Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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SAN PAOLO
Casa Generalizia
Novembre 1961

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUMRoma PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.).

LA PRIMA MOSTRA DELIE VOCAZIONI lN ALBA
(10-17 Settembre 1961

Si attendeva in Italia


La scarsezza di vocazioni in tutti i settori del vasto campo di apostolato della Chiesa forse mai si è fatta sentire come in questi tempi di così rapida evoluzione economica e sociale dei popoli. Voci allarmistiche si sono levate un po' da per tutto, ma la S. Sede, precedendo con l'esempio, è scesa subito al campo pratico fondando le due recenti Opere Pontificie ormai note, una per le Vocazioni ecclesiastiche e l'altra per quelle Religiose.
In varie parti del mondo l'esempio fu subito seguito. La Francia infatti cominciò coll'istituire un Centro Nazionale per il coordinamento di tutto il lavoro vocazionario, sia in campo ecclesiastico che religioso, e ne è risultato uno dei più efficienti Centri Vocazionali del mondo. Nell'America Latina, il secondo sottosegretariato del CELAM (Consiglio Episcopale Latino-Americano) in appena due anni di vita ha compiuto un lavoro rilevantissimo; e nell'America del Nord molte diocesi si sono organizzate in modo veramente solido, svolgendo un'azione di formazione vocazionaria capillare, in ogni centro e in ogni parrocchia. Un po' da per tutto, poi, si sono diffuse le cosiddette Mostre delle Vocazioni: in Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Cuba, America Latina...
In Italia sono state poste le basi per un lavoro vocazionario organizzato con la fondazione dell'Istituto «Regina Apostolorum» per le vocazioni, piccolo seme che, se piacerà al Signore, dovrà svilupparsi in grande albero, su tutti i continenti.
L'iniziativa delle Mostre Vocazionarie è sembrata non solo conforme allo spirito dell'Istituto, ma rispondente in questi ultimi tempi ai bisogni più urgenti d'Italia nel campo vocazionario.
Si nota infatti, soprattutto in alcune regioni, un vivo disagio per certi sistemi di reclutamento vocazionario, ormai adottati da un numero stragrande di Istituti, ma non sempre adatti, per cui diversi Vescovi si vedono costretti a porsi urgentemente il problema e cercarne una adeguata soluzione.
La Mostra delle Vocazioni si è mostrata, alla prova dei fatti, una soluzione soddisfacente per tutti, per le Diocesi e per gli Istituti Religiosi.

Una Mostra sperimentale


Il primo esperimento è stato compiuto nella Diocesi Albese, ed era giusto che partisse da lì, da Alba, che ha accolto bambina la Famiglia Paolina e le principali sue iniziative.
L'occasione è stato l'ottantesimo compleanno di Mons. Carlo Stoppa, Vescovo di Alba, il quale si è mostrato particolarmente compiaciuto per questa scelta: «Io considero l'idea di festeggiare il mio ottantesimo compleanno con una settimana dedicata alle vocazioni, una vera e propria ispirazione del Signore. Non si poteva scegliere una iniziativa che mi fosse più gradita. Devo ringraziare infinitamente i promotori e quanti si adoperano per realizzarla. Farà un grande bene nella Diocesi».
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Centinaia di «operai del Signore» al lavoro


Con la benedizione del Vescovo ci si pose alacremente all'opera. E si divisero i compiti: la Diocesi prese sopra di sé l'organizzazione dei festeggiamenti e la Famiglia Paolina l'allestimento della Mostra. Tutti fecero a gara per prestare la loro collaborazione, prime fra tutte, le Figlie di S. Paolo. Le quali, oltre che al loro stand, s'impegnarono a fondo nel preparare la «Parte Generale» cioè il padiglione introduttivo che illustra il significato e il valore della «vocazione», e prestarono la loro consumata esperienza nell'allestimento tecnico della Mostra stessa. Le Pie Discepole adornarono i corridoi con una serie di artistiche pitture, sul tema : «La vocazione e la famiglia» ; assicurarono l'Adorazione perpetua nella Cappella del Seminario, per tutto il tempo della Mostra, secondo le intenzioni della Settimana (già precedentemente avevano indirizzato a questo scopo tutte le Adorazioni del Mese di Giugno e della Settimana immediatamente precedente l'apertura della Mostra) e si prestarono con tanta generosità al servizio rinfreschi e spuntini (Snak-bar), così opportunamente pensato non solo per i visitatori, ma anche per gli Espositori. Le Pastorelle e le Apostoline rimasero a disposizione per ogni altro bisogno della Mostra: proiezione di films e documentari, spiker agli altoparlanti, registrazione discorsi, edicola di ingresso, ecc.
La «Sampaolo film» provvide generosamente non solo all'allestimento del suo artistico padiglione ma anche al settore cinematografico della Mostra (proiettori films, documentari) e soprattutto alla pubblicità della Mostra stessa: Settimana Incom (cinegiornale), Televisione, quotidiani e settimanali cattolici, documentario, filmine.
La Pia Società S. Paolo, infine, (Casa Madre e Casa di Roma) pensò all'organizzazione generale: invito e assistenza a tutti gli Istituti partecipanti, inviti a personalità, preparazione e diffusione del materiale propagandistico, pubblicazioni su «Gazzetta d'Alba», propaganda con gli altoparlanti, assistenza generale alla Mostra, servizio fotografi, ecc.
Alla Mostra, allestita negli ampi locali del Seminario, presero parte il Seminario con tre magnifici padiglioni (statistiche - curriculum - ministero Sacerdotale) e diciannove altri Istituti Religiosi della Diocesi: Giuseppini, Somaschi, Carmelitani Scalzi, Comboniani, Missionari della Consolata, Pia Società S. Paolo, Figlie di S. Paolo, Pie Discepole, Pastorelle, Apostoline, Domenicane, Luigine, Salesiane, Giuseppine di Cuneo, Cappellone, Suore Francesi di Gap, Suore di Maria Immacolata, Suore di Carità dell'Immacolata Concezione di Ivrea, Suore di S. Giuseppe B. Cottolengo. Una «Guida alla Mostra delle Vocazioni » distribuita all'ingresso, dava un breve profilo di ciascun Istituto per la migliore comprensione della Mostra stessa.
Centinaia di Religiosi, Sacerdoti e Suore hanno lavorato febbrilmente, per mesi, fino all'ultimo giorno, anzi all'ultima notte, uno accanto all'altro, fin quasi all'esaurimento. Ed il risultato è stato veramente consolante.

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I
SETTIMANA DELLE VOCAZIONI

La giornata inaugurale


Nella cornice festosa di un limpido cielo di Settembre, Domenica 10, ebbe inizio la cerimonia inaugurale della «Mostra delle Vocazioni» con l'intervento di tutte le Autorità Religiose e civili:
Nel cortile del Seminario, pavesato di bandiere, due grandi scritte significative attiravano lo sguardo: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le genti», «... e, lasciate le reti, Lo seguirono».
Alle ore 17, giunto Mons. Vescovo, le cantorie cittadine riunite eseguirono un inno introduttivo. Quindi Mons. Bussi, Rettore del Seminario, prese la parola sottolineando i concetti teologici; che furono a base della manifestazione. D. Stefano Lamera, poi, portò il più vivo ringraziamento da parte del Primo Maestro a tutti i collaboratori e in particolare ai Superiori del Seminario, che ospitarono la Mostra.
«Ogni opera del Fondatore dei Paolini - egli disse - per sua espressa volontà, ha sempre avuto la sua prima realizzazione in Alba, è partita da Alba. Questa Mostra locale è preludio ad altre Mostre diocesane e sarebbe auspicabile una grande Mostra internazionale a Roma».
Passando quindi ad esaminare gli aspetti dell'iniziativa, l'oratore sviluppò alcuni concetti: innanzi tutto la bontà dell'idea di esporre all'attenzione del pubblico, con immagini e documentazioni precise, l'attività delle persone che si consumano per il bene delle altre vite umane. «Questa Mostra delle Vocazioni - disse - è una visione della Chiesa da un punto di vista nuovo e pròfondo, che deve modificare, in chi la visita, tutta; una mentalità corrente, sciocca e ingiusta, nei riguardi dei Sacerdoti e delle Suore, la cui vita viene affrettatamente giudicata inutile e oziosa anche da persone che si professano cristiane... I) problema delle vocazioni si fa ogni giorno più urgente. L'aumento dei bisogni materiali non deve far dimenticare la terribile aridità spirituale del nostro tempo, il suo disorientamento, la sua sete di Dio».
Dopo il canto dell'«Inno dei Consecrati» S. E. Mons. Vescovo, attorniato dalle Autorità convenute, procedette al taglio del nastro inaugurale e alla visita alle singole sale della Mostra, mentre i fotografi e i cine-operatori della «Settimana Incom» e della Televisione Italiana continuavano le loro inquadrature.

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Visita alla Mostra


Aprivano la Mostra i tre padiglioni del Seminario che interessarono vivamente, oltreché per il senso sodamente teologico della loro impostazione, per le interessanti statistiche ivi contenute: su una! popolazione complessiva di 116.000 abitanti, le persone consacrate a Dio nel servizio religioso attivo raggiungono le 659 unità, con la percentuale del 17,59 per mille, cifra davvero alta, una delle più notevoli di tutta Italia.
Seguiva un grande salone «Parte Generale» dedicato a istruire i visitatori sul significato e il valore della vocazione. Una serie di fotomontaggi illustravano le parole evangeliche e presentavano in rapida sintesi le grandi chiamate del tempo: dagli Apostoli a S. Agostino, da S. Francesco a S. Teresa, fino agli ultimi «chiamati» che hanno creato legioni intorno a sé, e data una impronta al proprio tempo.
Negli altri stands gli Ordini e le Congregazioni presenti alla rassegna, illustravano le proprie attività e rinnovavano con altri accenti l'invito ai giovani. I Missionari Comboniani e della Consolata offrivano una serie di colorite e suggestive immagini che richiamavano l'interesse dei giovani e si imprimevano nella memoria. I Padri Carmelitani, i Somaschi, i Giuseppini, e numerose Congregazioni femminili presentavano, in felice emulazione di diagrammi, le statistiche della loro attività. La Famiglia Paolina dispiegava in una serie di stands particolarmente efficaci e di buon gusto le varie impegnative attività dell'apostolato moderno delle Edizioni, e le sue sorprendenti realizzazioni in Italia e all'estero.
Chiuse la serata una proiezione all'aperto del film: «Dio ha bisogno degli uomini» di Jean Delannoy, opportunamente presentato da un nutrito commento su «Gazzetta d'Alba».

L'idea direttiva della Settimana


Il Comitato organizzatore si è preoccupato di mettere in evidenza l'idea unitaria che la Settimana esprime nel suo stesso titolo : «Settimana delle Vocazioni».
Il tema della vocazione può essere visto sotto vari aspetti. La nostra Settimana doveva esprimerne tre: 1) Ringraziamento a Dio per aver suscitato tante vocazioni sacerdotali e religiose, diocesane e missionarie nella diocesi Albese. 2) Preghiera e meditazione perché in diocesi le vocazioni avessero a crescere secondo i bisogni della diocesi e della Chiesa. 3) Perché tutti si sentissero interessati al problema delle vocazioni, diocesani, chierici, religiosi e laici, perché tutti siamo impegnati a costruire la Chiesa e dilatare il Regno di Dio.
Attorno a queste tre idee fondamentali si sono organizzate le varie manifestazioni della Settimana. Ed ecco in che modo.
La Mostra delle Vocazioni. - La Mostra ha espresso in forma plastica questi tre aspetti del tema, perché in essa si è vista quante sono attualmente in Diocesi le persone che hanno risposto alla chiamata del Signore, quali sono le attività che esse svolgono in Diocesi o fuori per il Regno di Dio.
Al centro della Mostra vi era la Cappella del Seminario, dove - nei giorni della Settimana - si tenne esposto il SS. Sacramento con adorazione continuata dal mattino dopo la Messa fino alla Benedizione della sera. Eravamo nel cuore della Diocesi, nel centro da cui parte ogni chiamata, a cui guardano i chiamati, per cui lavorano gli eletti: l'Eucarestia. Tutti i visitatori della Mostra, opportunamente richiamati dagli altoparlanti, sostavano davanti al Tabernacolo per ringraziare,
per meditare, per prendere sempre più coscienza di essere degli operai che costruiscono la Chiesa. I primi tre giorni dopo l'apertura, furono tre Giornate Eucaristiche per i fedeli della città di Alba. Questi tre giorni vollero soprattutto raggiungere il primo scopo della Settimana delle Vocazioni. Ogni giorno fu dedicato ad una istituzione che ha in Alba la sua Casa Madre, e cioè: il Seminario, la Congregazione delle Luigine, la. Famiglia Paolina. Alla prima giornata del Seminario diede un particolare colore il raduno dei «genitori dei chiamati»: ad essi si volle esprimere tutta la riconoscenza dei chiamati - Sacerdoti, Religiosi, Suore, Chierici, Seminaristi - giacché la vocazione del figlio passa sempre attraverso il cuore della mamma. Per questa giornata le Pie Discepole diedero un particolare contributo all'organizzazione con addobbi e pitture appropriate.

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Giornata Paolina


Nella terza Giornata Eucaristica per i fedeli della città dedicata alla Famiglia Paolina, si ebbe alle 9 un imponente raduno in Cattedrale di tutte le rappresentanze delle cinque Congregazioni, per assistere alla Messa e all'Omelia del Vescovo Mons. Stoppa. Il quale, ritessendo con accenti commossi «la storia meravigliosa della Famiglia Paolina», a cominciare dal suo Fondatore - il quale ebbe certo una assistenza particolarissima della Provvidenza - e poi spiegando e inserendo la bella vocazione di ciascuna delle Congregazioni nostre nel quadro delle necessità moderne dell'apostolato, ebbe a dire fra l'altro: «...quante copie di Vangelo soprattutto voi avete diffuso nel mondo! Sono ormai 20 milioni di copie: che gloria per voi! Siete gli evangelizzatori del mondo più che con la parola orale, con la parola scritta della vostra vocazione, della vocazione del vostro Fondatore...». E concludeva: «Date una adeguata risposta: quanto è grande la vostra missione, altrettanto dev'essere grande la vostra risposta, profonda, intima e ardente; risposta della vostra intelligenza, del vostro cuore, della vostra volontà... siate all'altezza della vostra vocazione, vivete la vita cristiana e sacerdotale integralmente, vìvete i vostri voti... cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e la santità, e tutto il resto, cioè i mezzi dell'apostolato vi daranno l'aiuto necessario».
Alle ore 10 vi fu l'esposizione del SS.mo nella Cappella del Seminario e turni di adorazione organizzati .dalla Famiglia Paolina. Lungo il giorno la Mostra, affollatissima, fu allietata dall'arrivo del Vocazionario di Milano al completo. Il cui Superiore, D. Eugenio Fornasari, tenne il Discorso di chiusura della giornata Paolina, durante la Funzione eucaristica delle ore 18, che vide letteralmente gremita di Paolini e Paoline la Cappella del Seminario. Lungo il giorno e ancora in serata, vi furono proiezioni continue dei documentari delle varie Congregazioni Paoline.

Le tre giornate diocesane


Alle giornate cittadine, seguirono le giornate diocesane, ossia tre giornate in cui convennero ad Alba alcune particolari categorie di persone per compiere il loro spirituale convegno di studio e di preghiera sul tema della «Vocazione».

Giornata dei ragazzi e Ordinazione Sacerdotale


Aprirono la serie delle manifestazioni diocesane circa 1500 fanciulli del Piccolo Clero, i Pueri Cantores e gli Aspiranti, in tutto circa 2.000 ragazzi. La giornata ebbe come centro l'Ordinazione di tre novelli Sacerdoti in Cattedrale. Seguì una gara diocesana di liturgia tra i gruppi; quindi pranzo al sacco (e i piccoli cerbiatti assetati diedero un pacifico assalto al Bar, tanto che si esaurirono tutte le provviste albesi di bibite e si dovette ricorrere ad Asti con urgenza!). Infine, spettacolo cinematografico del film «Mani legate» (commentato su Gazzetta) ripetuto per ben quattro volte in due grandi saloni che funzionarono contemporaneamente, sempre gremitissimi.

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Giornata del Clero con l'intervento del Primo Maestro


Venerdì 15 Settembre si diedero convegno attorno al Vescovo i sacerdoti della Diocesi. Fu soprattutto una giornata di preghiera e di meditazione. Dopo l'omaggio al Vescovo nel giardino antistante il vescovado e la S. Messa in Cattedrale con il Discorso del Vescovo, il Clero si riunì nella Cappella del Seminario, dove il Primo Maestro tenne una conferenza ai numerosissimi convenuti sul tema della Vocazione. Riandando ai dolci ricordi della vita del Seminario, ricordi ormai lontani di decenni, ma sempre vivi al suo cuore sacerdotale, il Primo Maestro disse testualmente:
«Se si rientra in questo sacro recinto del Seminario, in noi si risvegliano più profondi i sentimenti di riconoscenza per gli innumerevoli benefici qui ricevuti. Si desta un amore sempre più intenso ad esso: il Seminario, cuore palpitante deb la diocesi. Viene spontaneamente al labbro un Magnificat, particolarmente in questa settimana in cui tutto porta a ripensare alle vocazioni e alla loro formazione qui impartita in sapienza e bontà dal Vescovo e dai suoi migliori collaboratori. 11 Seminario è paragonabile a un Ostensorio, centro da cui partono i novelli sacerdoti come dei raggi di luce e calore per le varie destinazioni a comunicare quanto qui hanno ricevuto. Il ricordo di persone venerate e amate e di anni giovanili po' combattuti, il constatare i continui progressi, le accoglienze sempre cortesi e ospitali, particolarmente in questi giorni tutto fa considerare il Seminario come la casa comune, nostra, paterna. Si sente di doverne baciare la porta di ingresso, dare un'occhiata alle camere, soggiorno di chi ci amava e guidava, ove ci venivano risolti i nostri piccoli problemi, ma problemi vitali; mirarne i bei progressi e poi subito indirizzarsi alla Cappella; guardare questo santo Tabernacolo; sollevare gli occhi alla nostra tenera Madre del Buon Consiglio, ed a quella grata dietro la quale la scala ci portava al Vescovo. Era per noi tutto: la sicurezza per noi, per la nostra santificazione, il nostro avvenire, il futuro ministero, l'eterna salvezza».
Passò poi ad illustrare il problema vocazionario tanto importante al giorno d'oggi, e il compito del Sacerdote, per destare, seguire, formare le vocazioni sacerdotali e religiose. Il discorso per intero è stato riportato da «Vita Pastorale», novembre 1961.
Nel pomeriggio il Clero potè assistere alla i proiezione del film: «Anime bruciate».

Giornata delle Religiose e della Gioventù femminile


Al sabato 16 Settembre si diedero convegno in Alba due distinte categorie di persone: le Suore e le signorine.
Per farsi una idea almeno approssimativa del I successo numerico di questa giornata, occorre pensare alla grande capienza del Duomo di Alba, dove le convenute si sono assiepate attorno all'Angelo della Diocesi, per esprimergli la loro devozione. Erano migliaia e migliaia nei variopinti colori dei loro vestiti, raccolte in un'unica preghiera al Signore «perché mandi operai alla Sua messe».
Dopo la Messa, sono seguite conferenze e proiezioni separatamente per le religiose e per la gioentù e ci si è accorti ancora una volta della stragrande affluenza quando gli organizzatori si videro costretti a ripetere parecchie volte lo spettacolo «segreto di una stella», non altrimenti che nella giornata dei ragazzi... eppure i locali non erano; poi tanto angusti!
Sia le religiose che le figliole, hanno dimostrato tutta la loro soddisfazione particolarmente per quanto la bella Mostra delle Vocazioni offriva alla loro considerazione. Tutte vi hanno trovato non soltanto delle curiosità, ma molte vi hanno scoperto cose inimmaginabili, che hanno servito a non poche per l'orientamento della vita.

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La Giornata conclusiva


La giornata conclusiva si è aperta al mattino col Convegno Maestri e fu una manifestazione di alto significato spirituale, un omaggio e un atto; di fede dei Maestri della diocesi nel magistero del «Maestro della Diocesi», il loro Vescovo.
Nel pomeriggio ebbe luogo la manifestazione culminante di tutta la settimana. I manifesti l'annunciarono col titolo «Pellegrinaggio della diocesi alla Cattedrale». Si voleva infatti esprimere il legame spirituale che vincola le parrocchie alla Chiesa-madre, che è la Cattedrale e l'unione dei fedeli diocesani al Vescovo, capo e padre della diocesi.
Questo primo concetto di pellegrinaggio fu espresso in modo visibile attraverso le quattro processioni che partirono dalle quattro porte d'ingresso della città verso la piazza del Duomo. A queste quattro porte si erano dato convegno i fedeli della diocesi secondo le vicarie cui appartengono. Ed ora, dietro la croce processionale, essi camminavano tra canti e preghiere, seguendo un particolare itinerario che li guidava alla piazza della Cattedrale, dove fu eretto un grande palco con l'altare per la Messa.
Giunti in piazza del Duomo ebbe inizio la parte centrale della manifestazione, presenti le Autorità al completo guidate dal Sindaco, on. Osvaldo Cagnasso. Dopo il discorso di Mons. Pasquale Gianolio, Vicario Generale, che illustrò il significato della cerimonia, e quello del Sindaco della città nell'atto di offrire in dono un prezioso calice a nome della cittadinanza, ebbe inizio la simbolica «costruzione della chiesa», intesa a sottolineare l'idea che tutti i cristiani sono chiamati a collaborare alla costruzione della Chiesa nel mondo, ognuno al proprio posto di lavoro, realizzando la volontà di Dio nella speciale vocazione a cui l'ha chiamato. Un gruppo di operai mise assieme il nuovo altare di legno, bellissimo dono del clero diocesano, che venne poi preparato per la Messa, con i vari paramenti e arredi nuovi, offerti con indovinato pensiero, dalle Associazioni cattoliche.
Durante la Messa, il Vescovo tenne la Sua Omelia, tra Pattenzione più viva dell'enorme folla che gremiva letteralmente la piazza.
Disse fra l'altro: «I benefici immensi di tutte le preghiere, di tutte le parole dette, di tutte le idee inculcate saranno presto visibili, e manifesti. Abbiamo bisogno di Sacerdoti, di Missionari e di Suore. Ogni comunità vive o muore, se ci sono o mancano gli apostoli organizzati. Tutti dobbiamo unirci e lavorare compatti, sotto la guida del Sommo Pontefice e del Vescovo, per il Regno di Dio». Non mancò poi di esprimere la sua riconoscenza a quanti idearono e prepararono la Settimana e la Mostra delle Vocazioni, in particolar modo al Primo Maestro.
Dopo la funzione tutti i convenuti sciamarono nelle varie direzioni, portando nelle vie cittadine un'animazione ed una limpida gioia visibili nei volti e nel sorriso. Le sale e i corridoi della Mostra, come già spesse volte durante la settimana, non potevano più contenere la folla dei visitatori.
A sera, a conclusione di tutto, nel cortile del Seminario venne tenuto il grande concerto vocale annunciato in onore di S. E. Mons. Vescovo. Sette cantorie di altrettante parrocchie dell'Albese eseguirono, tra applausi scroscianti di ben 2000 persone, pezzi famosi.

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II
RIPERCUSSIONI E COMMENTI

Quanti sono stati i visitatori?


E' impossibile dare una risposta esauriente, ma si aggirano sui ventimila.
Abbiamo notato in tutti un grande interesse, uomini maturi e mamme con i giovani figli, ragazze e giovanotti, tutti hanno passato in rassegna, e molti ripetutamente, i vari padiglioni, dove hanno potuto scoprire cose che forse non avevano nemmeno lontanamente immaginato.
Particolarmente non pochi ci hanno confessato la propria sorpresa di avere scoperto la vera fisionomia della vita dei religiosi e religiose, e qualcuno anche ha candidamente confessato di aver dovuto cambiare opinione sul conto delle persone a Dio consacrate.
La vasta eco prodotta dalla manifestazione, non è stato possibile circoscriverla alla Diocesi Albese, poiché la stampa quotidiana e settimanale, la Radio, la Settimana Incom e la Televisione Italiana ne hanno parlato come di un avvenimento straordinario e inconsueto. Varcati i confini dell'Albese, ha destato interessamento anche presso altri e così abbiamo visto presenti alla Mostra, non solo i Paolini e le Paoline venuti appositamente da Milano, Modena, Torino, Genova, Sanfrè, Roma, Parigi... ma anche i Seminaristi della Diocesi di Nonantola (Modena) e rappresentanti di altri sette Seminari e Diocesi, l'Abate delle Tre Fontane di Roma, studenti e studentesse che hanno fatto Alba e la sua Mostra meta delle loro gite. Tutto questo sta a significare il grande interessamento che l'iniziativa ha destato e come il problema abbia polarizzato l'attenzione di tante persone.

La parola al Vescovo di Alba


Alla pazienza e alla bontà di S. E. Mons. Carlo Stoppa, vigoroso e sorridente pur dopo la fatica di queste giornate, che avrebbero stancato un giovane, noi dobbiamo le seguenti dichiarazioni: «Nonostante conoscessi già da lungo tempo l'efficienza e il valore dei miei sacerdoti, sono rimasto veramente edificato per lo slancio e l'entusiasmo con cui tutti, dal Vicario Generale Mons. Gianolio, a Mons. Bussi, al Can. Mignone, alle varie Famiglie Religiose, hanno accolto e realizzato l'idea di una Settimana delle Vocazioni; pur coscienti non solo del cumulo di lavoro ch'essa portava, ma delle difficoltà costituite soprattutto dalla nò: vita del tema. Ne è risultato una organizzazione perfetta, nel corso di tutte le giornate, una più bella dell'altra. Desidero esprimere a tutti la mia rinnovata riconoscenza. In modo particolare ringrazio il Teol. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società S. Paolo, che, per la gratitudine che sente verso il Seminario e la città di Alba, ha voluto iniziare da noi, come tutte le altre, anche questa sua opera, che avrà un largo sviluppo in Italia e all'estero...».

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Il giudizio del Vicario Generale


«... eravamo, per la verità, un poco perplessi nei giorni di studio e di preparazione della Mostra e della Settimana. L'argomento era inconsueto e presentava degli ostacoli non indifferenti da superare, prima fra tutti quello di una realizzazione positiva. Qualcuno inoltre temeva che tutto questo, pur interessando Sacerdoti e Religiosi, non avesse mordente sui fedeli, tanti strati dei quali presumevamo completamente indifferenti al riguardo.
Invece abbiamo potuto constatare, senza la minima esagerazione, che la Mostra ha polarizzato l'attenzione d'ogni categoria di persone. E' sempre stata affollatissima ad ogni ora del giorno, tanto da rendere necessario procrastinarne la data di chiusura, per poter soddisfare le esigenze di tutti.
Sono venuti a vederla anche persone, per idee e per vita, molto lontane dai nostri problemi. Per me, lo spettacolo più suggestivo è stato quello di osservare intere famiglie, papà, mamma e bambini, soffermarsi a lungo nelle varie sale e interessarsi vivamente di ogni cosa. Non possiamo essere che profondamente lieti perché questa nuova iniziativa ha trovato in Alba dei pronti esecutori ed ha avuto una efficacia ed una riuscita superiore alle più rosee speranze».

... e del Rettore del Seminario


Mons. Natale Bussi, Rettore del Seminario, si è così espresso: «...Quanto alla Mostra, realizzata in modo splendido e con profusione di mezzi da tutti gli espositori, essa ha significato innanzi tutto una grande unione nella carità fra tutte le famiglie religiose, che si sono aiutate a vicenda in un clima di gioiosa serenità, che ha profondamente colpito ogni visitatore ed in particolare alcuni, per i quali, tutto ciò costituiva un mondo sconosciuto.
Parecchi mi hanno dichiarato il loro stupore nel trovarsi in un ambiente così festoso. «Non vorremmo più andarcene via», mi hanno confessato testualmente. La Mostra ha poi dato a tutti una grande visione dell'universalità della Chiesa e dei vasti campi aperti in tutto il mondo a chi vuole dedicare la propria vita ai fratelli. Essa inoltre documenta la modernità di mezzi e di vedute che anima non solo alcune Congregazioni di punta, ma che è entrata nello spirito di tutte, rendendole strumenti efficienti di lavoro e di penetrazione».

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Due scoperte e due meraviglie:
l'Istit.
Regina Apostolorum e i Religiosi laici


Un altro illustre visitatore ha detto di aver scoperto due meraviglie nella rassegna delle vocazioni: «Due cose particolarmente mi hanno colpito: direi di aver scoperto due attività, una delle quali non conoscevo affatto, l'altra non l'avevo mai capita (stavo per dire che non ero riuscito mai ad ammetterla).
Ho scoperto un Istituto che si interessa di vocazioni: esattamente, di tutte le vocazioni. La prima impressione, appena me ne hanno fatto parola, è stata di una certa perplessità, nel senso che per quel poco che conoscevo della prassi degli Istituti, mi risultava che ognuno ha nel sangue di tirare, come si dice, l'acqua al proprio mulino, e non mi parve vero che un Istituto potesse interessarsi di tutte le vocazioni.
Mi hanno fatto conoscere alcuni membri: sono Suore giovani, liete, che mi hanno fatto l'impressione avessero vissuto sempre tra la gioventù, e che avessero nell'animo la letizia, esteriorizzandola in ampi sorrisi e in occhi profondamente chiari.
Le ho interrogate per sentire le loro convinzioni (perché per me sono le convinzioni che contano), e tra una domanda e l'altra ho scoperto che se è vero il loro scopo, e se è perseguito integralmente, la Chiesa di Dio e la società umana avranno molto da guadagnare.
Infatti mi hanno portato a conoscenza di tenere persino dei corsi per corrispondenza sull'orientamento della vita, corsi ai quali hanno partecipato qualche cosa come 500 persone per volta. Una loro rivista poi, parla un po' di tutte le professioni e di tutte le vocazioni. Ho trovato molto geniale l'idea di illuminare particolarmente la gioventù, proprio in questa nostra epoca in cui si insiste tanto sulla preparazione professionale. Ed ho avuto la precisa sensazione che queste suore avessero una cultura ed una pratica della vita come ben raramente ho avuto a constatare in altre.
Non ero poi riuscito mai ad ammettere la vita del frate cercatore, o del frate portinaio che al suono del campanello ci veniva ad aprire la porta del convento con la tonaca sordida, capelli e barba in disordine, le mani villose e il grembiulone davanti, mezzo sordo e mezzo stolido. Ma quando ho avuto modo di constatare, girando nei vari padiglioni della Mostra di Alba, come si va svolgendo la vita dei catechisti nelle Missioni, o dei capi d'arte nei laboratori delle scuole professionali, mi sono sentito un po' anch'io salire dal profondo del cuore e avvolgermi tutto attorno, un senso di rispetto della persona umana che si nasconde sotto quella divisa religiosa. Allora ho avuto l'impressione che i nostri figli che domani ci avessero chiesto di abbracciare quel genere di vita, non sarebbero stati dei menomati, dei declassati, ma addirittura avrebbero occupato un posto nella società e nella considerazione anche umana degli altri uomini.
Impressioni? Emozioni? Lo so che le impressioni possono emozionare ma sono contento quando trovo che hanno rispondenza nella realtà.
Quello che maggiormente però ha attirato, in questo campo, la mia attenzione è stato quanto mi ha fatto notare un accompagnatore nel padiglione della S. Paolo, dove in un cartellone era simboleggiata l'elevazione del semplice Fratello ad Apostolo a fianco del sacerdote.
Se conoscevo la grande istituzione del Teol. Alberione, per le sue felici iniziative e i meravigliosi successi, ero completamente all'oscuro della grande concezione del Fondatore dei Sampaolini circa la posizione dei Fratelli laici nella società da lui fondata. Non conoscevo, per esempio, che sono i tecnici di tutto il vasto movimento nel campo della stampa e del cinema; non conoscevo che godessero perfino degli stessi diritti dei sacerdoti ed usufruissero dello stesso trattamento: per me il Fratello laico è sempre stato concepito come il servo degli altri. Ora Don Alberione ha saputo cogliere nel segno e nello stimolare l'iniziativa dell'individuo, ha saputo anche far leva sul rispetto della persona umana...».

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III
COME UN GRANELLO DI SENAPA

Nel pensiero del Primo Maestro, la Mostra delle Vocazioni è un nuovo granello di senapa gettato nel terreno. Essa infatti è destinata a crescere, a perfezionarsi nelle varie edizioni che si ripeteranno di città in città in tutte le principali Diocesi d'Italia che la richiederanno, fino a crescere in Mostra regionale. Mostra Nazionale e infine Mostra Internazionale delle Vocazioni, a Roma, centro della cattolicità. Fino a questo momento l'hanno richiesta le Diocesi di Mondovì e di Biella, molte altre Diocesi stanno trattando.
La Mostra delle Vocazioni in Italia si è rivelata un mezzo efficacissimo per far conoscere la Chiesa nelle sue realtà profonde, e interessare la massa dei fedeli al problema delle vocazioni. Fu una rivelazione per gli stessi Espositori che raccolsero frutti consolanti nella settimana stessa.

I frutti della Mostra


In genere, da una Mostra non si possono pretendere frutti immediati, oltre quelli di carattere strettamente catechistico e propagandistico; tuttavia la Mostra di Alba ha avuto anche questi.
Il Vescovo di Alba diceva: «Per me il fatto fra i tanti che mi è particolarmente rimasto impresso è questo: un padre di famiglia, dopo aver visitato la Mostra, dichiarava: «Adesso che ho visto quello che fanno, lo lascio andare volentieri mio figlio in Seminario!». Di fatto, dopo poche settimane dalla Mostra, ci siamo accorti che Don Bussi era in faccende per preparare altri locali ai nuovi Seminaristi che quest'anno sarebbero venuti in numero molto maggiore.
Un Seminarista di una Diocesi piemontese, dopo aver visitato la Mostra, così telefonava alle Pie Discepole del Centro Liturgico di Alba alle quali in un momento di crisi aveva detto di sospendere la confezione dell'abito talare: «mi preparo per la Vestizione, prego riprendere e accelerare il lavoro».
Non siamo andati appositamente in cerca di questi episodi durante la Mostra, presi com'eravamo fino ai capelli dall'organizzazione, ma ne abbiamo sentiti parecchi e gli stessi espositori si sono mostrati molto soddisfatti: chi più chi meno, tutti hanno detto di aver preso contatti fruttuosi coi giovani e persino con qualche laureato, candidato alle Missioni in Africa.

Carattere Paolino della Mostra


La Mostra di Alba è stata definita «una Mostra originale» e lo fu di fatto, nonostante sia stata preceduta da molte altre del genere, non solo all'estero, ma qualcheduna anche in Italia.
L'originalità della Mostra di Alba deve ricercarsi nel suo colore spiccatamente Paolino, nel proseguimento del fine e per le idee pastorali che ne guidarono la realizzazione.
Infatti, nella luce del Maestro Divino, Via, Verità e Vita, e della Sua Chiesa, la mostra si propose:
1) di illuminare i fedeli sulla vocazione e circa le molteplici e svariate mansioni, che fioriscono nella Chiesa dalle vocazioni stesse; a ciò contribuirono oltre gli stands, le conferenze per categoria e le proiezioni cinematografiche continuate.
2) di guidare i giovanetti a considerare la propria vita, e nel contempo guidare gli adulti: genitori, educatori, maestri, a occuparsi del problema vocazionario in modo concreto, adeguato e fattivo .secondo le grandi direttive dei Pontefici.
3) di impegnare tutti nella preghiera per ottenere dal Signore, «Dominus messis», non solo che moltiplichi gli operai per la Sua Vigna, ma santifichi tutti quelli che Egli ha chiamato e costituito: «Ego elegi vos, et posui vos ut eatis et fructum afferatis et fructus vester maneat».
A questo fine nei locali della mostra stessa, rimase esposto in continuità il SS. Sacramento per l'adorazione solenne e ogni giorno si chiuse con la benedizione eucaristica.
La Mostra delle Vocazioni per il suo carattere di universalità «per tutte le vocazioni» e per il suo spirito Paolino rientra nelle finalità dell'Istituto «Regina Apostolorum» per le vocazioni. Accompagnamo lo sviluppo della nuova iniziativa con tanta preghiera perché il Signore si degni mandare molti e buoni operai alla Sua messe.

Sac. Carmelo Panebianco


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