Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno 6 — N. 2 — 15 Febbraio 1924 — Bollettino mensile.— Conto corrente colla Posta

UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA


OPUS FAC EVANGELISTAE
(II Tim. IV 5)



ALBA — Scuola Tipografica Editrice — ALBA

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UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae (II Tim. IV - 5)



Sezioni parrocchiali Cooperatori B. Stampa

Allo scopo di dare stabilità e miglior garanzia a tutto il lavoro per la Buona Stampa nelle parrocchie giova moltissimo l'istituzione di un Gruppo o Sezione dei Cooperatori Buona Stampa.
La Sezione dovrà comporsi di poche ma zelanti persone: possibilmente un rappresentante di ciascuna delle associazioni della parrocchia (giovani, donne, figlie, uomini, cassa rurale, ecc.) con a capo il parroco, o qualche laico, (uomo o donna) di buono spirito.
La sezione favorirà la stampa locale, in unione di spirito con la Pia Società S. Paolo di Alba che tiene la direzione generale dei Cooperatori Buona Stampa.
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I mezzi generali sono:
La preghiera, (Comunioni, Rosari, ore di adorazione, funzioni riparatrici ecc.).
Le offerte (quota fissa o libera, giornate pro stampa, lotterie, recite, rappresentazioni cinematografiche ecc.).
Le opere, (abbonamenti, distribuzioni a domicilio, contabilità, conferenze, impianto o direzione biblioteche, deposito-rivendita, ecc.).
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I vantaggi sono per tutte le persone ascritte al gruppo:
I meriti speciali di chi coopera alla salvezza delle anime.
Partecipazione a tutto il bene che si opera nella Pia Società S. Paolo.
I favori speciali e indulgenze della S Sede concesse a tutti i Cooperatori Buona Stampa, che riportiamo in altra parte di questo bollettino.
A tutti gli iscritti, come ci saranno notificati dal Parroco, si invierà mensilmente il bollettino Unione Cooperatori Buona Stampa: perché siano sempre più illuminati, infervorati nel loro zelo.
Alla Sezione occorre subito dare un lavoro preciso: bollettino parrocchiale, deposito-rivendita di libri e oggetti religiosi, biblioteca popolare, raccolta di abbonamenti ai periodici più utili per la parrocchia ecc.
Quando il gruppo è ben organizzato deve avere oltre il Direttore, anche un segretario ed un cassiere.
Ogni anno occorre celebrare la festa della Buona Stampa, quanto si potrà solenne.
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Un prezioso regalo ci farebbero gli amici mandandoci l'abbonamento vitalizio al nostro bollettino con l'offerta di L. 100 una volta tanto.
L'abbonamento vitalizio, costituisce un vero vantaggio alla Buona Stampa e toglie all'abbonato l'incomodo di rinnovare ogni anno l'abbonamento.
Gli abbonati vitalizi vengono inscritti alla partecipazione del frutto delle Mille Messe.
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Parliamoci come... al giudizio

Sì, perché allora N. S. Gesù Cristo ragionerà in modo diverso da nei e anche noi vedremo le cose ben diversamente. Dirà Gesù: Voi avevate denaro per tutto: per procurarvi una bella casa, arredarla signorilmente, magari procurarvi villeggiatura e beni, mangiare e bere in modo da guastarvi anche la salute ecc. ecc. ma se chiedevano un soldo per un'opera buona rispondevate: Non possiamo, abbiamo tante spese, oggi tutto costa...
Con poca spesa al giorno, risparmiata sopra i sigari, la moda, il vitto ecc. potevate provvedere alla Chiesa un sacerdote che salvasse molte anime, pregasse per la vostra, e vi mandasse suffragi...
Con ciò che avete sprecato, quali tesori pel cielo avreste potuto adunare!! E voi come avete fatto?
Ad una sarta che prolungava alla sera il lavoro per pagare ogni giorno la lira al suo Chierico: avanzati, vieni, amica mia, con fiducia: Tu arrivi qui in buon punto! proprio nel momento in cui il tuo chierico, diventato sacerdote è alla elevazione della Messa.... in vista del mio sangue il Padre mio ti condona anche il purgatorio: entra nel suo beato regno....
Mentre l'anima è giudicata si presenta pure l'Angelo Custode: ed esclama festoso: sei: È una madre
santa! ha dato alle missioni un Vescovo ed un sacerdote, alle suore del Cottolengo due suore, ai Gesuiti un fratello laico e l'ultimo era già sacerdote e parroco. Sei figli dati al Signore.
Una mamma piangeva di consolazione perché a recarle il S. Viatico era il figlio, allora novello sacerdote. Diceva singhiozzando: Signore, guardando indietro nella mia vita, non vi trovo meriti... non so che abbia fatto di bene! Ma vi ho dato questo sacerdote, che è carne e sangue mio: confido che accetterete questo dono e mi darete il paradiso!...
Pio X era di numerosa e povera famiglia: il padre ne aveva bisogno a casa, ma la madre fece dolce pressione e fu mandato in seminario: ma con quanti sacrifizi! Però quando la madre giaceva ammalata, presso a morire, si vide il figlio, già Vescovo e Cardinale, entrarle in camera. Ne ricevette la benedizione: spirò. E mentre l'anima buona era al tribunale di Dio, al giudizio, il figlio, il santo figlio vestito della porpora, ai piedi del letto insisteva presso Gesù: l'eterno riposo dona ad essa Signore e la tua luce eterna risplenda su di Lei...
Da Binasco (Milano) un giovane sacerdote ci scrive:
«Per ispirazione della divina Provvidenza è sorto qui da noi un minuscolo comitato tra anime buone che si impegna di mandare finché gli sarà possibile L. 30 mensili quale pensione per un apostolo missionario della Buona Stampa. La divina Provvidenza ci assista finché non si venga mai meno nella santa opera».

Le persone che si assumono di provvedere la pensione per un chierico della Buona Stampa dimostrano di comprendere e sentire l'ardente sete di Gesù per le anime.
Persone facoltose, associazioni cattoliche, gruppi di volenterosi, prendete la protezione di un nostro chierico, contribuendo per lui in tutto o in parte, per uno o più anni l'annua pensione in lire 900.
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PER LA STAMPA NELLE MISSIONI

Anche ai missionari è necessaria la stampa: tanto quanto nei paesi civili.
1. È la stampa missionaria che fa pensare agli infedeli; che raccoglie la miglior parte delle offerte; che suscita le vocazioni ed ha tanta parte nel sostenere i vari istituti e l'azione missionaria.
2. È la stampa cattolica nei luoghi di missione che prepara un ambiente favorevole tra le persone istruite alla venuta ed al lavoro dei missionari.
3. È la stampa cattolica che fra le nazioni in maggior parte infedeli illustra e dà valore ai grandi principii cristiani fra le classi colte.
4. È la stampa missionaria che forma gli alfabeti nuovi, proprii dei vari dialetti indigeni, per far capire qualcosa agli infedeli man mano che il missionario li accosta e istruisce; essa che traduce il nostro catechismo in quelle lingue; essa che almeno col mezzo delle figure rappresenta la vita del Signore, i Sacramenti, il giudizio, ecc.
5. È la stampa missionaria che, una volta convertiti quei popoli, li conferma nella fede, ne allarga le cognizioni, li difende; mentre li tiene sempre più legati e rivolti verso il grande ed unico faro di verità: il Romano Pontefice.
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La Pia Società S. Paolo per l'Apostolato della Buona Stampa prega il Signore che le dia una qualche parte di lavoro anche in questo immenso campo di bene. Vi è un gruppo di giovani che da qualche anno si preparano a questa missione.
Essi hanno compita la loro prima formazione e sono capaci di formare altri: mentre essi stessi compiranno la loro preparazione.
Perciò per l'autunno prossimo sarà aperta una casa annessa alla Società S. Paolo per i giovani che aspirano alle missioni: con intendimento di lavorare per gli infedeli o scismatici, in modo particolare (non esclusivo) colla stampa.
Già 14 giovar i vi hanno fatta domanda: essendo già utile il tempo destinato a ciò.
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Benedetto XV aveva udito che per iniziativa dell'istituto S. Pietro Claver si voleva fondare ad Alessandria d'Egitto una tipografia, detta di S. Catterina V. M., affine di provvedere i missionari delle stampe loro occorrenti. Subito il grande Papa che ha il merito d'aver dato grande impulso all'attuale movimento missionario, fece pervenire la sua offerta di lire cinquemila aggiungendo che non sarebbe l'ultima.
Perciò preghiamo che molti RR. Parroci, vogliano studiare nelle loro popolazioni se vi è qualche giovanetto che aspiri o dia speranza di poter riuscire utile nel campo delle missioni: sarà accolto alle condizioni stesse pubblicate in copertina sotto il titolo «Pia Società S. Paolo».

Sac. Alberione Giacomo.




UN MODO GENTILE E DELICATO di aiutare la Società S. Paolo per la Buona Stampa si è di provvederla di elemosine di Messe (L. 5) che saranno celebrate sollecitamente e con riconoscenza.
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PER CHI SENTE SETE DI ANIME
COME GESÙ


«Signore, io vi offro in unione con tutti i Sacerdoti che oggi celebrano la Santa Messa, la Vittima Divina, Gesù Ostia e me stesso, piccola vittima:
1° In riparazione delle innumerevoli bestemmie, errori ed oscenità che si stampano in tante tipografie da cui ogni giorno esce un fiume di carta, che allaga il mondo come torrente putrido:
2° Per invocare la vostra misericordia sugli innumerevoli lettori, perversi o innocenti, che la stampa scandalosa strappa dal vostro Cuore di Padre, assetato di anime:
3° Per la conversione di tanti scrittori e stampatori ciechi, ministri di satana, falsi maestri che hanno alzato cattedra contro il Divin Maestro, avvelenando ogni insegnamento, il pensiero umano e le sorgenti dell'umana attività:
4° Per onorare, amare, ascoltare, unicamente Colui, che Voi, o Padre Celeste, nel Vostro gran Cuore avete dato al mondo, proclamando: «Questo è il mio Figlio diletto: Lui ascoltate»:
5° Per conoscere che solo Gesù è perfetto Maestro: cioè la Verità che illumina, la Via o il modello di ogni santità, la Vita vera dell'anima cioè grazia santificante:
6° Per ottenere che si moltiplichino nel mondo i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, consecrati a diffondere la dottrina di Gesù a mezzo della stampa:
7° Perché gli scrittori ed operai di questa stampa siano santi, pieni di sapienza e di zelo, per la gloria di Dio e per le anime:
8° Per domandarvi che la stampa cattolica prosperi, sia diffusa, aiutata, e si moltiplichi, innalzando la sua voce, così da coprire l'inebriante e trascinante strepito della stampa perversa:
9° Perché tutti noi conosciamo la nostra ignoranza e miseria, e il bisogno di starcene sempre coll'occhio supplichevole ed a capo chino innanzi al vostro Santo Tabernacolo, o Signore, invocando luce, pietà, misericordia».
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Per il Vangelo in ogni famiglia

È uscita la prima edizione di dodicimila copie e si è ricominciato il lavoro subito per arrivare a 10.000 copie.
Ferve il lavoro per la confezione e spedizione delle prenotazioni ricevute; rimangono di questa edizione cinquemila copie, affrettatevi a richiederle come buona, ottima occasione per regali a Pasqua, negli Esercizi Spirituali, nelle Quarantore. Quanto starebbe bene negli Esercizi Spirituali in cui la gente è ben disposta, una conferenza o una funzione apposta per distribuire il Vangelo, degnissima, coronazione della Comunione Generale.
Perché la diffusione del Vangelo possa avere una diffusione sempre maggiore si è formata una società fra i Cooperatori con statuto apposito.

Schema dello Statuto

1 — È istituita presso la Pia Società San Paolo la sezione «Società Biblica» dell'Unione Cooperatori Buona Stampa.
2 — Si propone la diffusione e penetrazione fra il popolo della Bibbia, e in modo particolare dei Ss. Vangeli.
3 — Si compone: di soci perpetui che versano £. 1000 una volta sola; di soci benemeriti che versano L. 500 una volta sola; di soci ordinari che versano L. 5 ogni anno; di quelli che fanno una Comunione per settimana a favore dell'opera, o si impegnano alla propaganda personalmente, coi giornali o altri mezzi.
4 — Partecipano in vita e dopo morte alle Mille Ss. Messe che ogni anno si celebrano nella Pia Società S. Paolo, alle indulgenze concesse dalla S. Sede a tutti i Cooperatori della Buona Stampa e al bene della Pia Società S. Paolo.
5 — Ricevono mensilmente il bollettino «Unione Cooperatori B. S.» dove si darà un resoconto del bene compiuto.
6 — I proventi delle offerte sono impiegati nella diffusione gratuita o al minimo prezzo della Bibbia e del Vangelo.
7 — La Direzione è presso la Pia Società S. Paolo in Alba.

Il presente statuto ha l'approvazione del Vescovo.
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Un momento di riflessione

Non è tanto raro vedersi attorno, nella famiglia, nel paese, fra la parentela qualche giovanetto o qualche figlia che presenta delle buone qualità: salute discreta, intelligenza sufficiente, desiderio di vita ritirata dal mondo e pia, amore al lavoro manuale... Datevi uno sguardo attorno.
Questi giovanetti e queste figlie facilmente riuscirebbero assai bene nella Pia Società S. Paolo. I giovanetti potrebbero comporre o stampare, le figlie potrebbero comporre, e stampare, legare, far cucina ecc.
Intanto si consacrerebbero al Signore in una vita di preghiera e di raccoglimento, lontani dal mondo, lavorando a raccogliere una gran messe di meriti per il cielo.
Tante volte fare una simile proposta ad un giovanetto od a una figlia vuol dire procurare la tranquillità su questa terra e la gloria eterna del cielo.
Cooperatori cari, aggiungete questo nuovo merito e questa nuova carità agli altri meriti ed alle altre opere di carità già fatte: riflettete durante una santa Messa su quanto sopra a vedere se il Signore vi offre l'opportunità di quest'opera santa.

Calendario antiblasfemo

Anche i clienti più tardivi sono stati soddisfatti; con gennaio son finite le ultime spedizioni di calendari antiblasfemi. La tiratura raggiunta è consolantissima; i calendari incontrarono il gradimento generale. Fatta la prima ordinazione, come prova, la rapidità con cui si propagavano diede luogo ad una sequela di espressi, e di telegrammi: venivano ripetute le ordinazioni; e si volevano presto, per soddisfare tutti i richiedenti nelle scuole, nei circoli, nelle famiglie.
— I calendari vanno a ruba, hanno avuto un grande successo; ho distribuito i calendari, fu un vero trionfo! ci scrivevano da ogni parte d'Italia nel ripeterci la commissione.
Ci comunicarono da Agliè:
«Avendo ammirato il suo bellissimo, e utilissimo e nobilissimo calendario faccio il mio doveroso augurio che sia divulgato per tutto il mondo, a gloria di Dio e per l'onore della Scuola che lo ha ideato».
La propaganda varcò i confini d'Italia: da Malta, dalla Germania, dal Belgio, e perfino dal lontano Canada ci furono ricercati.
L'esito dei calendari, e le lusinghiere approvazioni ci sono di sprone a riprendere la campagna e stiamo preparando una bella edizione per il 1925 perché il calendario, piacendo, possa trovare la via aperta per entrare in tutte le famiglie italiane.
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I PAOLINI DEI TEMPI APOSTOLICI


S. Tito - 6 Febbraio

S. Paolo non germina solo i più bei fiori di virtù come un giardino fertilissimo, ma produce rigogliosi alberi da frutti vistosi. S. Tito è figlio spirituale di S. Paolo, battezzato da lui, suo compagno, coadiutore e fratello nel ministero dell'evangelizzazione dei popoli gentili: portò col Maestro il seme della divina parola fra le genti più disparate per lingua e per luogo e per costumi; la sua santità rifulse di luce brillante ad edificazione della Chiesa ancora in fasce.
Tito è una ferma colonna dell'apostolato di S. Paolo: e colonna vuol dire il suo nome.
Tito è di origine Antiocheno: i suoi genitori erano gentili. Tito non è stato circonciso. Profittò molto nella fede e nella pietà, ed acquistò stima, venerazione, autorità tra i cristiani di Antiochia. Quattordici anni dopo la conversione, compito il primo viaggio apostolico, S. Paolo si portò al Concilio di Gerusalemme, il primo concilio ecumenico, e condusse seco il suo Tito. Nella lettera ai Galati, S. Paolo dirà che non è più obbligatoria la circoncisione per i cristiani e che, se questi ancora si circoncidono, Cristo loro non gioverà più, e per argomento porta questo: che Tito non fu mai circonciso, e né gli Apostoli, né il Concilio di Gerusalemme lo obbligò a quella cerimonia giudaica. Il discepolo Tito segui l'Apostolo Paolo nella terza grande missione; e fu con lui a Efeso; poi a Roma; poi a Creta.
Il discepolo Tito era di molta prudenza: e S. Paolo gli affidò due delicate missioni a Corinto e i difficili Apostolati di Creta e della Dalmazia.
I Corinti s'erano divisi in vari partiti religiosi: erano andati fuori di strada: S. Paolo ne fu addoloratissimo e scrisse tra molte lagrime, una lettera di rimprovero e di indirizzo.
Poi incaricò Tito di ristabilire l'ordine e la pietà nella Chiesa di Corinto: e Tito vi andò, e fu ricevuto con timore riverenziale e con molto rispetto.
I Corinti vollero per sé l'onore di pensare al sostentamento di Tito: egli però nulla volle accettare per compiere più liberamente e con più autorità la sua missione: e Dio premiò assai bene il suo zelo e la sua fede e la sua prudenza.
Assestò la Chiesa, e i Corinti piansero il loro sviamento, e Tito portò a S. Paolo la contrizione del cuore di quei figliuoli; anche l'incestuoso, un povero disgraziato che aveva macchiato la Chiesa di Corinto con un orribile peccato, fece penitenza, e pregò Tito di supplicare l'Apostolo Paolo, che lo assolvesse dalla scomunica e lo riammettesse nella comunione dei fedeli!
Tito raggiunse l'Apostolo nella Macedonia: e così S. Paolo descrisse i buoni risultati della missione di Tito.
«Tito ha ricevuto tra voi molta consolazione, ed ha riportato a noi il vostro desiderio, il vostro pianto, il vostro zelo per me, talché io sono contento di voi ora più ancora di prima; ed ho molta fiducia in voi, e molto orgoglio di voi, e sono per voi ripieno di consolazione, e per voi soprabbondo di gaudio in mezzo a tutte le nostre tribolazioni».
S. Paolo aveva dato istruzioni ai Corinti per fare una colletta a favore dei cristiani poveri di Gerusalemme. Tito dalla Macedonia fu mandato una seconda volta a Corinto per ultimare la colletta delle elemosine, onde S. Paolo trovasse poi tutto pronto.
Paolo gli diede assieme Luca, e un compagno che gli voleva bene, coll'incarico di provvedere a Tito ogni cosa.
Tito fu probabilmente con S. Paolo a Roma durante la prigionia, poi nella Spagna e nell'Oriente. Durante quest'ultima missione S. Paolo gli affidò l'Apostolato dell'Isola di Creta: ma forse già assai prima lo aveva consacrato Vescovo. Creta era una terra difficile: i cretesi sono mendaci, pigri, bestie cattive, come li chiama giustamente un loro poeta; serpeggiavano tra il popolo falsi dottori, che predicavano Dio a parole e lo negavano coi fatti, rendendosi abominevoli, mentre già erano increduli, inetti a qualunque opera buona: s'aggiungevano
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i giudaizzanti contrari a S. Paolo, disubbidienti, chiacchieroni, seduttori, sovvertitori di ogni buon ordine nelle case cristiane, predicatori di errori per amore di vile guadagno. Tutta questa gente bisognava governare e riprendere con carità, ma con fortezza, con durezza, e con rigore. S. Paolo lasciò a Creta Tito, con autorità di Arcivescovo, per compire l'opera cominciata da lui, indirizzarla, ordinare Vescovi e sacerdoti. Tito si consacrò con molta energia, all'opera e la grazia e la pace del Signore era in lui.
Un anno dopo S. Paolo chiamò a sé Tito a Nicopoli: e mandò a sostituirlo Artema o Tichico.
Durante l'ultima prigionia Tito fu inviato da S. Paolo alle Chiese di Dalmazia, dove S. Paolo aveva prima predicato il Vangelo. Compiuta la missione dalla Dalmazia dopo il martirio dell'Apostolo, Tito ritornò a Creta e la governò fino ai 94 anni, quando Dio lo chiamò alle duplice corona degli Apostoli.
L'amore di S. Paolo e la stima che aveva per questo discepolo affidatogli dalla Divina Provvidenza, così glielo fa descrivere lo Spirito Santo.
«Quando sono giunto nella Troade per il Vangelo di Gesù Cristo, il Signore mi aperse una porta larga di bene, ma il mio spirito non ebbe requie perché non ho trovato Tito, fratello mio, ed ho salutato quelli e sono venuto in Macedonia. Qui però nessuna pace ebbe la nostra vita: ed abbiamo patito ogni tribolazione: al di fuori battaglie, dentro timori: ma Dio che consola gli umili, consolò pur noi coll'arrivo di Tito. E nella nostra consolazione ci siamo anche maggiormente rallegrati per l'allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato ristorato da voi tutti (o Corinti): ed egli più sinceramente vi ama e si ricorda della ubbidienza di tutti voi e come lo accoglieste con timore e tremore».
Così, mandandolo la seconda volta a Corinto; lo presenta con queste frasi: «Abbiamo pregato Tito, che conforme ha cominciato, conduca a termine tra voi anche questa grazia (della colletta) e rendo grazie a Dio che ha messo nel cuore di Tito una grande sollecitudine per voi; egli gradì l'esortazione mia di venire a voi e spontaneamente è partito: Egli è mio compagno, e vostro aiuto». Ne loda poi lo spirito di povertà e di unione con lui: «Da voi, Corinti, Tito non ha tratto nessun profitto materiale: noi camminiamo nello stesso spirito, e sulle stesse pedate».
S. Paolo scrisse a Tito una lettera pastorale: rifulge nella lettera la misericordia di Dio, che venne per liberarci dai desideri del secolo, rigenerarci, e farci vivere senza peccato, immoderazioni, e con pietà da piacere a Dio.
La festa di S. Tito si celebra nella Chiesa romana al 6 febbraio: la sua morte avvenne al 4 gennaio.
Le reliquie del glorioso discepolo riposarono in Candia.
Nell'825 i Saraceni ne fecero sacrilego scempio: i Veneziani ne ritrovarono il capo, e lo custodiscono a Venezia nel Duomo di S. Marco.
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Nella Pia Società S. Paolo


Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo

Tolgo da una memoria di quei giorni. Il Signor Teologo oggi fu a Torino per l'adunanza dei delegati dell'O. N. B. Stampa: ha cercato due ore e ci ha comperato un quadro bellissimo ed una statuetta plastica di S. Paolo, cui facciamo le accoglienze più cordiali e plaudenti. Il Signor Teologo è ricevuto in Casa come se fosse stato assente da lungo tempo: ci portò il ricordo, il regaluccio, come fa sempre, quando va a Torino e nelle grosse città: questa volta è una bella spilla del Sacro Cuore di Gesù: l'amore, e l'affetto è ribadito: gli siamo attorno fino all'ora delle orazioni, che viene protratta: gli inquilini delle camere attigue danno pugni nella parete di divisione, perché disturbiamo: allora si va a pregare....
In Casa è caratteristico l'affetto tenero per il Sig. Teologo. Non si parla mai di Direttore. Siamo i figli: Egli è il padre: il Signor Teologo ci chiama figliuoli, come S. Paolo chiamava figliuoli Timoteo e Tito. Al Sig. Teologo si dice tutto, al Sig. Teologo si crede, e si fa perché l'ha detto il Signor Teologo.
Nei primi anni, negli anni in cui eravamo piccoli le scene di affetto si ripetevano ancora più frequenti: ogni volta che il signor Teologo ritornava dopo un giorno di assenza: ogni piccola cosa era una occasione; e tutto era spontaneo, perché eravamo tutti piccoli. Il signor Teologo, come le mammine, aveva sempre qualche pacchettino da sviluppare, qualche cosa da tirar fuori, qualche scatoletta di cui indovinare il contenuto: uno spillo, un confetto, un'immaginetta, un ricordo, un San Paolo... non si faceva però festa al dono. Ricordo una volta che un giovane si mostrò indifferente; fu notato: aveva paura del Sig. Teologo: non era a posto; e poco dopo abbandonò la casa.
Una festa faceva e continua a fare magnificamente del bene ai cuori: l'onomastico del Sig. Teologo, S. Giacomo, il 25 luglio.
Si diè valore fin da principio, e l'importanza gliela abbiamo data noi: non giorno di rumori, ma di preghiere, di Comunioni, di esami, di ossequio, di auguri: la festa dei figli e della paternità. Le Figlie di S. Paolo che erano in Alba, si univano a noi per presentare assieme gli auguri, e nelle funzioni era tutta la famiglia attorno al Padre.
Si leggeva una lettera a nome di tutti: in seguito, quando in Casa si formarono i diversi gruppi, dopo la lettura o il discorsino comune, ogni gruppo leggeva qualcosa di proprio.
Poi si cominciò presto a fare l'offerta di tridui e di novene, di Rosari e di Comunioni, di Messe e di Visite.
Veniva presentato ogni volta un lavoro tipografico, un saggio di quanto si era imparato e del profitto fatto durante l'anno in tipografia. Il primo era un semplice foglio, con una nitida dedica; l'ultimo fu già un bel lavoro al linoleum, e a fotografie...
Conserviamo quei primi presenti fatti al Sig. Teologo.
Poi si mettevano d'accordo i piccoli portafogli, per comperare un regalo: che fu una statuetta, una pianeta, o una stola, e oggetti che servivano per lui, o per la Casa o per la Cappellina...
Ricordo il primo anno che si erano fatti i voti: si temeva di andarvi contro a spendere senza dirlo a lui e dirlo non si voleva: e noi e le figlie ci siamo proposti il caso di coscienza.
Ogni cosa si voleva fare senza che il Sig. Teologo potesse accorgersi: ma il Teologo conosceva sempre ogni cosai tuttavia ci lasciava fare.
Queste feste alimentavano il fervore del cuore, e lo ravvicinavano e lo fondevano con quello del Padre. Il Sig. Teologo
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ci vuol bene e ci ama intensamente.
S. Paolo ai Filippesi che gli volevano tanto bene esprime la sua soddisfazione: «Io mi sono grandemente rallegrato, perché voi siete rifioriti nel pensare a me, ed avete fatto bene a prender parte alle mie tribolazioni: voi siete a me carissimi e desideratissimi: il mio gaudio e la mia corona». Egli li amava i suoi figliuoli nella fede, li nutriva, come si esprime, non di pane, ma di latte, e tanto li amava, che i Corinti una volta che furono da lui rimproverati di non corrispondere al suo amore, piansero amaramente i loro falli e gli espressero la brama di rivederlo per riparare.
Molti possono insegnarci tante cose; abbiamo però un padre solo: e l'affetto tenero per lui è a noi necessario.

NOTIZIETTE MENSILI


La conversione di San Paolo

La festa della conversione di S. Paolo venne celebrata la domenica 25 u. s. Fu la festa dei figli attorno al Padre amato; di molta preghiera e di fermi propositi; di molte grazie.
Divota la Messa della comunione; solenne la Messa parata alle undici a cui intervennero pure i vicini.
Dopo i Vespri tenne un pratico discorso su S. Paolo il Sig. Paolo che quel mattino stesso vesti l'abito chiericale.

Vestizione chiericale

La festa di S. Paolo venne rallegrata dalla vestizione dell'abito chiericale di dieci nuovi chierici. Tutti ebbero dimostrazioni vivissime di simpatia e di augurio, specialmente festeggiato fu l'assistente Sig. Tito, che i ragazzi amano come fratello per il bene che con amorosa cura va facendo loro.
Ne diamo i nomi, e tanti cooperatori godranno di leggerli, e vari ne ricevettero pure l'immagine-ricordo. Essi sono: Tito Maria Armani di Benevello, già prossimo agli ordini; Paolo M. Marcellino di Vezza, degli ultimi corsi teologici; Paolino M. Marcellino di Rosta, Francesco M. Peira di Camo, Marco M. Grossi di Cisterna, Leonida Ferrero di S Vittoria d'Alba, Giovanni Manfredi di Belvedere Langhe, Vittorio Fossato di Somano, Giuseppe Mancardi di Farigliano, Paolino Crovella di S. Sebastiano Po. Che la novità dell'abito li rivesta, secondo il monito di S. Paolo, del nuovo uomo.

S. Timoteo

Ricorre il 24 gennaio. È la festa dei Signor Maestro: in casa tiene le veci del Sig. Teologo e tutti gli vogliamo molto bene.
Ama, consiglia, incoraggia con amore e dolcezza al bene: parecchi devono molto a lui: è il fratello maggiore che ama e cura i fratelli più piccoli: è un cuor solo, una mente sola col Sig. Teologo da cui fu educato e da cui ha appreso tutto lo spirito della casa.
I ragazzi hanno voluto dimostrargli il loro affetto. La sera avanti la festa lo vollero in mezzo di loro, l'hanno applaudito, letta una bellissima lettera ed offerto in dono un candelabro che arde ogni giorno avanti al Santissimo, simbolo del suo amore per Gesù. Al mattino dopo tutti hanno offerta la comunione e la messa per lui.

Il mese del Divin Maestro

In casa al Divin Maestro si consacra Gennaio: un artistico quadro ci rappresenta il suo Sacro Cuore: e lo preghiamo che si edifichi anche presto l'altare. Come nel Cenacolo per l'ultima cena, come per la venuta dello Spirito Santo, il Divin Maestro raccolse attorno a sé tutta la famiglia: perché tutta vuole avere attorno sé in Cielo alla mensa del Padre suo. E il Divin Maestro ci ammaestrò: egli è la via, che dà l'esempio, che edifica: come è santa la vita di Gesù! Egli è la verità che illumina, che predica quello che dobbiamo credere e che dobbiamo fare; davanti alla dottrina di Gesù, la sapienza umana,
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che non è illuminata da lui, è ignoranza ed è stoltezza! Egli la è vita che dà la grazia di credere e di fare, che santifica, che risuscita, che moltiplica i meriti, che matura le vocazioni, che trasforma, e senza di lei siamo morti.
Il Divin Maestro insegna, e dà l'esempio della più bella divozione alla S. Madonna, ed ha fatto Lei la tesoriera delle sue grazie.
Tutti prendiamo dalla pienezza del Divin Maestro.
Il mese si chiuse con l'ora di adorazione: Il Divin Maestro è con noi, è nella sua casa; di qui, dal Tabernacolo egli vuole illuminare e la sua famiglia e il mondo...
Principale pratica di ossequio fu la visita al SS. Sacramento, al Divin Maestro eucaristico; adorazione, ringraziamento, propiziazione e riparazione e supplica; al mattino i giovanetti facevano la visitina di un minuto.
Il Divin Maestro ci portò quest'altra grazia: l'adorazione perpetua che comincerà tra poco.

L'Angelo Custode

Lo desideravamo da anni: e lo sospiravamo. Due amici e benefattori ci avevano promesso di pagarlo.
Venne in occasione della vestizione chiericale dei due paolini che nella parte morale e nella parte tecnica fanno ai piccoli da veri angeli custodi.
Lo benedisse il Signor Teologo; gli alunni, offrendolo, lessero una lettera di amore e di riconoscenza e di ossequio.
Una statua divotissima nella espressione dell'angelo, ed efficace negli atteggiamenti del bambino che sta ai piedi.
Gli alunni vollero anticipare la spesa, ma i due amici vollero versare pure l'importo: e questo servirà per un calice nuovo.
L'angelo fu posto sul nuovo altarino. Qui fu celebrata la Messa per i due benefattori, per cui si dirà pure la prima Messa col nuovo calice.

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È una grande misericordia che ci fa il Signore accettando qualcosa da noi egli, che vive nella persona dei poveri.

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Lo dico a tutti: se avete una figliuola o un figlio che vogliano consacrarsi al Signore, dateli volentieri: sono essi che tirano le benedizioni del Signore su tutta la casa.
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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
PIA SOCIETÀ SAN PAOLO - ALBA (PIEMONTE)


Le posizioni conquistate

È consolante il lavoro che si è fatto sotto le ali della nostra Associazione per la propaganda delle buone letture. Le nuove Biblioteche nate nel mese coll'aiuto dell'A. G. B. sono 40. Molte delle vecchie associate dopo un lungo periodo si sono nuovamente fatte vive, hanno pensato a mettersi in regola coll'associazione inviando la tassa per il 1924, hanno provveduto ad aumentare secondo le proprie forze il loro patrimonio di volumi per essere in grado di presentare più forti attrattive ai lettori.
Siamo contenti e ne ringraziamo il Signore, per la Cui gloria soltanto lavoriamo.
Ma guai a colui che pone mano all'aratro e si volge indietro. Sta bene ogni tanto fare una breve tappa per considerare la strada percorsa, ma soltanto per acquistare nuova lena. I nostri avversari proseguiscono di pari passo; essi però hanno dietro di sé diciassette anni di vita e di lavoro attivissimo, hanno cinquemila Biblioteche già conquistate.
Solo la perseveranza unita alla grazia che Dio dà ai suoi Apostoli ci darà vittoria sui nostri avversari, sul demonio, sul male. Le Parrocchie d'Italia sono oltre 22 mila: quando saremo arrivati al punto di avere una Biblioteca nostra in ogni Parrocchia?
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DEPOSITI E RIVENDITE
DI LIBRI BUONI E OGGETTI RELIGIOSI


RR. Sigg. Parroci e Sacerdoti,

Vi proponiamo un'opera di zelo, di gran merito, di vantaggio vostro e delle vostre popolazioni.
L'opera ebbe principio nel 1919 nell'Alta Italia: ora vedendo i suoi buoni frutti e le insistenze dei Parroci si vorrebbe propagata anche alle altre parti d'Italia.
Si tratta di stabilire in ogni parrocchia un piccolo Deposito-Rivendita di libri buoni e oggetti religiosi perché la popolazione ne sia fornita bene ed a prezzi buoni.

Come si fa?

1. — Un parroco o un sacerdote della parrocchia, dopo lunghe preghiere si propone ad esempio:
di voler provveduti del catechismo tutti i fanciulli e le fanciulle;
di ottenere che tutti i giovani e le figlie di Maria venendo a Messa od a Vespro abbiano il loro libro di pietà per pregare e cantare;
di presentare alle giovani e persone pie della parrocchia un libro di meditazioni o lettura spirituale;
di contrapporre ad un libraio, che forse nella parrocchia smercia libri irreligiosi e immorali, un centro di diffusione di letture sane, amene, educative;
di provvedere a che in ogni famiglia vi sia un crocifisso, un quadro, la corona del Rosario ecc. ecc.
2. — Si fa un calcolo approssimativo del numero dei catechismi, libri di pietà, di meditazione che gli occorrono, per non ordinarne molti di più o molti di meno.
Quindi esamina: chi potrebbe rivendere? Il Sacrestano? la priora delle figlie di Maria, una giovane del Circolo, una bottegaia onesta e pia, la serva, il Sacerdote medesimo?
Pensa, forse con un catalogo alla mano: quali libri, catechismi, corone, crocifissi ecc. vorrebbe vedere in mano alla popolazione. Generalmente scegliere poco e buono: e volerlo diffondere molto, alla totalità.
3. — Si commissionano i libri ed oggetti. E giunti che siano, ecco il lavoro più importante: si spiega dal pulpito, al confessionale, ai catechismi, nelle associazioni cattoliche: perché bisogna provvedersi quel libro o quell'oggetto; cosa contiene e significa: che non è negozio ma zelo quanto si fa; che tutti i fanciulli si vogliono col catechismo in mano; che al Vespro tutti dovrebbero sapere dove sono i Salmi e cantare; che in ogni casa deve regnare dal luogo più elevato e distinto il crocefisso; quale indulgenze hanno le corone ecc.
Ma non stancarsi! in principio vi saranno delusioni ma ogni seme dà frutto nella pazienza.

Quali facilitazioni?

Parecchie: tante che il rivenditore può avere una ricompensa alla sua fatica. Esempio: il Parroco di Castellinaldo — diocesi di Alba — esitò oltre mille «La preghiera del Parrocchiano» col 40% di sconto; ebbe un utile di oltre L. 1000, che gli servirono per regalare il libro ai meno abbienti e dare i premi di Catechismo ai fanciulli. Difatti:
1. — La Scuola Tipografica di Alba accetta di ritorno i libri invenduti (purché del tutto conservati in perfetto stato di vendita, non sciupati), restituendo il denaro versato all'ordinazione.
2. — Sconto progressivo, secondo la quantità che sarà venduta: più sotto notiamo ad ogni libro ed oggetto il prezzo di favore che facciamo ai nostri Depositi. Esempio: i nostri catechismi piccoli a L. 0,12 per copia, sono venduti nei negozi a L. 0,25; 0,30; 0,35 per copia.
3. — Pagamento anticipato di tutta l'ordinazione: o per vaglia o contro assegno; notando che sono a carico del committente l'imballaggio ed il porto di andata e ritorno. Si nota però che, dove il Sacerdote fa le cose bene, nell'esaminare i libri occorrenti, ordinare il semplice necessario, zelarne l'esito, ecc., la resa è pochissima o nulla.

Quali libri per un esperimento?

N. B. — Il primo prezzo segnato in grassetto è il prezzo di favore per chi acquista oltre 15 copie; il secondo per chi acquista oltre 50 copie.
Consigliamo i seguenti:
La preghiera del Parrocchiano: preghiere e pratiche principali, liturgia, funzioni per determinati tempi dell'anno, lodi sacre. Legato prezzo di copertina L. 6 si dà ai nostri Depositi al prezzo di L. 4,50 — 4,25
Il Giovane Cattolico: meditazioni, preghiere, modo di servir la S. Messa, divozioni principali, Vespri, lodi sacre. Legato L. 4 si dà a L. 2,65 — 2,30
La Giovane pia: meditazioni, preghiere, modo di servir la S. Messa, divozioni principali, vespri, lodi sacre. Legato L. 4; si dà a Lire 3 — 2,50
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Il libro del Luigino: Legato L. 3,50. Si dà a L. 3 2,75
Gesù al cuore della giovane: meditazioni. Legato L. 2,50; si dà a L. 2,20 2
Ai miei piccoli Parrocchiani: (con note per il canto): Lire 0,60; si dà a L. 0,50 0,45
Le mie divozioni più care: per adulti, in carattere grande. Legato L. 4; si dà a L. 3 2.75
Preghiamo il S. Cuore di Gesù: Nove Uffici, a S. Messa. L. 0,50; si da a L. 0,45 0,40
Apparecchio alla morte: L. 4; si dà a L. 3 2,75
Pratica d'amar Gesù Cristo: L. 2,60; si dà a L. 2,40 2,20
Le glorie di Maria: 2 vol. bella edizione L. 10; si dà a L. 7 6
Gran mezzo della Preghiera: L. 1,50; si dà a L. 1,25 1,15
Massime eterne: Legato L. 2; si dà a L. 1,85 1,80
Filotea: Lire 3; si dà a L. 2,50 2 25
Le preghiere dei fanciulli: Lire 0,40 si dà a L. 0,35 0,30

Quali Oggetti?

CORONE: nere da lire 3,50 caduna per L. 2,75
id da L. 2,50 caduna, per L. 1,40 Osso Bianco da L. 2,60 caduna L. 1,80
CROCIFISSI: da appendere, di metallo bianco, da L. 7 per L. 5,50 cad.
id. da L. 5 per lire 4 caduno, tascabili, alluminio, da L. 4,50 per L. 3,60 cad.
tascabili, metallo bianco: da Lire 2,50 per L. 1,80 caduno.
IMMAGINI: di assortimento vario, da L. 13 per L. 10 al cento
id. da L. 7 per L. 6 al cento
MEDAGLIE: varie da L. 5 per Lire 3,50 al cento
id. da Lire 12 per L. 9 al cento grandi ricordo, da L. 18 e 25 per L. 12 e 15 al cento

Catechismi

I nostri libri di testo per le Scuole di Catechismo ebbero la preferenza da tanti RR. Parroci di tutta Italia, che li vollero adottare per la praticità che vi riscontrarono.
Catechismo grande: L. 60 al cento; edizione economica L. 35 al c.
Primi Elementi Dottrina Cristiana: L. 16 al cento; ediz. econ. L. 12.
Libretti di classe (1.a, 2.a, 3.a e 4.a) illustrati L. 52 al cento.

Esempi

In una parrocchia (Grinzane) il Pievano aveva ogni mattina una cinquantina di giovanette alla S. Comunione; molte altre rimanevano in casa perché impossibilitate a lasciare le occupazioni. A tutti il Pievano zelante voleva dare un libro di meditazione perché più si avanzassero nella via buona. Gli fu additato il libro «Gesù al Cuore della Giovane». Sono così rari i libri davvero sodi per le figlie!! Lo scelse: in pochi giorni tutte le figlie ella Parrocchia facevano la loro meditazione su quei libro.

Due Parroci erano impressionati perché i giovani assistevano male alle funzioni, moltissimi non venivano a Vespro perché non sapevano che si cantasse, alle sepolture si lasciava il clero solo a cantare ecc. Si accordarono, scelsero un libro adatto, ne acquistarono due mila copie, e lo fecero entrare in tutte le famiglie, portare alle funzioni ecc. Si è giunti a questo: il Parroco a Vespro, dal presbitero prima di intonare il salmo dice ad esempio: cercate il Beatus vir qui... pag. 254; tutti hanno lo stesso libro, cercano e 600 voci femminili rispondono alle 400 maschili!!

Un curato aveva amministrato l'Olio Santo ad un infermo: voleva fargli baciare il Crocifisso: ma in casa non se ne trovò: dovette usare quello appeso alla sua corona. Rimase un po' male: ma tornando in Canonica fece il proposito: in nessuna famiglia della mia cura mancherà il Salvatore Crocifisso. Ne acquistò 280, quante erano le famiglie: ed insistendo dal pulpito, dal catechismo, nelle conferenze ecc. ottenne quanto voleva.

Molti esempi si potrebbero aggiungere: ma almeno il seguente non deve rimanere tra i tralasciati. Disgraziatamente in una cittadina del Piemonte si era aperto un negozio di Cartolaio-libraio: e purtroppo si vendeva ciò che più lusinga le passioni umane: cartoline, libri, opuscoli, romanzi, giornali assai guasti in fatto di religione e morale. Due sacerdoti con gravissimo sacrificio aprirono una contro-rivendita: ottennero libri in deposito, fecero anche gravi sacrifizi: ma ora se in quella cittadina vi è del male, vi ha pur del bene: vi è un centro da cui emana luce di verità e di bontà. E Dio ha molto benedetto

La Scuola Tipografica di Alba

sorta unicamente per far del bene colla Stampa Buona, si mette a servizio di tutti questi RR. Parroci che oltre a seminare la verità dal pulpito, la vogliono far penetrare scritta nelle case. Volentieri li coadiuverà, aiuterà in tutti i modi a sua disposizione. Ognuno che apre un deposito-rivendita diventa anche un cooperatore Buona Stampa e partecipa ai favori spirituali e indulgenze concesse dalla Santa Sede.
Per la Scuola Tipografica di Alba e Pia Società S. Paolo

Sac. Alberione G.


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MILLE SS. MESSE ANNUALI
PER I NOSTRI COOPERATORI


In che consiste. Nella celebrazione di Mille Messe all'anno, applicate tutte per i Cooperatori e benefattori della Pia Società S. Paolo - Alba.
Scopo. 1. Ottenere le grazie del Signore sulla Stampa Buona (libri, giornali, riviste, bollettini ecc.) onde si effettui con essa il desiderio di Gesù ch vi sia un solo ovile ed un solo Pastore.
2. Adorare, ringraziare, chiedere perdono e grazie al Signore: la messa è la più perfetta adorazione al Signore, il vero ringraziamento, è il prezzo infinito a soddisfare i nostri peccati, la preghiera più efficace per ottenere ogni grazia perché chi prega con noi e per noi nella messa è Gesù Cristo.
Condizioni per essere inscritti. Fare offerta di L. 10 una volta sola in vita alla Pia Società S. Paolo.
Chi si può inscrivere. Tutti, anche gli assenti, anche a loro insaputa, i bambini, i defunti; tutta una famiglia intera versando una unica offerta di L. 10.
Per quanto tempo si partecipa. Per sempre, anche dopo morte finché si celebreranno le Messe: ossia finché durerà la Pia Società S. Paolo. Anzi le messe aumenteranno ancora, si porteranno a due, tre, quattro mila all'anno ed a tutte partecipano anche coloro che già sono inscritti e s'inscrivono ora.
L'opera ha l'approvazione del Vescovo nostro che con amorosa cura l'assiste e controlla.
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Gesù Cristo ha detto: «Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio Egli ve lo darà». Nella S. Messa non solo chiediamo in nome suo ma è Gesù stesso che chiede per noi. Inscrivetevi all'opera delle Mille Messe e per tre volte al giorno nostro Signore G. Cristo si presenterà al Padre celeste ad intercedere per voi.

INDULGENZE E PRIVILEGI
ai Cooperatori Buona Stampa
e a tutti gli iscritti alle Mille Messe


Tutti gli ascritti a questa opera diventano Cooperatori nostri; quindi partecipano delle seguenti indulgenze e privilegi concesse dal S. Padre:
INDULGENZA PLENARIA. Alle solite condizioni (Confessione, comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa) nelle seguenti feste od in uno dei sette giorni immediatamente successivi:
— Nelle feste del Signore; Natale, Epifania, Pasqua. Ascensione, Corpus Domini, Giovedì e Sabato Santo. — Nella festa della Pentecoste. — Nelle feste della Madonna: Immacolata Concezione di Maria, Assunzione. — Nel giorno della festa di S. Giuseppe (19 marzo) e nella solennità del suo patrocinio (3.a dom. dopo Pasqua). — Nella festa di Ognissanti. — Nella festa della Conversione di San Paolo (25 gennaio) e nella Commemorazione (30 giugno). — In tutte le feste degli Apostoli. — Nella festa di S. Francesco di Sales.
UNA SPECIALE INDULGENZA plenaria ogni volta che faranno un'ora di adorazione avanti al Santissimo Sacramento e pregheranno secondo l'intenzione della Pia Società.
INDULGENZA PLENARIA IN ARTICULO MORTIS se confessati e comunicati o almeno contriti diranno devotamente colle labbra o col cuore il santo nome di Gesù, ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
INDULGENZA PARZIALE di cento giorni ogni qual volta diranno col cuore contrito qualche preghiera, secondo il fine della Pia Società, o presteranno un qualche aiuto: (lavoro, elemosine, offerte).

PRIVILEGI


I sacerdoti, potranno benedire con il solo segno di croce, e col permesso del Vescovo diocesano:
a) fuor di Roma, privatamente sempre, in forma pubblica invece soltanto nell'Avvento o Quaresima e durante le Missioni o i santi esercizi, corone, rosari, croci, crocifissi, piccole statue e medaglie ed applicare loro le indulgenze apostoliche e ai rosari anche quelle di santa Brigida.
b) Corone del santo Rosario, applicando loro l'indulgenza di 500 giorni per ogni Pater e Ave, anche non recitando il Rosario.
Quattro volte alla settimana, hanno il privilegio dell'Altare privilegiato.
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PER LE ZELATRICI


Le persone che hanno ricevuto il bollettario per raccogliere inscritti all'opera delle Mille Messe e non intendono farsi zelatrici sono pregate di respingere il bollettario; farebbero opera buona unirvi la loro iscrizione.

DOMANDE


Avete trovato inscritti?...
State cercando?..
Avete ancora il Bollettario?...
Preghiamo quelle zelatrici che non hanno ancora mandato inscritti e da molto tempo hanno il bollettario a rispondere a queste tre domande con un semplice Sì o No, poi mettere questo foglietto in busta aperta con un francobollo da due soldi ed inviarlo alla Pia Società S. Paolo di Alba.
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OPERA BOLLETTINI PARROCCHIALI


Cosa è? È un ramo, una sezione della Unione Cooperatori Buona Stampa. Ha sede presso la Pia Società S. Paolo; si propone in modo particolare e pratico di diffondere la Stampa buona e con essa il regno di Dio.
Cosa fa? Attualmente cura la pubblicazione di circa centocinquanta Bollettini Parrocchiali e due periodici Parrocchiali con una tiratura mensile di novantasettemila cinquecento foglietti che si spargono in ogni parte d'Italia.
Scopo. L'Opera si propone di venire in aiuto ai RR. Parroci nel loro ministero pastorale mediante i Bollettini e foglietti parrocchiali che sono mezzi efficacissimi di bene, anzi la continuazione del vero insegnamento popolare del Divin Maestro, Gesù. Potrà raggiungere il suo fine, che è di fare entrare un foglio buono in ogni famiglia, di facilitare ai RR. Parroci poveri l'istituzione del Bollettino, di dare a prezzi minimi i suoi periodici, man mano che attorno ad essa si stringeranno tante anime di apostoli che coopereranno all'Opera Bollettini colla preghiera, cogli aiuti finanziari, colla propaganda.
Membri. Fanno parte dell'Opera: i Rv. Parroci che fanno il Bollettino o introducano i periodici parrocchiali nelle loro parrocchie e tutte quelle persone che con offerte, aiuti e preghiere coadiuvano l'opera del Parroco e della Pia Società San Paolo in questa attività particolare.
Frutti. I membri dell'Opera Bollettini partecipano agli stessi favori e privilegi concessi dalla S. Sede ai Cooperatori Buona Stampa e pubblicati su questo Bollettino.
Sottosezioni. In ogni Parrocchia attorno al Bollettino e al Periodico potrà formarsi la Sottosezione dell'opera Bollettini. È una famiglia di persone volenterose di cui il Parroco è il papà. Di essa fanno parte le Zelatrici, le distributrici, e essi collaborano col lavoro e colle offerte e colla preghiera.
— I RR. Parroci potranno comunicare alla Pia Società la costituzione della sottosezione ed il nome dei membri, ad essi sarà inviato il presente periodico.

Lo Specchio del mondo


«Vi parlo come giornalista che ha vissuto tutta la gamma delle emozioni giornalistiche, che si chiamano battaglie giornalistiche.
Voi costituite un sindacato della stampa, e farete bene a mettere nel vostro sindacato quelli che sono i collaboratori più diretti del giornale, gli operai tipografi.
Così la famiglia è perfetta. I rapporti tra giornalisti e operai sono stati sempre corretti, cordiali. Bisogna renderli ancora più fraterni, rendendo questi collaboratori partecipi delle nostre battaglie e del nostro destino.
Certamente fra tutti quelli che si possono chiamare i prodigi della nostra civiltà, forse troppo meccanica; il giornale tiene il primo posto. Il giornale è in realtà lo specchio del mondo. Nel giornale come sopra una grande strada, passa tutto quello che accade nel vasto genere umano, dalla politica altissima al fattaccio di cronaca. È bene ripetere che la cosidetta libertà di stampa, non è soltanto un diritto, è un dovere. È bene ripetere che oggi, una semplice notizia di giornale può essere apportatrice di danni incalcolabili alla Nazione. Se si vuole, come si vuole, che il giornalismo sia una missione, ebbene ogni missione è accompagnata irrevocabilmente da un senso altissimo di responsabilità». (Mussolini al Sindacato giornalisti) L'on. Mussolini quando parla di potenza del giornale è competente.
Ed una cosa nuova dice: che la tipografia è un apostolato come lo scrivere!
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I LIBRI


«Faramondo, Faramondo! noi abbiamo combattuto colla spada, noi abbiamo scagliato la francesca a doppio taglio: il sudore colava dalla fronte dei guerrieri, le aquile mandavano grida di gioia, il corvo nuotava nel sangue dei morti. Oh! quanto pianto han versato le vergini! Faramondo, Faramondo! noi abbiam combattuto colla spada!». Questo canto di guerra erompente dal petto di 40000 barbari Franchi, mentre i cavalieri alzavano ed abbassavano a tempo i loro scudi e ad ogni ritornello battevano col giavellotto il petto coperto di ferro, questo canto riportato dal Visconte di Chateaubriand nella celebre sua opera I martiri, e letto dal giovane Agostino Tierry al termine de' suoi corsi classici nel collegio di Blois, bastò a rivelargli la sua vocazione agli studii storici, per cui andò così famoso fra gli scrittori di Francia: tanto grande è la potenza d'un libro!
Ma se la lettura esercita così grande influenza sull'animo umano e se per altra parte i libri si contano così numerosi che fin nella Sacra Scrittura è già detto: «faciendi plures libros non est finis», è evidente che, non potendosi, e spesso non dovendosi, tutti leggere, nella loro scelta è necessario un giusto criterio.
«Giovani non leggete i libri buoni», diceva una volta un vecchio prete, professore di seminario, incominciando un discorso rivolto ai suoi allievi: e perché questi a tali parole lo guardavano meravigliati e quasi scandalizzati; «non leggete i libri buoni, continuava il prete, leggete solo i migliori».
Quali libri dunque si dovranno preferire? Quelli che presentano il vero, il bello, il buono: il vero nella dottrina, il bello nell'espressioni, il buono nella morale. Hanno il vero i libri che fanno amare la Chiesa cattolica romana, la cui dottrina è l'unica vera; il bello quelli in cui risplende l'idea universale delle cose; il buono quelli dopo la cui lettura l'uomo si sente più casto, più lontano dal male, più vicino ai cielo.
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Ma più che in questa regola i giovani hanno una guida molto più sicura nei genitori, nei superiori e nei confessori. Prima dunque di aprire qualsiasi libro si ricorra per consiglio a coloro, cui il Signore diede l'uffizio di guide e di consiglieri.
E nella scelta delle letture è buon consiglio preferire ai nuovi i libri vecchi, perché generalmente non reggono all'urto del tempo se non i più buoni, come nel cozzo di due eserciti non escono superstiti dalla mischia che i soldati più valorosi.
Verso il principio del secolo passato un giovane svizzero, di religione protestante, frequentava le scuole dell'università di Gottinga in Prussia, e innamorato com'era della lettura, acquistava tutti i libri vecchi che gli venivano veduti perché li poteva avere con poche monete. Un dì fra gli altri si trovò tra le mani un esemplare delle Lettere di Innocenzo III; lesse, e intravvide in quel Pontefice un gigante del Papato. Fatto adulto ne studiò a lungo e con amore la vita e così Federico Emanuele Hurter regalò al mondo degli studiosi l'opera sua più poderosa, la magistrale Storia di Innocenzo III, che è ancor oggi il più bell'omaggio che penna protestante abbia mai presentato alla Chiesa di Gesù Cristo.

LE FIGLIE DI S. PAOLO


Un po' di storia

Nel 1917, in Casa s'aggiunse qualche adulta per i lavori di cucina alla Scuola Tipografica: tutte però appartenevano alla stessa casa e talora capitava anche di dover scambiare il lavoro.
Nei primi mesi del 1918 le piccole subirono una crisi forte; rimase solo la prima venuta; le altre uscirono: o perché i parenti non si fidavano della casa nuova che nasceva allora sotto la protezione di S. Paolo; o perché trovavano nuovo il lavoro tipografico per le figlie, e non lo credevano adatto. Anche nelle adulte vi fu diminuzione. Si rimase quattro in tutte la casa, a continuare il lavoro di apostolato incominciato.
Si ricevono oggi lettere di figliuole che chiamano con invidia e con rammarico sorelle le prime compagne.
La mano di Dio sceglie con misericordia, e spesso sceglie gli strumenti più inetti, poiché la sua virtù si compie nella debolezza.
E nelle figlie che rimasero e che credettero non venne meno il coraggio: quando Gesù fa sentire Io sono con voi c'è tutto.
Ed il Signore volle mostrare che la Casa era sua, ed era solida, e che l'apostolato della buona stampa era pure un sacerdozio femminile.
Dio unì alle sue figlie altre anime.
Pochi mesi dopo venne fuori Susa. La maestra descrive così l'annunzio: Un giorno il Sig. Teologo ci dice: Il Signore vi manda una bella occasione di fare del bene. Si tratta di prendere un giornale diocesano, comporlo, stamparlo, poi dirigerlo: e questo a Susa. Vi sentite di fare questo?
— Si rispose: Come si fa? non c'è che Emilia che sappia comporre: e poco.
— Verrete in tipografia, imparerete, e il Signore e la Madonna e S. Paolo vi aiuteranno.
— Tutte rispondemmo: Sì, Sig. Teologo, andiamo.
— E il Sig. Teologo: Allora io accetto.
Il giorno dopo Clelia ammalò.
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LE PIE DISCEPOLE


Sono una famiglia religiosa di figliuole, in Alba (Piemonte), dai 16 anni in avanti.
Si consacrano ad adorare, continuamente per turno, il Divin Maestro, Gesù Sacramentato per effettuare l'«Avvenga il tuo regno» specie col mezzo della Buona Stampa.
Conducono vita comune, a modo delle suore facendo privatamente i loro voti.
Hanno ciascuna due ore di adorazione per ogni giorno: oltre le altre pratiche comuni di pietà; si occupano poi anche di lavori comuni (cucire, rammendare ecc.).
Vivono in casa propria, sotto la guida del Superiore della Pia Società S. Paolo.
Devono essere scelte fra le figlie che più inclinano alla pietà specialmente eucaristica. Siano sane di mente e di corpo, e non oltrepassino i 25 anni; entrando non pagano pensione di sorta, ma devono essere fornite di un corredo sufficiente: e nei primi due anni sono a loro carico le spese di vestito, bucato ecc. ecc.

Teol. Alberione Giacomo



LA CASA DELLE PIE DISCEPOLE


Per le Pie Discepole si stanno adattando per bene i locali della casa in fondo al giardino: vi sarà posto per cinquanta figliuole, e per i loro laboratori di bucato, sartoria ecc.
La Casa ebbe un nome divino, è chiamata Divin Maestro e chi vuol sapere dove sono le Pie Discepole, si risponde: sono al Divin Maestro.


Scuola Tipografica Editrice - Alba
Teol. Giaccardo G. - Dirett. Respons.

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