Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

1. CONOSCERE, IMITARE, PREGARE
IL DIVINO MAESTRO1

Chiediamo al Maestro divino per intercessione della Regina Apostolorum e di S. Paolo apostolo la grazia di un anno buono e particolarmente la grazia di passare bene il primo mese: gennaio. Il mese comincia con l’invocazione al nome di Gesù Salvatore. Il nostro desiderio ora è di consacrare tutto un anno al divin Maestro2.
Nell’anno mariano3 la Vergine nostra madre ci ha presentato il suo Figlio come lo aveva presentato ai pastori, ai Magi, ai sacerdoti nel tempio. Ella ce lo offre, noi lo accogliamo e fissandoci sopra il grande dono che ella ci fa, intendiamo in quest’anno fare tre cose: 1) conoscere meglio Gesù, la sua dottrina, la sua vita; 2) imitarlo, seguirlo nei suoi esempi, negli esempi di altissima virtù che egli ci ha lasciato; 3) e supplicarlo per tutte le grazie di cui abbiamo bisogno .
La divozione al Maestro divino non è una divozione accessoria: investe tutta la nostra vita spirituale, tutti i nostri studi, tutto il nostro apostolato, tutta l’attività esterna, tutto. Quindi l’anno dedicato al Maestro divino significa anno di progresso nelle varie parti: studio, apostolato, educazione, povertà.
1. Che cosa significa dedicare un anno alla
5
divozione al Maestro divino? Significa, ho detto, in primo luogo, conoscere il Maestro divino. Vi è un modo di conoscerlo un po’ più semplice come studiare bene il catechismo, leggere bene il Vangelo, attendere alle predicazioni che vengono fatte, alle meditazioni. E un modo più alto, più elevato, con gli studi sacri della teologia. Vi sono tuttavia anime che conoscono Gesù molto bene, pur non avendo fatto grandi studi, anime che hanno compreso la via della santità, la volontà di Dio; anime che vivono di intimità con Gesù e in santa letizia, anime che sanno amare e quando si sa amare si sa anche conoscere, ancorché alle volte neanche si sappia esprimere quello che si sente, perché tante volte le parole dicono meno di quello che sta nel cuore e nella mente.
Perciò in quest’anno dedichiamoci allo studio attento delle cose sacre: il catechismo, gli studi sacri, le meditazioni delle cose divine, le letture della vita di Gesù, anche a tavola. Conoscere meglio Gesù. Forse qualche volta dobbiamo umiliarci.
Giovanni Battista predicando di fronte a coloro che arrivavano a lui nel deserto umiliava se stesso dicendo: «Illum oportet crescere, me autem minui»4. È necessario che io diminuisca e scompaia e invece lui deve crescere, cioè deve essere conosciuto, deve essere adorato, amato ascoltato, seguito: «Illum autem oportet crescere». A chi si riferiva? A Gesù: «Vi è in mezzo a voi uno che non conoscete: …quem vos nescitis»5. Non possiamo dire totalmente questo di noi, ma che non lo conosciamo abbastanza, sì. Se lo conoscessimo abbastanza, lo ameremmo di più, lo pregheremmo meglio, lo imiteremmo più da vicino. Conoscere Gesù! In lui è tutto: sia ciò che noi consideriamo umano, e sia ciò che
6
è soprannaturale. Chi non va a Gesù non trova né sapienza, né salvezza; e chi va a Gesù troverà i doni suoi, la vita soprannaturale e la salvezza, particolarmente la pace. Vedete questa umanità, questi uomini come vanno brancicando, perché rifiutano la luce e amano le tenebre? Non trovano né la via della pace, né la via della giustizia, né la via della santità, della salvezza.
2. Imitare Gesù . Ecco il presepio. L’avete considerato bene in questi giorni. Ma non è solo il presepio che noi abbiamo da contemplare. Contemplare Gesù nella sua casetta di Nazaret, nella vita pubblica, nella sua passione, nella sua risurrezione, quando ascende al cielo, lassù alla destra del Padre.
Abbiamo l’immensa fortuna di non avere Gesù solamente in figura come abbiamo la statua di Maria, e l’immagine dei santi; noi l’abbiamo vivo, vero, reale, com’era nel presepio, come stava al banco di lavoro a Nazaret, come riceveva i peccatori durante la vita pubblica, come agonizzava sulla croce e come oggi è glorioso in cielo. Dice il catechismo: Dove si trova, ora Gesù? Gesù come Dio è dappertutto e come Dio e uomo si trova in cielo e nella santissima Eucaristia. Contemplare Gesù presente nel santissimo Sacramento. Non bisogna mai che il culto, gli addobbi e la chiesa stessa ci disorientino dal tabernacolo. Le chiese fatte bene sono quelle in cui tutti possono rivolgere gli sguardi al tabernacolo, adorare Gesù, avvicinarsi a lui. Contemplare Gesù nell’Eucaristia vuol dire imparare tutte le virtù.
Scuola sublime quella del presepio. Accedere al Maestro divino: «Doce nos»6. E nel presepio che abbiamo contemplato in questi giorni, Gesù che cosa ci ha insegnato? L’umiltà profonda. Si è fatto
7
nostro Dio bambino: «Puer natus est nobis»7.
Lo spirito di povertà. Che cosa abbiamo trovato di ornamento in quella grotta? Il presepio è ben fatto quando riproduce in realtà quello che era quella grotta dove è nato il Salvatore. Presepio: la casa più umile che si possa immaginare, ma il santuario più grande perché vi era Gesù, vi era Maria, vi era Giuseppe. Imparare lo spirito di povertà e imparare la mortificazione: come tenere a freno i nostri sensi, come mortificare la nostra carne.
Quest’anno il lavoro spirituale sia tutto nell’imitazione delle virtù di Gesù. Se giorno per giorno meditiamo un tratto del Vangelo, le virtù di Gesù ci appaiono subito chiare e imitabili, perché Gesù che era Dio si è fatto simile a noi in ogni cosa, eccetto nel peccato. Chi non può imitarlo nell’umiltà, nella bontà, nella povertà, nella mitezza, nello spirito di sacrificio?
3. Pregare il Maestro divino. Quest’anno le lodi che si ripetono più frequentemente siano quelle che si riferiscono al divino Maestro.
L’anno del divino Maestro comincerà solennemente il giorno dell’Epifania, perché in quel giorno la Chiesa commemora tre manifestazioni di Gesù. La principale è quella ai Magi. Poi Gesù venne manifestato al mondo dal Padre celeste dopo il Battesimo: «Questo è il mio Figlio diletto»8. E in seguito quando Gesù manifestò se stesso con il miracolo di Cana: «Jesus manifestavit gloriam suam»9. «Tribus miraculis ornatum diem sanctum colimus»10, dice l’antifona principale dell’Epifania.
Si sono organizzate le adorazioni: farle bene, stare ai turni, onorare, pregare, propiziare, supplicare il Maestro divino eucaristico. Ma quello che
8
sarebbe più necessario è questo: che si prenda bene il nostro Libro delle preghiere e si recitino quelle; e più ancora che si leggano le introduzioni per comprendere come la nostra pietà deve ispirarsi alla devozione al Maestro divino, Via, Verità e Vita. L’introduzione, che è chiamata Invito alle anime per seguire Gesù, può presentare materia di meditazione per molti giorni, ugualmente la spiegazione che precede le preghiere della Visita, della Confessione, della Via Crucis, della Messa, della Comunione, dell’esame di coscienza, del rosario, ecc. Quelle introduzioni ci guidano per orientare sempre meglio la divozione al Maestro divino e sono quasi più importanti delle preghiere stesse, sotto un aspetto, non sotto ogni aspetto. Allora la nostra pietà è orientata bene. Poi onoreremo bene il Maestro divino se tutti prenderemo l’educazione, la formazione che viene data. Ieri sera L’Osservatore Romano portava un articolo per commemorare il 25° dell’Enciclica Divini illius Magistri ,11 l’enciclica sull’educazione secondo il Maestro divino, la prima pedagogia di Gesù.È ancor tanto da studiarsi. Forse il libro più adatto finora uscito è il libro Gesù formatore dei suoi Apostoli12, perché molti sono usciti, ma quel libro dimostra che l’autore ha ben compreso il senso della pedagogia di Gesù.
Ora raccogliamoci. Conoscere Gesù. «Io sono la Verità»13. E l’ Imitazione di Cristo commenta: «Io sono la verità che tu devi conoscere e credere. Io sono la via: la via che tu devi seguire. Io sono la vita»14: la vita che tu devi possedere particolarmente per mezzo dei sacramenti della Confessione e Comunione, per mezzo della Messa e della devozione eucaristica, della scuola eucaristica. Ognuno si prepari al giorno dell’Epifania.
9
Cominciare a disporre quello che si vorrà fare nell’anno, sia per conoscere meglio Gesù, sia per imitarlo più da vicino e sia per pregarlo secondo lo spirito di questa divozione. Non è una cosa accessoria, quasi una funzione che si fa per una solennità, è qualche cosa che deve investire tutto il nostro interno, l’esterno, l’attività: tutto quanto. E ricaveremo grandi frutti, sì. «Accedite ad eum et illuminamini: Avvicinatevi a lui e sarete illuminati»15.
10

1 Meditazione tenuta alla Famiglia Paolina il 1° gennaio 1955 a Roma, stampata in Prediche del Rev. Primo Maestro. Gennaio – Dicembre 1955, Edizioni Paoline, Roma 1958.

2 Accogliendo la proposta della Famiglia Paolina, il Primo Maestro invita a celebrare un anno dedicato a Gesù Divino Maestro dall’Epifania 1955 all’Epifania 1956, per conoscerlo, imitarlo, pregarlo e farlo conoscere. Cf RA 2 (1955) 1-3; CVV 215.

3 Pio XII promulgò l’Anno mariano dall’8 dicembre 1953 all’8 dicembre 1954.Don Alberione per seguire il paterno invito del Papa invita la Famiglia Paolina in questo anno a conoscere, imitare, pregare, zelare Maria. Cf RA 12 (1953) 1-2.

4 Cf Gv 3,30: «Egli deve crescere e io invece diminuire».

5 Cf Gv 1,26.

6 Cf Lc 11,1: «Signore, insegnaci…».

7 Cf Is 9,6: «Un bambino è nato per noi».

8 Cf Mc 9,7.

9 Cf Gv 2,11: «Gesù manifestò la sua gloria».

10 Antifona al Magnificat dei Secondi Vespri: «Celebriamo questo giorno santo ornato con tre miracoli...».

11 Pio XI, Divini illius Magistri , 31 dicembre 1929. Cf AAS 21(1929), pp. 723-762, in Enchiridion delle encicliche , vol 6, EDB, 1995.

12 P. Joseph Delbrel, S.J. (1856-1927), Gesù Maestro degli Apostoli , Ed. Beauchesne Gabriel e F., Parigi 1932, pp. 285.

13 Cf Gv 14,6.

14 Cf Imitazione di Cristo, III, LVI, 1.

15 Cf Sal 34,6.