una catechesi e a una speciale mentalizzazione carismatica, oltreché all'espressione della pietà verso Dio e verso i Santi, in particolare verso Gesù Maestro, Maria Regina degli Apostoli e San Paolo, oggetto di speciale devozione.
Sono state così redatte formule nuove di preghiera, particolarmente sotto forma di coroncine (collane di tre, cinque, sette orazioni), dal contenuto fortemente dottrinale, improntate sempre alla tridimensionalità del divino Maestro Via, Verità e Vita: perciò teologia, morale e spiritualità.
È importante analizzare tali testi in prospettiva storica, nell'ordine non solo cronologico della redazione, ma anche dello sviluppo tematico delle singole orazioni, legate a motivi generali o a particolari circostanze. Questa impresa richiede la collaborazione di tutti gli istituti che si richiamano allo stesso Fondatore, e fa appello alla memoria storica dei testimoni coevi. La presente opera non è che un passo in questo cammino.
2. Il primo formulario di preghiere proprie della Casa di San Paolo risale al 1922.24 Esso fu seguito da una ventina
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di edizioni, dalle quali attingeremo via via le preghiere redatte da Don Alberione.
Di notevole interesse il discorso sulle fonti: da quale terreno germinavano le espressioni e le formule della pietà alberioniana? Abbiamo già visto che la fonte principale era costituita dalla liturgia, che egli celebrava con passione, e dai testi che aveva sotto mano. Egli stesso vi fa cenno in una prefazione al Messalino latino-italiano edito nel 1935 dalla Pia Società San Paolo:
«Il messale è, nella sua parte più sostanziale, un libro di preghiera, anzi esso è fatto per la più grande preghiera: la rinnovazione del Sacrificio della Croce. Il presente Messale Romano Quotidiano è completo, sotto questo punto di vista, poiché fatto al pieno lume della Chiesa, al pieno lume di Gesù Cristo che disse: Io sono la Via, la Verità e la Vita... Unendoci alla Chiesa, grande Maestra di Preghiera, ci uniamo a Gesù Cristo stesso: per Lui, con Lui, in Lui mandiamo
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le nostre adorazioni, ringraziamenti, propiziazioni e suppliche al Padre Celeste».25
Non sono inoltre da ignorare le fonti tradizionali della pietà popolare: le raccolte di orazioni di Sant'Alfonso e di S. Luigi M. Grignion da Montfort, ispirate soprattutto alle due classiche opere alfonsiane, Del gran mezzo della Preghiera e Le Glorie di Maria.
Catechesi e formazione
In una circolare riservata ai superiori della Società San Paolo, datata Epifania 1946, Don Alberione annunciava la sua intenzione di convocare un Capitolo generale della Congregazione (il primo della sua storia), fra i cui compiti indicava la redazione di un'epitome dei documenti canonici e le Nuove edizioni del Libro delle Preghiere. Tale Capitolo non poté essere convocato che nel 1957, ma nel frattempo il Fondatore non mancò di provvedere a due nuove edizioni del manuale, rispettivamente nel 1946 e 1952.
Nel Settembre 1952, annunciava che «la nuova edizione del libro delle Preghiere è stata molto gradita a tutti». Esortava quindi: «Sarà buona cosa un corso di meditazioni in cui venga spiegata ogni preghiera...». Precisava inoltre che «la prefazione sotto forma di invito, le brevi istruzioni... serviranno assai per la pietà e la miglior intelligenza delle pratiche».26
Nel Dicembre successivo aggiungeva che il libro delle preghiere «serve di guida, nelle istruzioni e nelle formule di preghiera». Grazie ad esso
«aspiranti e giovani professi imparano bene tutte le divozioni, comprese quelle della prima settimana del mese; imparano le pratiche di pietà, specialmente l'esame di coscienza,
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la Visita al SS. Sacramento, la meditazione; imparano le formule delle orazioni per la comunione, la Messa, il Segreto di riuscita, l'atto di riparazione, le lodi varie... tutto cioè il libro delle preghiere».27
Fondamentale infine la sua importanza nell'insieme della formazione:
«Le nostre preghiere mettono innanzi a Dio tutto il nostro essere, mente, volontà, cuore, corpo. Esse procedono dai dogmi fondamentali della Chiesa, sono indirizzate a formare il paolino... Queste preghiere completano le Costituzioni: queste sono la via della nostra santificazione, quelle la vita che dobbiamo vivere».28
In tal modo il manuale, in quanto sussidio sempre a portata di mano, diventa libro di testo per una qualificata scuola di preghiera.29 Lo stesso Don Alberione ne era convinto, e si serviva delle Preghiere della Famiglia Paolina come guida per la sua predicazione alle comunità.30
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Preghiera e apostolato: l'Apostolato della Preghiera
1. Che vi sia un nesso vitale di causa ed effetto tra preghiera e apostolato, è una delle realtà più sperimentate e dichiarate da Don Alberione. Nella preghiera egli capì la sua vocazione e l'orientamento apostolico della sua vita. Ne dà testimonianza, oltre al passo già citato di AD 13-22, un foglio manoscritto senza data:
«L'anno scol.[astico] 1900-1901 fu pieno di luce e grazia. La notte di chiusura del secolo scorso e di inizio del secolo nuovo, nell'adorazione (dalle 23 di sera alle cinque del mattino) fatta nelle intenzioni di Leone XIII e di Mons. Re Vescovo capii tante cose: quelle illustrazioni furono decisive per il mio spirito e per l'apostolato futuro. Dovevo ancora passare e sempre più tra periodi buoni e periodi difficili e di miserie, ma per la misericordia di Gesù Maestro continuarono la Verità, la Via, la Vita sua ad essere presenti ed operanti nell'anima; sempre Egli mi illuminava e guidava nella pietà, studio, attività...».
Non smetterà mai Don Alberione di ripetere ai suoi che «senza la preghiera faremmo opere morte»; che «il lavoro senza l'orazione si riduce al cimbalum tinniens, che forse impressionano all'esterno, ma non hanno vita né merito...».31
L'abbiamo già visto: egli fu uomo di preghiera. Davanti al Cristo eucaristico, come aveva percepito la luce della sua rivelazione e l'ansia per la salvezza del mondo nella modernità, così alimentò il suo zelo e attinse coraggio per camminare su sentieri nuovi mai tracciati, senza smarrirsi né scoraggiarsi. Davanti al Tabernacolo maturò i progetti delle sue fondazioni e delle iniziative apostoliche.
La preghiera alimenta lo spirito apostolico - lo zelo - e ne viene a sua volta alimentata. Dallo zelo attinge le
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motivazioni e i contenuti pastorali concreti. E dall'apostolato la gioia del riposo in Dio e con Dio.32
Ciò che l'abate Chautard aveva scritto nel suo aureo libretto, L'anima di ogni apostolato,33 Don Alberione lo viveva quotidianamente, e ad esso ispirava ogni suo intervento sulla preghiera.
2. Fin dal 1937, Don Alberione aveva richiamato l'importanza di una preghiera che egli stesso recitava tutte le mattine all'inizio della giornata, l'orazione di offerta, proposta dall'Apostolato della Preghiera.
«È utile ricordare, che nella Pia Società San Paolo diamo la massima importanza alla preghiera Cuore Divino di Gesù..., poiché sul Cuore di Gesù, che si immola sugli Altari, si appoggia tutto ed ha principio tutto...».34
Successivamente, con una comunicazione, il Fondatore intendeva rendere consapevoli i suoi del vantaggio spirituale e dell'impegno congiunto, per trasformare in apostolato e in merito tutte le attività, anzi tutti gli atti della loro vita.
«In data 6 giugno [1941] la nostra Congregazione è stata iscritta all'Apostolato della Preghiera come persona morale. Così... tutti i Membri di essa ed i Novizi vengono automaticamente iscritti appena entrano a far parte della Congregazione stessa. In tale occasione la Pia Società San Paolo ha concesso alla Pia Associazione dell'Apostolato della Preghiera
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ed a tutti i suoi Ascritti la partecipazione ai meriti di preghiere, lavoro, sacrifizi, ecc. che vengono compiuti in Congregazione, ed entra a sua volta a partecipare dei meriti di preghiere, lavoro, ecc. di oltre quattrocento altri Ordini e Congregazioni religiose che sono pure iscritti in questo modo all'Apostolato della Preghiera».
35A conclusione, esprimiamo l'augurio più sincero che quanti leggeranno queste pagine si sentano ispirati a trarne frutto, facendo della propria vita una preghiera di lode al Padre, per Cristo nello Spirito Santo. Siamo consapevoli del tesoro che il beato Giacomo Alberione ha posto nelle nostre mani, sulle nostre labbra, nei nostri cuori. Rimanga fissa davanti ai nostri occhi, come un'insegna luminosa, la sua consegna: «L'orazione prima di tutto, sopra tutto, vita di tutto».
CENTRO DI SPIRITUALITÀ PAOLINA
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24 Innumerevoli e colorite sono le testimonianze su tale libretto. Eccone alcune: «Io ero uno dei primi a scendere in cappella, e una mattina il Signor Teologo mi si avvicina e mi dice: “Appena arriva un compagno, incomincia le orazioni dicendo una preghiera”. Quale? “Una alla Madonna, per esempio quella di San Bernardo [Memorare]”... Il bisogno di un libro per le nostre preghiere si imponeva, sicché tra noi, compositori e stampatori e piegatori, riuscimmo a realizzarlo: una ventina di pagine, su carta molto scadente e senza copertina... Come responsabile delle macchine, mi impegnai poi a stampare la copertina in cartoncino rosa... Fu il primo libro di preghiere della Pia Società San Paolo» (D. Paolino Gilli). - «Ricordo molto bene il primo Libro di preghiere [1922], cucito con punto metallico. Era un libretto prezioso, l'unico che nella preghiera avevamo sempre tra mano. Conteneva le preghiere del mattino e della sera, la coroncina a San Paolo e alla Regina degli Apostoli, l'offertorio paolino, il Segreto di riuscita e altre preghiere prese dalle Massime eterne» (Sr. Lucina Bianchini, FSP). - Libretto prezioso soprattutto per il suo valore carismatico, come afferma Sr. Natalina Spada: «Noi, Paolini e Paoline, dobbiamo convincerci che il Primo Maestro ha messo nel Libro delle Preghiere il meglio della sua testa e del suo cuore, e nelle introduzioni alle varie pratiche ha fissato quello spirito che deve animare i suoi figli. Ricordo di aver sentito diverse volte dalla bocca della Prima Maestra Tecla questa bella testimonianza: “Spesso non ho con me il libro della meditazione; allora mi servo delle introduzioni del libro delle Preghiere e mi trovo benissimo”».
25 Testo della Prefazione in San Paolo, 15 dicembre 1935.
26 Cf. San Paolo, Luglio-Agosto-Settembre 1952.
27 San Paolo, Dicembre I 1952.
28 Ivi. «La nostra pietà sia secondo le Costituzioni: sapiente e forte, pratica e fervorosa. Per questo scopo si è preparata nel nostro libro-guida delle preghiere, l'introduzione a ogni pratica secondo lo spirito nostro, secondo il metodo via, verità e vita» (Meditazione ai sacerdoti, Roma 31 dicembre 1954, dal Diario).
29 In proposito, ecco una lucida osservazione del card. Joseph Ratzinger: «Nei vecchi libretti di orazioni, accanto a molto kitch, è possibile trovare anche un grande e prezioso patrimonio di preghiera, che è maturato da esperienze profonde e che può ancora oggi diventare una scuola di preghiera. Quello che Paolo dice nella lettera ai Romani, che noi non sappiamo nemmeno che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera (Rm 8,26), è valido ancor oggi, più che mai: davanti a Dio ci troviamo spesso senza parole. Sì, lo Spirito Santo ci insegna a pregare, ci dona le parole... ma egli si serve anche della mediazione umana. Le preghiere che sono salite dai cuori di persone credenti, sotto la guida dello Spirito Santo, sono per noi una scuola che lo Spirito stesso ci offre, che apre lentamente la nostra bocca muta e ci aiuta a imparare a pregare e a riempire il silenzio» (Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001
3 ).
30 Dal Diario: «Oggi, 2 marzo 1952, [il Primo Maestro] predica col vangelo e il libretto delle nostre preghiere alla mano».
31 Cf. San Paolo, 20 agosto 1937.
32 Dopo una meditazione dettata alle comunità romane, raccolte nella cripta del Santuario Regina Apostolorum il 26 febbraio 1952, sul tema “La redazione”, Don Alberione «fa recitare la Preghiera per l'Apostolato (presa dal libretto delle nostre preghiere) e spiega che l'altare centrale è fatto in modo che tutti devono stare attorno ad esso e prendere da Gesù-Ostia ogni luce, energia, forza per la giornata» (Diario).
33 L'anima di ogni apostolato, di Jean Baptiste CHAUTARD, vers. it., Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1997
5 .
34 San Paolo, S. Bernardo [20 agosto] 1937.
35 San Paolo, SS. Trinità [6 giugno] 1941, p. 3.