Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. LA PROPAGANDA COLLETTIVA I1



È utile che ci fermiamo a considerare la propaganda collettiva. Si dice collettiva un po’ impropriamente, ma il significato che si vuol indicare è giusto e anche chiaro. Come si è trovato difficoltà ad incominciare la propaganda alle famiglie, poiché aveva recato stupore e molte persone avevano obiezioni contro di essa, così troverà ostacoli, difficoltà e anche spese la propaganda collettiva.
Ma essa specialmente ha tre vantaggi. Il primo vantaggio è quello delle anime che ricevono in abbondanza la parola di Dio; il secondo vantaggio riguarda le suore poiché, essendo fatta più con la testa che con i piedi, richiede minore fatica, tanto più che oggi la salute si va alquanto indebolendo. Il terzo vantaggio è spirituale ed è in favore della diffusione. La propaganda collettiva, infatti, richiedendo maggior preparazione della mente, esige che si stia più a casa e richiede più organizzazione. Richiede poi spese che particolarmente si riassumononell’uso delle macchine. È tutto un lavoro di relazione, una registrazione, un servizio.
Mentre si tende al lavoro della diffusione della stampa, si prenda anche di mira il cinema, avvicinando le persone di maggiore autorità. Ed è qui che noi dobbiamo puntare, mirare alle persone che hanno più larga influenza sociale, [come] le autorità ecclesiastiche: i vescovi, i parroci, i vice
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parroci, i maestri, le autorità civili e tutti quelli che nella società compiono un ufficio relativamente alle persone, [ad esempio] i capofabbrica, i medici, gli avvocati, i capi ufficio, i capi delle banche e, in generale, i capi delle associazioni, non esclusi quelliche sono più avversi a noi. È un lavoro di contatto di persone.È un lavoro che vi farà sempre più sentire che non siete delle venditrici di libri, ma siete apostole che mirate alle anime e il frutto cui mirate è duplice: «La gloria di Dio e la pace degli uomini»2.
La propaganda collettiva, siccome richiede più fatica a chi la organizza, troverà [da parte nostra] più obiezioni, perché è facile che la suora esca [per la propaganda alle famiglie] e porti a casa qualche cosa, ma noi abbiamo bisogno di portare in paradiso le anime. Certo, l’articolo delle Costituzioni, dove si dice che bisogna ricevere anche ciò che è chiamata offerta-prezzo3, occorre che vi sia, poiché non è possibile che l’apostolato viva senza questo mezzo materiale. La Chiesa, ad esempio, vuole che i parroci abbiano la congrua, oppure abbiano il beneficio sufficiente. In questi giorni i parroci, i vescovi e quelli che aiutano i vescovi e i parroci, si sono fatti aumentare abbondantemente la congrua. Allora non si lamentino che i libri costino di più. Costano di più, certamente! E non dire che ‘mi protendo in avanti’ significhi protendersi in avanti anche nei prezzi4. Ci si protende verso il limite possibile, e cioè il minor prezzo o la minore offerta che è possibile, perché l’apostolato continui, la Congregazione viva e possa compiere le opere che deve compiere a vantaggio delle anime.
Ricordiamo che nell’anno 1955 la propaganda collettiva deve essere largamente conosciuta e largamente praticata. Nel 1954 rispetto al 1953 e anni antecedenti avete fatto un progresso,
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ma vi sta ancora davanti un cammino abbastanza lungo per giungere a quello che è possibile con le forze che ha la Congregazione attualmente, cioè le persone che sono sempre più generose. La Congregazione ha delle anime sempre più paoline: paoline nella mente, paoline nel sentimento e paoline nella volontà. Questa è la maggior ricchezza della Congregazione, queste anime belle e di cuore apostolico! Inoltre abbiamo un’altra ricchezza, cioè belle edizioni. Edizioni che si vanno sempre migliorando sia nella sostanza che nella presentazione esterna, che sono divise in tante collane e in tante serie per cui è più facile provvedere a un maggior numero di persone e incontrare i bisogni di maggior numero di anime.
Vi è inoltre oggi qualche cosa di cui si deve tener conto e che comprende precisamente i maggiori mezzi che abbiamo. Questi sono i cataloghi, le macchine che devono servire per la propaganda, sono la réclame (pubblicità) e la conoscenza che gli altri hanno già di voi. E ancora tutto quel complesso di giornate del Vangelo, giornate catechistiche, giornate mariane5, tutte le relazioni che avete intessute gradatamente e che devono servire alla vostra santificazione e al bene delle anime.
Vi è poi una cosa su cui bisognerebbe riflettere: aiutarsi vicendevolmente. Una casa faccia passare all’altra le esperienze fatte. Negli Esercizi si può prendere contatto con le sorelle che altrove hanno avuto buon risultato, organizzando delle conferenze.
Vi è poi un altro passo da fare: avere l’umiltà di dipendere una dall’altra. Un esempio: alla fine della guerra che è durata dal 1914
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al 1918 si può dire che non c’erano più capitani. Molti erano caduti sul campo di guerra e allora avevano nominato alla svelta dei capitani che avevano frequentato brevi corsi all’accademia, ma non sapevano comandare. Allora ricordo che il generale che conduceva tutta la guerra disse: Sentite, molte cose voi capitani dovete impararle dai soldati. Anche voi, ancorché una sia più anziana o sia superiora o abbia già fatto studi, tante volte ha bisogno di imparare anche dalle piccole, e cioè da quelle sorelle che si trovano a contatto [con la gente nell’apostolato] e vedono i frutti. Si dice: Ma la propaganda collettiva in qualche luogo non ha portato buon risultato. Ci possono essere tre spiegazioni. La prima, la più generale è questa: si è alle prime prove e si comincia con incertezza, quindi non c’è da stupire che non sia ancora così fruttuosa come voi la considerate. Secondo, potrebbero mancare i mezzi, ma soprattutto potrebbe mancare l’organizzazione, l’istruzione, ossia il pensare bene prima dove si va, che libri scegliere, e che non è riempirsi la borsa, e partire e offrire un libro a cui danno un’offerta, ma è portare ciò che in quella determinata località e a quelle determinate persone è più necessario. Essere intelligenti e organizzare preventivamente l’apostolato: sapere chi ha più influenza in quel paese, quali sono le autorità, chi può riceverci, quali sono gli istituti, le associazioni a cui ci si può rivolgere, a chi ci si può appoggiare e quali pellicole vi sono nel catalogo. In sostanza, il lavoro di preparazione richiederà che si stia magari un giorno di più a casa che servirà per la salute spirituale, per la salute corporale e per un maggior risultato per l’apostolato che si farà. Certo, non bisogna fermarsi a quello che per qualcuna può essere una cosa facile: passare
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di famiglia in famiglia, non aver pensieri né prima né dopo e ritornare a casa alquanto soddisfatte. Vi è un frutto maggiore da attendere. Se prima l’albero era piccolo, raccoglievate pochi frutti, ma adesso l’albero è cresciuto, ha dilatato i suoi rami, sono abbondanti i fiori e le foglie, perciò si devono attendere maggiori e abbondanti frutti. Coraggio quindi, parlatene con Gesù dopo la Comunione; parlatene con Gesù dopo la meditazione, specialmente parlatene con Gesù nella Visita. E recitate il secondo mistero gaudioso meditando la visita di Maria a S. Elisabetta, e Maria vi ispirerà tante cose belle e preziose.

Tempo fa nella vostra circolare interna avevo scritto che cosa s’intende per propaganda collettiva. È bene allora riprendere il foglio e leggere: è del dicembre 19536.
Propaganda collettiva è far adottare in diocesi i nostri catechismi, entrerebbero nelle parrocchie, in mano a tutti i fanciulli. Vedete, è collettiva! Qui avete delle difficoltà da farmi [notare], ma le farete nelle conferenze a chi vi parlerà e cercheremo di scioglierle insieme con buona volontà. La parte del catechismo è proprio quella in cui voi dovete mostrarvi soprattutto scrittrici, tecniche e propagandiste, perché Gesù e gli Apostoli in primo luogo hanno predicato con semplicità al popolo; lo scrivere il Vangelo è venuto dopo. Quindi in primo luogo i catechismi. Non sono perfetti, ma ogni anno si cercherà di migliorarli fino ad un certo punto, perché l’ottimo non si otterrà. E nel miglioramento c’è specialmente questo: che arrivino per tempo.
Propaganda collettiva è la costituzione delle biblioteche che servono a una collettività di persone. Alla biblioteca accede un numero più o
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meno grande di persone, ed ecco che formando la biblioteca, voi fornite la lettura a tutte le persone che si rivolgeranno alla biblioteca. Vi sono le biblioteche scolastiche, delle associazioni, degli istituti e anche della famiglia. Già avete fatto parecchio per questo, ora si è pensato di preparare una piccola scansia in cui si possono collocare venticinque o cinquanta libri utili per la famiglia: catechismi, libri di religione, libri di economia, qualche libro di arte e mestiere, qualche libro di scienza, qualche libro di avventure, qualche libro di sociologia, ecc., ciò che conviene a una famiglia. Certamente vi è molta diversità, supponiamo tra la famiglia del contadino, del pensionato, dell’avvocato, del medico, ma si possono adottare delle regole generali e tuttavia adattare, per quanto è possibile, la scelta dei libri ai bisogni di ogni famiglia. Queste piccole scansie eleganti sono state fatte preparare a Torino e già la diffusione è incominciata e le prime prove danno buon risultato. Era da circa venticinque anni che volevamo fare questo lavoro. Ora è incominciato un po’ umilmente, ma ha già dato abbastanza buoni risultati. Questo è utile, perché nella famiglia quando c’è un libro conveniente, può essere dimenticato per delle settimane, ma poi viene una sera, un momento di riposo, viene la domenica e può essere che in famiglia il capo o i figli trovino un po’ di tempo per leggere qualche pagina, oppure addirittura il libro intiero per istruzione. Particolarmente giova mettere qualche libro di istruzione religiosa non solo per i piccoli, ma anche per gli adulti, libro che fa per la giovane o per il giovane.
Propaganda collettiva è il triduo [della buona stampa], è come la giornata del Vangelo, o mariana o catechistica o del
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Messalino [che si organizza] in una parrocchia, in una diocesi, nelle carceri, in un collegio, in una associazione, ecc. I frutti riportati sono molti, sarebbe da indicarsi, ad esempio, Napoli, dove nelle fabbriche gli operai si presentavano [dapprima] in maniera parecchio ostile rispetto alla religione e al sacerdote. Ma voi avete da fare il vostro ufficio nella Chiesa di Dio e nell’umanità. «Adiutorium simile sibi: siete un aiuto simile all’uomo»7, ma un aiuto per la salvezza dell’uomo e siete un aiuto simile al sacerdote portando la parola di Dio e facendo strada al sacerdote, come Maria portò Gesù. Rispondete quindi alla grazia e alla vocazione che Dio vi ha dato.
Propaganda collettiva è assicurarsi propagandisti nella parrocchia, nel seminario, nelle associazioni, negli istituti, nellelibrerie. È utile che vi facciate dei propagandisti e delle propagandiste sottoposti a voi, secondo il tempo, secondo i luoghi. Quando Pietro fece la pesca miracolosa e non riusciva più a tirare le reti troppo pesanti, perché piene di pesci, chiamò in aiuto gli altri apostoli, altra gente. Chiamate [anche voi] in aiuto, non sempre riesce. Poi vi saranno mille obiezioni, ma cerchiamo di scioglierle: quando non si può fare un bene, se ne fa un altro. Tante volte [quando] non riusciamo a fare il bene desiderato, non stiamo a lamentarci, non perdiamo il tempo in parole, facciamo un’altra cosa e intanto forse il tempo passerà, la grazia verrà, le persone cambieranno. E dopo? Cosa succede? Che [prima] non volevano le Figlie [di San Paolo] in propaganda e ora le supplicano perché vengano, e le Figlie non possono più dir di sì a tutti quelli che invitano e insistono. Tutte le case vorrebbero più suore. La suore però bisogna riceverle per darle. Vocazioni!
Propaganda collettiva è incaricare una persona
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capace ed attiva per raccogliere abbonamenti di Famiglia Cristiana , Orizzonti , Giornalino , Via, Verità e Vita , Aurora , Domenica , Vita in Cristo e nella Chiesa , ecc.8. Questo incarico può essere che qualche persona se lo prenda. Il periodico è più utile del libro, perché il periodico arriva tutto l’anno, periodicamente, cioè settimanalmente o mensilmente e porterà quindi ripetutamente tante volte nell’anno la parola di Dio in casa. Poi il periodico, essendo cosa più aggiornata, più interessante, è più facilmente letto.
Propaganda collettiva è trattare del cinema: sale di proiezione, noleggio, proiettori, cortometraggi, ecc. Perché? Si fa la propaganda collettiva parlando con il gestore o con il parroco che ha la sala e proietterà la pellicola, però a vederla andranno tanti.
Propaganda collettiva è preparare un catalogo particolare per circostanze determinate, e dopo [fare] l’adunanza del clero, dei cattolici, dei maestri, ecc. I cataloghi generali per noi presentano anche una certa difficoltà perché abbiamo case sparsein tutta Italia che stampano e che producono. È difficile che [nei cataloghi] i libri siano tutti esposti e che i prezzi siano giusti, siamo in tempi alquanto particolari e le stesse offerte cambiano: quello che era possibile l’anno scorso, per esempio, non è più possibile quest’anno. Perciò [vi sono] le difficoltà, ma con la buona volontà si supereranno. Vi sarà sempre [inoltre] il buon senso di chi adopera il catalogo onde rimediare anche agli inconvenienti che possono succedere.
Importantissimo è che non si prenda solo occasione per giudicare in male o criticare. Quello non serve a nulla e generalmente scoraggia e offende la carità. Invece aiutare, suggerire
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umilmente, questo sì, sostenersi vicendevolmente. Che non offendano le Figlie di San Paolo e che non offendano la Pia Società San Paolo. Bisogna sostenerci vicendevolmente. La famiglia è una, bisogna volersi bene. I difetti diciamoceli chiaramente, ma non facciamo perdere la stima alle persone. Diciamoceli fra di noi in camera caritatis9, onde si ricavi frutto. Per mia parte vi sono molto riconoscente se dite, se consigliate. Non parlare per parlare, ma dire cose veramente utili, convenienti, in primo luogo per il bene delle anime, per il bene della Congregazione ed infine per il bene dell’apostolato. Però, sempre aiutarsi in tutte le maniere!
Il Signore Gesù si compiace molto del vostro lavoro di propaganda, perché porta la sua parola alle anime, alle famiglie, alle comunità. Avrete grande merito e in punto di morte raccoglierete frutto, sarete consolate e poi dopo andrete al premio.
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1 Meditazione dettata a Roma il 12 marzo 1955, probabilmente durante uncorso di Esercizi, come si deduce dal testo.

2 Cf Lc 2,14. Don Alberione scelse questa frase del Vangelo come programma per la Famiglia Paolina, cf AD, n. 183.

3 Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo , ed. 1953, art. 3.

4 Originale: nei secoli.

5 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo. Note per una storia 1915-1984, Roma 1994 , pp. 293-295.

6 Cf RA, 12 (1953) 3; CVV, n. 208.

7 Cf Gen 2,18: «Un aiuto che gli sia simile».

8 Per le riviste fondate o fatte iniziare da Don Alberione, oltre quelle elencate, cf Damino A., Bibliografia di Don Giacomo Alberione , EAS, Roma 1994, pp. 134146.

9 Espressione con cui si denominavano i colloqui spirituali privati tra formatorie formandi.