Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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appagata nelle sue aspirazioni. Incomincia l'eternità felice; la via è stata Gesù Cristo; la retta ha il compimento» (UPS I, 368-369).

3. Dai testi citati appare l'ampiezza del quadro nel quale si colloca l'orante Alberione e la sua preghiera; un quadro teologico che abbraccia cristologia, liturgia e ascetica. Tale preghiera si sviluppa principalmente sui due grandi filoni della pietà cristiana: la liturgia e la devozione popolare; l'una e l'altra assimilate in modo personalissimo e coerente, entro un quadro dottrinale costituito dai dogmi della fede e dalla visione del Cristo Maestro, Via e Verità e Vita.

II. SPIRITO E FORMULE

Con l'intento di aggiornare i fratelli paolini della prima ora, convocati a Roma dopo alcuni decenni di missione all'estero, Don Alberione espose in un corso mensile di Esercizi il vero significato del suo carisma, la genesi e lo sviluppo delle opere che nel frattempo erano cresciute. A spiegarle era stato principalmente il filo aureo della preghiera. In una delle sue istruzioni, così affermò:

«Le leges credendi, orandi et agendi19 sono così intime e costituiscono in fondo un'unica legge; come l'uomo, sebbene abbia tre facoltà (intelligenza, sentimento, volontà), è una sola persona.
Ed ecco lo spirito che ha guidato tutto il lavoro per costituire la Persona Morale della Pia Società San Paolo: le Costituzioni paoline, la pietà paolina, l'apostolato paolino.
I canoni e gli articoli sono freddi come il marmo; ma ad essi si è data la vita spirituale. Il libro delle nostre orazioni è più importante per le introduzioni - spirito - che per le formule. All'inizio vi è un Invito generale; poi, prima delle varie
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19Le norme del credere, del pregare e dell'agire”.