza il seme della divina parola. Stralciamo dalla loro lettera:
Furono venduti nell'anno N. 43500 foglietti dell'importo complessivo di lire 2379,60 suddivisi cosi:
Venduti: Buona Parola copie 33.000 La Domenica 600; Fate Pasqua 1200; Come si va in malora 2000; Alcoolismo 300; Basta 300; Madonna di Lourdes 200; Natale 200; Calendari Antiblasfemi 300.
Le assicuro che i foglietti vengono portati in famiglie dove non è facile introdurli e, se non lo vogliono comperare, lo si regala; ma quante e quante volte si resta umiliate con delle frasi che toccano il cuore! Ma Gesù che vede tutto, dà anche la forza di sopportare, ricominciare e continuare. A Lui tutto il nostro lavoro.
Non sembra di udire un S. Paolo il quale esponga candidamente il risultato del suo lavoro? Ah se in ogni città d'Italia il Signore suscitasse di queste anime apostoliche! Come si estenderebbe più rapidamente il regno di Dio! C'è proprio da pregare il Signore che mandi tanti operai nella sua messe.
E le Seminatrici di Trieste non si contentano della diffusione dei nostri giornaletti ma trovano modo di mandare ripetute offerte alla Casa, pagano la pensione ad uno dei nostri giovani, raccolsero nel 1923 N. 290 iscrizioni all'opera delle Mille Messe e zelano con grande ardore tutte le iniziative della Casa.
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Nella Pia Società S. Paolo


Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo

La Signora Amalia Vitali-Cavazza ebbe assegnato dalla Divina Provvidenza un ufficio materno. La Signora Cavazza, com'era chiamata in Casa, ricevette il premio delle sue virtù e del bene fatto fin dal Novembre 1922. La Casa era piccola, bambina. Un gran segno di predilezione ebbe da Dio misericordioso la buona Signora: ella comprese: la Casa di S. Paolo divenne sua casa di adozione: l'amò e fu ricambiata nell'affetto, iniziò e sviluppò quanto poté tutte le forme di cooperazione, che ora conoscono i molti amici, rivestendo ogni suggerimento, ogni preghiera di una nota, anzi di un carattere particolare, del carattere materno. Molti degli amici conoscono la pia Signora attraverso la diapositiva di proiezione: in Casa il ricordo di lei s'esprime nelle commemorazioni, nella messa del giorno 12 di ogni mese, nelle preghiere quotidiane.
Donna di pietà soda, di coltura vasta, di nobile sentire fu la signora Cavazza: educata dalle suore Marcelline di Genova, sposa al celebre prof. Cavazza, che il Signore chiamò a sé da oltre 20 anni, madre di due belle creature: l'angelica figlia Maria, già trapiantata in cielo, e l'ottimo e dotto Dottor Luigi Ermanno.
Aveva un cuore sensibilissimo, che amava, e sapeva amare assai bene.
Il suo spirito bramava pascolarsi nelle più belle e più alte contemplazioni del creato e del Creatore: una viola, un canto di uccello, il belar d'una pecora, un muggito di animale, le stelle del firmamento, il soffiar d'uno zefiro la commovevano, l'intenerivano, e davano lucido estro alla sua penna. Donna che seppe soffrire, e perciò seppe essere madre e investirsi di sensi materni: madre prima de' suoi figli, della sua casa, per cui viveva, per cui spendeva tutta se stessa.
Due volte, la settimana, anche per disbrigare altri doveri di famiglia, veniva in Alba: in tutte le stagioni, nel fresco dei mesi d'estate, o nel rigore dei giorni invernali, per pioggia, o per neve o per gelo. Veniva a visitare la famigliuola di S. Paolo, a correggere le bozze.
Provetta maestra di cucina ne insegnava l'arte alle figlie della Casa.
Ebbe un culto per il Direttore, e un interessamento delicato e squisito della sua salute, sempre deboluccia, fino alla raccomandazione, alla insistenza, alla violenza materna.
Se la vettura non poteva essere pronta, a piedi, e Dio sa con quanta pena, si faceva e rifaceva la lunga salita di Barbaresco, il celebre Barbaresco in cui aveva fissato dimora, e rigenerato economicamente, per l'impianto della vite, il compianto marito.
Quando per un mese, motivi di salute o convenienze di famiglia la tenevano in città lontane il suo interessamento l'esprimeva per lettera.
La sua prima cooperazione fu di preghiera: anche nelle giornate rigide assisteva e faceva volentieri la comunione nella cappellina di Casa S. Paolo. Dio ha registrato le sue calde, le sue fervide, le sue speciali preghiere: quel suo Rosario intero che ogni giorno recitava con tanto gusto. E fece di più: offrì i suoi dolori, offrì la sua vita, e Dio l'accettò in una età ancora fiorente.
Per la S. Messa in San Paolo offri il calice, che porta sotto la coppa il suo nome: offrì la pianeta bianca: offrì la sua veste di sposa e ne ricavò una pianeta da lutto, che servì per la Messa in suffragio a Lei.
Compita nel tratto con chicchessia, era schiva dalle comparse pubbliche:
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non conferenze, non scuole: invece scriveva: in purissimo italiano, con un nobile stile, nella forma più moderna e nuova, chiara nell'esposizione, densa, nutrita nel concetto. Scrisse per le anime belle, per il popolo, per le massaie, per i contadini, per le figliuole, per le spose, per le madri. Scrisse su le meraviglie del creato su le facoltà dell'uomo, sulle feste della Religione. Varii de' suoi scritti pubblicati per le edizioni della Scuola Tipografica furono raccolti in volumi e hanno già varie edizioni. Tradusse dal francese nel pensiero e nella forma italiana. Cooperò alle edizioni. Ella comperava la carta, ella retribuiva il lavoro di stampa, ella poi lasciava l'edizione in proprietà alla Casa, e sborsava il prezzo di copertina di ogni copia che ritirava.
E servì alla propaganda: propaganda delle edizioni fuori, del giornale la Gazzetta nel suo paese, del Buon Angelo in paese e fuori.
Uni a sé altri amici, ci portò altri cooperatori: aveva relazioni estese; e se ne valse per orientare cuori e anime e aiuti alla B. Stampa e a San Paolo, e ai piccoli figliuoli di S. Paolo.
Il carattere materno della sua cooperazione la faceva arrivare. Impastava lei il pane in famiglia, e ne portava ogni settimana alla sua casa di adozione. Quei primi anni di inizio provvedeva Lei per tutto l'anno la frutta e il vino: e d'inverno e di primavera e fino a giugno i piccoli giovanetti gustavano l'uva conservata, o le mele, e le pere...
Prese sotto la sua protezione una piccola vocazione, e pagava la pensione, vi provvedeva ogni capo di vestito. Per la pensione di un altro diede una somma. Rendeva allegri il Natale, il San Paolo, e la Pasqua con dolci, e con doni speciali.
Se una figlia era inferma, se la prendeva con sé per arie migliori e per le cure di salute.
Per gli inizi dell'opera delle Mille Messe fece gran bene: ne aumentò il numero, ne diffuse largamente le inscrizioni, e quest'opera eucaristica di così grande efficacia si consolidò e si intensificò.
E tutto, ripetiamo, questo senza venire meno in nulla ai doveri famigliari anzi proprio per avere più larghe benedizioni sul figlio e sulla nuora. Ora è in Cielo la buona mamma: ella prega per noi: ella implora da Dio luce e bene ai cooperatori: ella gode il premio di aver corrisposto alle speciali misericordie di Dio.

NOTIZIETTE MENSILI


Il mese del Divin Maestro

Lo celebriamo a gennaio: un mese di meditazioni, di unione spirituale con Gesù, di visite; pratica e caratteristica del mese è la visita al Divin Maestro eucaristico: adorazione, ringraziamento, propiziazione e riparazione, supplica sugli esempi di Gesù, sugli insegnamenti e sulla grazia che dà il Divin Maestro.
Egli è in mezzo a noi: di là, dall'Ostia, egli vuole illuminare. Gesù, il Divin Maestro, è via che dirige, verità che illumina, è vita che santifica.
Quanto si esce buoni dalle adorazioni al Divin Maestro!

Prime Messe

Per il Natale il Bambino Gesù ci portò il dono di tre nuovi Sacerdoti: D. Costa Desiderio, D. Borrano Pietro e D. Chiavarino Giovanni: furono consacrati l'ultimo sabato di Avvento; quel giorno la Casa era in lutto e la festa si rimandò a Natale. Per l'occasione si collocò in Cappella un altarino nuovo; siamo cosi undici Sacerdoti. Anche i giovani, gli alunni degli eletti, uniti alla Casa, dissero alla sera i loro auguri e le preghiere fatte, e si offrì doni di pianete e di camici e di ornati. La domenica seguente, il giorno primo dell'anno, e nella, festa dell'Epifania successivamente i neo Sacerdoti celebrarono anche nelle Parrocchie di famiglia la prima Messa.
La buona Stampa è missione sacerdotale; la consacrazione compie nella dignità e nell'ordine l'apostolato che i cari tre figliuoli chiamati all'altare svolgevano con fervore e umiltà. Un senso speciale ebbe questa volta la festa prima Messa. Senso di premio e di approvazione.
Il Sacerdote D. Costa, è il primo alunno della Casa; e ne visse da principio la vita; e camminò tranquillo per le vie buie, quando l'ideale sacerdotale si desiava, e si credeva, ma non si vedeva; e aderì alle rinuncie richieste, perché necessarie; e unì lo studio al lavoro, e
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la pietà allo zelo; aggiunse intanto la laurea di Dottore in scienze sociali; oggi la messa consacra quel lavoro e premia quella fede, e dice che la Casa era buona e cara a Dio.

Natale

Preghiera e raccoglimento attorno a Gesù Bambino nel suo Presepio.
A mezzanotte si celebrarono le tre Messe; si scoperse il Presepio; si innalzarono inni e cantici e Gesù scese nel cuore di tutti. Seguì la tradizionale polenta ed il panettone.
Alle 11 Messa solenne, a sera vespro parato. La giornata trascorse tra partite al foot-ball ed una visitina ai Presepi della città.
I ragazzi si divertirono un mondo; amavano portarsi al presepio della nostra cappella a deporvi il soldino per ammirare così cinque stelle che si illuminavano nel cielo del Presepio.

Gli esami

Nella settimana precedente il Natale si diedero gli esami a tutte le classi.
Si stanno mandando le pagelle ai parenti.

Chierici

Alla conversione di S. Paolo altri dieci giovani della Pia Società vestiranno l'abito chiericale. Due sono prossimi agli ordini sacri!

25 Gennaio

Una data di pietà, di grazie e di festa. La Conversione di S. Paolo sarà celebrata con la maggior solennità e divozione.

Per il Vangelo in ogni famiglia

Sono continuate le offerte notevoli e crescono sempre più le prenotazioni al Vangelo.
Totale copie 4954
Come Gesù-Ostia vestito di pane viene nei nostri cuori, così Gesù-Parola vestito di carta entri in tutte le famiglie, sia in mano a tutti i cristiani.

Per illustrare il Vangelo

Quanto più il Vangelo presenterà bene e colpirà i sensi, tanto meglio otterrà di parlare fortemente a chi lo legge.
Apriamo perciò questa nuova via di bene a tutti voi, nostri cooperatori: concorrere per le illustrazioni del Vangelo.
Altri hanno concorso per la carta e per l'inchiostro, a voi questo; ci vogliono 2000 lire. Portar fiori a Gesù nel Santissimo Sacramento, ornare i suoi altari va bene, ma oggi è meglio ancora ornare e rendere bello Gesù-Parola, perché possa piacere alla gente, entrare nei loro cuori e farli suoi.
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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
PIA SOCIETÀ SAN PAOLO - ALBA (PIEMONTE)


Un anno di vita

Nel porgere a tutti i suoi aderenti gli auguri migliori di bene pel 1924 che ci si presenta dinanzi, la nostra Associazione ama guardare un momento indietro per vedere la strada fatta e per attingere nuova energia a proseguire con più slancio.
Essa nasceva umile, ma con programmi vasti di bene, poco più di un anno addietro. Molte difficoltà, molte imperfezioni hanno caratterizzato questo primo anno di vita: ci consola però e ci infonde rinnovato coraggio il pensiero che un po' di bene fatto a tante anime abbia coronato i nostri sacrifizi.
Un'altra cosa ci consola: l'incoraggiamento, la manifestazione di simpatia, l'adesione entusiastica di tanti e tanti i quali hanno compreso quanto sia necessaria la diffusione dei buoni libri in ogni parrocchia, in ogni scuola, in ogni centro.
Ma la strada fatta per il raggiungimento del nostro programma è poca, troppa poca. È necessario scuotersi: i nostri avversari lavorano collo stesso nostro programma e camminano assai più velocemente: noi restiamo indietro e il campo viene da loro occupato. La Federazione laica delle Biblioteche quest'anno è potuta arrivare a costituire Mille nuove Biblioteche. In quest'anno i volumi delle Biblioteche laiche sono stati letti da un minimo di 5 milioni di individui. Quanto danno alle anime!
È una lotta che si è impegnata tra il bene e il male: noi siamo rimasti vinti!...
Ma Dio è con noi; tenteremo la rivincita, vinceremo noi.
Chi ancora non comprende? Chi non si sente ribollire di zelo? Come si può vivere in mezzo a tanto male che potremmo rimediare e non si sente nascere in cuore il desiderio di incominciare subito e di fare quanto può?
Aiutateci! Noi lavoreremo senza riposarci, ma non possiamo essere ovunque. Lavorate per costituire nel vostro paese la Biblioteca, per darle vita più rigogliosa se già esiste; per tirarla a noi se è in mano ai nostri avversari.
Se non potete fare di più, almeno indicateci i luoghi dove è possibile incominciare, notificateci le Biblioteche per cui vi è una certa speranza che passino a noi, cessando di distribuire veleno: noi faremo il possibile per arrivarvi. È una lotta che dobbiamo vincere e tutti i mezzi si devono abbracciare.
Riempite il questionario, rispondete alle varie domande con un semplice
o no e mandatelo in busta aperta. Sulla busta scrivete: — Bozze di stampa — e spedite con francobollo da 10 centesimi. Con poca fatica, con minor spesa farete un'opera tanto vantaggiosa alla diffusione dei buoni libri e di tanta utilità per le anime.
A che punto saremo arrivati quando nel 1925 rivolgeremo il nostro sguardo alla strada percorsa? Dipende dall'aiuto che ci daranno i nostri umici. E da questo aiuto dipende un bene incalcolabile.

La Direzione

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Dalle Biblioteche

Alle 32 nuove sorelle che nel Dicembre si sono unite alla nostra numerosa famiglia vada l'augurio di vita rigogliosa e feconda. A loro la Direzione dell'A. G. B. partecipa a nome di tutte le associate il più cordiale Benvenuto e le felicitazioni per essere entrate, piene di buona volontà, a, combattere nel medesimo campo.
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COME AIUTARE L'A. G. B.

Diteci dove è possibile fondare una nuova Biblioteca.
Diteci dove esiste una biblioteca laica, che sia possibile tirarla al campo nostro.
Diteci chi può fare la propaganda dei buoni libri per procurare lettori alle Biblioteche e dar loro vita.

MOBILITAZIONE

Per la guerra contro i libri cattivi dobbiamo fare una mobilitazione in massa: tutti devono cooperare per la diffusione delle nostre biblioteche.
Chi sta indietro non è degno soldato di Gesù Cristo, perché lascia entrare i lupi nel suo gregge.

QUESTIONARIO

Esiste il Circolo Maschile nella vostra Parrocchia?...
Esiste il Circolo Femminile?...
Esiste la biblioteca Cattolica?...
Esiste la Biblioteca non Cattolica?...
Se esiste, vi è possibile che passi al nostro campo?...
Gli insegnanti hanno la biblioteca scolastica?...
Se non l'hanno vi è possibilità che se ne occupino?...
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DEPOSITI E RIVENDITE
DI LIBRI BUONI E OGGETTI RELIGIOSI


I numerosi Depositi fatti nell'anno testé scorso ci furono di saggia esperienza per quei tanti che vorremo ancora iniziare nel 1924. Esperienza di cui vogliamo fare partecipe la assidua e buona famiglia dei nostri lettori.
Tanti RR. Parroci ci scrissero, esprimendo la loro piena soddisfazione per il Deposito iniziato, inviandoci altre ordinazioni. Altri all'opposto, sconfortati per il primo insuccesso, ci fecero sentire le loro lagnanze, ci rinviarono di ritorno libri ed oggetti, con evidente poca soddisfazione loro e nostra.
Da chi dipenderà tale diversità? È l'esperienza fatta e che voglio comunicarvi.

Depositi di successo

Sono quelli in primo luogo che si iniziano con vero spirito di apostolo, avendo dinanzi alla mente il bene delle anime affidate alle nostre cure. Questo che dobbiamo avere ben fisso davanti, iniziando il Deposito. Allora se ne prende a cuore la causa, si cerca quello che è di vera utilità per le anime ed una volta fatta una scelta buona, scelta di pochi libri e oggetti, ma adatti alla popolazione si dà inizio al Deposito.
È da questo spirito di apostolo da cui dipende la buona riuscita, perché allora uno si impossessa bene delle necessità speciali della sua popolazione, si pone davanti ben particolareggiato quello che vuole ottenere hic et nunc e sceglie i mezzi più proporzionati e meglio rispondenti al suo scopo.
Una volta fatta la scelta dei libri ed oggetti che vuol diffondere trai suoi figli spirituali non si ferma però, quasi fosse tutto fatto: allora si è appena incominciato bene. È necessario allora insistere, battere, consigliare: è necessario allora volere riuscire ad ogni costo a raggiungere quanto si è prefisso: ed anche a questo ci si arriva con un vero spirito di apostolo.

Depositi di non successo

Quelli che non furono alimentati di questo spirito apostolico. Letta una volta la nostra relazione sui Depositi, la videro di buon occhio, ne furono anche entusiasmati, per la bellezza e la bontà della cosa, arrivarono anche più avanti, dando inizio al Deposito... ma poi o perché non se ne pigliarono a cuore la causa, o perché non lo affidarono ad anima apostolica... o (e questo è il caso più frequente) perché non seppero scegliersi loro stessi un libro, un oggetto pratico, rispondente a quei bisogni particolari, o perché passati i primi giorni di entusiasmo non se ne curarono più... o per altre simili difficoltà che non seppero superare, si perdettero d'animo e non ebbero quel frutto che si sarebbe potuto raggiungere come raggiunsero i primi.

Facciamo bene

Cercando di instillare in primo luogo nel nostro cuore questo spirito di apostolato poniamoci davanti e prendiamoci a cuore la causa delle anime; e di quelle in particolare affidate alla nostra cura; rendiamoci ben concreto e particolareggiato un punto di mezzi cui vogliamo arrivare... ed allora ci sarà facile poter scegliere i più adatti tra i mezzi che noi vi proponiamo; ma ricordiamo: non tanta varietà, pochi libri, pochi oggetti, rispondenti al nostro fine e buttarci anima e corpo, consigliare, proporre, insistere in chiesa e fuori, e non fermarci fino a che non abbiamo ottenuto, senza indietreggiare dinanzi difficoltà alcuna.

Gli esempi

Conosco due paesi vicini i cui Parroci accesi di amore alle anime loro affidate, vollero dare ad esse un libro pratico, utile, adatto ai bisogni particolari.
Pregarono, meditarono, s'impossessarono bene delle necessità delle popolazioni, studiarono a lungo, presero consiglio da amici e superiori specialmente raccomandarono la cosa al Divin Maestro nel S. Sacrificio e visita... trovarono il libro adatto «La preghiera del Parrocchiano», vollero diffonderlo largamente nella loro Parrocchia, e vi riuscirono colla buona volontà e perseveranza, e distribuirono 500 copie ognuno, con vantaggio grandiosissimo per quelle popolazioni; ed ora ne godono il frutto: tutti portano il libro a Messa; a Vespro tutti prendono parte al canto; dico di più, il Parroco dal presbiterio ad ogni salmo dei vespri dice ad alta voce la pagina e tutti aprono il libro alla pagina indicata, con quale vantaggio per la bellezza, le maestosità, l'uniformità, la compitezza delle funzioni e vantaggio alle anime!
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MILLE SS. MESSE ANNUALI
PER I NOSTRI COOPERATORI


UNA PREGHIERA

Le persone che hanno ricevuto il bollettario per raccogliere inscritti all'opera delle mille Messe e non intendono farsi zelatrici sono pregate di respingere il bollettario; farebbero opera buona unirvi la loro iscrizione.
Le zelatrici che da tempo tengono presso di sé il bollettario per raccogliere inscritti all'opera delle mille Messe e nulla ci hanno mandato sono pregate farci CONOSCERE se hanno trovato inscritti, se stanno cercando oppure respingere il bollettario.

La S. Messa mezzo efficacissimo
per ottenere le grazie


L'aiuto di Dio, la sua grazia è necessaria per vivere. Senza l'aiuto del Signore l'uomo nulla può compiere e invano lavorerebbe la terra, gli alberi non fruttificherebbero; se mancasse un istante l'assistenza del Signore, subito cesseremo di vivere. Senza il suo aiuto non possiamo fare alcuna opera buona, e neppure concepire un pensiero buono. Senza di me non potete fare nulla, disse il Signore.
È Lui il Padrone, è Lui il Creatore, è Lui il Padre nostro, senza la sua grazia siamo nulla, capaci a nulla.
La S. Messa è il mezzo potentissimo che il Padre nostro Celeste ci ha messo nelle mani per chiedergli le sue grazie; perché Gesù Cristo avendo istituito questo sacrificio gli conferì tutta la potenza e l'efficacia della sua virtù; unisce in essa alle nostre preghiere le voci del suo sangue preziosissimo e delle sue piaghe che muovono il Padre Celeste ad accordarci le grazie.
Scriveva S. Giov. Crisostomo: «la S. Messa è il tempo di singolare misericordia. Allora si schiudono i Cieli, la divina Bontà si offre pronta ed i Beati si giovano di questa ora per presentare a Dio le nostre miserie e tutte le domande». S. Lorenzo Giustiniani: «Non vi è sacrificio più grande, più vantaggioso, né più accetto alla divina Maestà, di quello della Messa, in cui le pene del nostro Mediatore, la sua flagellazione vengono nuovamente offerti all'Eterno Padre, che concede ai peccatori perdono, ai deboli la fortezza, ai giusti la vita eterna».
Il Sangue di Gesù Cristo gridò verso il Padre nella Circoncisione, gridò nel Getsemani, nella flagellazione, nell'incoronazione di spine, sulla via del Calvario; più forte gridò quando Gesù pendeva morente dalla croce. Sull'altare, nella S. messa si rinnovano tutte queste grida. Egli, Gesù, prega con tutte le amarezze e le angosce che ebbe a provare nella sua passione. E qual forza non ha questa preghiera!
Gesù ha detto: «Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio Egli ve la darà». Quando mai la nostra preghiera è più unita al Signore che nella S. Messa?
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Tutti abbiamo bisogno di grazie: il mezzo per ottenerle ce lo dà Gesù Cristo stesso colla S. Messa. Uniamo le nostre preghiere alle sue nel S. Sacrificio: un mezzo facile ce lo offre la Pia Società S. Paolo con l'opera delle Mille Messe annuali e perenni.
Le mille messe per i cooperatori della Buona Stampa sono domanda al Signore delle grazie di cui essi abbisognano; sono domanda di benedizioni sulla Stampa Buona onde essa si propaghi, diffondi il regno di Gesù Cristo.
La partecipazione alle mille Messe si fa per innalzare un maggior coro di voci al Signore chiedenti il trionfo dei libri buoni del buon giornale sui cattivi libri e giornali.
È questo apostolato fecondo di bene, che entra proprio nei desideri più intimi di Gesù che vuole il suo regno esteso in tutto il mondo e salvi tutti gli uomini. Le zelatrici hanno un merito specialissimo, partecipano a tutto il bene che facciamo in casa ed al bene maggiore che si compie per gl'inscritti da loro cercati: in morte, al giudizio di Dio comprenderanno tutto il bene operato.
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Le SS. Messe annuali sono attualmente mille: si spera però di poterle aumentare gradatamente.
Le prime furono così stabilite: una persona lasciava alla Pia Società San Paolo L. 1000 coll'obbligo di una Messa mensile, cioè 12 Messe per anno, con facoltà che altri cioè i nostri Benefattori e Cooperatori vi partecipassero nel frutto.
Chi volesse lasciare un simile legato a vantaggio dell'anima sua farebbe un gran bene a sé, ai nostri Benefattori-Cooperatori, ed alle vocazioni che coltiviamo. Con l'offerta di L. 1000 avranno una Messa ogni mese cioè 12 Messe ogni anno: con l'offerta di L. 2000 avranno dua Messe ogni mese cioè 24 Messe ogni anno.
Vi sono persone che potrebbero destinarvi senza sacrificio e altre con sacrificio però ben prezioso mille - due - quattro - dieci - venti - cento mila lire. Questo ad insaputa di tutti: anzi, qualora loro occorressero, anche ritirando gli interessi del denaro fino alla morte. Tutto confidenzialmente.

Sac. Alberione Giacomo


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LE FIGLIE DI S. PAOLO


UN PO' DI STORIA

Alla domenica si die' pure mano ad un lavoro di propaganda piccolo, comune, ma buono per le anime ed efficace per la formazione delle figlie nello spirito della vocazione.
Sulla porta di San Damiano e delle altre chiese della città si collocava un tavolino e si vendevano libri di pietà e oggetti religiosi.
La cosa era stata suggerita da sacerdoti e da anime buone. Due giovanetti della Scuola Tipografica venivano ad aiutare.
Questa forma di bene suscitava coraggio nel cuore, e rischiarava la via: l'ubbidienza diventava gustosa ed apostolato voluto. Il freddo alle mani ed alle membra delle mattinate, invernali aggiungeva esca al fervore. Gesù aveva fatto di più per le anime: il sacrificio era espiatorio per le anime e per la piccola opera di zelo; il carattere sacerdotale della Buona Stampa entrava nello spirito anche per la via del cuore. Sulle porte delle case di Gesù, alle anime di Gesù, si faceva quella stessa cosa che il parroco faceva per le stesse anime di Gesù, sul pulpito o dall'altare della stessa casa di Gesù. Il piccolo fatto apparteneva alla scienza, alla sapienza alla provvidenza del Divin Maestro; le figlie non comprendevano tutto ma gli altri comprendevano ancora meno ancora e comprendevano nulla e quindi chiacchieravano. S. Paolo risponderebbe: Io stimo tutto spazzatura ciò che è contrario alla scienza sopraeminente di Gesù Cristo.
La maestra con semplicità descrive cosi: Non mancarono le critiche della gente. Tutti volevano sapere... Tante volte venivano in libreria e poi non la finivano più: bisognava studiare le risposte da dare a tutti i curiosi. Chi chiedeva ed approvava: chi (ed erano i più) chiedeva e criticava e spesso ci prendevano anche in giro, ma le disapprovazioni facevano in noi l'effetto contrario: era la grazia di Dio.
Si raccontava tutto al Sig. Teologo, e una sua parola ci lasciava sempre contente.

LE SCUOLE ED ESAMI

Gli esami ebbero luogo nella settimana dopo l'Epifania: i parenti riceveranno i voti.
Un'altra giovane maestra è entrata in Casa e mentre si è posta ai piedi delle più anziane e delle maestre per imparare lo spirito della Casa, nella scuola incominciò subito le sue lezioni alle piccole.
L'insegnamento però non è diretto solo a preparare i soggetti di un esame di abilitazione.
La coltura più vasta assai che alle alunne si vuol dare ed esse apprendono nella scuola, l'insegnamento continuo ricevuto nella vita pratica sul lavoro, la scienza che loro infonde il Signore attraverso la via dello spirito in proporzione della loro fede e della loro preghiera, deve preparare delle Apostole, e Apostole della B. Stampa, che edifichino nel popolo di Dio e nella Chiesa.

LA... SACRA FAMIGLIA

Le bambine giocano nel cortile. Dopo qualche salto parecchie si ecclissano, e col permesso della maestra, entrano in dormitorio. In un baleno sui letti presso i bauli rovistati appaiono strisce di stoffa variamente colorate: sono scelte le bianche, bleu, marron, le rimanenti son riposte con cura.
Vogliono, preparare una lieta sorpresa alle compagne.
— Venite, adoriamo il nato Bambino! —
Le figlie sono in studio e, secondo la consuetudine, hanno intonata una lode prima della recita delle preghiere della sera.
In un attimo il canto si muta in un
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prolungato oh! di sorpresa. La S. Famiglia appare ai loro sguardi in atteggiamento di partenza: — era in viaggio per l'Egitto, dice, ed ha voluto fare una visita alle figlie di S. Paolo.
Tutte si avvicinano, ognuna dice la sua ai santi improvvisati. La ressa si fa grande quando s'avvedono che Gesù Bambino e la Madonna hanno dei dolci, e vogliono distribuirli.
La ripartizione incomincia: si consuma frettolosamente la propria parte per averne altri ancora.
I gentili ospiti, mal ridotti per l'allegria delle compagne, annunciano che l'ora si fa tarda, e lungo è il cammino, e scompaiono fra gli auguri più calorosi di buon proseguimento del viaggio.
Le piccoline han pregato volentieri Gesù Bambino in questi giorni, l'han visitato sovente nell'artistico Presepio preparato in cappella: una grande gioia è in loro. Sono certe che Egli ha largheggiato di grazie, e, fatta buona accoglienza ai dolci spirituali, non meno graditi tornarono quelli che l'improvvisato Bambino volle loro donare la sera dell'Epifania.

Perché il Bambino sia manifestato

— Torniamo subito dopo colazione! Avutone l'assenso entrarono di corsa in refettorio per essere servite le prime.
— Bevi quel caffè in fretta!
La maestra ode, s'avvicina per frenare l'entusiasmo delle compositrici che, addentando una pagnotta, sollecitano una compagna che non ha ancora vuotata la scodella.
— Buono pane e carattere! esclamano sorridendo all'apparire, della Maestra in legatoria. Masticando, coi residui della pagnotta sulle bozze, davanti ai pacchi di caratteri da correggere, riprendono il loro lavoro. Perché tanto slancio?
La Direttrice di Matelda aveva manifestato il desiderio di veder uscire con un po' di anticipo l'ultimo numero del 1923 ed esse cercavano di assecondarla, perché con un'intensa propaganda, con le numerose novelle contenute in quel numero Gesù Bambino venisse rivelato a tante giovanetti.

Un fiore trapiantato

Sabato, 22 u. s. con una morte preziosa placidamente si è chiusa la vita terrena di
PIAZZA AGOSTINA
delle
FIGLIE DI S. PAOLO


Aveva 18 anni: era entrata tra le Figlie di S. Paolo nel 1920: conservò coscienza di sé fino quasi agli ultimi momenti: con edificazione ha chiesto ed ha ricevuto il Viatico, l'Estrema - Unzione, la Benedizione Papale.
Il mal di risipola, pur preso in tempo, pur curato can ogni scrupolosità, resisté alle cure, prese una forma migratoria, e vinse la fibra della ottima figliuola.
Molte Messe si celebrarono per lei in Casa: molti Rosari si recitarono a suo suffragio: le compagne la piansero amaramente; e riservarono a sé i pietosi uffici funerei.
In Casa era del gruppo delle figlie che studiano e che lavorano: riprese tardi gli studi e frequentava ora il corso magistrale inferiore.
Era una ragazza di riuscita: non per straordinarie doti di mente, quanto per l'applicazione religiosa con cui si dedicava alle cose. Nella Diocesi di Susa i lettori della «Valsusa» hanno ricevuto spesso il giornale stampato intieramente da Lei; da Alba, gli abbonati delle molte, biblioteche circolanti hanno avuto tra mano i libri che lei ha preparato colla sua piegatrice. La missione e l'apostolato della buona stampa lo sentiva nella magnifica ed affascinante sua attrattiva, nella sua bellezza divina, nel bene che faceva alle anime, nella gloria che dava a Dio. Credeva alla sua vocazione: la seguì fedele tra molti sacrifizi, molte rinunzie, molte vittorie.
Sul letto di morte fu contenta di quel che aveva fatto in Casa: è questa una delle più eloquenti caratteristiche della sua
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morte: era novizia, e chiese di legarsi in perpetuo a Dio e alla Casa: e le fu concesso, e fece le sue promesse qualche giorno prima di morire.
Niente di straordinario nella sua vita; faceva bene quel che doveva fare: i superiori non ebbero mai a ricevere una lagnanza di questa figliuola. Si era fatto il proposito di fare ogni cosa come se fosse l'ultima della sua vita: è il consiglio che suggerisce D. Cafasso: e si lamentava solo di non ricordarsi spesso del suo proposito durante la giornata. Era amata dalle campagne e sapeva tenerle allegre, e sorvegliarle in mancanza dell'assistente.
In mezzo a molti dolori rinnovò l'atto di accettazione della morte del Ven. Don Cafasso. Conscia che andava al fine, ripeté l'atto eroico di carità per le anime del purgatorio.
Spirò di sabato, vestita degli abitini del Carmine e dell'Immacolata, mentre le sue compagne pregavano in chiesa, le superiore pregavano presso il suo letto, e mentre il sacerdote che l'assisteva le impartiva l'ultima assoluzione. Era contenta di poter fare il Natale in Paradiso.
È così cresciuto il numera di quelli che lavorano di là per la buona stampa. E il reparto del cielo, e il valore del sacrificio Iddio l'ha registrato, e noi lo conosceremo: è un seme che darà frutti presto.


COOPERATORI!

È l'ora nostra. L'ora di pregare, di lavorare per diffondere il buon libro, il giornale. Se tra la nostra gioventù circolano libri sani, avremo una gioventù sana; se tra le popolazioni circola il buon giornale, avremo popolazioni buone, cristiane, amanti della pace e del lavoro.
Ogni Cooperatore si abboni al buon giornale e cerchi almeno un altro abbonato; procuri di istituire o far istituire una biblioteca o un deposito-rivendita; cogli amici, coi parenti parli della necessità di abbonarsi al giornale buono.
Nessuno tralasci di abbonarsi al bollettino: «Unione Cooperatori Buona Stampa» inviando L. 3 alla Pia Società San Paolo - Alba.
Soprattutto preghi: faccia Comunioni, ascolti messe per il maggior numero di abbonati, per la maggior diffusione della Stampa Buona.
Il Signore nelle cui mani stanno i cuori e le menti degli uomini saprà ben lui indirizzarli al bene.

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In tutte le famiglie deve entrare l'aureo libro di S. Alfonso M. de' Liguori:
Pratica di Amar Gesù Cristo

In moltissime parrocchie si fa al mattino dei giorni feriali, durante la S. Messa, la lettura spirituale sopra questo libro. Quante anime, non furono, per questo libro, salvate? RR. Parroci, che nessuno dei Vostri Parrocchiani ne sia sprovvisto!

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Teol. G. Giaccardo Direttore Respons.
Alba — Scuola Tipografica — Alba

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Padrini, Madrine, Borse, Pensioni


Vi sono anche i Padrini e le Madrine degli alunni della Pia Società S. Paolo, e delle alunne delle Figlie di S. Paolo.
Essi si adottano un giovanetto o una bambina e ne provvedono il necessario per la pensione, vestiario, libri.
Altri cooperatori preferiscono fare del bene ignorati e lasciano Borse di studia, da consegnarsi ai giovani più poveri e di migliori speranze di riuscita nella Pia Società S. Paolo.
UNA BORSA DI STUDIO è costituita con l'offerta capitale di L. 10.000 (diecimila): si possono però unire parecchie persone assieme per compire la cifra: anzi si potrebbe versare la somma in varie rate per es. di L. 1000 ogni anno.
PENSIONI. — La pensione che si chiede è di L. 30 mensili: si possono anche unire parecchie persone per compire la cifra.
Un apostolo o una missionaria è la più bella eredità che una persona può lasciare dietro a sé, è la più sicura promessa di suffragi.

BIBLIOTECHE FATTE


I RR. Sacerdoti che desiderano istituire nella loro Parrocchia un'opera così necessaria, hanno soltanto da indicarci quali libri preferiscano; se romanzi, vite di santi, libri di cultura sociale e religiosa, avventure, racconti. Saranno prontamente soddisfatti e si troveranno contenti.
Raccomandiamo pertanto a tutti i RR. Sacerdoti le nostre Biblioteche fatte: di 25 volumi a L. 65; di 60 volumi a L. 125; di 100 volumi a L. 250.
Questi prezzi soro riservati ai soli Soci dell'Associazione Generale Biblioteche. Aggiungere per le spese di porto: per 25 volumi L. 9,00: per 50 vol. L. 16: per 100 vol. L. 30.

VANTAGGI SPIRITUALI AI COOPERATORI E BENEFATTORI NOSTRI


1. — Partecipazione al frutto di mille SS. Messe ogni anno.
2. — Le molte indulgenze plenarie e parziali concesse dal Papa.
3. — Facoltà pei sacerdoti di benedire corone, croci, crocifissi applicando le indulgenze apostoliche, quelle del Rosario dei crucigeri, di S. Brigida, l'altare privilegiato quattro volte per settimana.
4. — Partecipazione speciale a tutto il bene che si compie nel nostro Istituto.
5. — Chi aiuta una vocazione ecclesiastica o all'apostolato Buona Stampa sarà pure partecipe di tutto il bene che ne seguirà.
6. — I Benefattori hanno diritto a raccomandare le proprie intenzioni: basta scrivere: si faranno speciali preghiere.
7. — Per chi intendesse beneficare l'istituto in un modo particolare si possono accettare legati di Messe e pensioni speciali.
Abbiamo visto moltissime grazie particolari a chi soccorre la Buona Stampa: il Signore dimostra così di gradire quest'opera così necessaria ai nostri giorni.
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OPERA DELLE MILLE MESSE
per i Cooperatori B. Stampa


Finché la Scuola Tipografica (Pia Società S. Paolo) esisterà saranno celebrate ogni anno mille Sante Messe: per tutte le persone ascritte fra i Cooperatori della Buona Stampa e per tutti i benefattori della Scuola Tipografica (Pia Società San Paolo) che avranno offerto almeno L. 10.
Ascrivetevi, o fedeli:
1.o per cooperare al sublime ideale di diffondere nel mondo il regno di N. S. Gesù Cristo e salvare anime coll'apostolato della Buona Stampa.
2.o Per avere parte a tante Messe: ricordando che la Messa è la più perfetta adorazione a Dio; il più vero ringraziamento al Signore; il prezzo infinito a soddisfare per i nostri tanti peccati; la più bella preghiera per ottenere ogni sorta di grazie.
3.o Per suffragare tante anime del Purgatorio.
4.o Per concorrere a raccogliere, istruire, educare tanti giovani bisognosi, tante vocazioni religiose ed ecclesiastiche.
Ascrivetevi! Voi, i vostri cari defunti, i bambini appena nati, i parenti lontani o vicini, gli amici, i peccatori, quanti potete.
N.B. - Nella Scuola Tipografica di Alba vi sono moduli per raccogliere le offerte e le iscrizioni. Chi desidera farsene zelatore o zelatrice li chieda.
Le zelatrici e gli zelatori avranno un merito speciale per il paradiso e per loro si faranno speciali preghiere.
Inoltre chi raccoglie 25 iscrizioni riceverà un Diploma di Benemerenza; chi 10 riceverà in dono o libro o corona.

Sac. Alberione Giacomo


Non solo approviamo la santa e salutare opera, ma la raccomandiamo caldamente ai fedeli.

Ab. Molino Vic. Gen.



Intenzioni speciali di preghiere


Tutti i membri della Pia Società S. Paolo e gli Alunni della Scuola Tipografica hanno sempre due intenzioni nelle preghiere comuni e nelle Mille Messe:
1. - Che nessuno dei Cooperatori e benefattori della Casa si danni: tutti si salvino.
2. - Che sia loro abbreviato e possibilmente rimesso il purgatorio.

Una nuova forma
di beneficenza per la B. Stampa e Casa S. Paolo


L'hanno trovata i Cooperatori della Buona Stampa e benefattori della Scuola Tipografica di Alba, nel loro zelo e nel loro amore a quest'opera. Fanno così: essendo per lo più persone di sante intenzioni e di gran cuore, ma di mezzi limitati, depositano presso la Direzione della Scuola Tipografica qualche somma, o cartella, o azione con il patto di riceverne gli interessi o meno secondo il loro bisogno ogni anno: e poi, alla loro morte, lasciare interamente all'opera il capitale stesso, se pure per qualche straordinaria sventura, non avranno dovuto ritirarlo. Questa santa astuzia, per molti riguardi encomiabile, è la forma preferita di vari fra i benefattori che amano far il bene per tempo e senza rumore, sotto i soli occhi di Dio. Il Signore li benedica e li salvi tutti.
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