Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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OPERA DUEMILA MESSE

Zelatori e Zelatrici carissimi!

Sentite una proposta meritoria, bella e facile. Quando riceverete questo numero, saremo già vicinissimi alla grande e solennissima festa della S. Pasqua.
Ebbene, siccome in questo tempo c’è più bisogno di grazie perché tutti i cristiani concepiscano il desiderio ed abbiano la buona volontà di ascoltare l’invito di Gesù a far Pasqua, vi proponiamo una piccola cosa ciascheduno: ogni Zelatore si impegni di trovare almeno un ascritto alle Duemila SS. Messe, in ossequio al Divin Sacrificio che Gesù compì sulla Croce e che ci è vivamente ricordato con ogni apparato di solennità e commozione in questi giorni santi.
Il Divin Maestro, in questa dolcissima solennità non ha altro desiderio che di vedere un maggior numero di anime, anzi tutti i cristiani ai piedi della Croce, per spargere su di loro con la larghezza del Suo infinito Amore i frutti, le grazie, le Benedizioni infinite ch’Egli ha meritato nella divina Immolazione.
Quindi, come atto di amore del nostro cuore al Divin Crocifisso, portiamo a Lui qualche anima in più a godere i frutti della Redenzione.
Nevvero che tutti, proprio tutti farete questo piccolo ossequio a Gesù? Sì, sì, che lo farete; e siamo certi che molti faranno assai di più. Ricordate che chi più fa, più felicemente passerà la S. Pasqua e più grazie avrà da Gesù.
L’ascritto l’attendiamo da tutti nei giorni della Settimana Santa o nella settimana dopo la Domenica di Risurrezione!
Al numero seguente la risposta se tutti avrete fatto qualche cosa o no.
Chi poi troverà per la S. Pasqua cinque ascritti, riceverà un regaluccio piacevole.
Ricevete intanto la Benedizione di Gesù e di Maria SS. e gli auguri di ogni grazia che di tutto cuore vi desideriamo e preghiamo dal Maestro Divino per la carissima solennità.

La S. Messa apporta fortuna

Noi siamo così fatti che cerchiamo sempre il nostro interesse: arricchire, accumulare, far guadagni. E qual è il modo più sicuro? Eccolo: ascoltare ogni giorno la S. Messa.
Nella vita di S. Giovanni Elemosiniere si legge che in Alessandria d’Egitto vivevano due operai dello stesso mestiere. Uno aveva da mantenere una numerosa famiglia, eppure aveva sempre d’avanzo dei suoi guadagni. L’altro non aveva figliuoli, lavorava giorno e notte e persino la festa, eppure si trovava sempre nella miseria. Costui, al veder la prosperità del compagno, pensò di recarsi da lui e domandargli il segreto della sua fortuna. Promise questi di manifestarglielo, a patto che all’indomani, si trovasse da lui di buon mattino. L’operaio misero accettò volentieri, e all’indomani, di buon mattino, all’ora fissata, si trovò dal compagno, il quale senza dirgli altro, lo condusse alla Chiesa ad ascoltare la S. Messa; e così fece per tre giorni di seguito.
Alla fine, colui, stanco: «Mio caro, prese a dire, la strada alla Chiesa la conosco, e in quanto al sentire la S. Messa
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ogni giorno non ho tempo da perdere. Se vuoi essere fedele alla promessa e manifestarmi il segreto di tua fortuna, bene, se no io ti saluto».
Allora l’operaio fortunato, rivolgendosi a lui con affetto, rispose: «Vedi, amico carissimo, il segreto che io ho per star bene anche in questo mondo, non è precisamente altro che quello di andare ogni giorno ad ascoltare la S. Messa. Io so troppo bene che è per essa che il Signore benedice il mio lavoro e mi dà fortuna. Ascolta anche tu ogni giorno la S. Messa, e vedrai che si cambieranno le cose di casa tua». Infatti così avvenne, perché incominciando a sentire la Messa ogni mattina, quel povero operaio ebbe lavoro, pagò i debiti e mise la sua casa in ottimo stato.
Ci credete, voi, o carissimi a queste cose? Se non ci credete, fatene la prova per un anno e anche meno; ascoltate per parecchi mesi la S. Messa quotidiana e se i vostri interessi materiali non prenderanno miglior piega, lamentatevene pure con me.
Seguiamo l’esempio dei grandi uomini: Cristoforo Colombo, Tommaso Moro, Giovanni Sobiescki, il Generale Cadorna, il Manzoni, lo Storico Cantù, e moltissimi altri eminenti personaggi anche viventi, i quali ponevano e pongono la loro massima confidenza nella S. Messa e nella Comunione.
Nel 1682, la città di Vienna era assediata dai Turchi; ogni umana speranza era svanita e si attendeva rovina e morte. Il mattino del 12 settembre, giorno decisivo per la battaglia, il generale Sobiescki, pieno di fede in Dio si porta alla Chiesa, assiste alla S. Messa, anzi la serve egli stesso, fa pure la comunione. Infine, avuta la benedizione del sacerdote, pieno di entusiasmasi slancia nel combattimento. Fa prodigi di valore, scompiglia il nemico, lo mette in piena rotta, riportandone la più fulgida vittoria.
Vogliamo fortuna? Ripeto: appigliamoci al mezzo più sicuro che è la Santa Messa, e aggiungiamo possibilmente ogni volta la S. Comunione.
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ANNO XIV - N. 3 — MARZO 1932 — C. C. P.

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5)


LA VOCAZIONE

Iddio non si dimentica degli uomini, poiché essi sono sue creature e come tali Egli le conserva, li governa e li dirige al fine.
Il fine comune ed universale assegnato da Dio agli uomini è espresso nelle parole:
Deus vult omnes homines salvos fieri, et ad agnitionem veritatis pervenire; Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità.
Per questo mandò anzitutto il suo Figlio Unigenito, il quale doveva indicare agli uomini la retta via che essi, a causa del peccato, avevano smarrita
. Sic Deus mundum dilexit ut Unigenitum Filium suum daret, così Dio ha amato il mondo che ha dato il suo Figlio Unigenito.
In questo modo si iniziò l’opera della Redenzione, del riscatto cioè delle anime, diventate per il peccato schiave del demonio e perciò incamminate sulla via della perdizione.
Nostro Signor Gesù Cristo si offerse vittima, pagò col suo sangue il debito contratto dagli uomini col Padre Celeste ed ottenne così che fossero aperte le porte del Paradiso.

***
Ma Gesù non rimase in terra che per 33 anni, terminati i quali ascese al cielo, dove siede alla destra di Dio Padre.
Prima però della sua ascensione elesse a continuare la sua opera di redenzione gli Apostoli ai quali affidò per campo il mondo intero, dicendo loro:
«Ite in mundum universum, nuntiate Evangelium omni creaturae… Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus, usque ad consumationem saeculi, andate per tutto il mondo, annunziate e predicate il Vangelo a tutte le creature … io sono con voi fino alla consumazione dei secoli».
E gli Apostoli non risparmiarono fatiche, sopportarono calunnie, offese e persecuzioni, ma furono fedeli al loro Maestro Divino.
Notiamo: gli Apostoli erano gente rozza, povera, uomini dediti alla pesca che non conoscevano altro che la loro barca e le loro reti: ebbene dopo che Gesù disse loro: seguitemi, vi farò pescatori di uomini, ecco che abbandonano tutto e vanno… vanno ad incorporarsi per la grande causa: per salvare le anime, per insegnare agli uomini che il più importante affare è quello di
salvarsi l’anima.
Agli Apostoli fecero seguito i Vescovi e poi i Sacerdoti, quali ancora li vediamo ai nostri giorni.
Chi è dunque il Sacerdote? E’ ministro di Dio, è l’eletto del Signore perché spenda i suoi giorni, le sue forze fisiche e morali per insegnare agli uomini questa grande e importante verità:
salvatevi l’anima, pensate a salvarvi l’anima.
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***
La volontà di Dio è chiara: «Vult omnes homines salvos fieri: vuole che tutti gli uomini si salvino».
A questo scopo il Signore sceglie anime più generose per eleggerle a continuare la sua opera di redenzione: Dio infinitamente sapiente sa sempre proporzionare le cose secondo i bisogni dei tempi.
Oggi occorrono particolarmente Sacerdoti Apostoli, che facendo della tipografia il loro pulpito, moltiplicando con le macchine fogli, giornaletti, bollettini, libri ecc. che portano la parola di Dio, possano arrivare a predicare a tutti i loro Parrocchiani, sparsi nel grande campo del mondo.
Il Signore vuole molti operai nella sua vigna e li accoglie a qualunque ora, purché siano pronti e generosi. A tutti riserva la stessa ricompensa: non denari, non piaceri, non comodità, e simili, ma una cosa sola propone e dà ai suoi fedeli ministri:
il Paradiso.

***
Quanti giovani cuori, quante belle anime si sentono attirate da un qualcosa che non intendono bene; oh, pregate il Divin Maestro: vi farà conoscere quello che vuole da voi. Nella vigna del Signore, l’apostolato sacerdotale e l’apostolato stampa vi offrono un largo campo di lavoro in cui si possono esaurire tutte le forze fisiche e morali senza esaurire quell’apostolato santo e di salvezza delle anime. Il Signore è con i suoi chiamati, non se ne dubiti, prova chiara l’abbiamo nel fatto dell’elezione di Mosè. Disse infatti il Signore a Mosè: «Ho veduto l’afflizione del mio popolo in Egitto, ho sentito il grido che la durezza dei sopraintendenti ai lavori gli fa mandare, ho conosciuto i suoi affanni e per questo sono disceso a liberarlo da quella terra in una terra buona e spaziosa… or dunque vieni che ti manderò a Faraone, affinché tragga il mio popolo, dall’Egitto».
E Mosè disse a Dio: «E chi sono io per andare da Faraone e trarre i figli d’Israele dall’Egitto?» E Dio rispose: «Io sarò con te, e questo sarà il segno che t’ho mandato io: quando avrai tratto il mio popolo dall’Egitto, offrirai sacrifici su questo monte». Allora Mosè rispose: «Essi non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce». E il Signore a lui: «Che è quel che hai in mano?» «Un bastone», rispose. Ed il Signore disse: «Gettalo in terra». Lo gettò e fu cambiato in serpe tale che Mosè fuggì. Ma il Signore disse: «Stendi la mano e prendilo per la coda». Stese la mano lo prese e gli ritornò bastone. «Disse allora Dio: questo farai, affinché essi credano che ti è apparso il Signore Dio dei loro padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe».
Mosè disse: «Scusami Signore, io non sono mai stato di facile parola, e dacché tu hai parlato al tuo servo, la mia lingua è più imbarazzata e più tarda che mai». Ed il Signore a lui: «Chi ha fatto la bocca dell’uomo? Chi rende muto e sordo, veggente e cieco? Non son forse io? Or dunque va, che parlerò io con la tua bocca, t’insegnerò io quello che dovrai dire».

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Dunque chi si sente chiamato faccia presto l’offerta del suo cuore, di tutte le sue energie al Signore e non dubiti, poiché nell’apostolato sacerdotale chi opera è la grazia di Dio, gli uomini sono solamente strumenti nelle mani di Dio: Servi inutiles sumus. Occorre solo buona volontà, costanza e fede.
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Dei libri cattivi in rapporto agli individui e ai popoli

Narraverunt mihi fabulationes; sed non ut lex tua (Ps. 118, 85)

Uno dei doni più belli che l’uomo ha ricevuto dal creatore, è quello della lingua. Questo dono è diventato più prezioso ancora. Questo dono è più prezioso ancora dopo che la parola si comunica agli sguardi per mezzo della scrittura. Da questo momento le scoperte utili all’umanità, i precetti dei saggi, i dommi della religione, che erano affidati alla tradizione orale, che potevano perdersi, o almeno essere snaturati, sono stati affidati ai libri attraverso i secoli, senza alterazione.
Ma anche l’irreligione si è servita della scrittura per incatenare i suoi mobili errori. Da ciò i libri utili e i libri dannosi; da ciò questa divisione fondata sulla natura medesima delle cose; perché quanto la verità è giovevole, altrettanto l’errore ci è nocivo.
La scelta diviene necessaria. Così io dico: Voi non potete leggere i libri cattivi senza esporvi a perdere la fede, perché essi non hanno i caratteri della verità; voi non potete leggere i libri cattivi senza esporvi a perdere la vostra innocenza, perché essi non hanno il carattere della virtù: due riflessioni che formeranno la divisione del nostro breve discorso.

I PUNTO
Le perverse letture distruggono la fede.

Lo si dice spesso e non bisogna temere di ripeterlo: L’uomo è nato per la verità. Il sapiente la cerca nelle sue veglie, il viaggiatore la perseguita nelle sue corse lontane, l’artista l’interroga nelle sue opere, il fanciullo medesimo moltiplica le sue questioni e le sue domande. Da ciò sorge quest’errore naturale che ogni anima onesta porta per la menzogna.
Ma se Dio ha inciso nel nostro cuore un sì grande amore per la verità egli deve metterla alla portata di tutti. Quindi essa è rivestita dei segni che le sono propri e che la fanno sempre distinguere dall’errore. 1.o La verità è uno dei suoi insegnamenti; 2.o La verità è sincera nei suoi discorsi; 3.o è saggia e grave nelle sue discussioni; 4.o è benefica nei suoi effetti.

La verità è una nei suoi insegnamenti.

I suoi danni sono sempre gli stessi; ella non sostiene il pro e il contro, non nega ciò che una volta ha affermato; il tempo che tutto distrugge non cambia le sue legioni, e le passioni e i pregiudizi umani non potranno alterarli giammai.
Convinto di questo principio incontestabile, io apro per caso le opere scritte dall’incredulità, senza arrestarmi, né alla chiarezza dello stile, né alle brillanti immagini di cui son pieni, perché tutto questo non è che un vano prestigio, e la verità secondo l’Apostolo san Paolo non ha bisogno delle vesti pompose dell’eloquenza umana: Non in persuasibilibus humanae sapientiae verbis (I Cor, 2-4) io vado diritto alle opinioni e alle teorie disseminate. Or quanto sono lontani dalla verità! L’una mi dice che bisogna dubitare di tutto, dell’esistenza del cielo e della terra, dell’esistenza dei corpi, di quella dei miei simili e della mia stessa; l’altra che non vede nulla fuori di Dio formato e informato nel mondo; una terza vuole che esista un Dio, ma lo abbandona in
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fondo al cielo, e poco curante delle creature, lascia ogni cosa errare alla ventura. Questo insegna che Iddio non esige alcun culto da noi, più lungi si afferma che siamo senz’anima, che tutte le nostre azioni sono indifferenti. Ma è poco che si combattano gli uni contro gli altri. Viaggiatori smarriti un mezzo alle tenebre, vogliono cambiare rotta, avanzarsi, ritornare sui loro passi, e sempre incerti e fluttuanti, abbandonare le opinioni primiere, e abbracciarne delle novelle, abbandonare anche queste per andare in cerca di altre. O mio Dio! sarà in questo caos di dubbio e di contraddizione che voi avete posto la verità? No, o fratelli, rassicuriamoci, Dio non si contraddice e la verità rimane, eternamente, esente di variazioni e di cambiamenti: Et veritas Domini manet in aeternum. (Ps. 115,2)

La verità è sincera nei suoi discorsi.

Assicurato che il suo trionfo sarà altrettanto luminoso quanto più i suoi nemici saranno mostrati terribili, sviluppa le loro obiezioni sotto il punto di vista il più favorevole, e non teme di esporre la loro autorità, per quanto impotente possa sembrare.
Ma questo non è il cammino degli scrittori increduli. La loro insigne cattiva fede è conosciuta. Essi dissimulano e sono sempre pronti a ritrattarsi. A misura che il numero dei loro discepoli cresce, diventano più arditi; essi hanno tutto attaccato, e sempre fraudolentemente; hanno corrotto i testi della Scrittura per meglio portarli nel ridicolo, dichiarano insolubili le obiezioni cento volte risolte; si sono serviti dei pezzi apocrifi per contestare, i fatti rivelati, i più autentici.
Quante immagini hanno tracciato dei vescovi e dei primi dottori della Chiesa, per indebolire l’autorità dei loro scritti? In questi ultimi tempi, non hanno immaginato di trasformare i nostri grandi uomini (Fenelon, Bossuet)… in empi e indifferenti?

La verità è saggia e grave nelle due discussioni.

Ai tribunali dove si chiede la fortuna dei cittadini, nei consigli e nelle corti dove si agitano i più grandi interessi dei popoli, qual è il ministro che oserà mescolare la leggerezza e il motteggio alle loro importanti decisioni? Ora se è così degli affari del mondo che sebbene serii, si limitano soprattutto alla vita presente, quale saggezza, quale decenza, quale inviolabile circospezione, dovrà dominare nelle discussioni teologiche! Qui, è di Dio che si parla, della sua natura, delle sue promesse, delle sue minacce, d’una vita futura… Veramente queste sono le questioni che non si risolvono colle parole, e che non si discutono nei romanzi. Tale è stato intanto il metodo dei nostri increduli. Essi hanno dichiarato i nostri misteri, dei sogni di immaginazione malata, le nostre cerimonie una rappresentazione da teatro, i nostri sacramenti passati di moda, i ministri del Dio vivente seduttori dei popoli e la religione dei più grandi geni è stata dichiarata come il centro di ogni superstizione.

La verità è benefica nei suoi effetti.

Le arti e le scienze utili non sono che l’applicazione di certe verità ai bisogni dell’uomo. Il bene in se stesso non è il vero reso sensibile. Ecco perché la religione cristiana che ha il deposito di tutte le verità, fu, sin dal suo nascere la madre di tutte le virtù: ella copre il mondo dei suoi benefici, perché è rischiarata dalla vera luce. Per provare le dottrine bisogna considerare i loro risultati; l’albero si giudica dai suoi frutti. Or quali sono stati i frutti delle opere contro la religione? E’ facile vederlo. Vi sono nella storia molti avvenimenti deplorevoli, legati ai libri della filosofia e ai libri corruttori del tempo, come l’effetto è legato alla sua causa. Questi avvenimenti sono pubblici, o privati. Gli avvenimenti pubblici sono: le rivoluzioni che si rinnovano
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sì frequenti, e rovesciano completamente la società; il socialismo che come mezzo di riforma e di progresso rialza il patibolo del Terrore. Gli avvenimenti privati sono il rilassamento dei vincoli del sangue nelle famiglie, l’insubordinazione e la corruzione della gioventù. La dimenticanza dei doveri, il disgusto e il disprezzo per la vita seria, reale e pratica.
Oh! l’albero può agevolmente essere giudicato dai suoi frutti!!

II PUNTO
Sono una insidia per l’innocenza

La virtù reprime i pensieri e i desideri cattivi, i romanzi li fanno sviluppare: la virtù frena le passioni sregolate, i romanzi le svegliano e le infiammano. Differente per la situazione al dettaglio delle passioni la scena è sempre occupata da due personaggi principali, ardenti l’uno per l’altro di fuoco illegittimo: le avventure moltiplicate, gli accidenti mostrati con accortezza; è sempre una passione che si mostra al suo nascere in poche linee, ma che va crescendo, e scoppia nel corso dell’opera e che malgrado ogni ostacolo, trionfa del dovere e della virtù.
E volete voi che la vostra innocenza non sia in pericolo, leggendo dei libri che hanno fine di mettervi fuori di voi stessi, accendere le passioni e rovinare il vostro cuore?

Sono una scuola di vizi

Disobbedienza: E’ nella lettura dei romanzi che imparate a calpestare l’autorità paterna, a disprezzare le lezioni dei parenti, a ribellarvi alla loro volontà, a considerarli come incomodi censori, a immergerli nella disperazione, e dopo di averli abbeverati di amarezza e di oltraggi, fuggire la casa paterna per vivere in pace nel disordine.
Ambizione, sospetto, invidia, crudeltà: Vi sono certe passioni che muovono ogni energia, che decidono degli avvenimenti e che sotto il colore allegorico velano un contagio pestilenziale più dannoso dei cattivi discorsi e dei cattivi esempi.
Il libertinaggio: Vedrete sempre i personaggi messi in scena ristretti nel cerchio dei loro impieghi; vantare gli incanti della loro felicità, ragionare sui piaceri e divertimenti, e umiliare i loro omaggi alla creatura. Per un indegno capovolgimento voi vedrete i padri e le madri applaudire vergognosamente alle passioni dei loro figli, e favorirli nelle loro imprese più criminali.
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APOSTOLATO DEL LIBRO

La risposta di un Vescovo Svizzero
ai lamenti di un giornale liberale

Il giornale liberale Luzerner Tagblatt di Lucerna – forse per battere la gran cassa in prossimità dell’anno nuovo – ha diretto al Vescovo della Diocesi una «lettera aperta», nella quale si dichiara offeso dalla condanna di un predicatore e pretende riparazione dal Vescovo.
Mons. Ambühl ha risposto. Ecco come:
«La vostra lettera aperta mi ha indotto anzitutto ad attingere esatte informazioni sopra luogo. Da queste sembra risultare che foste male informato dal vostro fiduciario. Vero è che un predicatore ha parlato della stampa nemica della fede, non lasciando alcun dubbio che a questa egli ascrive anche il Luzerner Tagblatt.
«La vostra lettera aperta si oppone a questo giudizio e voi vi meravigliate che si è osato dichiarare peccato l’abbonamento e la lettura del vostro giornale. Voi vi lamentate pure di essere da anni fatti segno di obiezioni da parte ecclesiastica.
«Dall’altra parte son giunti a me negli ultimi tempi lamenti di persone ecclesiastiche contro il vostro giornale, affermanti che esso era sempre più divenuto un vero pericolo per la vita religiosa cattolica».
«Per questa ragione disposi già in data 9 novembre u. s. che una personalità eminente del clero di Lucerna mi presentasse una relazione particolareggiata sull’eventuale fondamento di queste lagnanze. Questa relazione è ormai in parte nelle mie mani. Ne desumo che effettivamente le accuse elevate contro il Luzerner Tagblatt non sono prive di fondamento.
«La relazione contiene, con indicazioni precise, numerose citazioni del vostro giornale, nelle quali sono negate, travisate e derise le più fondamentali verità cristiane e sono minate le basi della vita cristiana.
«Confesso che, dopo esaminato questo florilegio, comprendo il lamento elevato da parte ecclesiastica contro il vostro giornale. Esso è anche troppo giustificato. Comprendo anche che un missionario incaricato di annunciare la parola di Dio, di ridestare la vita religiosa, di combattere il peccato e di ravvivare il senso della responsabilità individuale, non possa tacere di una stampa che cerca di scuotere le fondamenta della fede e di render vane così tutte le fatiche della cura d’anime.
«Ma non riesco a comprendere come da tutto ciò, la redazione di un giornale possa appellarsi al Vescovo nella
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posa dell’innocenza perseguitata. No, pregiati miei redattori, non pretendete dal Vescovo, custode della fede, che egli proibisca ad un predicatore della parola di Dio di insorgere con tutta severità contro una simile stampa ostile alla Chiesa.
«Comprendete piuttosto, com’degli debba elevare la più energica protesta contro un modo di scrivere offensivo per il nostro patrimonio di fede cristiana, quale si ebbe a deplorare purtroppo già molto spesso nelle colonne del Luzerner Tagblatt.
«Lettori attenti, assidui, del vostro giornale possono dalla sua lettera trarre molto facilmente grave danno nella loro vita religiosa e mi sembrerebbe comprensibile, se «lettori e vecchi amici» del vostro giornale per tal ragione dovessero accusare dubbi di fede in confessione. Comprenderei anche se, per effetto della perniciosa lettura, il loro sentimento religioso fosse ormai tanto inaridito da non essere più capace di suscitare pentimento e proponimento, requisiti questi indispensabili per ricevere degnamente il sacramento, e se perciò dovesse esser loro negata l’assoluzione.
«Voi scrivete che il Padre accusato dichiara di aver agito per incarico del Vescovo e mi invitate a dichiarare se ciò sia vero o meno.
«Ogni sacerdote in legittima funzione nella diocesi riceve le sue facoltà dal Vescovo e in tal senso egli può dire di predicare per incarico del Vescovo. Se invece si volesse intendere che nel caso concreto fosse stato emesso un ordine speciale di predicare proprio contro il vostro giornale, ciò non corrisponderebbe ai fatti, per quanto un simile incarico in base al sin qui detto, sarebbe anche giustificato. Ancora una parola a proposito della «cittadinanza germanica del predicatore. Questa gli imporrà senza dubbio una certa prudenza. Dato però, che persone come Richter, Drews e Krenn hanno goduto e godono ancora nel nostro paese la massima tolleranza, e a quanto mi consta anche il vostro giornale non ha protestato contro la loro opera di agitazione, sarebbe ben curioso se si volesse accusare di «lesione della pace religiosa» un innocuo Padre, a causa di una sua predica tenuta ai fedeli cattolici nel recinto chiuso di una chiesa, o lo si volesse perciò espellere dal paese come «straniero molesto».
«Ed ora, del nostro clero indigeno! Voi vi lagnaste delle sue aggressioni, che dovete subire tutto l’anno. Miei signori! Questo si chiama invero capovolgere le cose. Se il clero prende posizione contro il vostro giornale, lo fa per sola difesa. I sacerdoti compiono soltanto un loro buon diritto ed un loro sacro dovere, quando si difendono contro i vostri attacchi e insulti. Mi auguro che ciò avvenga sempre nelle forme così nubili e assiomatiche come lo fa da anni, colla mia approvazione, il rev.mo canonico e decano Francesco Meyer in Emmen.
«I suoi ultimi opuscoli vorrei raccomandarli vivamente allo studio e alla ponderazione loro, signori redattori, e di tutto il popolo cattolico di Lucerna. «Stento a comprendere, come tanti cattolici si adattino senza reagire ai numerosi attacchi del vostro foglio contro la fede. Me lo posso spiegare, pensando che ciò avviene per un eccessivo riguardo verso un’antica abitudine, forse anche perché a molti sfuggono nella lettura superficiale, queste scorrettezze. Se i fedeli praticanti che appartengono alla famiglia dei vostri lettori pensassero logicamente ed agissero secondo la loro coscienza cattolica, essi dovrebbero necessariamente uscire dalla cerchia dei vostri lettori e dovrebbero procedere come fece a suo tempo il mio caro defunto babbo, il quale, in seguito a tali attacchi ostili contro la nostra santa fede, respinse il vostro giornale, al quale era da lungo tempo abbonato, e non volle più a nessun patto, tollerare in casa sua. Io ero allora un studente giovanissimo; ma confesso, che il gesto energico di mio padre di fronte alle offese alla sua cosa più sacra, la
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santa fede, mi fece una impressione profonda ed ha contribuito non poco a farmi tanto più apprezzare il santo patrimonio della fede.
«Questa la mia aperta risposta alla vostra lettera aperta. La scrivo nella coscienza della mia responsabilità di fronte a Dio, al quale desidero di servire in verità e carità tutti i giorni della mia vita».
Giovi la lezione anche per certi giornali di altri paesi.

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LEGGETE
la Lettera di Dio agli uomini

OSSIA

LA SACRA BIBBIA
APPROVATA DALLA CHIESA

LA BIBBIA
Delle Famiglie

Due grossi volumi di pagine 1000 circa,
con 96 illustrazioni – 45.o migliaio – L. 12

Rivolgersi alla PIA SOCIETA’ S. PAOLO, ALBA
o sue Figliali
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IL COOPERATORE PAOLINO

Lo Spirito del Vangelo
Nel S. Vangelo vi è tutto quello che è necessario per uniformare tutta la nostra vita a quella di Gesù Cristo, poiché vi sono verità da credere, da amare e praticare.

1.o CREDERE QUELLO CHE HA DETTO GESU’ CRISTO

L’uomo deve andare a Dio tutto d’un pezzo e non si può servire il Signore solamente con alcune facoltà e colle altre vivere separati da Lui. No, Dio ci ha dotato di tre facoltà fondamentali: mente, cuore e volontà, e nel Vangelo ci dice: diliges Dominum Deun tuum, ex toto corde tuo, ex tota mente, et ex tota anima tua: ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua anima, che vale a dire andare al Signore tutto d’un pezzo.
E prima di tutto si va a Dio colla mente, credendo fermamente a quanto Egli ci ha rivelato e ci propone a credere per mezzo della Chiesa. Bisogna credere che Dio esiste e che è rimuneratore dei buoni e dei cattivi. Ma non basta: questa è una verità da credersi di necessità di mezzo, per cui chi non crede questo non si salva. Ma noi non ci contentiamo di entrare in Paradiso, vogliamo andare invece molto in su, vicino a Gesù, allora per essere trovati conformi a Gesù dobbiamo credere che questa vita è un tempo di prova, che bisogna servirsi dei doni e dei beni che si possiedono per procurarci dei tesori spirituali, in sostanza mettere la fede a base di tutte le opere che facciamo e restare fermi che tutto quanto ci ha detto Gesù Cristo nel Vangelo, è verità di fede.

2.o AMARE QUELLO CHE HA AMATO GESU’

Percorrendo le pagine del S. Vangelo, specie in quei tratti che riguardano direttamente la persona del nostro Salvatore sentiamo quali erano gli affetti ed i sentimenti del suo cuore adorabile: veni ut salvum facere, quod perierat, sono venuto a salvare ciò che era perduto. Sono venuto a cercare i peccatori e non i giusti. Oh, Gesù voleva e vuole le anime ed ama le anime; per esse ha dato la sua vita, ed ha detto quelle consolanti parole: vado parare vobis locum, vado a prepararvi un bel posto: il Paradiso.
I Cooperatori di San Paolo hanno modo di poter applicare e praticare quanto lo stesso Gesù ci dice nel Vangelo: Diliges Dominum Deum tuum…et proximum tuum sicut teipsum, ama il Signore Dio tuo … e il prossimo tuo come te stesso. Per mezzo dell’Apostolato-Stampa, voluto da Dio, si possono salvare tante anime, si può far sentire la parola di Dio, cioè la verità a tanti nostri fratelli che ancora vivono nell’ignoranza e nelle tenebre.
Possono i Cooperatori imitare l’esempio del Maestro Divino e dimostrare che hanno capito il precetto di Dio: ama il tuo prossimo, facendo giunger un foglietto religioso, un buon libro, un giornale ecc.
La ricompensa che il Signore riserva a quanti l’imitano in questa carità verso il prossimo, i poveri, i bisognosi, gli infermi, le opere pie ecc. è espressa in queste parole: venite benedetti dal Padre mio a godere il regno che vi ho preparato. Più gloriosa sarà questa corona per quelli che per mezzo dell’Apostolato-Stampa si fanno continuatori dell’opera della redenzione.

3.o PRATICARE QUELLO CHE HA PRATICATO GESU’

E qui le cose da dirsi sono numerosissime, poiché Gesù bene omnia fecit.
Il Cooperatore Paolino può rendersi simile a Gesù praticando bene: 1) l’umiltà, che non è altro che la verità applicata a noi, poichè l’umile conosce che è niente, che non può niente di
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buono, e che ha niente; all’umiltà poi fa seguito da parte nostra la preghiera e da parte di Dio l’esaudimento, secondo le parole: Dio resiste ai superbi, dà invece la grazia agli umili.
2) La purità della mente la quale dispone Dio a elargire maggiori grazie a quelli che sono puri di cuore. Dio è luce e verità, ma chi vive in peccato e pensa male è nelle tenebre ed in opposizione a Dio, che non può esaudirlo. Questa purità poi ci dispone a godere la luce divina: beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
3) La santità della vita: col sincero proposito cioè di vincere se stesso e di sforzarsi per rivestirsi di Gesù Cristo.
Questo spirito cristiano e vero voluto da Dio nelle anime lo si acquista colla preghiera, colla grazia di Dio e colla meditazione continua del Vangelo secondo che dice l’Imitazione di Cristo: Summum igitur studium nostrum sit, in vita Jesu Christi meditari; il nostro più grande studio sia quello di meditare la vita di Gesù Cristo.
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LEGGETE TUTTI!!!

La Chiesa è la casa di Dio, è il Tempio dello spirito, è il luogo dove ogni mattina si rinnova il S. Sacrificio della Croce, in essa si raccolgono i fedeli di qualunque età, condizione e sesso per inginocchiarsi e pregare davanti al Datore di ogni bene e ricevere così luce alla mente, forza alla volontà e grazia al cuore, imparare cioè a vivere completamente la vita cristiane in noi.

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Anche i Cooperatori di S. Paolo hanno la loro Chiesa e quanto è bella e grande! In essa continuamente si prega il Maestro Divino per i bisogni dell’umanità intera, per il Papa, per il Vescovo, per i Sacerdoti, per le famiglie, i parenti, i benefattori dei giovani che si trovano nella Pia Società, per i Cooperatori poi in modo particolare.
Il Divin Maestro dal Santo Tabernacolo fa continuamente piovere le sue grazie materiali, ma specialmente spirituali e quanto lavoro interiore di perfezione si compie! solo Dio lo conosce e ne tiene conto.

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Un’occasione buona e propizia per aumentare le grazie e i meriti è quella che ci offre la ricorrenza del venticinquesimo di Prima Messa del Padre comune dei giovani della Società S. Paolo e dei Cooperatori, cioè del Teol. Alberione Giacomo.
Già pregustiamo la gioia di quel giorno fortunato, che speriamo la bontà infinita do Dio, vorrà concederci di poter festeggiare.
Celebrerà in quel giorno la Sua Messa nel Tempio di San Paolo in Alba. Quale decoro è necessario per la celebrazione del Santo Sacrificio della Messa! Sicuro, colla benedizione ed aiuto di Dio, si è già fatto un discreto numero di cose per adornare la chiesa di San Paolo, ma me mancano ancora tante!

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Date e vi sarà dato dice Gesù nel Vangelo e che vi è di più bello che concorrere alla erezione ed abbellimento della casa di Dio? E’ il più bel modo per impiegare bene i beni che Dio stesso ha messo a nostra disposizione; così facendo dimostriamo di aver capito l’insegnamento di Gesù Cristo: fatevi dei tesori in cielo dove né la ruggine, né la tignola potranno consumarli.

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Dunque l’occasione è propizia ed il Padre vi porge la mano, date quanto è la vostra possibilità, sicuri di affidare il vostro tesoro ad un padrone che renderà il cento per uno e vi darà come premio la vita eterna.
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NELLA PIA SOCIETA’ S. PAOLO

Nella Casa Madre di Alba

LA VITA COMUNE. – Questo metodo di vita ci porta all’imitazione del Maestro Divino. La spirito della società moderna è di annullare la responsabilità dei propri atti e quindi di far dimenticare molti doveri; inoltre il delitto della società moderna è di difendere l’uomo e mai Dio, a cui è riservato solo qualche momento… Iddio è il grande assente: si parla dei diritti degli uomini e non si vogliono riconoscere quelli di Dio. Ma il Vangelo non dice solo: «pace agli uomini», ma dice «gloria a Dio» e questo in primo luogo. Una certa vita comune la fanno tutti gli uomini sulla terra (vita domestica e sociale), ma la vita religiosa è l’esercizio della perfezione mediante i tre voti di castità, povertà e obbedienza fatti nella vita comune.
Lo spirito della Pia Società San Paolo non è quello di cercare la novità, ma si vuole onorare il Divino Maestro cercando di praticare l’umiltà di mente, di cuore e di volontà. Avere tutti insieme le preghiere, le aspirazioni, i desideri, le forze, i sentimenti del cuore e le energie della volontà. I 30 anni di vita privata del Divin Maestro, là in quella casetta dove chi comandava non era il primo in virtù e in santità, ci siano di esempio e di incitamento a praticare sempre meglio questa vita.

IL MESE DI FEBBRAIO. – Era dedicato a preparare il nostro cuore a ricevere le grazie ancora più grandi, ottenere maggior sapienza nel servizio di Dio. Il Signore vuole che in Paradiso godiamo di più, che abbiamo più gloria e quindi vuole più grazie. Da parte nostra bisogna che facciamo più posto al Signore nella nostra mente, cuore e volontà e cioè togliere l’io e mettere Dio. A questo scopo il Primo Maestro ci indicò come passare santamente la Quaresima e cioè considerando i Novissimi, preparandoci ai Novissimi e mettere le due condizioni di arrivare ai Novissimi con una santa vita ed una santa morte. I Novissimi; portano due vantaggi: 1.o di non lasciarci peccare; 2.o di distruggere i peccati. E’ impossibile meditare i Novissimi e peccare, perché o si cessa di meditare o si cessa di peccare.
In punto di morte il libro che ci sarà più di conforto sarà un doppio libro: quello dell’esame di coscienza e quello del Vangelo. Le devozioni della quaresima devono essere la Messa, la via Crucis, la Confessione, fatte in modo che portino in noi la grazia di comprendere il grande mistero della Redenzione della Croce, la grazia di seguire Gesù e la grazia del dolore dei peccati e tutte quelle che sono necessarie per non commetterne più.

I NOSTRI GIOVANI. – Continuano gli studi con soddisfacente applicazione, speriamo possano trarre tutti buon profitto. Grazie a Dio godono in generale buona salute, perciò possono applicarsi ai loro doveri di pietà, studio e apostolato con maggior energia e rendere maggior gloria a Dio.

IL GIORNALINO. – Si stampa a Roma con la nuova macchina «Rotativa», fatta costruire appositamente per il formato del Giornalino: tutto per la maggior gloria di Dio e per soddisfare alquanto i piccoli abbonati, rendendolo più attraente colla stampa a colori. Fu accompagnato a Roma con un bel numero di chierici di Alba e dal Papà del Giornalino, contemporaneamente i chierici che si trovavano a Roma sono venuti ad Alba per compiere l’anno di noviziato.

LA RADIO. – Il giorno 12 u.s. una bella e desiderata sorpresa ci fu regalata: Alle ore 11,30 tutta la Casa era riunita in Chiesa per una occasione insolita. Sul pulpito era posto l’apparecchio ricevitore della Radio che doveva farci sentire la voce del Papa. Infatti, dopo aver ascoltato, per linea aerea una Messa celebrata in San Pietro, alla fine, con gran piacere e soddisfazione di tutti, giunse al nostro orecchio il suono dolce e forte della voce paterna del Papa. Mentre noi da Alba Lo udivamo per linea aerea, i nostri compagni di Roma si trovavano in S. Pietro a udirne la viva voce. Quale consolazione essere tutti uniti a sentire la voce del Vicario di Gesù Cristo!

DALL’AMERICA

Florida (Buenos Aires)

Quei vari confratelli lontani, ma sempre uniti a noi in spirito ci scrivono:
«Ci si chiede una breve relazione mensile della nostra Casa. Sta bene: sarà nostro impegno inviare un nostro scritto in proposito per ogni piroscafo italiano che partirà.
Intanto ecco subito alcune notizie di quanto il Signore si è degnato di operare nel mese di Gennaio tra di noi.
Il 25 gennaio festa della Conversione di San Paolo si inaugurò la Tipografia composta dalle seguenti
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macchine: una rapida di lusso, una pedalina «Ideal», una «Tipograf», un tagliacarte, una cucitrice a filo metallico, una perforatrice con parecchio altro materiale tipografico per la composizione a mano. La prima cosa che stamperemo saranno i Cooperatori in lingua spagnola e subito dopo due piccole edizioni di Catechismo e le orazioni della Casa in castellano. La sera del 24 gennaio u.s. entrarono in Casa i primi tre ragazzi: Alfredo, Giulio e Michele. Tra non molto entreranno altri due, così anche la famiglia di San Paolo dell’Argentina sarà ingrandita.
La mattina del 25 si celebrarono due Messe di cui una cantata a cui parteciparono pure alcuni tra i nostri primi Cooperatori ed amici di San Paolo.
Benché le solennità qui ci giungano in circostanze di temperatura assai diverse da Alba, nondimeno cerchiamo di uniformarci in tutto allo spirito della Casa Madre di Alba.
Abbiamo cominciato a regolare l’orario di pietà, studio e apostolato press’a poco come nei primi tempi della Casa di Alba.
Siano rese infinite grazie al Signore che assieme alla Regina degli Apostoli e San Paolo ha dimostrato di volerci molto bene.
Saremo riconoscenti se ci inviassero qualche copia del libro «Perché siamo Cattolici e non protestanti». In Florida dove trovasi il centro dell’azione protestante dell’Argentina, un tal libro ci è molto necessario. Teniamo già il Seme «Gli errori dei Protestanti», il quale ci sarà molto utile.
Quanto ci sentiamo piccoli di fronte all’azione straordinaria esplicata dai Protestanti! Quanto esteso il campo di lavoro che si spiega dinanzi. Ogni giorno che passa ci convince sempre più della grandissima ignoranza e indifferenza religiosa che regna nel popolo. Ma il Signore che qui ci ha chiamati a lavorare per Lui non mancherà di far crescere la piccola pianticella e servirsi di essa per portar la luce della verità a tante anime.

Sao Paolo (Brasile)

Anche qui il Divin Maestro mandò i primi discepoli. Due ragazzetti allietano la piccola famiglia e stanno avviandosi allo studio ed al lavoro tipografico. Speriamo che il Signore ne manderà presto tanti altri e buoni.
La «Squilla» continua ad uscire regolarmente e speriamo troverà larga diffusione, ora che le Figlie di S. Paolo hanno ottenuto l’approvazione del Vescovo per la propaganda spicciola alle famiglie.
Il campo è grande, la messe è molta, ma gli operai sono pochi, speriamo che il Divin Maestro vorrà benedirci, accompagnarci sempre colla sua grazia susciterà anche in quelle lontane regioni tante belle vocazioni all’Apostolato-Stampa, per portare a tante anime la parola di Dio.
Si è piccoli, occorre molta confidenza e molta preghiera e profonda umiltà: allora il Signore manderà.

Da New York

Anche in questa immensa città il Signore vuole gli Apostoli della Stampa. E veramente ce n’è bisogno: il confratello che già si trova colà ci scriveva:
«Raccomando alle preghiere di tutti questo inizio del nostro apostolato, pregate tanto tanto che solo le vostre preghiere possono ottenere dal Signore che si apra la via del bene, in mezzo al dilagar continuo ed irruento del male. Dei 10.000.000 di abitanti che ora conta la città quasi 9.000.000 vivono senza pensare che hanno un’anima, gente che si servono dell’intelligenza per aumentare la malizia nel male». Il campo è vasto e travagliato dal male: quanto lavoro da compiere, quante anime da condurre a Gesù! Il Signore ci mandi santi sacerdoti, giovani ardenti come S. Paolo per poter cooperare un po’ al grande mistero della redenzione divina. Siamo piccoli, e servi inutili, ma il Signore sa servirsi delle cose che non sono per abbattere quelle che sono.
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PIA SOCIETA’ FIGLIE DI S. PAOLO

VESTIZIONE RELIGIOSA
Un nuovo gruppo di Figlie di S. Paolo ha indossato il Santo Abito dopo i giorni di SS. Spirituali Esercizi. Deo gratias!
Sono sempre nuove circostanze che maggiormente animano nella via del bene ed aprono santi orizzonti di Apostolato.
Le figliuole chiamate all’Apostolato Stampa tra le Figlie di S. Paolo, sanno che la divisa benedetta vorrà da loro molta generosità e zelo a gloria di Dio e bene delle anime, e liete l’abbracciano, per poter sempre meglio darsi alla vocazione particolare a cui il Divin Maestro le ha elette.
Alle nuove sorelle i migliori auguri e preghiere, ed a tutti gli affezionati Cooperatori diciamo di aiutarci nella grande opera delle vocazioni, perché veramente «la messe è molta, ma gli operai sono pochi».

America

Le Sorelle partite per il Brasile ci comunicano la lieta notizia di avere finalmente aperta la libreria, incominciano così a diffondere nuovi libri. Deo gratias! Com’è bello poter far giungere in ogni luogo la parola di Gesù!
Anche in Argentina speriamo che presto si possa dare principio all’Apostolato.
Ora altre quattro Sorelle partiranno per raggiungere le prime e maggiormente lavorare nella vigna del Signore.
Il sacrificio è sempre molto sentito, ma da tutte si sa trovare ovunque il Divin Maestro e quello basta a sostenere.
Ai cari Cooperatori raccomandiamo le nuove Case Estere. Il Signore tutti benedica.

Treviso

Deo gratias! Si è terminata la propaganda nelle diocesi di Belluno e Vittorio Veneto. Ringraziando il Divin Maestro si poterono lasciare nell’una e nell’altra tantissimi libri buoni, specie la Bibbia, S. Vangelo, Vita di Gesù ecc.
In diverse parrocchie si lasciò pure il deposito. Siamo riconoscenti al Divin Maestro per tutta la carità usataci dai RR. Parroci e da molte buone persone.
Ci scrive un Rev. Parroco:
Dal giorno 4 al 7 del c. m. sono venute due Suore di S. Paolo, e con zelo veramente Apostolico hanno diffuso gli ottimi libri della loro Pia Società. Grazie del bene che hanno fatto e spero vedere tornare presto in questa parrocchia le buone Suore a diffondere la Buona Stampa, che ritengo tanto necessaria per arginare tanto male, specialmente in fatto di moralità.
Preghino per me e per il mio popolo. D. G. T.

Un altro che desiderava nella sua Parrocchia ogni famiglia avesse il Vangelo scrive: «Ho ricevuto la lettera, io non ho niente in contrario, anzi accoglierò ben volentieri le Suore destinate ad offrire nelle case della mia Parrocchia libri buoni, mi sento però in dovere di dirle che la stagione non sarebbe la più propizia per la mancanza di denaro, e per le strade fangose, ma se loro credono di affrontare anche queste difficoltà, niente di meglio, il Signore benedirà maggiormente il loro sacrificio.
Desidererei portassero poi con sé moltissime copie dei libretti editi pure dalla loro Società, e che sono Confessatevi bene; I grandi perché della Comunione frequente; Il più gran tesoro, (la Santa Messa). Vorrei fossero posseduti insieme con il Vangelo in ogni famiglia e casa e per questo farò una calda raccomandazione in Chiesa. Con vivi ringraziamenti e ossequi. D. C. L.
Quasi in tutte le famiglie della suddetta Parrocchia si lasciò il Santo Vangelo e il «Più gran tesoro».

LA NOSTRA CAPPELLINA. Con l’aiuto di buone persone si poté fare l’altare. Il Rev. Parroco ci offrì il Calice, Sig. Conte Eugenio il leggio, Sig.a C. Ferrero tappeto per l’Altare, Sig.na Panizzo Marcella seta per foderare il Tabernacolo, N. N. due candelieri, Sig. De Luca altri due candelieri, Sig. Borsato seta per il conopeo, N. N. due vasetti per fiori. Le nostre Sorelle di Verona, due tovaglie, purificatoi e ampolline.
Perché Gesù venga in mezzo a noi, ci occorre ancora il Camice, Pianeta, le Carte glorie, il Messale. Speriamo nella bontà dei nostri buoni Cooperatori di avere presto anche questi, e così avere presto Gesù con noi.
Intanto giunga a tutti il nostro «Deo gratias!» di riconoscenza, e per tutti ogni giorno ripetiamo la bella Preghiera «Ricompensate Signore».

Catania

LA NUOVA CAPPELLINA. – Si è finalmente realizzato il nostro vivo desiderio di avere con noi Gesù Eucaristico. Nonostante, alcune difficoltà si poté con l’aiuto di affezionati cooperatori avere ben presto arredata la piccola Cappellina. Lì volentieri sempre ci raccogliamo per tutto chiedere ed ottenere per noi, e per tutti i cari benefattori che tanto ci aiutano. Con vera riconoscenza offriamo per tutti preghiere e facciamo giungere il nostro Deo gratias! particolarmente a:
S. E. Mons. Arcivescovo; Mons. Russo; P. Scarletta; P. Consoli; Opera dei Tabernacoli; Sig. Castrogiovanni; Fam. Deodati; Sig.na D’Alessandri; D’Amore Anna; Sig. Fabo Rosa; Sig.a Guido Lia; Sig.na Grasso
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Elisabetta; Nobil Duchessa Misterbianco; Sig.a Russo Giuseppina; Sig.a Pollina; Sig.a Spano; Sig Piazza; Sig.a Uzzo Alfia; Sig. Naso; Sigg.ne Leanza; Sig. Luciano.

LA VISITA DI S. E. MONS. ARCIVESCOVO. – Il Signore ci diede anche questa grazia, di ricevere una visita di S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo.
La visita ci procurò grande gioia e la calda parola di S. E. ci infuse nuovo coraggio e buona volontà nell’esercizio della virtù e del nostro Apostolato a favore di tante anime alle quali periodicamente si può far sentire una buona parola.
Come buon Padre volle sentire l’esito dell’Apostolato contro la Propaganda Protestante. Ci ricordò poi il dovere di imitare il nostro Caro Padre nei suoi sacrifici, umiliazioni e povertà.
Lodò la forma di Apostolato trovandola soddisfacente ai bisogni odierni e con carità ci benedisse, augurando tanto bene.
Deo gratias! Il Signore renda merito a tanta bontà e confermi sempre più noi nella sua santa volontà.

Udine

Il Divin Maestro dimostra sempre più visibilmente di gradire la Propaganda che si fa della Stampa Cattolica, anche in questi ultimi tempi si poterono visitare parecchie Parrocchie con esito soddisfacente e lasciare ovunque un buon seme. Siamo riconoscenti a tutte le popolazioni che generosamente aderiscono all’acquisto di buoni libri e soprattutto ringraziamo i RR. Parroci che tanta carità ci usano. Ci è grato poter questa volta ricordare i RR.di Parroci di Campoformido, Vendoglio, Grious della Torre pei quali imploriamo tanto ricambio dal Divin Maestro che ogni giorno preghiamo.

Campobasso

IL SANTO NATALE. – Anche nella nostra piccola casa il S. Natale passò nella più schietta letizia. Ci preparammo col S. Ritiro e ricevemmo da Gesù i suoi doni spirituali.
Molte buone persone si unirono alla nostra gioia e vollero concorrervi con auguri, preghiere e generose offerte in natura.
Per tutti quanti abbiamo pregato, implorando ogni celeste benedizione.
Tutti ricordiamo con riconoscenza specialmente poi quelli che vogliono aiutarci per l’arredamento della nuova Cappellina, in cui speriamo avere presto Gesù.
Sig.a Vendemmiati, purificatoi, cuscino per il messale; Dott. Conera L. 20; Can. Scassera 50; Sig.a Guttolo 25.
Gesù ricompensi tutti con molte grazie, questo solo è il nostro augurio e preghiera.

La Spezia

Non mancano neppure qui le persone pie che comprese della grande importanza che ha l’Apostolato Stampa cercano in qualche modo di contribuirvi con offerte in denaro e natura per facilitare l’opera.
Deo gratias! Il Signore colmi la nostra deficienza a loro riguardo e ci renda meno indegne della sua grande grazia.
Il campo di bene è qui davvero grande, basta corrispondere alla divina volontà, che vuole le anime tutte salve.
I Cooperatori formano ovunque il nostro braccio forte e quindi preghiamo il Divin Maestro a suscitarne tanti.
Con riconoscenza e affetto tutti ringraziamo e ricordiamo a Gesù.

Agrigento

LA PROPAGANDA. – Anche in questi tempi si poterono visitare parecchie Parrocchie: Porto Empedocle; Favara; S. Stefano; Cianciana; Alessandria; Bivona; Ribera; Sciacca; Realmonte; Siculiana; Bugio; Aragona; Canicatti; Campobello; Palma; Naro; Licata; Casteltermini; Cammarata; Castrofilippo; Racalmuso; Ravanusa; Camastri; Grotte; Comitini ecc.
Dovunque incontrammo il favore dei RR. Parroci che fecero calde esortazioni al popolo e ci diedero grande aiuto.
Buone Signorine ci accompagnarono nella visita alle famiglie e si poterono esitare buon numero di libri a bene delle anime. Deo gratias! Il Signore fecondi l’opera di Apostolato compiuta.

Verona

Il Divin Maestro e la Regina degli Apostoli per la loro infinita misericordia ci proteggano, ci aiutino sempre e ovunque.
In questo mese si incominciò di nuovo la Propaganda nella Diocesi di Verona. Si esitarono con vera soddisfazione i seguenti libri: a Villafranca, Bibbie 30; Santi 76; Vangeli 176; Vita di Gesù 42; Cultura 6; Romanzi 18; Pietà 37; Ascetica 33. Rosagaferro: Bibbie 1; Santi 10; Vita di Gesù 4; Vangeli 12; pietà 21; Ascetica 12.
Sentiamo viva la riconoscenza, verso coloro che vollero aiutarci nella diffusione dei libri, sentiamo anche vivo l’obbligo di ringraziare quanto hanno fatto per le nostre Suore il Rev. Sig. Arciprete. A Villafranca le Rev. Suore della Misericordia e la spett. Fam. Martinelli e così con il loro aiuto si poté far entrare in quasi tutte le famiglie la parola di Gesù.
S. Paolo benedica e ricompensi largamente tutti coloro che ci aiutano e ci aiuteranno nel bene, ed a tutti promettiamo preghiere e auguriamo per loro molte benedizioni.
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NUOVE BORSE DI STUDIO

Borsa di Studio Spirito Santo


Rev.ma Madre Sup.a delle Figlie di S. Paolo,
La ringrazio vivamente per le informazioni datemi nella sua gradita lettera del due corrente mese, e mi affretto a riscontrarla. Ora desidererei sapere a chi debbo inviare le somme destinate alla Borsa di Studio; se alla Casa Madre, di Alba, oppure al Superiore della loro Casa filiale di Roma, ed il nome ed indirizzo ben chiaro.
Oltre a questo, vorrei sapere se fondando questa borsa per un
Chierico del Seminario di Roma, io possa lucrare gli stessi benefici spirituali, pubblicati nel vostro bollettino di Alba, vale a dire le indulgenze dei Cooperatori; la partecipazione delle 2000 SS. Messe e a tutte le preghiere e opere buone che si faranno in codesta magnifica Opera.
Io desidero fondare questa borsa di studio
in perpetuo ed a beneficio di un Chierico di condizione bisognosa, ma che sia abbastanza intelligente e virtuoso da dare buone speranze per divenire un santo Sacerdote che colle sue predicazioni e con i suoi scritti, possa dare tante anime al nostro buon Gesù.
Io metto tale Chierico e tale borsa in perpetuo, sotto il nome e la protezione dello Spirito Santo, per implorare i preziosi doni sulla povera anima mia e dei miei figli tanto bisognosi di lumi e di grazie. Nella speranza di ricevere un suo cortese riscontro, passo a porgerle, o Reverenda Madre, i miei più sinceri e devoti auguri di buona e S. Pasqua accompagnati dai miei più rispettosi e distinti ossequi.

Dev.ma in G. C. A. F.


Borsa di Studio Maria Consolata

Il ministero della consolazione occupa gran parte delle divine Scritture, e San Paolo ci invita alle Scritture Sante per ricevere consolazione.
Perché il cuore umano ha infinite miserie, infinite debolezze, è afflitto da tanti dolori, geme sotto la Croce, è lacerato dal rimorso delle colpe, è stretto dal dolore dei peccati, dalle offese fatte a Dio, dal pensiero delle anime che vanno perdute.
E il Signore si fa chiamare il
«Dio della consolazione», che fa «abbondare nel nostro cuore per mezzo di Gesù Cristo», e di cui anzi ci «riempie per mezzo dello Spirito Santo». Così che ogni pena ci è diletto, o come dice S. Paolo: il gaudio della consolazione abbonda proprio là dove maggiore è la tribolazione. Le piaghe di Gesù sono le sorgenti della nostra consolazione, e San Paolo ci invita a partecipare alla passione di Gesù, per essere fatti partecipi delle sue consolazioni: che, anzi, più abbonda in noi la passione di Gesù, tanto maggiormente abbonda la consolazione.
Ora chi più consolerà gli uomini della Madre di Dio e madre degli uomini, Regina del Cielo e consolatrice degli afflitti, Regina degli Apostoli e Maestra dei Sacerdoti, Maria Regina Vergine Santissima, chiamata appunto la
«Consolata»?
A Lei è dedicata questa Borsa di Studio, perché consoli i fondatori, e formi nel nostro sacerdote un cuore consolatore.

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Teol. Alberione Giacomo, Dir. Resp. PIA SOCIETÀ S. PAOLO ALBA (Piemonte)
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