Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XIII - n. 39
S. PAOLO
Roma, 4 novembre 1938
Unione Cooperatori Apostolato Stampa
PIA SOCIETÀ S. PAOLO
* Alba *

PER I MISSIONARI

Carissimi Fratelli,
Vi comunico la consolante notizia che le Case della Pia Società, in terra di missione, a Tokio, a Nanchino, a Delhi, sono regolarmente costituite dai rispettivi Ordinari.
Deo gratias!
Ma queste Case e questi Fratelli hanno specialissimo bisogno di aiuto e di soccorso.
Il dono che il Divin Maestro ha fatto alla nostra Congregazione di poter lavorare in tali nazioni per la salute degli infedeli, chiama a noi generosità, anzi una gioiosa generosità.
La Casa Madre e la Casa di Roma, nel silenzio, pur sotto il peso delle necessità generali, hanno sostenuto fin'ora quasi tutto il dolce gravame. Credo però di maggior gloria di Dio e di fonte di maggior bene per le nostre Case, che, come tutta la Congregazione ha il merito del lavoro fatto in Missione, e la gloria, così tutta la Congregazione concorra a fare crescere e prosperare le nostre Case nelle missioni degli infedeli.
Io vi propongo e chiedo, per i nostri Fratelli, la carità di 100 lire al mese per ogni Casa: alcune Case possono di più e lo faranno; forse altre non arriveranno a tale cifra e la Casa Madre o Roma provvederanno a supplire. Ma ho certezza di trovare il vostro cuore aperto al mio invito: e vi benedico!
Mandate la vostra offerta al Primo Maestro, che ha modo di farla arrivare sollecitamente a destinazione. Sia in ossequio a Gesù Cristo Re di tutti i cuori!
In G.C. VVV.

Aff.mo M.Alberione

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Nelle comunità si tolga del tutto quel contrasto di correnti: una per la legge e l'altra per eludere la legge; siamo tutti per la santificazione, tutti per ognuno e ognuno per tutti.
Si metta una specie di alleanza, di accordo; si stabilisca una sola corrente per conquista del bravium. In questa corrente prima, camminando in testa, i Maestri! I primi a levarsi al mattino, i primi alla confessione, all'esame di coscienza, allo studio, all'apostolato ecc., poiché i Maestri sono servi sotto un aspetto ed i capitani sotto l'altro aspetto: i servi a sopportare la parte più dura della fatica per i nostri padroni, i poveri, per i nostri figli i discepoli; i capitani, in quanto dobbiamo segnare e fare la via della virtù, fare le prediche, le scuole, dare l'esempio, ecc.
La vita religiosa va intesa come una fraternità: dove uno è il fine, per tutti i medesimi mezzi, sempre l'unione nel Cuore di Gesù con i Maestri per la santificazione.
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