Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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I.M.I.P.

COME LA VERGINE MADRE DI DIO...

ALLE MADRI ED ALLE FIGLIE

PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

MADRI

Il vostro sommo onore ed il vostro massimo merito sia dare un figlio al Signore, religioso o Sacerdote; meglio se un religioso Sacerdote. Oppure: dare una figlia al Signore, come suora. Oppure, un missionario ed una missionaria. Questa sia la vostra continua aspirazione e la continua vostra preghiera.
* * *

Un giorno incontrai un Sacerdote che era stato diverse volte a predicare a Lu, Monferrato, in Italia. Lo interrogai: è vero che in quella parrocchia vi è una straordinaria fioritura di vocazioni? È vero che vi sono, viventi, quasi trecento tra Sacerdoti religiosi e sacerdoti secolari?
- Verissimo, rispose.
- E come si spiega un fatto così consolante, eppure tanto raro?
- Molte sono le ragioni. Lo zelo dei Parroci che colà sono succeduti, la religiosità e la moralità della popolazione, le Borse di studio colà costituire a favore delle vocazioni povere...
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- Generalmente tali fatti non dipendono da una causa sola.
- Verissimo, e ne accennai tre. Ma devo dire ciò che io penso dopo aver colà predicato tre volte gli Esercizi Spirituali alle giovani, alle madri, a tutta la popolazione.
- La ragione principale sta nelle figlie e nelle madri.
- Lo credo: come sulle braccia della madre si forma l'uomo, così sulle braccia delle madri, davvero cristiane, si forma la vocazione sacerdotale. Ma li favorisca spiegarsi meglio.
- Le giovani colà sposano con la mira di diventare madre di un Sacerdote o di una suora. La madre dal momento che si sente tale, già consacra il frutto del suo seno a Dio.

COME MARIA

Maria ricevette la visita dell'Arcangelo Gabriele. Questi le propose la Divina Maternità. Maria era invitata a diventare Madre di Gesù Cristo, il Sommo ed eterno Sacerdote. Ella ben conosceva dalle Sacre Scritture gli uffici del Messia futuro: Re, Maestro, Sacerdote.
Maria ebbe bisogno di una spiegazione se con la maternità avrebbe conservata la
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verginità. L'Arcangelo la rassicurò: l'Incarnazione sarebbe opera dello Spirito Santo.
E Maria pronunziò il suo fiat: «Si faccia di me come tu hai detto». Accettò la maternità per diventate la madre del gran Sacerdote. Alla Maternità sarebbero commesse tante glorie purissime e tanti dolori acutissimi, e questo gran Sacerdote l'avrebbe chiamata «Madre» ed obbedita con amorosa sottomissione; questo gran Sacerdote sarebbe morto sulla Croce.
Maria portò Gesù con amore e devozione nel suo seno e sulle sue braccia. La sua carità in quel tempo divampò sempre di più. La sua anima sentiva di essere associata alla missione di Gesù Cristo. Egli il redentore, Lei la Corredentrice. Il suo Cuore Santissimo palpitava vicino e coi medesimi sentimenti del Cuore del Figlio. Ella nel presepio presentò a Giuseppe il Bambino nato, e così lui l'adorò. Coperse di panni il figlio, lo allattò, lo vestì, e lo nutrì, ne ebbe ogni cura, per tanti anni, compì verso quel primo Sacerdote, colui che era nato Sacerdote, nato per offrirsi vittima al padre, tutti gli uffici della più devota e tenera madre. Compì la sua missione di madre del gran Sacerdote, lo presentò ai pastori, rappresentanti del popolo ebreo; lo presentò ai magi, rappresentanti
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dei popoli gentili; lo presentò al tempio, come ostia e come Sacerdote.
Più tardi, a Canaan fece sì che credessero in lui i discepoli, ottenendo da Gesù il miracolo; gli diede il consenso perché incominciasse il suo pubblico ministero; lo seguiva come discepola nei viaggi di predicazione. Sul Calvario l'offerse al Padre; a gloria di Dio ed a salvezza nostra; il giorno dell' Ascensione lo riconsegnò al cielo, dopo averlo sempre accompagnato nella vita.
Madri, vorreste partecipare alla gioia del al merito di Maria?

NASCE IL BAMBINO

Il bambino, come dimostra la scienza, prende dalla madre molto dei sentimenti, delle inclinazioni, del carattere di essa. E se questa madre aspira, se piacerà al Signore, a fare un sacerdote, non comunicherà, imprimerà questa tendenza nella sua creatura? E così pure le sue preghiere, quanto opereranno sul Cuore di Dio! Natura e grazia coopereranno ad uno stesso fine.
Nasce il bambino; è già messo sotto il manto della Vergine-Madre del gran Sacerdote. Parole, esempi, oggetti, preghiere, tutta
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l'educazione di quella madre formano un ambiente favorevole perché una vocazione possa nascere, svilupparsi, manifestarsi.

DAI SETTE AI DODICI ANNI

Tutte le premure sono per difendere il figliuoletto dal peccato e infondergli pietà e virtù.
Perciò lo istruisce, lo segue, lo corregge, lo allontana dai cattivi compagni, cinema, teatri, divertimenti, collegi, scuole: dai pericoli, insomma. Lo avvia alla Chiesa, ai catechismi, a buone scuole. Con lui prega: lo sente, ne scruta i sentimenti, lo fortifica in modo dolce, ma sempre più decisivo, nella virtù.
Attende in silenzio; ne scruta le tendenze, se un giorno ne viene a manifestarsi un qualche indizio di vocazione. È prudente e non ha importune insistenze; ma lascia comprendere che, se un giorno il figlio chiedesse di prender la via della Chiesa, troverebbe la madre consenziente e lieta.

La gioia di essere madre di un Sacerdote
eccola descritta in una lettera che riproduce il famoso P. Guglielmo Doyle S.J. in uno dei suoi begli opuscoli:
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«Cara amica,
Benedici Iddio con me, poiché ora sono madre di un Sacerdote. Quando ventiquattro anni fa mi nacque un figlio, mi sentivo inondare di gioia: lo presi in bracci, tesi spesso la mano verso la culla per assicurarmi che i miei desideri ed i miei sogni erano adempiuti. Sì, lì c'era mio figlio.
Ma che differente e quanto più elevata è la gioia che riempie oggi la mia anima! Commozioni così pure mai le ho sentite. Adesso sono madre di un Sacerdote.
Quelle tenere manine che io baciavo così amorosamente ventiquattro anni fa, sono ora consecrate, destinate a toccare e trattare il Pane di vita.
Quella mente che per mezzo di me ricevette le prime luci, è posta adesso al servizio di Dio.
Quel corpo che io ho nutrito e curato, passando in veglia tante notti, quel corpo ora è sacro. Collocato al servizio di un'anima di Sacerdote, dovrà faticarsi riconciliando i peccatori, insegnando agli ignoranti, distribuendo il Corpo SS. di Gesù Cristo a quanti si accostano a chiederlo.
Quel cuore, quel cuore di vergine, che non palpitò al contatto di altro cuore che il mio, è ora santificato.
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Quando il Signore gli metta sulla sua strada qualche peccatore fuorviato, come saprà dirgli parole di incoraggiamento che lo ricondurranno alla via della verità! Sì, egli passerà facendo del bene; sarà un Sacerdote secondo il Cuore di Gesù!
- Dio onnipotente, grazie, grazie... Questo sacerdote fu mio. La sua anima ricevette la sua tempra dalla mia, e s'accese del tuo amore dalla mia.
D'ora innanzi non è più mio, è tuo. Proteggilo persino dall'ombra del male. Egli è di terra, perciò fragile; liberalo da ogni peccato; non permettere che ti offenda giammai. Dio onnipotente, io amo te e amo lui; lo rispetto: è Sacerdote tuo.
Al momento della S. Comunione, l'accolito vide che mi avvicinavo e recitò il «Confiteor». Il Celebrante vi voltò verso di me ed alzò la sua mano: era l'assoluzione per sua madre. Il Figlio mio, commosso, con mano tremante, prese il Ciborio e si diresse verso di me. Che incontro! Dio, il suo Sacerdote ed io!
Pregai? Non lo so. Una strana serenità dominò e contenne per allora il mio spirito, che eruppe in un vivo ringraziamento. Dio mio! Figlio mio! Sono forse troppo felice. Ho avuto giorni felici nella mia vita, ma
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come questo, nessuno. Per la prima volta concepisco come si passerà con Dio il momento senza fine dell'eternità. Addio, non posso descrivere di più».

Quali vantaggi?


Offrire un figlio al Signore, come Maria offerse il frutto benedetto del suo seno è grande merito. È dargli non fiori, candele, denaro; ma il vostro tesoro. Ogni madre mostrando i suoi figli, può dire: «Queste sono le mie perle, gioie, gemme», con materna e legittima soddisfazione.
Mille volte infelice la casa che, per colpa dei genitori, non è allietata da una nidiata chiassosa di bimbi! Là vi è tristezza, egoismo, forse edonismo, mancanza di fine della vita, e del lavoro; vecchiaia solitaria e desolante, morte nell'abbandono, oblio, tomba senza lacrime e senza suffragi.
Che se i genitori dal giardino di gigli e di rose della loro figliuolanza lasciano che Gesù si scelga il fiore che più gradisce, ecco: un po' del loro sangue è piaciuto ed è stato degno di Dio!
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Onore sommo


Significa generalmente: che in quella famiglia vi è fede, moralità, amore al lavoro, ordine. Il Figlio buono è onore dei genitori e prova la loro virtù.

Sorgenti di grazie


Benedizioni sulla casa che ha donato un figlio od una figlia al Signore gioia e caparra di molti favori celesti. Se il sacrificio fu più sentito ma fatto con fede e amore, è anche un segno di salvezza.
Conforto in punto di morte. Sicurezza di lasciare chi sicuramente manderà suffragi per l'anima ed onorerà di sepoltura decorosa la salma dei defunti genitori. Particolare premio in Paradiso, poiché Dio è come debitore a quella madre; come Gesù Cristo è debitore a Maria che lo ha fornito di umana carne
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La parola del Papa: Enciclica sul Sacerdozio Cattolico.

LA COLLABORAZIONE DELLA FAMIGLIA

1) Ma il primo e più naturale giardino, dove devono quasi spontaneamente germinare e sbocciare i fiori del Santuario, è sempre la famiglia veramente e profondamente cristiana. La maggior parte dei Santi Vescovi e Sacerdoti, «le cui lodi celebra la Chiesa» (Eccl., XLIV, 15), devono l'inizio della loro vocazione e della loro santità agli esempi ed insegnamenti di un padre pieno di fede e di maschia virtù, di una madre casta e pia, di una famiglia in cui regna sovrana, con la purezza dei costumi, la carità di Dio e del prossimo. Le eccezioni a questa regola di ordinaria provvidenza sono rare e non fanno che confermare la regola stessa. Quando in una famiglia i genitori, ad esempio di Tobia e di Sara, domandano a Dio una numerosa posterità «nella quale venga benedetto in eterno il nome del Signore» (Tob., VIII, 9),
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e la ricevono con gratitudine come dono celeste e come prezioso deposito e si sforzano di istillare nei figli fin dai primi anni il santo timor di Dio, la cristiana pietà, una tenera devozione a Gesù Sacramentato e alla Vergine Immacolata, il rispetto e la venerazione per i luoghi e le persone sacre; quando i figli vedono nei genitori il modello di una vita onesta, laboriosa e pia; quando li vedono amarsi santamente nel Signore, li scorgono spesso accostarsi ai Santi Sacramenti, obbedire non solo alle leggi della Chiesa circa l'astinenza e il digiuno; ma anche allo spirito della cristiana mortificazione volontaria: quando li vedono pregare in casa riunendo intorno a sé tutta la famiglia perché la comune prece si innalzi più gradita al cielo; quando li sanno compassionevoli alle miserie altrui e li vedono dividere coi poveri il molto o il poco che posseggono, è ben difficile che, mentre tutti cercheranno di emulare gli esempi paterni, qualcuno almeno di tali figli non senta nell'animo suo l'invito del Divino Maestro: «Vieni dietro a me» (Mt., XIV, 21), e «Io ti farò diventare pescatore di uomini» (Mt., IV, 19). Fortunati quei genitori cristiani i quali, anche se di queste divine visite, di queste divine chiamate ricolte ai loro figli,
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non fanno l'oggetto delle loro più fervide preghiere, come più spesso di oggi avveniva in tempi di maggior fede, almeno non ne hanno paura, e sanno scorgere in esse in insigne onore, una grazia di predilezione e di elezione del Signore per la loro famiglia!

Ma io ho un solo figlio!


Dio ad Abramo domandò l'unico figlio.
Santa Monica ottenne con le sue lacrime e preghiere, che Agostino, figlio unico, si convertisse: lo preparò al sacerdozio.
Maria aveva un unico figlio, il più bello e caro dei figli, e lo offerse a Dio.
Non sono i figli per i genitori, ma i genitori per i figli. E se è l'unico, il merito sarà anche più grande. Che se la famiglia si estingue materialmente, il vostro figlio sarà padre di molti figli spirituali, che dovranno riconoscenza pure a voi. Riescono; in generale, più fruttuose le vocazioni che hanno costato più sacrificio.
Se voi, lo negate a Dio, Dio non può prendervelo? È suo. Non potrà essere ch'egli entrando nel mondo, venga privato di grazie, si perverta e divenga forse la vostra croce? O il Signore neghi a voi molte grazie temporali e spirituali?
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È peccato gravissimo, che chiede vendetta impedire ad un figlio la vocazione.

Genitori ciechi ed infelici!


Se un figlio od una figlia dimostrano il desiderio di consacrarsi a Dio, si scatena talvolta una tempesta da parte dei genitori contro di essi. E talvolta questi si dicono cristiani e religiosi!
Dio si deve obbedire prima che i genitori; i genitori non hanno il diritto di opporsi ai figli nella scelta del loro stato. I diritti di natura.
Ed essi non l'avranno scelto liberamente?
I figli sono prima di Dio che dei genitori!
Chi antepone il padre, la madre, i fratelli, o la sorella a Dio non è degno di Gesù Cristo: pecca.
«Lascia che i morti seppelliscano i morti», dice Gesù ad un giovane chiamato che chiedeva di andare prima alla sepoltura del padre.
A dodici anni Gesù si fermò a Gerusalemme, ad insaputa di Maria SS. e di S. Giuseppe, per sentire i dottori della legge e dare un
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primo saggio della sua futura missione o vocazione. A Maria che gli domandò ragione di questo, dichiarò che in quello era libero: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose che riguardano il Padre che è nei cieli?» Il che significa: Quando si tratta di Dio, di missione, di vocazione, non occorre il permesso dei parenti. Basta che il giovane o la giovane si accertino dal confessore che è davvero Dio che chiama.

La parola del Papa: Enciclica sul Sacerdozio cattolico.

2) Si deve purtroppo confessare che spesso, troppo spesso, i genitori, anche quelli che si gloriano di essere sinceramente cristiani e cattolici, specialmente nelle classi più elevate e più colte della società, sembra che non sappiano rassegnarsi alla vocazione sacerdotale e religiosa dei loro figli, e non si fanno scrupolo di combattere la divina chiamata con ogni sorta di argomenti, anche con mezzi che possono mettere a repentaglio non la sola vocazione ad uno stato più perfetto, ma la coscienza stessa e l'eterna salute di quelle anime che pur dovrebbero essere loro così care. Il quale deplorevole abuso, come quello
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già malamente invalso nei secoli passati di costringere invece i figli allo stato ecclesiastico anche senza alcuna vocazione e idoneità, non torna certo ad onore di quelle stesse classi sociali più alte che ora sono così poco rappresentate, generalmente parlando, nelle file del clero; poiché, se le dissipazioni della vita moderna, le seduzioni che, specie nelle grandi città, eccitano precocemente le passioni giovanili, le scuole in molte regioni così poco favorevoli allo sviluppo di simili vocazioni sono in molta parte causa e triste spiegazione della scarsità di esse in tali famiglie agiate e signorili, non si può negare che ciò arguisce anche una lacrimevole diminuzione di fede nelle famiglie stesse. Difatti se si guardassero le cose al lume della fede, quale più alta dignità i genitori cristiani potrebbero desiderare per i loro figli, quale ministero più nobile di quello che, come abbiamo detto, è degno della venerazione degli uomini e degli Angeli? Una lunga e dolorosa esperienza poi insegna che una vocazione tradita (non si creda troppo severa la parola), è fonte di lacrime non solo per i figli, ma anche per gli sconsigliati genitori; e Dio non voglia che tali lacrime siano troppo tardive, da diventare lacrime eterne.
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Ma io ho soltanto figlie...


Su questo caso la vostra preghiera sia: che il Signore si degni dar la vocazione ad una di esse.
I fiori però per la Chiesa si devono curare con diligenti attenzioni, perché siano belli per colori e profumati per l'odore. Al Signore si deve dare il meglio; mai il rifiuto... Caino offriva i più meschini frutti della terra, Abele i migliori frutti del gregge; ed il Signore gradì Abele e rigettò Caino.
Da a Dio i figli migliori e le figlie migliori, è necessario. Sarebbe gravissimo affronto alla Divina Maestà dare al mondo i fiori migliori del vostro giardino familiare, i più sani, i più intelligenti ecc., e riservare al Signore i tardi di ingegno, i difettosi, i malaticci. Al Signore il meglio! Un torto fatto a Dio può togliervi dalla casa tante benedizioni e forse anche attirarci castighi.

Ma io neppure ho delle figlie...


Ed allora fate un Borsa di studio per uno studente che aspira alla vita religiosa-sacerdotale. Offrite al Signore un figlio di adozione.
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Due coniugi, già avanzati in età, dicevano:
«Il Signore non ci ha dato figli che pure tanto desideravamo. Ma così abbiamo risparmiato e messo a parte il denaro che sarebbe stato necessario a mantenere e farne studiare tre. Lo consegniamo a Voi, Rev.mo P. Superiore; faccia due religiosi sacerdoti per nostra nazione e faccia un missionario per regioni estere».
Diceva un padre di famiglia: «Avevo un figlio tanto caro; venne ammalato; lo abbiamo tanto curato, ma il Signore se lo è preso: sia fatta la sua adorabile volontà! Ma io adesso porto a Voi la somma e la parte di eredità che sarebbe spettata a lui. Lei in suffragio di lui, faccia un religioso-sacerdote che prenda il suo nome; io lo amerò come un figlio, lo provvederò di ogni cosa; desidero solo assicurare per me qualche sua S. Messa dopo che sarò morto».

Madri sante


La madre di s. Atanasio un giorno, mossa da tanto fervore, diceva: «Io cerco, con l'aiuto di Dio, di fare dell'unico mio figlio, un uomo della Chiesa». E si deve alle sue
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preghiere ed ai suoi consigli se quel figlio divenne una colonna della Chiesa ed un forte difensore della divinità di Gesù Cristo.
Un'altra madre, che veneriamo sugli altari, si chiama S. Nonna. Consacrò al Signore, appena nato, il suo bambino, e gli mise fra le mani una copia della Sacra Scrittura. Questo bambino diventò un grande interprete ed espositore della Sacra Bibbia ed un insigne Dottore della Chiesa.
Un giovane, prima buono, si era totalmente pervertito per le cattive compagnie; ed finito in carcere. Gli avvisi e le preghiere della sua buona madre, non erano riusciti da farlo rientrare in sé. La povera donna aveva talmente sofferto che finì per ammalarsi. Giunse in fin di vita. Allora supplicò il giudice che gli concedesse di rivedere almeno per il momento il figlio. Gli fu condotto accompagnato da due custodi. La madre non gli disse una parola, ma lo guardò con occhio severo e supplicante. Tornato in carcere, ebbe presto l'annunzio che sua madre era morta: ma quello sguardo di rimprovero e di invito ebbe il suo effetto. Rientrò in se stesso, si pentì e si confessò. Scontata la pena, mutò vita; si fece gesuita e divenne un grande predicatore: soprattutto operava conversioni insigni. È il Padre
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Stasslacher, che spesso raccontava questo esempio.
Margherita, madre di S. Giovanni Bosco, fu l'educatrice esemplare di questo Apostolo della gioventù. Il buon esempio suo, e le molte preghiere, i saggi avvisi, i tanti sacrifici operavano sull'animo e sul cuore ben disposto di Giovanni e lo piegavano sempre più verso il sacerdozio e lo stato religioso. Quando il figlio le chiedeva consigli, Margherita rispondeva: «Io da te non desidero altri che questo: che ti assicura la salvezza eterna». Un giorno Giovanni si era deciso di farsi francescano: il Parroco, sapendo che la madre, povera e vedova, poteva aver bisogno di lui, credette doverla avvertire. Margherita allora parlò così a Giovanni: «Il nostro parroco è venuto a dirmi che tu vorresti farti religioso. Io desidero soltanto che tu esamini bene te stesso, ed il passo che vorresti fare: poi segui la vocazione senza preoccupazioni di me. Prima di tutto la salvezza dell' anima. Il Parroco vorrebbe ch'io ti dissuadessi in vista dei miei bisogni. Io ti dico che trattandosi di vocazione, Dio è tutto... Io nulla aspetto da te. Sono nata e vivo povera; povera desidero morire». E D. Bosco divenne sacerdote e religioso e padre di tanti religiosi e religiose.
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Segni di vocazione religiosa


Quali sono le attitudini morali per la vita religiosa?
1) Una vera pietà, cioè un amore unico, profondo, generoso al Signore.
2) Spirito di rinunzia e di abnegazione.
3) Una grande docilità di spirito ed affabilità di carattere, proprio della vita di comunità.
4) Inclinazione al genere di vita ed alla missione speciale dell'Istituto nel quale si vuole entrare; con la salute e l'intelligenza necessarie per compiere gli uffici ed i doveri.

Un bel paragone di Luigi Veuillot


La vita religiosa è una nave sicura che si conduce al cielo. Questa santa nave porta il nome di Gesù Cristo ed ha per equipaggio l'imitazione della vita povera e mortificata del Salvatore, ed è assaltata da numerosi nemici.
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Sulla riva, sull'orlo dell'abisso ballano gli snervati dalla triplice concupiscenza di cui parla S. Giovanni. Docile ai suoi piloti ispirati, l'arca delle umane virtù segue la rotta; i sette doni dello Spirito Santo gonfiano le sue vele, legate agli alberi della Fede, della Speranza e della Carità; la stella del mare la protegge col suo dolce influsso; gli angeli l'aspettavano in porto. Avanzando attraverso le tempeste ed i furiosi flutti, rimorchiando la fragile barca dei secoli che abbisognano del suo aiuto per navigare, riceve a bordo quelli che si pentono, gli afflitti e quanti vogliono giungere alla perfezione; tra i passeggeri, alcuni vigilano, altri digiunano, altri pregano, e tutto sono per voto: poveri, casti ed obbedienti.

TRE CONSIGLI

Salva l'anima tua ad ogni costo


Non mi dire che non puoi riuscire in questo, o che cosa di poca importanza il salvarti o il dannarti. Se così pensassi, faresti una grava ingiuria a quel Dio che ti creò, affinché godessi della sua gloria eterna e non lesina a nessuno i mezzi per andare in cielo.
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Giammai potrei dare a Dio la colpa della tua dannazione eterna. Quello che dovrai confessare, in tal caso, è ciò che diceva un ricco signore africano molto noto a S. Agostino: - Io voglio dannarmi perché voglio continuare a peccare; se mi danno, pazienza, non sarò solo...
Ma anche se parlassi così stoltamente, io ti risponderei con le stesse parole del Santo: - Tu dici: «Io voglio dannarmi»; ed io dico: «Non voglio che ti danno». Il mio «non voglio» deve aver più forza del tuo «voglio».
Sì, carissimo lettore, anche se tu lo volessi, io non voglio che ti danno, perché desidero il tuo bene e so quanto è costato a Gesù Cristo il redimerti. Per questo ti dico e ti supplico con tutto il cuore: salva l'anima tua!

Fatti santo


Perché io non mi accontento che tu ti salvo, aspiro più in alto; desidero che ti faccia santo; ed a te, più che ad ogni altro, importa che compia questo mio desiderio...
Non voglio che tu sia del numero di quelli che contentano, come si suol dire, che S. Pietro li lasci entrare in cielo mettendoli magari dietro alla porta... Pensa che chi
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ragiona così, può essere molto bene che a causa della sua svogliatezza, e trascuratezza, non riesca neppure ad aprirsi le porte... del Purgatorio. Quello che più ti conviene e che devi procurare con ogni impegno, è di assicurati un posto molto alto in Paradiso, lavorando per santificarti molto, mentre vivi sulla terra.
Dimmi, se mettessero a tua disposizione immensi tesori, dei quali potessi servirti a tuo piacere per godere con essi delle comodità terrene, ti contenteresti di prendere solo poche monete colle quali possa appena cominciare a divertirti?... Ebbene, Iddio ci mette dinanzi i tesori immensi delle sue grazie, affinché mediante quelle, possiamo acquistare quanti gradi di gloria vogliamo. E chi sarà tanto insensato che si accontenti di essere meno felice di quello che possa esserlo?
Certamente che il farsi santo costa; ma tanto più costa quanto meno c'è di volontà di santificarsi. È più gravoso lottare contro la grazia per non seguire decisamente le sue ispirazioni, che darsi a Dio intieramente, lasciando che la grazia operi nella nostra anima.
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Aspira al Sacerdozio


Non ti dico fatti sacerdote, ma aspira ad esserlo. Perché se il farti santo o no, dipende dalla tua volontà, non così è del Sacerdozio. È Dio che chiama a questa nobile missione ed è la Chiesa che consacra al divino servizio quelli che vi aspirano e vi si preparano degnamente.
Non potrai dire che mi assomiglio alla campana, la quale chiama tutti a Messa, ma essa non entra mai nel tempio. Io sono Sacerdote per infinita misericordia di Dio; e perché me ne glorio e sono contendo di esserlo, desidero anche per te una sorte uguale alla mia... Sì, posso assicurartelo, che se io avessi un fratello minore di me, che amassi in modo speciale e dovessi consigliarlo per il suo maggior bene, gli direi come a te: Aspira al sacerdozio!
E sai perché? Perché il Sacerdote ottiene i più grandi e i più alti vantaggi a cui possa aspirarsi sopra la terra.
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Almeno religioso?

La vita religiosa ha immensi vantaggi.
Ne indicherò solamente dieci, prendendoli da ciò che dice il grande S. Bernardo.
Il Religioso:
1) Vive con più purezza.
2) Cade più raramente.
3) Se cade, è per mancanze meno gravi.
4) Si rialza più facilmente.
5) Cammina con più cautela.
6) Vive con più tranquillità.
7) Riceve maggiori grazie.
8) Soddisfa di più ed abbrevia il Purgatorio.
9) Muore con più fiducia.
10) Riceve una migliore corona.

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PIA SOCIETÀ FIGLIE DI SAN PAOLO

Roma - Collina Volpi.
Alba - Borgo Piave.

È una Congregazione religiosa canonicamente eretta e approvata.
Si compone di Suore consacrate al servizio di Dio con i voti religiosi, e al bene delle anime con opere di apostolato sociale.
Ha case in Italia, in varie nazioni d'Europa e d'America e in luoghi di Missione.
La S. Sede l'ha favorita del Decreto di lode nel dicembre 1943: è perciò di diritto pontificio.

Fini dell'Istituto

Questa Congregazione Religiosa è stata istituita per la gloria di Dio e la santificazione dei propri membri; e per cooperare alla salute delle anime mediante la diffusione della dottrina cristiana con i mezzi più efficaci e celeri: la preghiera, la istruzione catechistica e specialmente la stampa.
Le Figlie di S. Paolo nel Probandato, e nel Noviziato ricevono una conveniente

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formazione spirituale, intellettuale e tecnica e sono avviate all'acquisto dello spirito paolino e all'esercizio del loro nobilissimo apostolato.

Lo spirito

Le Figlie di S. Paolo mirano a fare rivivere in se stesse l'anima, il cuore, la mente del loro grande Padre e Protettore del quale studiano le Lettere, cercano di imitare le virtù ed esperimentano la forte assistenza.
Sono formate ad una vita interiore intensa, nutrita con divozioni e pratiche di pietà sode e sostanziose: la divozione a Gesù sotto il titolo di Maestro; alla Regina degli Apostoli, a S. Paolo Apostolo.

L'Apostolato


Le Figlie di S. Paolo offrono quotidianamente le preghiere, i patimenti, le azioni e la vita in riparazione dei peccati fatti commettere dalla stampa cattiva e per ottenere larga diffusione della stampa buona. Esse
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sono Suore scrittrici, contabili, propagandiste, tipografe, legatrici e attendono anche ai vari lavori domestici di cucina, bucato, orticoltura, sartoria per i bisogni della Congregazione.
Le occupazioni sono distribuite secondo le capacità e le inclinazione di ognuna e secondo i bisogni della Congregazione; tutte trovano in esse quella giusta soddisfazione che dà gloria allo spirito e rende gradito il lavoro anche quando richiede sacrifici.
La missione grande e bellissima delle Figlie di S. Paolo si svolge principalmente: o nella sala di redazione, dove la Suore prepara articoli per riviste e bollettini, libri di lettura amena ed educativa; o nella tipografia, ove la Suore compone, corregge bozze, stampa, confeziona, spedisce libri e giornali con cura delicata e premurosa, intessendo di preghiere giaculatorie il lavoro manuale e nobilitandolo con fini soprannaturali; o nella libreria e nella propaganda a domicilio, ove la Suora sparge a piene mani il seme della parola di Dio.
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Condizioni per l'accettazione


1. Le giovani che desiderano entrare tra le Figlie di S. Paolo devono avere natali legittimi, ottimi costumi, indole buona, carattere socievole, sincera disposizione alla pietà, al lavoro e al sacrificio, nonché alle opere proprie dell'Istituto. Inoltre, devono avere istruzione almeno elementare e intelligenza aperta, capace di pronta formazione;
2. Devono essere di sana costituzione ed esenti da qualsiasi difetto fisico e da malattie ereditarie;
3. La richiedente non dovrà essere stata religiosa o novizia o aspirante in altro Istituto o Congregazione;
4. Saranno rinviate alla famiglia quelle giovani che, durante la prova del postulato o noviziato, per salute o per qualsiasi alto motivo, non saranno state trovate idonee per la Congregazione;
5. Qualsiasi lavoro compiuto nell'Istituto non avrà alcun diritto ad essere rimunerato.
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PIE DISCEPOLE DEL DIVIN MAESTRO

Alba - Piazza S. Paolo.
Roma - Via Grottaperfetta, 58

Le Pie Discepole del Divin Maestro sono una Congregazione Religiosa, canonicamente eretta ed approvata.
L'Istituto ha Case in Italia, in varie nazioni di Europa e di America, e in luoghi di Missione.

Il Fine generale
è la gloria di Dio e la propria santificazione, mediante la pratica fedele dei voti religiosi, nella vita comune.
Suo fine speciale e universale è la diffusione della dottrina cristiana, perché tutti credano e credendo abbiano la vita eterna.
I suoi mezzi sono: la preghiera, le opere e la stampa; compie perciò un apostolato dottrinale, un apostolato pastorale un apostolato liturgico.
L'Apostolato Liturgico ha per oggetto la devozione e l'apostolato della Santissima
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Eucaristia. Ad esso di dedicano le Suore che in Casa son chiamate le Pie Discepole del Divin Maestro.
Le Pie Discepole intendono onorare Gesù nostra Ostia e nostra Vita nel suo stesso mistero, la Presenza reale; nel suo altare e nel suo tempio, che sono la sua Casa; nel suo Sacerdote, che è il suo Ministro; nei fedeli e nella Chiesa, che è il suo Corpo Mistico.

A tale scopo le Pie Discepole:

1. Nello spirito di lode e di riparazione fanno l'Adorazione perpetua al SS.mo Sacramento, succedendosi per turno ogni due ore; questo è il loro primo dovere e apostolato; coltivano il canto sacro; fanno orazioni e offrono Messe per la Chiesa, il Papa, il Vescovo, i Sacerdoti, le Vocazioni; compiono opere di soddisfazione specialmente per la stampa. Così in ogni Casa.
2. Provvedono paramenti sacri e stoviglie per altari; statue, immagini, pitture, per il culto sacro, il decoro della Casa di Dio e l'incremento della pietà; ostie e vino per il Sacrificio e il Sacramento.
3. Prestano un caritatevole servizio nelle Case degli Aspiranti al Sacerdozio e delle comunità Religiose; procurano aiuto per la
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formazione e il sostentamento dei Chierici e dei Missionari; fanno insomma quanto faceva la Madonna e le Pie Donne per Gesù e per gli Apostoli della Chiesa nascente, nel silenzio operoso ed amoroso.
4. Curano la redazione, la confezione, la diffusione di stampe liturgiche, di Messalini, ecc.; e, associandosi alla preghiera sacerdotale e perenne di Gesù Eucaristico, uniscono l'opera alla preghiera, per evangelizzare ai fedeli e agli infedeli la luce del Divin Maestro, e comunicare alle anime l'abbondanza della sua grazia salvifica e della sua vita soprannaturale.

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Sono destinate a questo ministero figliuole di intelligenza discreta, di condotta sincera, di cuore delicato; che cercano uno speciale, forte e vivo amore a Gesù Eucaristico e desiderano consacrarsi a Lui nell'adorazione, nel ringraziamento, nella propiziazione e impetrazione per sé e per il prossimo, che intendono di riparare le offese che riceve il Cuore SS. di Gesù, specialmente per i peccati della stampa cattiva; che vogliono lavorare per la Chiesa e per le anime. Questo apostolato offrirà loro molti mezzi per consolare il Cuore Divino.
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Viene loro impartita una cultura idonea per il compimento di tali doveri.

Condizioni di accettazione.


1. La Casa accoglie Figliuole dai 13 ai 23 anni, sane di mente e di corpo, che diano segni di vocazione religiosa; siano di natali legittimi ed esenti da difetti fisici.
2. Abbiano un'istruzione di almeno quarta elementare.
3. Presentino attestati di nascita, Battesimo, Cresima, vaccinazione, sana costituzione e buona condotta rilasciata dal Parroco.
4. Non pagano pensione, ma devono versare un contributo di entrata al loro ingresso; portare conveniente corredo; e fino all'emissione dei voti restano a loro carico le spese di bucato, vestiti, e la spesa necessaria per gli abiti della Vestizione religiosa.
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Note varie



1. Non si accettano giovani dimesse da Istituti Religiosi.
2. Qualunque lavoro compiuto nell'Istituto non avrà alcun diritto ad essere pagato.
3. L'atto di affidare una giovane all' Istituto e l'atto di appartenervi, importa e significa l'accettazione integrale del regolamento.
4. Una giovane può essere rinviata alla famiglia quando non dà segni di vocazione.
Chiedete il «Programma d'accettazione» a: Pie Discepole - Via Grottaperfetta, 58 - Roma; oppure: Piazza S. Paolo - Alba.

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