Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XL
SAN PAOLO
Roma Casa Generalizia,
GENNAIO 1965

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

GIORNATA PER I DISCEPOLI DI GESÙ MAESTRO

È stata a Roma (11 gennaio 1965) con l'intervento dei Superiori delle Case d'Italia, dei Maestri dei Discepoli ed erano rappresentati i Discepoli Professi.
Giornata di preghiera e studio: alla luce di Gesù Maestro e protezione di San Giuseppe.
Argomenti: l'opera del Vocazionista - la formazione spirituale, intellettuale, apostolica, umano-religiosa la vita del Discepolo Professo.

RIASSUNTO - RESOCONTO
Hanno parlato tutti i presenti

I
MEDITAZIONE

È molto utile che i Discepoli conoscano bene il loro Protettore San Giuseppe. Vi è la Teologia di San Giuseppe; ma vi sono anche molti libri semplici, perché il Discepolo conosca la dignità, la santità, la missione di San Giuseppe.
San Giuseppe fu fedele cooperatore di Gesù Redentore; così il Discepolo, accanto al Sacerdote, condividendo l'apostolato delle comunicazioni sociali. San Giuseppe fu docile strumento nelle mani del Padre Celeste a disporre tutto per la nascita, la salvezza da Erode, la fanciullezza e la preparazione della Vittima, Sacerdote, Maestro Divino.
San Giuseppe modello di ogni virtù, di vita interiore, di silenziosità operosa, docilità al volere di Dio, osservante di tutte le prescrizioni religiose e sociali.
Il mistero della sua intimità con Gesù, nella sua infanzia e giovinezza a Betlemme, in Egitto, a Nazaret: soavi conversazioni, comunanza di lavoro, pene e consolazioni.
Capo della Sacra Famiglia, modello dei Padri, umile ed imitatore di Maria, unito a Lei nelle pene, speranze e meriti.
S. Giuseppe sempre vergine, povero, silenzioso.
Nel suo transito da questa all'altra vita fu assistito da Gesù e da Maria: perciò è dichiarato protettore dei morenti.
Eletto protettore della Chiesa, per difenderla dal male, la guida ed assiste in ogni tempo, con la sua preghiera.
Il Discepolo conosca, ami, imiti, preghi san Giuseppe.
Si ricordi che la santità sta in fede viva, in speranza ferma, in grazia e carità verso Dio ed il prossimo. In questo san Giuseppe superò tutti i Santi, anche gli Apostoli, ed anche l'Apostolo san Paolo. Che pensa il Discepolo? Guardi a san Giuseppe.
È necessario che ai Discepoli si procurino libri a questo riguardo; e che nelle scuole e negli altri locali dove si raccolgono i Discepoli, si esponga l'immagine di san Giuseppe. È utile che sia uguale nelle varie case.
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L'argomento che dobbiamo trattare è di somma importanza: i Discepoli devono essere i due terzi dell'Istituto: è l'apostolato che lo richiede.
Moltiplicare i Discepoli e formare dei santi in buon numero.
Privilegio del Discepolo: maggior facilità a santificarsi rispetto al religioso Sacerdote. Come si spiega? È stato risposto: condizioni assolutamente necessarie sono l'umiltà e la fede; ora queste condizioni si trovano più spesso nei religiosi laici. La Chiesa ha canonizzato secondo i dati desunti dal Martirologio Romano da Benedetto XIV: 1890 Religiosi laici, contro 211 Religiosi Sacerdoti e 68 Religiose; e sono introdotte cause di beatificazione, a tutto il 1953, di altri 145 Religiosi laici.

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Anche la meditazione e l'esame di coscienza si possono fare sui numeri.
Affinché un giorno si possano avere i due terzi di Discepoli, rispetto al terzo di Sacerdoti occorre già avere i due terzi di aspiranti Discepoli, rispetto al terzo di aspiranti al Sacerdozio.
Dalle relazioni avute in Dicembre 1964:
Il numero dei Discepoli dovrebbe essere complessivamente (tra Professi e Novizi) 1.748; invece è 543.
Tra Sacerdoti, Chierici e Novizi sono 739.
Aspiranti Discepoli nei Vocazionari sono 732. Invece gli Aspiranti al Sacerdozio 1.750.
Tutte le Case chiedono Discepoli Professi; ma la Casa Generalizia non ha un suo proprio Vocazionario; deve ricevere dai Vocazionari per distribuire secondo le necessità.

II
LE VOCAZIONI

Per l'opera del Discepolo e del Sacerdote messi assieme, si può moltiplicare immensamente la loro unica predicazione. Non uno solo, ma entrambi applicano la mente, il cuore, la volontà, più in una parte, e l'altro in altra parte, per formare un'unità.
Il Discepolo acquista grande dignità e privilegio. Questo è conforme allo spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il Discepolo - rispetto al laico - è persona consacrata a Dio, sulla via di speciale santificazione, in continua ascesa ogni giorno e tutta la vita apostolo: «innocens manibus et mundo corde».
Oggi gli «strumenti della comunicazione sociale» sono diventati potenza per la dottrina, per la morale, per la società: stampa, radio, ecc.: secondo il buon uso o il cattivo uso.
L'Istituto è in servizio della Chiesa, se tutti corrispondiamo alla divina grazia.
San Pietro, nella sua prima lettera, parlando ai cristiani, scrive: «Ipsi tamquam lapides vivi superaedificamini, domus spiritualis, sacerdotium sanctum, offerre spirituales hostias, acceptabiles Deo per Iesum Christum» (I Pietro, 2, 5). - «Vos autem genus electum, regale sacerdotium, gens sancta» (I Pietro, 2, 9).
Questo insegnamento si applica molto di più ai Religiosi Paolini che non ai semplici fedeli.
Il Sacerdote compie la redazione, tanto per la stampa come per il cinema, radio, televisione, dischi, ecc. Ma al Discepolo, in questi apostolati, spettano le due parti: cioè la tecnica e la diffusione.
Ogni Casa sta accorgendosi dell'insufficienza grave dei Discepoli. La tecnica progredisce ed in maggior numero i Discepoli si richiedono.
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La missione del Sacerdote redattore raggiunge il fine solamente quando, attraverso la tecnica e la propaganda, la sua parola arriva alle anime. Quanto più numerosi saranno i propagandisti, e ben preparati, in proporzione sarà il frutto.
Il redattore deve considerarsi fortunato e rallegrarsi se sono in maggior numero i propagandisti. I Sacerdoti-scrittori saranno ben accompagnati nel presentare lo scritto, se particolarmente intelligenti, e capaci nella propaganda.
È però del tutto necessario che il Discepolo abbia una formazione tecnica sufficiente ed anche abbondante; il propagandista (librerie) opererà nella misura della sua istruzione e della conoscenza del contenuto del libro.
Il Discepolo quindi conosca la sua vocazione, la sua dignità, la sua ricchezza di meriti per la vita eterna.
Sacerdoti che si scoraggiano quando sono applicati prevalentemente alla tecnica! D'altra parte il Discepolo sarà più lieto nel prendere la direzione degli apostolati suoi propri.
Chi apprezza la sua vocazione, vivrà in letizia la sua vita religiosa.
Nella ricerca delle vocazioni dei Discepoli tenere presente il pensiero: Sacerdote e Discepolo fanno assieme un unico apostolato - una parte il Sacerdote, che fa la redazione, due parti il Discepolo, tecnica e diffusione -. Le tre parti sono necessarie ed unite per compiere l'apostolato: esempio per un libro. E soltanto quando operano così, sono l'uno e l'altro apostoli paolini.

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Una domanda di massima importanza: quale percentuale di riuscite vi è in ciascuna Casa tra gli aspiranti Discepoli?
Inoltre: quali sono le spiegazioni del buono o dello scarso risultato?
La spiegazione principale e generale è nella pietà, se viva o scarsa. Se l'aspirante ha pietà vera e fervorosa, sarà egli stesso a confessare e difendere la sua vocazione, anche presso i genitori.

CONDIZIONI:
1) Reclutamento continuo, tutto l'anno, e organizzato.
2) Secondo le contingenze: esaminare se può operare in meglio il Sacerdote o il Discepolo nel reclutamento.
3) Nell'Istituto formare un ambiente di stima per i Discepoli.
4) Elevare la condizione del Discepolo, per lo studio, il trattamento, il rispetto, la partecipazione al Consiglio, secondo le Costituzioni.
5) Fedeltà alle pratiche di pietà; e quando possibile, relativamente variate.
6) Se il Sacerdote non avesse la dovuta stima del Discepolo, non si arriverebbe ai due terzi.
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MEZZI DI RECLUTAMENTO
Mezzo necessario sempre, e voluto da Gesù Cristo, per il reclutamento delle vocazioni è la preghiera: «alzate lo sguardo, i campi biondeggiano di messe; la messe è molta, ma gli operai sono pochi, pregate dunque perché il Signore mandi operai alla mietitura».
Dopo l'infelice fine di Giuda, mancava uno al Collegio Apostolico; e san Pietro propose l'elezione di chi succedesse. Furono proposti due discepoli che avevano seguito costantemente Gesù Cristo. Si ricorse alla preghiera: «Tu, o Signore, che conosci i cuori di tutti, mostraci chi eleggere tra i due, perché prenda il posto di Giuda». La scelta cadde su Mattia.
1) I Discepoli professi, novizi, aspiranti possono operare tra conoscenze o amicizie, con visite o corrispondenza.
2) Giornate di preghiera in comune, e quotidiana preghiera individuale.
3) Giornate o settimane vocazionarie: visitare famiglie. associazioni di giovani, scuole, ecc.
4) In ogni Casa vi sia il Vocazionista; è vero che si sottrae un religioso ad altre mansioni, ma se ne guadagneranno molti a suo tempo per il futuro.
5) Pubblicazioni secondo la nazione: periodici, pellicole, filmine, diapositive, ecc. per far conoscere la vita del Discepolo.
6) Anche le Suore possono dare notizie ed aiuto tra la parentela, nella Parrocchia di origine, nelle visite di apostolato alle case, ecc.
7) Ritiri e brevi corsi di Esercizi spirituali; accaparrarsi i Parroci, i Maestri, i Cooperatori.
8) Tener presente che un tempo i giovani bussavano alle nostre porte, ora invece è necessario muoversi a cercarli, nelle loro case. Non solo il certificato di buona condotta ma vederli e trattenersi alquanto con loro, con la famiglia, col Parroco; farne buona scelta.
9) Eliminare le rette mensili, se è possibile; ma quando son necessarie è preferibile uguale trattamento fra studenti e discepoli.
10) Far sentire che il nostro Religioso Discepolo (laico) è molto diverso dal Religioso laico come tra i Cappuccini, Gesuiti, Benedettini, ecc.
11) Invitare i giovani a passare alcuni giorni nelle nostre Case (specialmente nelle vacanze dalla scuola), per prenderne conoscenza, sentirli, scegliere.
12) Una scelta intelligente: in primo luogo la qualità, non la quantità; cento possono valere meno di cinquanta; e cinquanta possono valere cento.
13) Perseveranza. Mai arrestarsi, finché si sarà raggiunto il numero dei due terzi di Discepolini.
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PER DISTINGUERE LA VOCAZIONE
La vocazione religioso-apostolica-sacerdotale e la vocazione religiosa-apostolica hanno in comune due parti: religiosa e apostolica; invece il Sacerdozio, ha in più il ministero.
Forse sarà più chiaro dire: il Discepolo ha due vocazioni, la religiosa e l'apostolica; il Sacerdozio ha tre vocazioni: la religiosa, l'apostolica, la sacerdotale.
Vi sono tante vocazioni che il Signore manda alla Chiesa, sia per l'una che per l'altra vocazione.
Sono comuni i segni delle vocazioni: la pietà, l'amore alla vita religiosa e all'apostolato.
L'aspirante al Sacerdozio pensa alla predicazione, al governo delle anime, alla liturgia ecc.
L'aspirante Discepolo non è portato agli studi teorici-speculativi né agli uffici sacerdotali; ama invece tecnica e diffusione.
Sotto questa luce il Direttore spirituale-maestro, studierà l'aspirante dall'entrata nell'Istituto; e prima ancora il Vocazionista si formi una qualche persuasione per le accettazioni.
Quanto a virtù, salute, ingegno, amore alla Congregazione, ecc. sono comuni esigenze.

PROBLEMA DELLE VOCAZIONI ADULTE:
Un Discepolo:
«Considerato l'alto numero di defezioni tra gli aspiranti delle prime classi, si vede sempre più la necessità di coltivare la ricerca delle vocazioni adulte.
Da quest'anno la Casa di Roma ha bene avviato il lavoro nel campo vocazionario per gli adulti.
Buon frutto è stato realizzato nell'ultimo corso di Esercizi di orientamento, tenuto ad Ariccia alla fine dell'anno. Trattandosi però di una iniziativa che interessa tutti i presenti, ci permettiamo di chiedere che cosa sono in grado di fare in proposito le varie Case d'Italia e i singoli Fratelli, specialmente Discepoli, soprattutto coloro che hanno relazioni coi Parroci per motivo di propaganda o altro.
Le vocazioni adulte hanno bisogno di cure del tutto particolari; la Casa di Roma ha preso a cuore quest'iniziativa che il Primo Maestro ha più volte caldamente raccomandato, e che segue personalmente».
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III
FORMAZIONE SPIRITUALE

Si tratta del massimo dovere ed impegno: «donec formetur Christus in vobis», equivale a: «conformes fieri imagini Filii sui». Gesù Cristo è Via e Verità e Vita, la conformità è in questo seguire Gesù Cristo secondo i suoi esempi e le sue esortazioni; credere agli insegnamenti di Gesù Cristo, di fatti e di parole; vivere la vita-grazia, acquistata da Gesù Cristo morente sulla croce.

***

La formazione spirituale è la parte prima, e del tutto necessaria dall'entrata dell'aspirante fino a quando la Congregazione consegnerà l'anima a Dio per il gaudio eterno.
Curare l'istruzione cristiana e religiosa.
Direzione spirituale per tutto il «curriculum vitae».
Prudentemente avviare alla vita religiosa gli aspiranti; trasformare il cristiano in religioso; consolidare i professi temporanei.
Custodirli dal male e dalle occasioni; mai abbandonare il religioso a se stesso.
È stato detto:
«La vocazione dei Discepoli come del resto ogni vocazione religiosa, è anzitutto una realtà di carattere spirituale (consacrazione a Dio e alle anime); e come tale va considerata e trattata anche se poi tale aspetto fondamentale si accompagna ad altri elementi secondari, o di mezzo, per la sua stessa attuazione.
Le basi di quella che è la spiritualità religiosa paolina le troviamo con abbondanza e sicurezza - oltre che nelle Costituzioni - nelle direttive del «San Paolo» e dei nostri testi di pietà e di formazione.
Occorre far leva su «principi» e «convinzioni» salde: sul piano della consacrazione religiosa e dell'impegno apostolico. E legare alla «pietà», che è l'indice del giusto modo di vivere la vita religiosa.
Carattere particolare dello spirito del Discepolo: la riparazione dei peccati che si commettono con gli strumenti della comunicazione sociale, sia da parte attiva, che per la parte passiva; e le negligenze di chi non li usa come apostolato e neppure a suo proprio vantaggio.

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Secondo l'art. 152 delle Costituzioni: «Essendo la pietà il fondamento di tutta la vita religiosa, la sorgente delle virtù, e utilissima a tutto, i membri studino incessantemente di accrescerla il più possibile in se stessi. Perciò nessuno sia ammesso alla professione, se ancora non ha sufficientemente appreso, secondo la sua condizione ed ingegno, lo spirito della Società, il metodo di fare l'esame di coscienza, la meditazione, la visita eucaristica, la lettura della Sacra Scrittura e gli altri esercizi di pietà e non sia assiduo nel compierli».
Gradatamente portare gli aspiranti all'amore per la Congregazione ed al suo apostolato.
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Avviare gradualmente gli Aspiranti alla meditazione, all'esame di coscienza ed alla adorazione. Da principio siano guidati, facciano esperimenti, poi opereranno personalmente.
La direzione spirituale è essenziale nella formazione. Guadagnarsi l'anima dell'aspirante facendosi gradatamente strada nel suo intimo è la grande arte.
Chi li considerasse come soltanto dei collegiali, vorrebbe dire fallimento in partenza.
Missione quanto mai faticosa in se stessa; ma chi ama non la troverà pesante.
Gesù, agli Apostoli che cercavano di allontanare i piccoli da Lui disse: «Lasciate che i fanciulli vengano a me, il regno di Dio appartiene ad essi».
L'aspirante, affezionatosi e con piena fiducia nel Direttore spirituale, si affezionerà pure all'Istituto. È stato il segreto di Don Bosco; e diciamo anche di Don Trosso.
Se è necessario, lasciare qualsiasi altro impegno, ma non lasciare la direzione spirituale.
Di passaggio: gli aspiranti, dopo le orazioni della sera, non si accolgano in camera; può essere una parola di passaggio nell'accompagnarli alle camerate, ma non oltre.
A tutti gli aspiranti dare la piccola biografia di Maggiorino Vigolungo e quella di Fr. Andrea M. Borello.
La vocazione è da Dio, non dagli uomini, neppure dal Sacerdote; e tanto meno dall'individuo stesso.

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Il Direttore spirituale ha tre uffici: 1° scoprire dai segni, che sono vari, quale sia la vocazione: al matrimonio, alla vita religiosa, alla vita sacerdotale; 2° illuminarlo, aiutarlo, perché segua la sua vocazione; 3° dare una formazione corrispondente.
Un grave errore sarebbe spingere, sotto viste umane, piuttosto verso il religioso Sacerdote, che il religioso Discepolo. Invece, nel caso nostro, in forma adatta, e fin dal principio, si presenti la vita del Sacerdote Paolino a differenza del Discepolo Paolino, onde faccia a suo tempo la scelta, pregando e riflettendo.

ALCUNI PENSIERI:
1) Dare una nozione chiara, e ripetutamente, del Decreto sugli strumenti della comunicazione sociale. (Concilio Vat. II).
2) Fare buona distinzione tra la lettura spirituale e la meditazione. Questa ha tre parti: verità da conoscere, riflessione, esame di coscienza e proposito accompagnato da preghiera.
3) Si veda di provvedere buoni Confessori e qualche volta, cambiare.
4) Massimo valore ha un ambiente di pietà, di ordine, di carità, di vita consacrata per la formazione: verba volant, exempla trahunt.
5) Il maestro è veramente un sacrificato, un servo degli aspiranti, amico e padre che vive continuamente con i suoi aspiranti. Non molti avvisi, ma meditazioni fondamentali, ed essere continuamente presente fra gli aspiranti.
6) Un buon mese di meditazioni sui novissimi vale gli undici mesi di altri argomenti. Questo mese di meditazione sui novissimi è da ripetersi ogni anno.
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PER LA PERSEVERANZA:
1) Continuare le confidenze con Membri, e sono tanti, e capaci: di dare un vero aiuto.
Confidenze con esterni sono quasi sempre pericolose, perché molte cose non possono sapere. Audiatur et altera pars.
2) Non solo conservare, ma anzi migliorare ed abbondare nella pietà.
3) Il Professo temporaneo, ed anche il Professo perpetuo, spesso s'illudono: vedono le difficoltà in Congregazione e non conoscono le molto maggiori fuori dell'Istituto; dopo qualche tempo, se non già anche presto, risultano le delusioni e i pentimenti.
La parola - non cadrà un iota - di Gesù Cristo: «Riceverete il centuplo e possederete la vita eterna».

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Gesù Cristo, iniziando il ministero pubblico, andò in cerca dei futuri apostoli, sulla spiaggia del lago: Giacomo, Giovanni, Andrea, ecc.
L'Istituto nostro intende di aprire tutte le porte a tutte le vocazioni. Sappiamo che il Padrone della vigna chiama operai a tutte le ore: prima, terza... fino all'undecima. Così abbiamo due prevocazionari, che ricevono fanciulli dopo la terza elementare; poi tutti i nostri vocazionari ordinari, a cui quest'anno si è aggiunto il vocazionario di san Paolo Film; e vocazionario per adulti sia come aspiranti al sacerdozio ad Albano, e sia reparto per vocazioni adulte come ai Discepoli nella Casa di Roma.

IV
FORMAZIONE INTELLETTUALE

In tutto il curriculum studiorum, in ogni anno vi sono necessarie due materie: religione e apostolato; distribuendo le materie negli anni che precedono il noviziato, nel noviziato, nel triennio e nel biennio dei voti temporanei.
La formazione intellettuale ha delle parti comuni tra aspiranti al Sacerdozio e aspiranti Discepoli; molte invece sono diverse.
Il Sacerdote deve sapere quanto riguarda il suo ministero, il suo apostolato di redazione.
Il religioso Discepolo deve sapere quanto riguarda l'istruzione cristiana, l'istruzione tecnica e propagandistica, e l'istruzione civile, proporzionata al livello culturale medio cui aspirano tutti.
Tutti gli aspiranti della prima classe frequentino, con un buon risultato otto, o meglio, nove anni come in altre nazioni; o prima di entrare nell'Istituto, o nell'Istituto stesso.
Questo è conforme alle scuole civili della nazione. Esempio: in Italia vi sono cinque classi elementari, poi le tre classi medie; danno esami pubblici.
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Dopo le otto e nove classi, se vi è tempo, giova un corso di avviamento professionale, ed uno sviluppo di quello che già prima si è appreso.
Nel noviziato le materie sono: Costituzioni, Catechismo sullo Stato Religioso, Catechismo, Ascetica, Liturgia, Apostolato, Canto sacro, profonda conoscenza del Vangelo (preferito il Vangelo concordato), del titolo «Maria Regina Apostolorum», della vita di S. Paolo Apostolo.
Le materie di studio per il triennio e il biennio:
Nel triennio: Costituzioni - Canto Gregoriano - Religione (i tre volumi di Don Dragone: Dogma, Morale, Culto) - Italiano - Storia civile - Apostolato.
Nel biennio: Direttorio delle Costituzioni - Canto Gregoriano - Religione (due ore) (Divin Maestro di D. Dragone, seguendo i principi generali) - Storia della Chiesa - Apostolato - Formazione umano-religiosa.
Seguirà poi una cultura teologica, morale, liturgica, sociale, e complementare.
Questa parte complementare, che pure è necessaria, sarà definita nei particolari nel prossimo Capitolo Generale. Saranno di guida le esperienze fatte; a norma di quanto fu detto nell'ultimo Capitolo Generale.
Già nel frattempo si possono fare esperimenti.
È possibile, ed anche lodevole, che un Sacerdote si impegni e desideri anche occuparsi di tecnica e diffusione. Così pure un Discepolo, avendone capacità e desiderio, può partecipare alla redazione.
La scuola ai Discepoli deve interessare particolarmente i Maestri: con amore, puntualità, spiegazioni chiare, sempre incoraggiando.

V
FORMAZIONE APOSTOLICA

La formazione apostolica comprende tre punti:
1) Istruzione teorica sull'apostolato delle edizioni.
2) Istruzione tecnica riguardante le forme di apostolato.
3) Esercizio pratico.

1) ISTRUZIONE TEORICA
Col nome di apostolato s'intende la predicazione della divina parola per mezzo delle edizioni. Predicazione da farsi in ogni tempo e in ogni luogo, secondo il precetto divino: «Euntes in mundum universum, praedicate Evangelium omni creaturae».
Il senso di questo apostolato risulta dal Decreto con cui è stato approvato l'Istituto nostro.
Paolo VI, nel chiudere la seconda sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha detto: «I mezzi di comunicazione sociale sono inseriti ormai come strumento e documento nell'esercizio del ministero pastorale e della missione cattolica nel mondo».
Nel Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale, promulgato dal Concilio Ecumenico Vaticano II, si dice: «Tra le meravigliose invenzioni tecniche che soprattutto in questo nostro tempo l'ingegno umano è riuscito, con l'aiuto di Dio, a trarre dalla natura creata, la Chiesa accoglie e segue con particolare cura materna quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell'uomo e che offrono nuove e rapidissime maniere di comunicare notizie, idee e insegnamenti.
... essi servono mirabilmente a sollevare ed arricchire lo spirito, nonché a propagare e rafforzare il regno di Dio... la Chiesa Cattolica giudica suo dovere predicare l'annunzio della salvezza anche mediante gli strumenti della comunicazione sociale».
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L'apostolato delle edizioni ha un carattere proprio che si può definire: carattere pastorale nella sostanza e nella forma.
Piacque al Signore, al principio di questo secolo, suscitare la Pia Società San Paolo, composta di Sacerdoti e laici: per la santificazione dei membri, e per l'esercizio dell'apostolato-edizioni.
Dio, modello degli scrittori. Egli ha ispirato gli agiografi, guidandoli nella redazione. Fu quindi Lui che primo ha usato gli strumenti della comunicazione sociale. Ora, alla stampa si sono uniti gli altri strumenti, cioè: cinema, radio televisione, dischi, ecc.
Nell'apostolato delle edizioni intendiamo di istruire le anime circa la dottrina della Chiesa, la dottrina morale della Chiesa e la dottrina liturgica.
Tutto questo può insegnarsi a modo di trattato, ma nell'apostolato delle edizioni viene presentato in mille forme, compreso il disco. Citiamo alcune di queste forme: la Storia Ecclesiastica, la Sacra Teologia, la vita di Maria, dei Santi, Ascetica e Mistica, Patrologia, opera catechetica, i Papi, agiografia, apologia sacra, il giornale quotidiano, riviste e periodici, bollettino parrocchiale, letture amene educative, letteratura giovanile, missionologia, testi scolastici, geografia, riviste bibliografiche, politica, scienze sociali, filosofia, ecc.
Oltre la parte tecnica: la propaganda, i centri di diffusione, le biblioteche, giornate del Vangelo, diffusione della Bibbia, libreria ecc.
Per l'istruzione teorica seguire il libro: «L'Apostolato delle Edizioni» (Alberione).

2) ISTRUZIONE TECNICA
Il campo è vastissimo, secondo gli strumenti di comunicazione:
Stampa, cinematografo, radio, televisione, dischi, ecc.
Occorre provvedere i testi di scuola più semplici. Poi, gradatamente, passare a testi più completi; ed a testi che sviluppano largamente qualche parte dei singoli strumenti di comunicazione sociale, esempio: fotografia, incisione, ritocco, legatura, disegno, ecc.
Quanto ad istruzione tecnica per i principianti bastano lezioni semplici, con esempi pratici, prove, correzioni, esperimenti, visite a stabilimenti, ecc.
Ogni settimana almeno un'ora di scuola, dall'entrata dell'Aspirante alla professione perpetua; poi si procurino trattati, riviste, sopraluoghi, esposizioni, ecc.
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3) ESERCIZIO PRATICO
Dall'entrata l'Aspirante inizia l'esercizio pratico. In molte cose conviene cominciare dal fare, per passare poi all'istruzione.
La durata giornaliera dell'esercizio pratico viene determinata dal Superiore, secondo le circostanze.
Nell'esercizio pratico vi sia un progresso, passando da esercizio a esercizio superiore.
Quanto all'esercizio pratico occorre molta prudenza quando si incontrassero esterni, per esempio in libreria.
Un Maestro di un gruppo dei Discepoli ha parlato molto a proposito.
«Tutti auspichiamo una migliore formazione intellettuale e tecnica per rendere più cosciente, soddisfatta e feconda la vocazione paolina del Discepolo.
È risvegliare il senso apostolico del nostro lavoro. Pare che l'elemento soprannaturale e meritorio vada diminuendo. È necessario tener presente il valore formativo della preghiera durante il lavoro: ciò persuade il giovane della bellezza e della fecondità del nostro Apostolato.
Non sono infatti le macchine e le realizzazioni che possono dare soddisfazione, ma lo zelo con cui le macchine vengono usate e le realizzazioni effettuate. Facciamo in modo che i locali del nostro Apostolato continuino ad essere, come sono sempre stati nel pensiero e nella espressione del Primo Maestro, le nostre chiese; e le macchine il nostro pulpito».

VI
FORMAZIONE UMANO-RELIGIOSA

UMANA
1) La base della formazione umana è costituita dai Comandamenti di Dio, dati su due pietre a Mosè. Contengono i doveri verso Dio, verso il prossimo, e verso noi stessi.
Le applicazioni pratiche sono innumerevoli, e riguardano tutti gli uomini, anche i non cristiani.
2) L'uomo retto governa se stesso: ama la verità, odia la bugia e l'inganno.
Regola se stesso, formandosi una disciplina: per il riposo ed il lavoro, il cibo e la bevanda; custodisce la salute senza esagerati riguardi.
Regola i suoi pensieri, i sentimenti, la volontà, la fantasia.
Regola i sensi: la vista, l'udito, il gusto, la lingua, il tatto, l'odorato.
3) L'uomo retto rispetta tutti: superiori, uguali, inferiori.
Da ad ognuno ciò che è di dovere: la stima, il rispetto, l'aiuto vicendevole.
Sa vivere in società e sa comportarsi da solo decorosamente.
Ama l'ordine nelle occupazioni, negli orari, nelle relazioni, negli oggetti, libri, mobili, ecc.
4) Conosce se stesso: la sua intelligenza, la salute, le forze fisiche, la condizione sociale; né orgoglio, né avvilimento.
Non s'illude con falso ottimismo, né falso pessimismo; è equilibrato, non fa azzardi pericolosi; e neppure come uomo che è sempre incerto nelle sue decisioni.
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[5)] La saggezza consiglia: le migliori amicizie, i migliori libri e spettacoli, i migliori maestri, i migliori posti; questo secondo le possibilità.
Nell'Istituto si tengano istruzioni: sul galateo, non solo per i piccoli; il buon tratto con gli uguali, rispetto ai superiori, delicatezza con i più piccoli e con gli estranei.
Non si tratta solo di galateo e di convenienze sociali, ma in molti casi interviene la coscienza cristiana.
6) La vita paolina deve conservare l'andamento familiare; non si faccia sentire la superiorità di corso, di età, di autorità, quando non sia del tutto necessaria.
I nostri Aspiranti vengono da ambienti molto svariati: da famiglie alquanto distinte, e da famiglie di un livello molto modesto. I primi continuino il loro comportamento educato, e i secondi imparino dai primi.
Il comportamento del religioso sia sempre semplice, ma dignitoso, senza sussiego, né manieroso, né ricercato.
7) La prudenza guiderà nel tacere e nel parlare; né taciturno, né ciarliero.
L'uomo prudente e saggio ascolta volentieri i pareri altrui, chiede facilmente consiglio, impara da chi riesce bene.
Ed è sempre necessario saper mantenere i segreti di ufficio, ed in generale le confidenze che si ricevono; non svelare, né anche solo parlare dei difetti e mancanze altrui.
La Scrittura insiste: «Rifletti prima di parlare».
Evitare di dar noia, o far perder tempo: il tratto, il presentarsi e la conversazione siano sempre moderati.
Chi sta nella Agenzia del Cinema, nelle Librerie, nei parlatori, durante le visite, ecc.: sappia utilizzare il tempo, e moderarsi sotto ogni aspetto nel conversare.
8) Educare all'ordine, al sacrificio, ad eseguire ciò che è determinato; a scuola, in chiesa, nell'apostolato, in refettorio; così il rispetto agli orari; tutto questo facilita la formazione di un buon carattere.
Gli stessi locali esercitano una certa influenza nell'educazione; perciò vi sia sempre pulizia e ordine.
9) La gratitudine è dovere, sia verso Dio, sia verso gli uomini, e verso l'Istituto; la ingratitudine è cosa irragionevole, sia verso Dio, che verso gli uomini. La gratitudine ottiene altri doni e attira benevolenza da parte degli uomini e benedizione da parte di Dio.
Il maggior segno di gratitudine è la corrispondenza alla grazia e l'uso buono dei beni dati dalla Provvidenza.

RELIGIOSA
È affidata al Superiore della Casa, in generale; in particolare al Maestro degli Aspiranti; poi ai cooperatori di quanti hanno cura di essi, a scuola, all'apostolato, a studio, in chiesa, in ricreazione, a tavola.
L'assistenza sia continuata, delicata, incoraggiante e ferma di chi è incaricato.
1) Per gli Aspiranti, dall'entrata nell'Istituto sino al noviziato; la formazione dei veri cristiani; ed inizio alla vita religiosa, secondo le virtù della povertà, castità, obbedienza, apostolato.
2) Nel noviziato: la trasformazione del cristiano in religioso; dalle virtù ai voti: «Se vuoi essere perfetto...».
3) Nel periodo dei voti temporanei: consolidamento: nella mentalità religiosa, nella pietà e vita religiosa, nel perfezionamento dell'amore e pratica dell'apostolato.
~
VII
LA VITA RELIGIOSA

1) Alla pietà dare il primo posto: la comunicazione spirituale con Dio assicura la continua letizia di spirito; si tratta col Padre Celeste, con Gesù Cristo Maestro, con la nostra Madre Maria, con san Paolo, con san Giuseppe, di tutta la nostra attività esteriore e del nostro lavoro spirituale.
2) Un apostolato cosciente: avendo conoscenza di quanto si fa, dell'uso degli strumenti della comunicazione sociale, di quanto si produce e diffonde, non a modo di lavoro, ma a modo di vero apostolato.
3) Progredire in ogni parte; tecnica, diffusione, metodi, la cultura religiosa, la convivenza sociale, contributo al lavoro vocazionario.
4) Mirare a divenire capi e formare all'apostolato i più giovani.
5) L'amarsi e stimarsi vicendevolmente è un altro elemento di vita lieta; chi sa rendersi servizievole, chi parla bene di tutti, chi sa sempre rilevare il buono di ognuno.
6) Nell'ordine generale: ciascuno nella sua posizione, seguendo l'«attende tibi et doctrinae... attende tibi et lectioni...» così san Paolo.
Allontanare la critica come la peste. O dire in bene, o non parlare. Togliere la giusta stima è peggior male che il rubare, perché la buona fama è un bene maggiore che la ricchezza: «melius est nomen bonum quam divitiae multae» (Prov. XXII, 2).
Accettare gli uffici assegnati per eseguirli diligentemente; e saper portare i pesi comuni.
7) Le osservanze: fedeltà alla professione con la pratica dei voti.
La lettura, ripetuta almeno una volta all'anno, delle Costituzioni è mezzo efficace per le osservanze. Inoltre: seguire la Messa, che è la preghiera dell'unità; è preghiera sociale.
8) Vera vita sociale: dall'Istituto tutto si riceve, e all'Istituto tutto dare. Il formarsi una vita propria e individuale significa non essere religiosi, eccetto che il nome.
9) Soprattutto la carità. È il principio e il cardine assieme della vita religiosa. Ricordare gli articoli 169 e 170: «Ricordino i religiosi che tutto il bene ha principio e compimento nella carità. La carità è paziente, è benigna, non è invidiosa, non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non si irrita, non pensa male, non gode dell'ingiustizia, ma si rallegra della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
10) Nella convivenza tra Sacerdoti e Discepoli: il Sacerdote abbia riverenza e rispetto al Discepolo, come persona consacrata a Dio; e la persona che completa l'apostolato dello scrittore. Invece il Discepolo veda nel Sacerdote il ministro di Dio e il dispensatore delle ricchezze di Gesù Cristo; e colui che compie la prima parte dell'apostolato».

CONCLUSIONE

Il Vicario Generale, Don Zanoni, che ha guidato le conversazioni, ha chiuso l'argomento con questi preziosi indirizzi:
«Che il Vocazionista per i Discepoli possa essere un Discepolo, e che sia meglio un Discepolo, quando si può avere, è cosa certamente sicura, ma anche il Sacerdote che ha ben compreso la Pia Società San Paolo, è in grado di presentare con adeguata chiarezza la vocazione del Discepolo al novello aspirante».
«Preferire, specialmente per i Discepoli, le vocazioni adulte, che hanno la loro Casa a Roma. Non conviene tenere tali vocazioni negli altri Vocazionari, dove manca la formazione adatta; si mandino a Roma nel reparto apposito».
«Si è ancora insistito sul fatto che i Discepoli sono scontenti perché non hanno un ideale, mancano di responsabilità.
Per me la cosa non è così perché i Discepoli hanno molte responsabilità ed è abbastanza chiaro quali sono i compiti loro nella Congregazione al presente e nel futuro. Le lagnanze hanno altre cause».
«Una cosa lagnata da molti è la mancanza del vocazionista. Non avendo altro personale a disposizione, ridurre altre occupazioni e tra il personale esistente negli attuali vocazionari, scegliere chi più è adatto a questo scopo e riserbarlo per questo scopo. Una classe in meno, potrebbe forse qualificare meglio la scelta di tutti gli aspiranti con risultati di gran lunga superiori agli attuali. Il vocazionista occupi tutta la giornata, il mese, l'anno».
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