ANNO XIV - N. 2 – Febbraio 1932 – C. C. P.
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO STAMPA
Presso Pia Società San Paolo
ALBA (Italia-Piemonte)
La Famiglia Cristiana
Deo gratias! Gesù Bambino proprio nella settimana di Natale ci ha concesso la bella grazia di iniziare la pubblicazione di un nuovo periodico: «La Famiglia Cristiana», settimanale per le famiglie.
Il Divin Maestro gli dia la grazia di crescere «in sapientia, et gratia» e anche in età… affinché possa compiere in mezzo alle anime tutto quel bene che il Signore desidera.
Facciamo vivo appello ai nostri buoni cooperatori affinché si occupino della diffusione di «La Famiglia Cristiana» ed in modo particolare la facciano entrare in tutte le famiglie.
Contiene: belle vignette, articoli religiosi, spiegazioni del catechismo e del Vangelo, note liturgiche, fatti e racconti, notizie della settimana, la pagina dei lavori femminili, nozioni utili per la cucina, per gli infermieri, per gli agricoltori, ecc.
Abbonamento annuale L. 8; Semestrale L. 4,50. Ai diffonditori (di almeno 10 copie) sconto del 20%, pagamento trimestrale.
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OPERA DUEMILA MESSE
ZELATORI E ZELATRICI!
Siamo in Febbraio, il mese funesto e rovinoso per tante anime, che si immergono spensieratamente in tutte le goffaggini e i divertimenti che il mondo loro offre in questi giorni, con lo stolto pretesto del Carnevale, di un po’ di sollievo!... La Giustizia Divina in questi giorni è dimenticata, disprezzata, derisa e provocata ad un tempo da tante offese che riceve da quei figli ingrati e d’altra parte spensierati per cui Gesù ha pure versato tutto il suo Sangue divino, stilla a stilla fra infiniti spasimi e torture!
Voi anime elette a riparare a tante offese, impegnatevi con volontà e generosità più grande a diffondere l’Opera santa delle Duemila SS. Messe, in questo tempo, affinché il Santo Sacrificio ripari i fulmini dell’ira giusta di Dio, e continui con più abbondanza di benedizioni a santificare le anime e disporle alla penitenza della Quaresima, per prepararle poi ai fulgori della Risurrezione Pasquale!
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La S. Messa ci libera dai peccati
Lo afferma chiaramente S. Agostino: «Chi ascolterà devotamente la S. Messa avrà il perdono di tutti i peccati commessi fino a quell’ora, e riceverà un grande vigore per liberarsi e non commettere più peccati mortali».
Anzitutto perdona i peccati veniali. Dimostriamolo con un fatto.
S. Giorgio racconta che una povera donna faceva celebrare ogni lunedì una S. Messa per l’anima di suo marito fatto schiavo dai barbari e da lei creduto morto. Molti anni dopo, questo marito, avendo ricevuto la libertà e tornato in patria, raccontava che ogni lunedì, ad una data ora, gli cadevano le manette dalle braccia, gli si scioglievano le catene ai piedi e per un buon tratto di tempo restava libero. Questa era precisamente l’ora in cui si celebrava la S. Messa per lui.
I peccati veniali sono altrettante catene spirituali che tengono incarcerata l’anima e non la lasciano operare con quella libertà e fervore con cui agirebbe, se ne fosse libera.
La S. Messa spezza queste catene, e cioè cancella i peccati mortali, non perché li cancelli per se stessa immediatamente come la Confessione, ma perché ci ottiene aiuto e buone ispirazioni per pentirci, mezzi per liberarcene e forza per non più commetterli.
Questo lo conferma un fatto assai singolare. Baldassarre Guinigi, nobile giovane di Lucca, era dedito pazzamente al gioco, che è causa funesta di tanti mali.
Costui, avviandosi un giorno alla casa dov’era solito divertirsi lungamente con certi compagni, nel passare davanti alla Chiesa di S. Michele, sente nel cuore una voce: «Entra in chiesa, ascolta la Messa e mettiti in grazia di Dio» Egli esita un poco, poi entra, ascolta la Messa e fa al venerabile Padre Franciotti una generale accusa delle sue colpe.
Appena uscito, si incontra con alcuni suoi amici i quali al vederlo fanno meraviglie, come vedessero un morto risuscitato, e tutti esclamano ad alta voce: «Come tu qui? Ma non sei Baldassarre Guinigi! Come sei ancor vivo? Noi ti piangevamo per morto!».
Egli che non sapeva della disgrazia toccata ai suoi compagni di gioco, restò muto non sapendo che dire.
Ma lo stupore si cambiò in orrore e spavento quando seppe da essi che mentre egli stava in chiesa era rovinata la casa in cui erano riuniti i suoi compagni di peccato, seppellendoli tutti sotto le rovine. E da questi
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amici era creduto che anche a lui fosse toccata la tremenda sorte.
Allora Guinigi, riconoscendo dall’ispirazione del Signore e dall’avere ascoltata la Messa la grazia di non aver fatto la orribile fine dei suoi compagni, mutò registro di vita e visse poi santamente.
Vedete carissimi lettori e lettrici, quanto importa ascoltare subito le ispirazioni buone e quanto frutta la S. Messa!
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ANNO XIV - N. 2 – FEBBRAIO 1932 – C. C. P.
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA
Opus fac Evangelistae (II Tim IV, 5)
LE ANIME APOSTOLE DELLA STAMPA
La fede è il principio della salvezza; la Fede è il fondamento di ogni virtù e di ogni merito. E’ necessario dunque che gli uomini credano in Gesù Cristo; ma come crederanno se non si predicherà? Ed ecco perciò l’ufficio dell’Apostolato Stampa: dedicarsi a questo ministero di predicazione; il ministero a cui si dedicano le anime piene di amor di Dio, amore che parte dal cuore come una fiamma bipartita: in quanto manda i suoi raggi ed il suo calore verso Dio è amore verso il Signore; in quanto si espande attorno è carità verso il prossimo.
Il vero amor di Dio compie le opere di carità corporale e le opere di carità spirituale: fra queste ultime non va dimenticata quella che ai nostri tempi maggiormente urge, cioè dare un foglietto, un libro o giornale che nutra davvero la mente ed il cuore.
I motivi che muovono ad occuparsi di questo Apostolato sono: primo: il prezzo delle anime per cui il Padre ha dato il Suo Figliuolo al mondo, delle anime per cui Gesù Cristo ha dato il suo sangue. Secondo: il bisogno di arrivare a tutti al Cielo, e di schivare l’inferno. Terzo: il desiderio stesso del Cuore di Gesù, che Gli conduciamo e Gli salviamo le anime. Quarto: il gran merito che noi ci facciamo aiutando il prossimo in questo grande negozio della salvezza dell’anima.
A questo scopo è necessaria una scelta buona nei mezzi atti a condurre al fine Buono, perché vi è l’apostolato della preghiera, dell’esempio e tanti altri, ma oltre a questi, comuni per tutti, l’anima apostola cerca ancora quali opere possa fare. E si presenta subito alla sua considerazione l’Apostolato della Stampa, perché l’Apostolato Stampa si rivolge a moltissime anime: ed essa vuole salvare molte anime.
L’Apostolato Stampa inteso rettamente raccoglie e fa meditare, mentre porta agli uomini le verità più essenziali, i mezzi di grazia, la moralità cristiana, perché tutti gli uomini possano giungere al fine.
Oggi il demonio si serve tanto della stampa disonesta, della stampa immorale, della stampa erotica, della stampa atea, della stampa anarchica.
Dunque occorrono anime apostole che comprendano il tema, che scelgano i mezzi che permettono di immolarsi per il bene del prossimo, diffondendo la semplicità, la luce e la verità del Vangelo; poiché sarebbe veramente imprudente permettere che solamente il demonio si servisse dei mezzi così potenti per la diffusione dell’errore e della malizia.
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Il mezzo dato da Dio in questi tempi è nuovo per la diffusione della sua verità, nuovo però nel modo poiché i nuovi mezzi e le nuove macchine hanno tanto allargato l’Apostolato stampa.
In ogni tempo vi sono delle anime che amano Dio ed il prossimo e vorremmo noi
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rimanere inerti quando dai fatti e dalle circostanze conosciamo la volontà di Dio?
Oh, il bene che si può compiere coll’Apostolato-Stampa merita veramente di spendervi quanto possiamo di forze, di mezzi materiali e spirituali. Il tempo è opportuno, le giornate lunghe invernali favoriscono la diffusione perché più facilmente si sente il bisogno di occuparsi in qualche cosa essendo meno pressanti i lavori corporali.
Non permettiamo, non lasciamo che passi prima
l’inimicus homo a gettare il seme di malizia, di iniquità, di menzogna e di errore.
L’Apostolato esercitato per puro amor di Dio è fruttuoso per noi e per gli altri. Primo: perché ha purezza di intenzione, cerca la maggior gloria di Dio, e procura il maggior bene e pace agli uomini; secondo: perché è costante, a dare e sa chiedere.
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Dei libri cattivi
in rapporto agli individui e ai popoli
Mors et vita in manu linguae (Prov. 18, 24)
Vi è, o fratelli, una creazione del genio moderno che ha fatto della parola la potenza suprema delle società umane; feconda per il bene o per il male, senza limiti nella sua azione, sia che edifichi, sia che distrugga a servizio dell’uomo sia che la applichi al ben dei popoli, o alla loro distruzione. Questa creazione moderna è la stampa.
Se la stampa resta in mano della saggezza e della virtù la più felice delle rivoluzioni si compie nel mondo: l’ignoranza si dissipa, cadono i pregiudizi, la ragione pubblica si illumina, fioriscono i costumi… Se la stampa cade in mano della corruzione e della empietà, tutto si turba e si confonde nel mondo. Ogni nozione si oscura, i pregiudizi si riabilitano, l’errore si estende e si incarna nelle intelligenze; il talento dimentica la sua missione e diviene potenza illimitata di male… Allora i costumi vanno in decadenza, la religione si soffoca, l’intelligenza si oscura, l’umanità muore: Mors et vita in manu linguae.
E’ di questa stampa, o fratelli, è di questi libri perniciosi per i mali che essi producono che io voglio intrattenervi.
I PUNTO
I libri cattivi sono funesti alla fede e ai costumi.
Alla fede. – Il mondo è come innondato da un diluvio di libri nefasti, atei, scettici, materialisti, dove i dommi cristiani sono calpestati, la morale divina indegnamente travestita e calunniata, il volto puro e sublime della Chiesa rappresentato come una grossolana superstizione, dove i ministri di Dio sono votati all’odio pubblico come degli impostori e dei nemici del genere umano. Questi sono quei libri che girano dappertutto e divorati avidamente da ogni classe di lettori hanno formato un vero anticristianesimo.
Non vedete come nelle città e persino nei villaggi la fede è affievolita. Quale ne è causa principale? Le cattive letture. E’ a questa sorgente funesta che si sono abbeverati gli increduli dei nostri giorni. E’ là che hanno imparato a giudicare Iddio, a controllare le sue opere, a dubitare della sua esistenza, a disprezzare la sua rivelazione, a bestemmiare il suo nome divino. Non si può leggere impunemente per dei giorni e dei mesi tutto ciò che la malvagità dell’uomo ha potuto scrivere contro la fede e la religione. E’ impossibile che questa fede resista alle abitudini di queste letture anticristiane.
Ai costumi. – Avete mai considerato, o fratelli, la potenza corruttrice di un libro cattivo?
1.o Corruttore, seducente e piacevole, creato dal talento funesto di qualche maestro abile nell’arte di pervertire gli uomini; che non ha trascurato di ornarlo
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di quelle grazie che incantano e che avvingono gli spiriti, e di armarlo di quei dardi che fanno nel cuore delle profonde e mortali ferite.
2.o Corruttore sfrontato che non può arrossire, che non si fermerà ai limiti dove anche l’uomo più dissoluto si arresta; che nulla rispettando, spargerà fino all’ultima stilla, il veleno impuro di cui è ripieno.
3.o Corruttore infine che è ascoltato senza vergogna, perché chi lo ascolta è solo con se stesso; che è ascoltato con piacere per delle ore intere del giorno e della notte, finché il contagio ha pervaso e guadagnata persino la sostanza dell’anima.
Seguite quel giovane che ha preso per la prima volta uno di questi detestabili libri, di questi consiglieri ripieni d’iniquità. Vedete come è impaziente di conoscere, come si informa, con questo maestro del vizio, per ricevere senza nessuna distrazione e senza timore, le perniciose lezioni. O giovane infelice, quale scienza cerchi di acquistare! Quali beni tu perdi. Chi ti renderà tutto quello che una lettura di qualche istante ti rapisce? Tu l’hai incominciata innocente, la completerai (questa lettura) pervertito. Il germe di ogni delitto sta per essere gettato nel tuo seno; germe che si svilupperà e ben tosto porterà i suoi frutti. Quelle passioni che per la prima volta avvertite, tosto saranno indomabili e vi porteranno in tutti gli eccessi e vi precipiteranno nel fango. Questi dubbi ancora timidi per i principi della morale, si cambieranno in un audace disprezzo; questa ragione già oscurata, si immergerà ben tosto nelle tenebre più fitte; voi non distinguete più il ben dal male che per il vostro amore sfrenato per il male, e per l’odio implacabile del bene. Andate di precipizio in precipizio, fino al fondo dell’abisso, che è in questa vita, l’infamia o il suicidio, e nell’altra l’infelicità eterna. Ecco, o fratelli, dove conducono i cattivi libri.
PUNTO II
Disgustano l’individuo della vita reale, seria e pratica
Che cosa è questa vita reale e in che consiste? I secoli passati ne hanno parlato poco ma la hanno vissuta; il secolo presente ne parla molto ma poco ne vive. La vita reale è la vita del dovere, e la fedeltà di tutti i giorni e di tutta la vita al dovere. Qual è per esempio la vita reale di una madre di famiglia? Ce lo insegna lo Spirito Santo nel libro dei Proverbi: essere una donna forte, gli occhi, il cuore la preveggenza della quale, seguono tutti e tutto nella casa che è il suo impero; è di essere presa di sollecitudine per il suo sposo, per i suoi figli, per i servitori, suo dovere è di portarsi alla soglia della sua dimora, per versare nelle mani del povero l’elemosina abbondante della sua carità.
Qual è la vita reale per l’uomo di affari? Per il giureconsulto, per il magistrato? Studiare le sue leggi, approfondirle per mantenere una equa distribuzione della giustizia.
La vita reale è la vita d’azione, ciascuno nel suo stato, nella sua condizione, e là con costanza, con perseveranza, con eroismo sino alla fine.
PUNTO III
Tolgono ai popoli la ragione, la coscienza e la civilizzazione
La ragione. – Non vedete, o cristiani, che il primo e inevitabile effetto dei libri cattivi è di arrestare la luce e il progresso della ragione? Ebbene è in nome della ragione che io li accuso, essi sono i suoi più implacabili nemici.
Un antico scrittore disse: Ecco la verità, di qua bisogna partire. Oggi gli scrittori dicono: Lo strepito anzitutto; e per arrivare a questo lasciamo da parte la verità e si gettano nel sofismo. Così turbato il buon senso e la fede dei secoli, rovesciano tutte le idee ricevute, lottare e combattere per tutte le opinioni più disperate; sragionare con talento non è questa l’analisi fedelissima di un secolo di scrittori celebri?
Intanto la celebrità dell’autore, propaga questi libri; con questi libri tutti gli errori penetrano nella società. Al buon senso che è maestro della vita umana, succede l’immaginazione, madre feconda di illusioni e di chimere; le credenze tosto rovinate, ogni verità ricevuta dal genere umano abbandonata. Non si pensa più, ma
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si sogna. Uno scetticismo desolante, allontana gli spiriti da ogni condizione … Passerà qualche anno, e la decadenza intellettuale, sarà completa; e si formerà, mi si permetta l’espressione, un quasi idiotismo pubblico; situazione fatale di una nazione invecchiata, logorata, e dove la vita ritirandosi dall’intelligenza, sarà assorbita dalle più vili nostre facoltà.
La coscienza. – In secondo luogo l’effetto dei libri cattivi è di togliere ai popoli la loro coscienza. Io a voi lo domando, quale può essere l’effetto di tante opere corrompitrici che circolano in tutte le classi, se non di indebolire e di minacciare poco a poco ogni principio morale? Per esso il male non conosce limiti e si produce sotto tutte le forme. Qui vi è della corruzione ragionata e sapiente, là vi è la corruzione sfrenata per la quale non vi è eccesso che spaventa; vi è la corruzione elegante e del bel tono, per coloro che vogliono la decenza nella bestemmia e una specie di pudore nello scandalo medesimo Vi è la corruzione che si indirizza allo spirito, quella che porta al pendio. Quella che si volge all’innocenza e va a lento passo per prenderla più sicuramente; vi è la corruzione satanica che colpisce con degli sguardi, che spazza e uccide rispettosamente.
La civilizzazione. – In terzo luogo l’effetto dei libri cattivi è di attentare contro la civiltà. Qual è questa civiltà nel suo più alto concetto? E’ il rispetto dei diritti.
Ora io domando i diritti sono forse interamente nella proprietà degli uomini, o nei loro interessi materiali? No. Sono per eccellenza nelle credenze, nei doveri, in una parola nella coscienza. Ebbene! questa è l’alta civilizzazione che non cessano di intaccare gli scrittori empii e corruttori.
La Quaresima nei tempi passati
La Quaresima, periodo di quaranta giorni, tempo di penitenza e di preghiera, venne istituita dalla Chiesa per tradizione apostolica, per ricordare i quaranta giorni passati dal Redentore nel deserto, per espiare i nostri peccati e per rendere sempre più soggetta la carne al nostro spirito. Anticamente erano prescritti digiuni e penitenze molto rigorose: un sol pasto al giorno, vietate assolutamente le carni ed i latticini, proibiti i divertimenti ed i giuochi anche leciti ed onesti.
La Quaresima ai tempi nostri
La Chiesa ha mitigato notevolmente le prescrizioni riguardanti il digiuno, e l’astinenza in quaresima. Però resta sempre fermo il concetto fondamentale: la Quaresima è tempo di maggior raccoglimento, di maggior spirito di pietà e di mortificazione.
La Chiesa lo esprime questo concetto nella sua liturgia: allontana i fiori, fa tacere l’organo ed i canti di giubilo nella Messa e nell’Ufficiatura, usa paramenti di colore di penitenza (violaceo), vieta le nozze solenni e le feste pubbliche clamorose.
Si comprende benissimo che le feste, i balli, sia pure di cosiddetta mezza Quaresima, stonano orribilmente collo spirito di questo tempo.
E se la Chiesa è mite, e se qualcuno non può neppure osservare il precetto del digiuno e dell’astinenza, dobbiamo tutti ricordare le parole del Redentore: «se non farete penitenza tutti avrete a perire».
E questo spirito tutti devono dimostrarlo: se non si può in un modo, devesi supplire in altre maniere.
I propositi per la Quaresima
1.) Non fare peccati;
2) Pregare di più e meglio;
3) Assistere alla Messa ogni giorno e alle prediche quaresimali;
4) Mortificare la lingua e la gola riguardo al parlare, bere, mangiare;
5) Fare elemosine ai poveri, chiesa, opere pie;
6) Prepararsi a fare una buona Confessione e Comunione pasquale.
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APOSTOLATO DEL LIBRO
La buona propaganda
Continua alacremente, malgrado il tempo non sempre favorevole ed altre difficoltà che s’incontrano specialmente al giorno d’oggi. L’Apostolo delle Genti, protegge le sue Figlie che continuano la stessa sua missione: quella di diffondere la Parola di Dio, che ognuno dovrebbe conoscere e praticare. Essa è necessaria alla vita dell’anima almeno quanto lo è il pane per quella del corpo. Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, lo disse il Divin Maestro stesso.
Oh! se in ogni famiglia estrasse il Vangelo di Gesù Cristo, fosse tenuto con riverenza, letto e meditato, quanta gloria si darebbe a Dio, quale pace regnerebbe nelle nostre famiglie!
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I peccati più gravi sono quelli operati dalla stampa cattiva
Perché sono più numerosi: si contano libri, fotografie, vignette, ecc. Che ogni giorno allagano il mondo e lo uccidono con il loro veleno.
Perché più diffusi: la stampa è ormai entrata da per tutto ed anche quelli che leggono poco o punto, ne subiscono l’influsso e il suo scandalo continuo.
Perché più crudeli: specialmente le popolazioni di campagna credono molto a ciò che è stampato, non sospettando neppure che certuni scrivano appositamente per fare del male o almeno senza la preparazione conveniente.
Perché più maliziosi e deleteri: spesso chi scrive, studiosamente, a sangue freddo, rovina le anime, svia menti e cuori. Al grande De Maistre gli assassini di strada sembravano innocenti in paragone di costoro.
Leggete la buona stampa, quella veramente cattolica, voluta e benedetta dal Papa.
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IL COOPERATORE PAOLINO
L’intelligenza della Croce
Gesù disse a S. Margherita Alacoque: «In segno di predilezione ti concedo l’intelligenza della croce e il puro amore».
Questo è quanto dobbiamo chiedere in questo tempo di Quaresima.
Le industrie per avere l’intelligenza della croce è di guardarla come la guardò Gesù, specialmente in questi tre punti: 1. da chi viene; 2. a chi viene; 3. perché viene.
1.
DA CHI VIENE?
Gesù quando si vide avanti prima nell’immaginazione, poi in realtà, l’orrendo patibolo, non pensò che gli veniva dalla malizia giudaica e dalla crudeltà romana.
Anzi li scusò con le parole: «Non sanno quello che si fanno».
Vide invece il volere del Pare, disse il «Fiat» e l’abbracciò con amore.
Se a noi le croci non sono care, è perché ci fermiamo a guardare le cause troppo prossime.
Si ferma l’attenzione sulle persone e sulle cose moleste, le quali poi in fondo non sono che uno strumento.
Vediamo i nemici che ci perseguitano, gli amici che fan sentire troppo pesare la loro amicizia, i cattivi che ci amareggiano la vita e trionfano non ostante le loro ingiustizie, i buoni misconosciuti, i parenti e i conviventi importuni, e in genere tutte le persone che ci pungono, ci affliggono e par che vagolino come ombre nere sulla nostra vita.
Ma se noi oltre lo strumento ci sforziamo di intravedere la mano che lo adopera, le cose cambiano.
Quella mano è di Dio che ci manda o almeno permette (su per giù è la stessa cosa) le croci.
E si pensa subito: Dio è Dio, cioè il creatore nostro, il nostro padre celeste, buono, la stessa bontà.
Dio non può voler male alle sue creature, ai suoi figli. E quel che all’occhio miope, alla natura fragile sembra male, è tale solo in apparenza.
Così si spiega il trasporto di S. Andrea davanti alla croce preparatagli per supplizio; così si spiega la sete di sacrificio nei santi.
Con questa vista si bacia la mano di divina che percuote, ma insieme si bacia la croce che essa strige.
Questo si chiama intendere la croce!
2.
A CHI VIENE?
Gesù, quando se la vide presentare dal Padre, guardò in sé non il figlio di Dio, il Santo, l’innocente, l’immacolato; ma colui che s’era caricato di tutte le iniquità umane.
La maggior parte degli uomini vede diversamente, perché davanti alle croci, che si immaginano subito come solo castighi (e in parte lo sono) guardano non ai molti demeriti, ma a quei pochi meriti che si hanno o che si crede di avere.
Pensano: Se son figlio di Dio, non debbo essere trattato così; se Dio s’interessa di noi, e conosce le mie opere buone, non dovrebbe rimunerarmi così.
Bisogna invece partire da un altro punto di vista suggerito dalla verità che è anche umiltà: Sono un figlio di Dio, ma decaduto: in me c’è stato il peccato d’origine, e le ferite che esso ha lasciate. Sono tutto inclinato al male.
La mia vita è anche contrassegnata da cadute personali, da colpe attuali, forse gravissime, forse sono innumerevoli.
Era innocente Gesù, ed ha patito per i colpevoli; era senza colpa la Vergine, ma che vita crocefissa è stata la sua!
C’è un punto di vista anche più bello, quello della fede.
Per l’intelligenza della croce occorre umiltà, che ci fa riconosce quello che siamo.
Si senta il buon ladrone: «Noi riceviamo quello che è dovuto alle nostre azioni »; e il Salmista: «Si iniquitates observaveris, Domine; Domine, quis sustinebit?».
Occorre fede per ritenersi copie del crocifisso. Di quella splendida legione di anime elette che si son votate vittime
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innocenti all’amore misericordioso, per ricondurre a Gesù i peccatori.
3.
PERCHE’ VIENE LA CROCE?
E’ data anche come castigo, sì: se non ci fossero state colpe, non si sarebbe conosciuto il dolore. Ma chi la considera come castigo, non la intende.
Ben altri fini si è prefissi il Signore nel darci la croce!
La croce preserva dal male. E’ molto più facile offendere Iddio nella prosperità e nel riso, che nell’ambascia e nel pianto; le prove impediscono alle nostre passioni di insolentire.
La croce purifica l’animo, dopo che il male, è stato commesso. Che forza nel pentimento ha questa preghiera: Signore ha peccato, ma ho sofferto.
La croce purifica, perché tempera molto più la sofferenza che la gioia.
La croce ci aiuta a mostrare la nostra fedeltà al Signore. Egli dice: Eri caro a Dio, e perciò fu anche necessario che la tentazione ti mettesse alla prova.
La croce finalmente ci fa accumulare meriti, perché ci mette in mano qualche cosa da offrire a Gesù ed essere simili a Lui crocifisso.
Con questa intelligenza della croce, non la si guarderebbe più con ripugnanza e orrore.
Non è nelle dolcezze e consolazioni, sia pure spirituali, che si mostra a Dio il puro amore ma nei patimenti e nell’immolazione, cioè inchiodati sulla croce.
Allora si cerca il Dio delle consolazioni, non le consolazioni di Dio.
Leggete tutti
Quest’anno il Padre dei figli e delle figlie di S. Paolo, il Padre dei Cooperatori, il Teol. Alberione, offrirà nella Chiesa dei Cooperatori a S. Paolo in Alba offrirà per noi e per loro la Santa Messa del venticinquesimo anniversario della prima Santa Messa.
LA CHIESA
ha solo altari di legno provvisori: insomma non ha ancora un altare, come non ha ancora i banchi e chi prega, se ne rimane in piedi il più spesso; come non ha ancora il pavimento: è quindi una casa senza arredi.
E NOI?
Facciamo tutti una bella unione di carità e diamo gli arredi alla Chiesa. La Chiesa di S. Paolo è la Chiesa dei Cooperatori, perché è il centro delle speranze, è fonte di continue copiosissime grazie; difatti in essa ogni giorno in unione di spirito e di intenzione con i Cooperatori si celebrano ogni giorno più di venti Messe e saranno di più. Qui si fa in unione di spirito e di intenzione con i Cooperatori la visita a Gesù Sacramentato. Qui si prega senza interruzione uniti di spirito e di intenzione con tutti i Cooperatori.
In questa unione di cuori e di intenzioni, intorno al Padre che offre il Divino Sacrificio nel venticinquesimo anniversario della prima Messa, diamo tutti un poco, e subito, poiché la chiesa attende di essere posta in quel decoro necessario alla casa di Dio, dove un Sacrificio così prezioso e di così grande valore deve offrirsi a Dio.
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Proponiamo un modo facile, che darà a ciascuno un gran merito: farà entrare in ogni famiglia di vostra conoscenza una copia della Santa Bibbia. Si possono vedere le varie edizioni ed i vari formati con relative offerte a pagina 10.
Importa però che da tutti si faccia qualcosa. Si tratta di festeggiare il Padre ed i figli devono tutti portare il loro contributo.
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Il Santo Vangelo e il giudizio
Post mortem iudicium, dopo la morte il giudizio.
Ricordiamo subito che il giudizio si farà per tutti: buoni e cattivi e che sarà fatto da Dio il quale allora renderà a ciascuno secondo le opere sue.
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Ora il Signore sempre buono con le sue creature, vuole che tutte giungano a salvezza e percò per bocca di S. Matteo ci dice: «che d’ogni parola oziosamente detta gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio», per dire cioè che il nostro Angelo Custode tiene conto di tutto quanto facciamo in vita, ed alla fine di tutto saremo giudicati, perché bisogna persuadersi che allora ci accompagneranno solamente le nostre opere o buone o cattive, tutto il resto si lascierà.
Dio ha fatto il mondo e tutto ciò che vi si trova, essendo il Signore del cielo e della terra, egli dà la vita a tutti, il respiro e tutte le cose. Egli ha derivato da un solo uomo tutta la progenie degli uomini, perché popolassero tutta la faccia della terra, fissando i tempi determinati ed i confini delle loro dimore. Il Signore concede a tutti gli uomini un periodo più o meno lungo di vita, dopo la quale ognuno deve ritornare a Lui per rendere conto del suo operato. Difatti essendo noi progenie di Dio, in lui viviamo, moviamo e siamo, e perciò egli intima a tutti di pentirsi dei peccati, perché ha fissato un giorno in cui giudicherà tutti a rigor di giustizia, per mezzo di Gesù Cristo.
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Saranno giudicati tutti e buoni e cattivi: dice infatti il Vangelo: «il regno dei cieli è simile a una rete gettata in mare, che ha preso ogni sorta di pesci. Allorché fu piena la tirarono a riva, e sedutisi, misero i buoni nei canestri e gettarono via i cattivi. Così avverrà al giudizio: verranno gli angeli e torranno i cattivi di mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace di fuoco; mentre i giusti splenderanno come sole nel regno del loro Padre».
Ed in altro luogo ci fa dire che «l’uomo dabbene dal suo buon tesoro, cerca cose buone: il malvagio, dal cattivo tesoro, cava fuori il male, ma nel giorno del giudizio ognuno sarà giustificato dalle sue opere se in vita fu buono, e dalle sue opere sarà condannato se in vita fu cattivo».
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Non vogliamo solamente allora riconoscerci per quello che realmente fummo, perché sarà troppo tardi e senza più tempo di rimediare perché sarà trempo di rendere i conti con uno il quale vede l’interno e l’esterno e che scruta renes et corde. Dio è buono, anzi infinitamente buono, ma è anche giusto e se abbiamo mancato ci castigherà. Egli non ci chiederà mica conto se avremo accumulato denari, se ci saremo guadagnati il favore o l’amicizia di questa o di quella persona: le cose che interessano e che costituiscono il giudizio di Dio sono quelle dell’anima poichè questo tesoro prezioso e che portiamo in vaso corruttibile è di Dio il quale alla fine dei nostri giorni ci chiederà che conto ne abbiamo fatto.
«Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati, dice Gesù nel Vangelo, perché colla misura colla quale misurate gli altri, sarà rimisurato a voi».
Per prepararsi ad un buon giudizio bisogna: 1) vivere nel timore di Dio e cioè temere di offendere il Signore col peccato; 2) conservare la delicatezza di coscienza la quale ci terrà lontani dal male; 3) fare le cose all’unico fine di acquistarci dei meriti per l’eternità, e solo cercando la gloria di Dio. In quel girono due soli saranno i posti in cui ci possiamo trovare: o a destra o a sinistra, non c’è via di mezzo poiché non si potrà restare mezzi per parte; se si vuole essere alla destra bisogna camminare per la retta, la stretta via, poiché non è possibile tener la via larga e poi alla fine trovarsi alla destra.
Se leggiamo con amore e con diligenza il Santo Vangelo impariamo a seguire bene molto da vicino il Maestro Divino Gesù e sarà più facile per noi arrivare alla fine con un felice esito.
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Gloria a Dio! e pace agli uomini!
E’ un dovere, una necessità, una preghiera, una benedizione, un conforto: in ogni famiglia avere il S. Vangelo, la Parola di Dio.
La Bibbia è la lettera di Dio agli uomini; ogni figlio deve ricevere la lettera del Padre; ritenerla, venerarla, leggerla, farne frutto.
Nella stagione invernale in ogni famiglia della Parrocchia entri, si metta al posto d’onore, si legga.
RR. Parroci! Siamo i postini di Dio! portando in ogni casa la lettera di Dio. «Beati i passi di chi porta il bene, di chi porta la pace».
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Non si parli di spesa: che non è difficoltà: perché:
a) è così piccola l’offerta richiesta;
b) è cosa necessaria come il pane la parola di Dio..; e quindi se anche costasse, il pane si compera sempre. Ogni giorno: «non di solo pane…»;
c) si può fare un risparmio sui sigari, su il cine, su certe vesti;
d) è un denaro che, speso, farà venire il pane per la famiglia.
Ve ne offriamo per le varie condizioni di parrocchiani:
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PER LE PERSONE COLTE:
La prima offerta per i Parroci, la seconda per i Fedeli.
PER LE FAMIGLIE OPERAIE ED AGRICOLE:
La Bibbia latina-italiana, vol. 4 - L. 50,— L. 60,—
La Bibbia latina-francese, vol. 4 - L. 50,— L. 60,—
La Bibbia latina-inglese, vol. 4 - L. 50,— L. 60,—
La Bibbia latina-spagnuola vol. 4 - L. 50,— L. 60,—
La Bibbia delle Famiglie (2 vol.) - L. 9,— L. 12,—
PER TUTTI
Vangelo di N. S. Gesù Cristo - L. 1,25 L. 2,—
La Vita di Gesù per A. Fiori - L. 4,50 L. 6,—
Il Divin Maestro (Vangelo concordato) - L. 3,— L. 6,—
IN OGNI FAMIGLIA
Si desidera vengano le Suore «Figlie di S. Paolo»?
Oppure: vi è qualche persona atta nella Parrocchia per la diffusione?
Contemporaneamente: i catechismi, i libri di pietà, le vite dei Santi si possono tenere presenti.
Celebriamo SS. Messe, recitiamo Breviario e Rosari, facciamo Ore di Adorazione:
perché in ogni angolo della terra si conosca il Padre Celeste e il suo Divin Figliuolo, mandato Maestro agli uomini;
perché tutti gli uomini si raccolgano alla Cattedra del Maestro Gesù;
perché in ogni famiglia il Vangelo: sia desiderato, amato, letto, praticato.
L’ora è propizia: la stagione è adatta per le letture.
In Cristo Gesù
Obbligatissimo
Sac. Alberione Giacomo.
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NELLA PIA SOCIETA’ S. PAOLO
Nella Casa Madre di Alba
Il mese di Gennaio. – E’ dedicato dalla Casa a Gesù Maestro ed il Primo Maestro nell’ora di adorazione fatta il giorno 3 ci disse che nel mese di gennaio si doveva ottenere la grazia di crescere, di andare innanzi e di progredire, donec formetur Christus in vobis. Il mese si consacrò alla giovinezza di Gesù per ottenere di imitarlo nella sua vita privata. Il Primo Maestro ci spiegò così: crescere per noi significa essere più santi, più sapienti, acquistare maggior spirito di pietà e non solo aumentare i giorni della vita. Noi siamo i discepoli e come tali dobbiamo imitare il maestro il quale disse quemadmodum ego feci ita et vos faciatis. Dopo averci detto che non bisogna credere che col cambiare del luogo o degli anni si improvvisino le virtù, poiché le virtù ci sono se si acquistano collo sforzo e col lavoro continuo, ci indicò pure i mezzi per poter crescere nello spirito e cioè la preghiera che è il cibo dell’anima e ci attira i lumi e le grazie e poi lo sforzo continuo poiché beato l’uomo che sarà sorpreso sic facientem, ad un lavoro così importante.
Gli studi. – Ormai il nuovo anno scolastico si può dire ben avviato ed incamminato. I giovani contenti dell’esito ottenuto all’esame di Natale, con buona volontà hanno ripreso regolarmente il loro corso di studio e speriamo colla costante loro applicazione, coll’aiuto del Maestro Divino e ben guidati dai vari maestri, potranno quest’anno trarre molto profitto e crescere davvero nel sapere. Quasi tutti hanno fatto acquisto di libri nuovi per la regolare uniformità nello studio delle diverse materie, molti fra essi sono poveri e sarebbero riconoscenti se qualche buona persona volesse aiutarli a coprire questa spesa. Chi vuol farsi un così bel merito?
Il Signore troverà tante buone anime che lo faranno con generosità e volentieri.
Li studio dell’Inglese e dell’Ebraico. – Quest’anno anche l’Inglese e l’Ebraico formano materia di studio: il primo per quelli che frequentano il primo corso di ginnasio, ed il secondo per i Teologi. Due lingue assai dure l’una particolarmente per la pronuncia e l’altra per una particolarità tutta sua propria: questa che usa come vocali delle linee e dei punti, ma più curiosa ancora perché dovendo per es. leggere un libro bisogna cominciare dall’ultima pagina e venire all’indietro. Ma essendo volontà del Signore che al presente si studiino colla buona volontà e col suo aiuto, speriamo si impareranno bene.
L’Apostolato. – Nel mese di gennaio ed ancora in questo i nostri lettori hanno rinnovato l’abbonamento ai vari periodici, altri fecero l’abbonamento per la prima volta. Deo Gratias! In quest’anno si spera, coll’aiuto della Divina Provvidenza, di poter migliorare la stampa dei vari periodici rendendoli più attraenti e più semplici. Il reparto dei Filosofi sta preparando due nuove edizioni della Bibbia completa in lingue straniere e cioè la latino-spagnola e la latina-inglese. A Pasqua speriamo possano averla terminata, il Signore intanto li accompagni colla sua benedizione e colla sua grazia perché si portino sempre al loro apostolato: innocentes manibus et mundi corde, colle mani e con il cuore mondi dal peccato. Si tratta di toccare e maneggiare la parola di Dio. I nostri confratelli che già si trovano in quelle terre straniere attendono e sovente ci scrivono di far presto e bene.
Feste familiari. – Nel mese di gennaio ricorse a breve distanza, l’onomastico di alcuni dei nostri maestri. Queste sono occasioni sempre belle e che gli alunni
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attendono ansiosi per poter manifestare la loro riconoscenza e il loro affetto verso i loro maestri. Nella ricorrenza della festa di S. Timoteo, 24 u.s., si festeggiò il
Maestro Giaccardo: alla sera precedente tutta la Casa si riunì in Chiesa, dove si lesse la lettera di augurio seguita da alcune parole di ringraziamento e dalla Benedizione col SS. Sacramento.
Così nei giorni 27 e 29 si festeggiarono altri due maestri per l’occorrenza di S. Giovanni Grisostomo e di S. Francesco di Sales.
Il Primo Maestro contento di quanto si fece ci disse: «Bello sincero, e meritorio quello che si fa nel presentare gli auguri ai maestri; segno questo che si hanno sentimenti di riconoscenza per quelli che ci aiutano». Aggiunse poi: «Tanto si è con Dio quanto si è coi maestri, come i cattolici sono con Dio quanto sono col loro Parroco». Questo è una cosa molto consolante per i giovani tutti, poiché così si è tranquilli ed in vita ed in punto di morte, poiché si è fatto la volontà di Dio e chi fa la volontà di Dio non può temere di presentarsi a Lui.
La festa della conversione di San Paolo. – Si è celebrato con vero affetto ed amore di figli verso il Padre S. Paolo, ha sempre qualcosa di nuovo da dirci, perché col suo cuore tutto pieno di amore per Gesù Cristo, vuole che i suoi figli siano ardenti e zelanti apostoli.
Perciò ci fece considerare che: «La divozione a San Paolo è un segreto di virtù, di sapienza e di energia, poiché l’anima divota di San Paolo conserverà al Signore tutte le sue energie fisiche e morali; l’anima divota di San Paolo amerà molto il Signore, non sarà tiepida, ma fervorosa, avrà una umiltà che ha un timbro speciale, sarà molto attaccata alla fede, anzi, vivrà di fede». L’esempio della sua conversione straordinaria e pronta ci sia di spinta ad emendarci, a convertirci al Signore, cambiando il nostro modo di pensare, i nostri sentimenti.
BOLOGNA
Con esito soddisfacente terminiamo la propaganda nella Diocesi di Bologna. Ovunque si lasciarono buone letture, particolarmente: Bibbie, Vangeli, Vite di Santi, di pietà ecc.
Il Divin Maestro voglia far fruttificare il seme gettato. Siamo riconoscentissime al S. E. Rev.ma il Sig. Cardinale Arcivescovo, che con paterna benevolenza oltre l’animarci a cooperare al bene della Diocesi, ci facilitò la propaganda raccomandandoci al Rev. Clero, e così ci volle presentare alle Rev.de Suore della Diocesi:
Come è stato raccomandato nel Bollettino Diocesano, preghiamo le Rev. Suore che ricevano nelle loro case e diano caritatevole ospitalità alle buone Religiose della Società S. Paolo di Alba, che hanno casa in Bologna e si occupano con tanto zelo della diffusione della Buona Stampa, in contrapposto alla cattiva, che purtroppo ha così larga diffusione.
Benedicendo tutte
G. B. Card. Arcivescovo
Bologna 9-11-31
Il Rev.mo Parroco di S. Vitale di Reno, per il primo volle iniziare nella Diocesi la giornata del Vangelo. L’Avvenire d’Italia così descrive la funzione:
A S. Vitale di Reno, indetta dalla Pia Società di S. Paolo di Alba per il tramite delle rev.de Suore di via Montegrappa si è svolta, sotto la direzione del Parroco, la giornata del S. Vangelo, accolta dal popolo con entusiasmo, degno di lode.
Dette rev.de suore spiegarono tutto il loro zelo per la felice riuscita della giornata, la prima da loro indetta in Diocesi.
Nel pomeriggio, mentre la Chiesa era letteralmente gremita di popolo, dopo la recita del S. Rosario, si passò alla distribuzione delle copie del Vangelo, previo un interessante discorso d’occasione del Parroco stesso.
I capi famiglia chiamati dalla rev.da Suora della Pia Opera, ricevettero, la copia del S. Vangelo dalle mani del Parroco, il quale aveva concluso il suo discorso, dicendo che dalle mani dei capi doveva passare nei cuori di tutti i componenti le loro famiglie per produrre i dovuti frutti salutari. Effettuata la distribuzione, il tenore Grasselli Francesco cantò con finezza inarrivabile l’Ave Maria del Gounod, mentre il noto direttore di orchestra, il cav. Sig. Alvisi, sedeva all’organo, accompagnando magistralmente.
Impartita la benedizione della B. V., il popolo ritornò a casa, recando nel cuore il soave ricordo di una bella giornata di propaganda del Vangelo
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e di una bella festa ad onore della B. V. Immacolata.
Ci auguriamo che, tutti i Rev.di Parroci della Diocesi vogliano promuovere questa giornata nella loro Parrocchia per poter far entrare in ogni famiglia il S. Vangelo.
I nostri Cooperatori. Con riconoscenza ricordiamo i nostri cooperatori che sempre ci prestano il loro aiuto.
Sig. Fiaccadori Mario L. 200; Sig. Amedeo Zoni 50; Sig.a Duglioli Marta 30; N. N. 10; N. N. 5; Sig. a Lorenzoni Anita 10; Sig.a Cervellati Maria un grosso tavolo; Pasticceria Samberini dolci per Natale. In particolare modo ricordiamo la Sig.a Agata Selleri che anche in questo mese volle offrire: due paia di guanti, una damigiana di vino, tende, pizzi per la Cappellina, m. 10 di lino e dolci.
Il Divin Maestro voglia ricompensare largamente.
FIRENZE
FESTA DEL S. NATALE: Anche noi abbiamo celebrato con solennità la Festa dl S. Natale.
Nel pomeriggio nella nostra cappellina venne a solennizzare la festa il M. Rev.do Sig. Priore di Serumido con una bellissima predica su la Carità e l’amore di Gesù verso le anime, il quale ci viene rivelato specialmente nel mistero dell’Incarnazione, che è appunto uno dei tre eccessi dell’amore che ebbe Gesù per noi, che sono: Presepio, Eucaristia, Crocifisso.
La considerazione della carità e dell’amore di Gesù verso le anime ci rese più forti nei nostri propositi di praticare sempre più la carità fra noi e di predicarla con più zelo alle anime per mezzo dell’Apostolato Stampa.
Ci fu quindi impartita la S. Benedizione, e dopo di aver lodato con canti il Divin Maestro Bambino, la S.Madonna e S. Paolo abbiamo pregato per i nostri benefattori affinché il Signore conceda loro tutte le grazie spirituali e materiali che abbisognano e specialmente le ricompensi con la vita eterna.
Il Divin Maestro che vede la nostra pochezza suscita sempre nuove, buone persone che con la loro generosa carità ci aiutano in mille modi. Riconoscenti ne diamo il nome, augurandoci che tanti altri si uniscano a loro nel merito grande di Cooperare l’Apostolato Stampa.
Offerte in denaro: N. N. L. 10; N. N. 2; N. N. 10.
Per la Cappellina: Agnese Tamburini, pizzo; Elvira Massa, seta per conopeo; Contessina Martelli, 6 candelieri, tappeto; N. N. un pacco di cerini; Elide Furgioni, olio per Lampada; Sig.a Carmela, tela di lino; Sigg.ne Luccarini, Ricami; N. N., vino per la S. Messa.
Offerte varie: Sig.a Del Vecchio, Porta catino; N. N., lana kg. 2; Fam. Bufetti, castagne 5 kg.; Fam. Bandi, una lattiera, piatti, coltelli, bottiglia 4 tende; N. N., segatura; Suore S. Vincenzo, tavolino, 4 sedie, cassettone, armadio, macchina da cucire.
Per tutti abbiamo già implorato le più belle grazie di Gesù Bambino e riconoscenti continuiamo ad offrire preghiere.
Chi aiuta l’Apostolo avrà il merito dell’Apostolo.
NOVARA
L’Apostolato. – Si continua la Propaganda in Diocesi, e si raccolgono pure abbonamenti ai giornali cattolici e specialmente: «Famiglia Cristiana»; Giornalino, Domenica Illustrata; Domenica; Buona Parolae cc.
Nel mese di Dicembre si visitarono i seguenti paesi con frutto discreto:
Gozzano, Bolzano, Omegua, Vinale, Sillavengo, Crusinallo, Ornavorio, Onzate, Orta, Vogogna, Casalcortecerro, e altri.
Si distribuirono i seguenti libri:
Bibbie 28; Vangeli 150; Vita di Gesù 59; Ascetica 164; Cultura 20; libri di pietà 86; Vite di Santi 420; Romanzi 30.
Si fecero pure nuove Biblioteche e si lasciarono diversi centri di diffusione in città e vari paesi.
Imploriamo grazie e misericordia dal Divin Maestro affinché il piccolo seme gettato dia frutti abbondanti per il bene delle anime.
Un particolare Deo gratias! ai M.M. R.R. Parroci che ci aiutarono tanto appoggiandoci e favorendoci in ogni modo.
LA CAPPELLINA. – Ringraziamo tutti i nostri buoni Cooperatori che ci aiutano ad arredare la piccola cappella, e ci è grato dare l’elenco:
Morera Giuseppe, 1 Pianeta d’oro; Morera Maria, inginocchiatoio, corporale; Pie Persone, inginocchiatoio; N. N., 4 m. di lino; N. N. m. 8 di pizzo; Sig.a Mozzi, tovaglia ricamata; Ditta Omarini, Crocifisso dorato; Circolina S. Marco, L. 27; Concina Pinuccia, L. 10; N. N., L. 10; Brustia Margherita, 2 portafiori; Scotti Rosina, fiori; Pie Persone, tovaglia; Mons. Vito Comoli, candele; Pie Persone, olio per lampada; N. N., 2 portafiori e fiori freschi; N. N., L. 50; N. N., m. 2 di lino; Sig. Scendrate, Palle e purificatoi.
OFFERTE VARIE. – Comm. Vigorelli, cucina economica: Fam. Manini, stufa; B. M., Calze, flanelle, camicia; Audisio, mutande, calze; N. N., riso, carne, burro; Sig.Bottaglia, frutta; N. N. lana.
Deo gratias! Per tutti invochiamo la divina ricompensa e tante benedizioni.
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La Vocazione
E’ il più bel dono che il Signore possa fare ad un’anima.
Voi genitori, a cui Dio concesse la grazia di avere un figlio chiamato al sacerdozio, siatene santamente orgogliosi. Oh che onore grande è per voi che Gesù abbia voluto scegliere proprio un vostro figlio per farne un apostolo, un salvatore di anime. E’ questo un segno di predilezione da parte di Dio per la vostra famiglia.
– Ma il figlio ci dovrà abbandonare!...
Sì, vi dovrà abbandonare, ma consolatevi: vi abbandona perché glielo ha comandato Gesù, per una causa grande, per un’opera sublime. Ma quando un giorno lo vedrete sacerdote giustamente potrete dire a quanti lo ammireranno: «Io sono suo padre. Io sono sua madre». Felici voi! Dite pure: Il Signore ci vuole bene.
Quando il Signore fa sentire ad un giovanetto la sua chiamata, né il giovanetto, né i genitori possono rifiutarsi di fare la volontà di Dio. Guai a quei genitori che negano un figlio a quel Dio, il quale chiede al suo servizio uno dei pargoli che ha loro dato.
Quelle anime che comprendono i bisogni, e le necessità dei tempi, quei cuori che si sentono accesi dall’amore di Gesù e che vogliono con generosità infondere in tanti cuori quanto essi stessi sentono, cercano un apostolato che non abbia limiti, vogliono nelle loro mani mezzi moderni per poter giungere presto colà dove ancora non splende la luce della verità e dove purtroppo si fa larga strada il seminatore di zizzania e di menzogna, il diavolo.
Le anime che hanno ricevuto questo prezioso dono della vocazione al sacerdozio, che esplica il suo ministero, mediante l’Apostolato-Stampa, possono stimarsi veramente fortunate e beate e benedetti sono quelli che le aiutano e cooperano o colla preghiera o colle offerte, alla loro formazione.
Il Sacerdote che predica la parola di Dio ha un uditorio limitato, il Sacerdote dell’Apostolato-Stampa ha per uditorio tutto il mondo, poiché egli a mezzo del foglietto religioso, del Bollettino, del giornale ecc. che stampa a migliaia e centinaia di migliaia di copie, fa sentire la sua parola ai suoi parrocchiani, sparsi nella sua grande parrocchia che è il mondo, e la manda a tutti vicini e lontani, poveri e ricchi, nobili e popolani, e mentre chi predica si fa udire solo da quanti sono presenti, l’Apostolo della Stampa col suo foglietto entra nella casa del cittadino, penetra nel tugurio del povero, si posa sul tavolino del dotto: a tutti lascia il più bel regalo: un foglietto che porta impressa la parola di Dio, parola di verità di luce e di vita.
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Quanti bei meriti e quante consolazioni in vita e in morte; tutto il suo lavoro è per nutrire le anime, per nutrire la mente, la volontà e il cuore degli uomini. La mente facendo conoscere la verità insegnataci da Gesù nel Vangelo; la volontà inducendoli a seguire gli insegnamenti divini; il cuore conducendoli a praticare quanto ci ha insegnato Gesù.
Di qui l’opera degli aiuti. Con tante persone la Divina Provvidenza ha largheggiato con beni di fortuna, con doni e capacità, perché aiutino nella formazione dei suoi ministri. Non riusciremo mai a comprendere il merito di un’anima che si lascia per eredità un Apostolo nel campo della Buona Stampa.
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Commovente è ciò che una madrina di un aspirante al Sacerdozio ci scriveva: «Faccio volentieri il sacrificio di pagare una pensione, pregando il Signore che il mio protetto diventi un santo Sacerdote».
Beati veramente quelli che seppero aiutare, incoraggiare con l’esempio, col consiglio e con l’opera una Vocazione!
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Vocazioni femminili
Uno è lo Stato Religioso, una la vocazione, ma diversi possono essere gli Apostolati a cui Dio chiama le anime. Vi sono anime chiamate alla Missioni Estere, altre chiamate alla cura degli infermi, altre all’educazione della gioventù ecc., e vi sono anche anime chiamate ad esercitare l’Apostolato-Stampa.
CHE COS’E’ L’APOSTOLATO–STAMPA?
E’ Apostolato il bene che l’anima fervorosa compie a gloria di Dio e bene delle anime. Molti sono gli Apostolati: Apostolato della Preghiera, dell’esempio, della parola, delle opere, delle opere ecc., e tra tutti tiene un gran posto l’Apostolato-Stampa, che mira a dare alle anime Gesù Maestro: Via, Verità e Vita, ossia i suoi insegnamenti, i suoi esempi, la sua grazia.
E’ NECESSARIA PER QUESTO APOSTOLATO UNA VOCAZIONE?
L’opera dell’Apostolato-Stampa è opera eminentemente Sacerdotale ed ha bisogno di anime particolarmente chiamate ad esercitarlo.
Il bene dell’Apostolato deve essere un bene duraturo, che si perpetui e non potrebbe essere tale se solo vi si dedicassero secolari, e semplici Sacerdoti già assorbiti da altre cure ed occupazioni. Questi potranno aiutare la Buona Stampa, compiere qualche opera, ma presto ne cesserebbe l’efficacia, poiché tutto sta nel lasciare chi continui le opere intraprese.
Il Signore, quindi, ha anche affidato in mano ai Religiosi questo nuovo mezzo di bene.
Ciò non deve stupire, l’Apostolato-Stampa è antico, quanto Dio, sempre fu esercitato in un modo o in un altro, ciò che vi è di nuovo è il mezzo con cui si adopera, e cioè la Stampa perfezionata ed eseguita coi mezzi moderni che la moltiplicano con rapidità spaventosa.
VI SONO DUNQUE ANIME RELIGIOSE
CHE SPENDONO LA LORO VITA IN QUESTO?
Sì, vi sono Sacerdoti religiosi, Suore che scrivono, stampano, formano i libri e diffondono, per dare a tutti il Signore, e tutti a Lui attirare.
Per questo vi è la Pia Società S. Paolo, Alba, per le vocazioni maschili; e la Pia Società «Figlie di S. Paolo» Alba, per le vocazioni femminili.
CHI VI PUO’ FAR PARTE
Chiunque, giovane o figliuola che ne faccia domanda a mezzo del Parroco e si conformi alle condizioni del Programma che viene inviato, e presenti tutti i necessari requisiti.
QUALI SONO I SEGNI DI QUESTA VOCAZIONE?
La vocazione all’Apostolato-Stampa non richiede cime di scienza, non nobiltà di natali, non eleganza di modi e prudenza umana, non ricchezza, non perfezione, ma SOLO ED UNICAMENTE, vivo desiderio di santificarsi e santificare le anime.
Chi brama vivamente farsi santo, e sente nell’animo suo il fuoco della carità per Dio e per le anime, questi può fare parte degli Apostoli della Stampa, e certo vi si dedicherà con tanta efficacia.
L’opera delle vocazioni ha un’importanza capitale e specie delle vocazioni a quegli Apostolati più importanti com’è l’Apostolato-Stampa, che unico giunge a tutti con fecondità operando bene duraturo e profondo.
La messe è molta, ma gli operai sono pochi; preghiamo dunque il Padrone della messe che mandi buoni operai, e susciti buoni cultori di vocazioni, sia maschili che femminili, per il grande Apostolato-Stampa.
Saremo grati a quanti vorranno occuparsi di questa opera. Per schiarimenti e domande rivolgersi a:
PIA SOCIETA’ S. PAOLO - ALBA e PIA SOCIETA’ «FIGLIE DI SAN PAOLO» - ALBA
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NUOVE BORSE DI STUDIO
Borsa di Studio S. Salvatore
Gesù vuol dire Salvatore: il Figlio di Dio venne a prendersi le nostre iniquità, e ci diede la sua sapienza, la sua santità, la sua grazia. Egli è la Via, la verità e la Vita, e il Sacerdote è il sui ministro! Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, e il Sacerdote è il ministro di questa amabilissima volontà di Dio! Tutti gli uomini debbono avere sopratutto il pensiero di salvarsi, e il Sacerdote guida gli uomini, dà loro i mezzi di salute. Un pio Sacerdote, dalla terra che Cristoforo Colombo chiamò e dedicò al SS. Salvatore, ha costituito per intero questa Borsa, perché si moltiplichino i Missionari.
Borsa di Studio N. S. di Bonaria
Il suo più celebre Santuario si trova a Cagliari, e domina il Mediterraneo e guida gli emigranti verso le Americhe.
Oh di quanta assistenza abbisognano i nostri fratelli emigrati: il Santo Padre, commosso dalle molteplicità dei loro bisogni spirituali e anche materiali, ha aperto a Roma un Seminario per i Sacerdoti, che desiderano dedicarsi alla grande e caritatevole opera di assistere spiritualmente questi fratelli lontani.
Non solo la differenza del clima è per loro spesso pericolosa, ma più la vera differenza del clima spirituale, l’indifferentismo è tanto e tanto nocivo alle loro anime.
Questa Borsa di Studio favorirà i Sacerdoti della Pia Società San Paolo, che per continuare il viaggio apostolico di San Paolo è andata oltre la Spagna, è arrivata nelle Americhe, per cooperare a tener viva, coll’Apostolato della Stampa, la lampada della fede e la fiamma della carità nei cuori dei nostri fratelli, per accudirle e svilupparle in molti altri cuori.
«N. Signora di Bonaria», che pochi anni fa il compianto Card. Maffi incoronava a nome del Papa Pio XI, crei per tutti un clima di salvezza.
Teol. Alberione Giacomo, Dir. Resp. PIA SOCIETÀ S. PAOLO ALBA (Piemonte)
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