III
COME UN GRANELLO DI SENAPANel pensiero del Primo Maestro, la Mostra delle Vocazioni è un nuovo granello di senapa gettato nel terreno. Essa infatti è destinata a crescere, a perfezionarsi nelle varie edizioni che si ripeteranno di città in città in tutte le principali Diocesi d'Italia che la richiederanno, fino a crescere in Mostra regionale. Mostra Nazionale e infine Mostra Internazionale delle Vocazioni, a Roma, centro della cattolicità. Fino a questo momento l'hanno richiesta le Diocesi di Mondovì e di Biella, molte altre Diocesi stanno trattando.
La Mostra delle Vocazioni in Italia si è rivelata un mezzo efficacissimo per far conoscere la Chiesa nelle sue realtà profonde, e interessare la massa dei fedeli al problema delle vocazioni. Fu una rivelazione per gli stessi Espositori che raccolsero frutti consolanti nella settimana stessa.
I frutti della Mostra
In genere, da una Mostra non si possono pretendere frutti immediati, oltre quelli di carattere strettamente catechistico e propagandistico; tuttavia la Mostra di Alba ha avuto anche questi.
Il Vescovo di Alba diceva: «Per me il fatto fra i tanti che mi è particolarmente rimasto impresso è questo: un padre di famiglia, dopo aver visitato la Mostra, dichiarava: «Adesso che ho visto quello che fanno, lo lascio andare volentieri mio figlio in Seminario!». Di fatto, dopo poche settimane dalla Mostra, ci siamo accorti che Don Bussi era in faccende per preparare altri locali ai nuovi Seminaristi che quest'anno sarebbero venuti in numero molto maggiore.
Un Seminarista di una Diocesi piemontese, dopo aver visitato la Mostra, così telefonava alle Pie Discepole del Centro Liturgico di Alba alle quali in un momento di crisi aveva detto di sospendere la confezione dell'abito talare: «mi preparo per la Vestizione, prego riprendere e accelerare il lavoro».
Non siamo andati appositamente in cerca di questi episodi durante la Mostra, presi com'eravamo fino ai capelli dall'organizzazione, ma ne abbiamo sentiti parecchi e gli stessi espositori si sono mostrati molto soddisfatti: chi più chi meno, tutti hanno detto di aver preso contatti fruttuosi coi giovani e persino con qualche laureato, candidato alle Missioni in Africa.
Carattere Paolino della Mostra
La Mostra di Alba è stata definita «
una Mostra originale» e lo fu di fatto, nonostante sia stata preceduta da molte altre del genere, non solo all'estero, ma qualcheduna anche in Italia.
L'originalità della Mostra di Alba deve ricercarsi nel suo
colore spiccatamente Paolino, nel proseguimento del fine e per le idee pastorali che ne guidarono la realizzazione.
Infatti, nella luce del Maestro Divino, Via, Verità e Vita, e della Sua Chiesa, la mostra si propose:
1) di
illuminare i fedeli sulla vocazione e circa le molteplici e svariate mansioni, che fioriscono nella Chiesa dalle vocazioni stesse; a ciò contribuirono oltre gli stands, le conferenze per categoria e le proiezioni cinematografiche continuate.
2) di
guidare i giovanetti a considerare la propria vita, e nel contempo guidare gli adulti: genitori, educatori, maestri, a occuparsi del problema vocazionario in modo concreto, adeguato e fattivo .secondo le grandi direttive dei Pontefici.
3) di
impegnare tutti nella preghiera per ottenere dal Signore, «Dominus messis», non solo che moltiplichi gli operai per la Sua Vigna, ma santifichi tutti quelli che Egli ha chiamato e costituito: «Ego elegi vos, et posui vos ut eatis et fructum afferatis et fructus vester maneat».
A questo fine nei locali della mostra stessa, rimase esposto in continuità il SS. Sacramento per l'adorazione solenne e ogni giorno si chiuse con la benedizione eucaristica.
La Mostra delle Vocazioni per il suo carattere di universalità «per tutte le vocazioni» e per il suo spirito Paolino rientra nelle finalità dell'Istituto «Regina Apostolorum» per le vocazioni. Accompagnamo lo sviluppo della nuova iniziativa con tanta preghiera perché il Signore si degni mandare molti e buoni operai alla Sua messe.
Sac. Carmelo Panebianco