Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. INAUGURAZIONE DELLA CAPPELLA
E BENEDIZIONE DELLA CASA SAMPAOLO1



Abbiamo tre pensieri da ricordare. Abbiamo introdotto il Maestro divino in casa. Ora gli possiamo dire: «Magister, doce nos!»2, e gli possiamo chiedere qualunque grazia.
Quando Gesù entrava in qualche casa portava ogni sorta di benedizioni. Entrando Gesù nella casa di Zaccheo, nella casa dei parenti di Pietro, portò la salvezza, guarì gli ammalati, la suocera di Pietro. Ovunque entrava portava benedizioni. Anche voi ora vi aspettate molto da Gesù Maestro che è venuto in casa vostra: vi aspettate tutto. Tutto deve venire dalla cappella e tutto deve finire ai piedi di Gesù, i fastidi, le preoccupazioni devono finire là; avete bisogno di elevarvi spiritualmente, tutto deve venire di là, dal Tabernacolo. Essere molto riconoscenti a Gesù che è venuto in casa vostra.
Portatosi nella casa di Lazzaro in Betania, Gesù ne santificò tutti gli abitanti: Lazzaro, Marta e Maria, come portò la salvezza nella casa di Zaccheo dove andò senza essere invitato. Ma voi l’avete invitato ad entrare ed egli è venuto e vi darà le sue grazie. Abituarsi ad andare da lui per tutto: per ciò che è interno, la santificazione, e per ciò che è esterno, l’apostolato. Vi sono delle persone che si abituano a dire le loro pene a destra e a sinistra per sfogarsi. Sfogatevi con Gesù, egli capisce tutto e sa consolarvi. Abituarsi a questo spirito soprannaturale.

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1. Il nostro apostolato presenta certamente dei pericoli, ma se noi stiamo uniti a Gesù, vediamo tutto nella luce celeste e non ne riceviamo danno. Guai se considerassimo il nostro apostolato come un commercio! Guai se perdessimo lo spirito!
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Mantenere sempre questo spirito soprannaturale al nostro apostolato. Nella cappella c’è tutto: crederlo questo; ma la nostra fede deve anche sempre portarci ad un sentimento, ad un affetto interiore.

Portare a Gesù tutto ciò che abbiamo: i nostri fastidietti, le nostre pene, anche i nostri peccati, come li presentiamo al confessore. Così portando tutto a Gesù non ci sarà più pericolo che una accusi l’altra, che una non voglia prendersi i suoi torti,

o che creda di aver ricevuto chissà quali torti. Ma che cosa sono poi infine questi torti? Spesso sono solo occasioni che il Signore ci manda per farci qualche merito. Alle volte noi non sappiamo sopportare un’altra che ha un carattere diverso dal nostro, eppure il Signore sopporta noi dal mattino alla sera con tutte le nostre miserie!

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2. Oggi è la festa di S. Bernardo. Questa data ricorda tra l’altro il giorno in cui fu benedetto per la prima volta il nostro apostolato. Quindi è bene che oggi si sia benedetto questo nuovo apostolato, quello del cinematografo, in questo luogo che è al centro della città più importante del mondo, non per il numero degli abitanti, ma perché è sede del Vicario di Gesù Cristo, quindi prima città del mondo per la sua importanza spirituale.

S. Bernardo noi lo ricordiamo con riconoscenza e la sua festa segna per il nostro Istituto una data storica3. Ma S. Bernardo è ancora un esemplare per il nostro apostolato. Egli aveva una spiritualità molto elevata, esercitò nel suo secolo un immenso apostolato, ebbe una influenza grande, larghissima: tutto veniva dalla sua vita interiore.

Vi sono delle Figlie di San Paolo che hanno una vita interiore molto intensa e chissà quanto bene fanno nel corpo mistico di Gesù Cristo, anche se non compiono un apostolato diretto. Chissà quale suora avrà più merito, più grazia, farà maggior bene nel campo dell’apostolato cinematografico, se quella che lavora direttamente in esso, oppure quella che si astiene dal vedere le pellicole per mortificazione e per riparare a quella
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smania di vedere dei film che non sono sani. L’apostolato cinematografico, come l’apostolato della stampa, esige mortificazione. Non si può leggere tutto e non si può vedere tutto.

Nelle riviste per le giovani, come nei film, alle volte ci sono delle scene immorali che hanno lo scopo di rovinare le giovani, e non si pensa che rovinare le giovani significa rovinare il mondo. Se la donna è santa, sono santi anche gli uomini e se la donna non è buona non sono buoni neanche gli uomini. Noi dobbiamo esercitare un apostolato e questo apostolato è esterno, ma deve nascere dalla vita interiore. Vi sono alcuni che staccano i grappoli dalla vite, e persone che concimano, coltivano bene la vite e la fanno fruttificare. Molti vogliono raccogliere frutti e non pensano che prima bisogna innaffiare il seme, concimarlo, far crescere bene la pianta, poi si raccoglieranno i frutti.
Nell’esercizio del nostro apostolato ci possono essere cose pericolose, ma se le vediamo nello spirito di Maria, allora non ci sarà danno, ma merito. Alle volte vi sono persone che sembrano poco raccolte, di molta attività esteriore, perfino un po’ distratte, tuttavia hanno in sé una profonda vita interiore che le tiene unite a Dio e le rende capaci di passar sopra al male che possono vedere. Ci passano dentro, ma non ne sono danneggiate, anzi acquistano merito. Avere questa vita interiore, come l’ebbe S. Bernardo, che ci rende capaci di compiere un vero apostolato.

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3. L’Assunta! La mamma è già lassù che ci aspetta. Vogliamo andare vicino a lei in paradiso? Stiamole vicine su questa terra. Aspirare al cielo, lassù i nostri pensieri! Vi sono delle suore a cui bisognerebbe incidere sul cuore: «Credo vitam aeternam»4. Talvolta i nostri occhi sono come foderati di terra e non vediamo bene il cielo, come chi ha gli occhiali scuri e vede tutto nero. Paradiso! Vi sono suore che si sono scritte nell’anima quella promessa: «Possederete la vita eterna»5. Che
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Gesù, quando vi presenterete a lui, vi possa accogliere con un sorriso di compiacenza e possa introdurvi in cielo vicino a sua Madre.

Quante volte le Figlie di San Paolo mi hanno riempito di consolazione quando, parlando con loro, ho notato la loro aspirazione al cielo, il loro spirito soprannaturale! Agosto è il mese che ci fa pensare di più al paradiso, [perché si celebra la festa della] Trasfigurazione che è un saggio del paradiso.
Tenere buona compagnia a Gesù che ora è con voi, nella vostra casa. Se siete sotto pensate a Gesù che è sopra, se siete sopra a riposare pensate a Gesù che è sotto, in cappella, e pregatelo perché mandi a dormire, cioè a riposare le anime del purgatorio, molte delle quali saranno colà proprio per i peccati che hanno commesso per aver visto dei film non buoni. Che in questa casa non si commetta mai nessun peccato veniale deliberato: questa è la grazia che ho chiesto stamane nella santa Messa. Che Gesù sia sempre contento di voi. E allora si comunicherà a voi e vedrete quanto progredirete.
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1 Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 4 (22x28), tenuta a Roma, [Castro Pretorio], il 20.8.1955. La data, l’autore e il luogo sono indicati alla fine della meditazione. A mano è scritto “Castro Pretorio”. Sembra trattarsi di una trascrizione di cui non si è conservato il nastro.

2 Cf Lc 11,1: «Maestro, insegnaci… ».

3 Alba, 20 agosto 1914.

4 «Credo nella vita eterna». Dal Credo o Simbolo degli Apostoli.

5 Cf Rituale della Pia Società Figlie di S. Paolo , p. 43.