Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. VESTIZIONE1



In Giappone e in India abbiamo celebrato la vestizione di alcune aspiranti delle Figlie di San Paolo. Oggi il Signore offre alla Congregazione una nuova grazia, una nuova consolazione.
Se guardate il Rituale preparato per la vestizione, per l’ammissione al noviziato e per la professione religiosa, vedete che si compiono come tre passi. Per la vestizione si legge il Vangelo della perdita e del ritrovamento di Gesù nel tempio2; per l’ammissione al noviziato si legge il Vangelo in cui Gesù dice al giovane: «Si vis perfectus esse»3; e in ultimo per la professione religiosa, la domanda di Pietro: «Abbiamo lasciato tutto, che cosa dunque verrà a noi?»4.
Prima dunque abbiamo la vestizione religiosa dove si legge il Vangelo dello smarrimento e del ritrovamento di Gesù nel tempio. Quale fu la risposta che diede Gesù al rimprovero di Maria: «Figliuolo, perché ci hai fatto così: non sapevi che tuo padre ed io ti cercavamo?». La risposta svela quale sarà la futura missione di Gesù Cristo, sarà il Maestro: «Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose che riguardano il Padre mio?». E sebbene la risposta per allora sia stata misteriosa per Maria e Giuseppe, si svelò più tardi, interamente, quando Gesù alle nozze di Cana con il
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primo miracolo si manifestò, e in lui credettero i suoi discepoli.
Qualche volta avviene che i parroci, forse, vorrebbero tenere nelle parrocchie quelle figliuole che sono le migliori, perché ne hanno bisogno per farle lavorare a servizio della parrocchia stessa, e particolarmente nell’Azione Cattolica5. [Anche] i genitori a volte hanno trovato difficoltà a offrire a Gesù una figliuola che forse era il più bel fiore della loro casa. Quello che si dà a Gesù, non va mai perduto, ma guadagnato. Se voi, o genitori, volete andare in cielo, già vi assicurate in senso morale che vi ritroverete con le vostre figliole che date a Gesù, le ritroverete nella gloria, felici. Niente di quello che offriamo a Gesù va perduto. Quando si offre un po’ di denaro a Gesù per le opere di religione, quel denaro è assicurato per voi in eterno, perché costituisce la ricchezza eterna che vi ornerà nel paradiso, il resto si lascia con la tomba.
In secondo luogo per l’ammissione al noviziato la figliuola fa un secondo passo. Nel tratto del Vangelo si legge che Gesù al giovane che gli domandava che cosa dovesse fare per salvarsi, rispose: «Osserva i comandamenti». E voi, o genitori, sempre lo avete detto alle figliuole: Osservate i comandamenti di Dio. Ma quel giovane andò più avanti e domandò che dovesse fare di più perché quello già lo aveva fatto fin dalla fanciullezza. Gesù allora: «Se vuoi essere perfetto, lascia tutto, vieni eseguimi». È questa la voce che hanno sentito le figliuole che oggi hanno fatto vestizione: «Lascia tutto, vieni, seguimi». Ed esse generosamente hanno lasciato, hanno seguito Gesù, sono venute a lui. Oh, con Gesù si sta bene, con Gesù vita più santa, con
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Gesù apostolato! E il lavoro di santificazione e il lavoro dell’apostolato sarà sempre per le neo-vestite la duplice fatica, quel duplice lavoro con cui si guadagneranno una duplice corona: una corona perché hanno fatto bene e una corona perché hanno insegnato bene per mezzo del loro apostolato. Nel terzo passo le figlie che tendono alla vita religiosa emettono la professione, prima temporanea e poi, a suo tempo, perpetua. Qui si legge il Vangelo in cui Gesù assicura Pietro: «Vos qui reliquistis omnia et secuti estis me, centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis»6. Saranno serene sulla terra, e [riceveranno] cento volte di grazia e di consolazione. Avranno sempre con sé Gesù, perché quel Gesù che le chiama alla santità ha destinato e preparato per loro le grazie, sia per raggiungerla, sia per aiutare molte altre anime ad arrivare al cielo. «Riceverete il centuplo»: parola che ha qualche cosa di misterioso, ma chi la medita davanti a Gesù nella Visita al santissimo Sacramento la capirà sempre meglio ogni giorno. «E riceverete la vita eterna», aggiunge Gesù. Noi siamo sulla terra di passaggio. Fra poco non ci saremo più. La vita è un pellegrinare, un camminare, è tutto un viaggio. Durante un viaggio ci possono essere delle stazioni, ma finalmente arriva l’ultima stazione: il paradiso eterno. Lassù già ci aspetta Gesù, già ci aspetta Maria, già ci aspetta S. Paolo che oggi noi cantiamo, che noi onoriamo. Egli ha raggiunto una grande santità e si è preparato una grande corona. L’Oremus lo dice: «Multitudinem populorum, conquistò a Cristo una grande moltitudine di popoli»7.
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Avanti, dunque! Un passo dopo l’altro sempre ascendendo, «protendersi sempre avanti»8fino lassù, fino a Gesù, in paradiso. Protenderci in avanti ogni giorno, mai fermarsi, né nel cammino della santità, né nel lavoro di apostolato. Avanti! Protendersi sempre avanti!
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1 Predica tenuta a Roma il 30 giugno 1955, in occasione della vestizione delle Figlie di San Paolo.

2 Cf Lc 2,40-52, in Rituale della Pia Società Figlie di S. Paolo, Roma 1945, pp. 7-9.

3 Cf Lc 18,18-22: «Se vuoi essere perfetto», in Rituale..., pp. 29-30.

4 Cf Mt 19,27-29, in Rituale..., pp. 39-40.

5 Azione Cattolica Italiana (ACI). Associazione di laici che si impegnano liberamente in forma comunitaria ed organica, in diretta collaborazione con i Pastori, per la missione evangelizzatrice della Chiesa.

6 Cf Mt 19,29: «Chiunque avrà lasciato case…, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

7 Oremus della Messa per la commemorazione di S. Paolo, 30 giugno.

8 Cf Fil 3,13. Don Alberione assume il senso di questo versetto e ne fa un motto per la Famiglia Paolina: Protendersi sempre in avanti!