Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PER L'UNIONE DELLE CHIESE

L'ottavario di preghiere per l'unità si è celebrato in gennaio; ma il vero Paolino sempre ne è penetrato e prega per l'unione delle Chiese; che è uno dei fini del prossimo Concilio Ecumenico.
L'ottavario, direttamente indica l'unità della Chiesa, e cioè di tutte le Chiese separate da quella che è la Chiesa di Gesù Cristo: «Fonderò la mia Chiesa sopra di te, Pietro» ; la mia Chiesa, non quella di Calvino o di Lutero, ma la mia Chiesa. Gesù non ne ha fondate varie, ma una.
Indirettamente questo «ottavario prò unione» comprende anche altre intenzioni: che tutti gli uomini si sentano figli di Dio; fratelli fra di loro; redenti da Gesù Cristo; e quindi tutti capaci di partecipare ai frutti della redenzione. Che gli uomini, considerandosi fratelli, vengano in aiuto alle zone depresse; si sentano uniti i cristiani di una stessa nazione evitando le divisioni in partiti; si sentano unite le famiglie; si sentano unite le comunità religiose: «Ut unum sint». Che siano tutti una cosa sola.
La preghiera di Gesù, che è detta «sacerdotale» è ispirata a questa unione: «che siano una cosa sola». L'antifona riporta tale domanda: «Che tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te, e che anche essi siano una cosa sola in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato». Il versetto dice: «Ed io ti dico che tu sei Pietro»; e il responsorio: «Su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Segue Voremus: «Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi dò la mia pace, vi lascio la mia pace», non riguardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e degnati di pacificarla, di riunirla secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli».
Dobbiamo qui notare due cose: 1) L'ottavario termina con la festa della Conversione di san Paolo: questa unione delle Chiese all'unica Chiesa, la Chiesa romana, è secondo lo spirito del nostro apostolato; è secondo il pensiero, che aveva san Paolo venendo a Roma; non solo per predicare il Vangelo ai Romani, ma la sua fede: Pietro Pastore dei Pastori del gregge cristiano; con Pietro e sotto Pietro sperare alla salvezza del mondo. Questo desiderio dell'unione è secondo lo spirito paolino; chi sente nel cuore questo spirito, si allieta per il Breve pontificio ed è grato al Signore.
2) Il lavoro promosso da anni dalla Pia Società San Paolo per l'unificazione e che oggi ha preso nome «Ut unum sint», viene dallo spirito dell'Istituto. Non siamo mandati a una città o ad una nazione, ma al mondo intero; portare nel nostro cuore tutto il mondo, come san Paolo, tutte le nazioni, tutti i continenti. Tutti i Paolini e tutte le Paoline devono avere i sentimenti di Gesù che disse: «Venite a me voi che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò...». Considerarsi apostoli dell'umanità e apostoli dell'unità.
Come si realizza l'unione? Tanto nelle comunità, come nell'umanità, come nella Chiesa, l'unione si fonda sempre sopra due principi: l'obbedienza e la carità. 1) L'obbedienza nella Chiesa: se non si obbedisce al Papa, si avranno gli scismi. Si avranno i disordini nelle comunità quando non vi fosse l'obbedienza. 2) La carità che è l'unità di fede, di spirito, di culto. Tutti si amino e si aiutino. Si abbia quella carità che è paziente e benigna. Senza la carità nella Chiesa abbiamo le divisioni; così nelle comunità.
Ricordare che Gesù è presente ed operante nella sua Chiesa, quale mezzo per comunicare la pienezza della vita agli uomini. La Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo. Gli eretici, gli scismatici lacerano la Chiesa.
L'unione completa risulta sempre dall'unione di mente, di cuore e di attività, culto.
Successivamente sentire la necessità di unione e pace nel mondo: considerarsi tutti figli di Dio, tutti redenti da Gesù Cristo, tutti indirizzati alla medesima eterna felicità del paradiso; tutti per la terra partecipi dei beni forniti dalla Divina Provvidenza.
Poi l'unità dei partiti cristiani in ogni nazione; l'unione nelle famiglie. Oggi quest'unione è minacciata pure da l'estendersi del progressivo numero dei divorzi.
Poi l'unione nelle comunità. Entrare in comunità vuol dire entrare in vita comune; in unità di pensiero, di fine, di sentimenti, di preghiere e di vita ouotidiana: accettare gli incarichi e i pesi, e contribuire tutti al bene della famiglia religiosa.
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