Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PARTE TERZA
(dal 1775 circa - sino ad oggi)
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CAPO I.

Persone distinte al nostro Santuario.


Pare assai conveniente notare qui alcuni segni speciali di stima, dati da persone distinte al nostro santuario. Il loro esempio sarà di stimolo a noi e la loro affezione alla madonnina sarà una nuova prova che da Essa tutti si aspettavano tante e tante grazie.
Il papa. - Il Sac. Francesco Faber, rettore della Chiesa, nel 1891 presentò a mezzo della Curia di Alba al papa una supplica, per ottenere l’ indulgenza plenaria a coloro che visiterebbero il
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santuario il giorno della festa (1 Giugno), avendo adempite le solite condizioni. Leone XIII, il 19 Dicembre dello stesso anno, ben volentieri concesse tale indulgenza, per diffondere sempre più la divozione alla Madonna delle grazie. Anzi chi comunicò il breve pontificio al Vicario generale della diocesi d’ Alba, Mons. Allaria, aggiunse: quanto a questo ritengo che trascorso qualche tempo per esempio un anno o poco più, non sarà difficile conseguire qualche altro favore (dalla S. Sede) per tale Santuario.
Il medesimo favore aveva già concesso Clemente XIV per il giorno 14 Novembre anniversario dello scoprimento: altre indulgenze concesse pure a questa chiesa Gregorio XVI.
Il Cardin. Costa. - Questo illustre Cardin. Arcivescovo di Torino ebbe una venerazione grande alla Madonna delle grazie, tanto più dopo letta la storia scritta dal Damilano.
Nel 1794 volle visitarla: partito da Torino, dopo un viaggio abbastanza difficile in quei tempi, giunse a Cherasco
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in giorno di Sabato, 11 ottobre. Quivi pregò a lungo, si fece narrare ogni particolarità dello scoprimento dell’ imagine e delle grazie ottenute e volle una nuova copia della storia del santuario e delle imagini della Vergine delle Grazie.
Casa Savoia. - Una divozione tutta particolare ebbero diversi membri della Casa Savoia, nella quale fiorirono già tanti santi.
Vittorio Amedeo III, letta la storia del nostro santuario, nel 1777 regalò i marmi necessari a fare l’ altare maggiore e la balaustra della chiesa. In seguito donò alla Chiesa una parte dei terreni di sua proprietà, situati presso il santuario, dalla parte di mezzanotte (1785); poi, nello stesso anno, destinò uno dei suoi soldati come sacrestano della Chiesa. Finalmente nel 1789 donò al santuario una rendita di L. 400, perché un sacerdote potesse continuamente attendervi al servizio, al decoro ed alla celebrazione della S. Messa. Né contento di tutto questo, egli stesso donò ai membri della famiglia reale imagini e storia
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della Madonna delle grazie per promuoverne la divozione: e, caduto infermo il suo confessore Ab. Derossi, vi fece celebrare una solenne novena per ottenergli la guarigione.
Nel 1794 egli stesso venne in divoto pellegrinaggio con numeroso seguito e col figlio maggiore alla Madonnina. Qui ascoltò la S. Messa, ricevette la benedizione del SS. Sacramento e ritornò a Torino molto soddisfatto.
La principessa Felicita seguì l’ esempio del fratello Vittorio Amedeo III. Anch’essa procurò che nelle stanze del palazzo reale fosse esposta l’ imagine della Madonnina: anch’ essa volle fare offerte speciali di paramenta al santuario; anch’ essa volle visitarlo, con tutto il suo seguito.
A ricordo di questi doni di casa Savoia si fecero due iscrizioni: una sulla facciata della Chiesa:
A DIO OTTIMO E MASSIMO
E ALLA VERGINE MADRE DI DIO
E MADRE DELLE GRAZIE
PER L’IMAGINE DI MARIA SS.
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SCOPERTA IL 14 NOVEMBRE 1760
LA PIETÀ DEI CITTADINI
SOTTO LA REALE PROTEZIONE
INGRANDIVA NEL 1764
QUESTA CHIESA DETTA PRIMA
S. GIOV. AD FONTES.


L’altra venne posta in fondo alla Chiesa:

ALL’AUGUSTISSIMO
RE VITTORIO AMEDEO III
E ALLA PIISSIMA SUA SORELLA
MARIA FELICITA
AL PRIMO PERCHÉ ORNÒ
DI ALTARE DI MARMO
E DI RENDITA ANNUA QUESTO TEMPIO
CONSACRATO ALLA MADRE DI DIO
ALLA SECONDA PERCHÉ
VISITATA LA CHIESA LA FORNÌ
DI PREZIOSE PARAMENTA


Sac. Giov. Franc. Damilano.



Da Amedeo III questa divozione passò nelle figlie della duchessa del Chiablese e nella Contessa d’ Artois principessa di Francia. Non solo esse fecero
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doni al Santuario, ma vi vennero in pellegrinaggio col duca del Chiablese, e in diverse circostanze vi fecero celebrare messe e novene.
Vescovi. - Tra i vescovi che dimostrarono in modo speciale la loro stima al santuario sono da ricordarsi specialmente: Mons. Caissotti di Chiusano, Mons. Arborio Gattinara d’ Albano, Mons. Brichanteau, Mons. Pedrotti ecc. I due primi, vescovi d’ Asti, accompagnarono divoti pellegrinaggi alla chiesa e il terzo venne nel 1794 a celebrarvi la festa anniversaria dello scoprimento.
Nobili. - Pare bene dirne almeno qualche nome: la regina Maria Teresa, Marchese del Carretto di Monforte, Contessa di Mortigliengo di Grugliasco, conte Ferrero, conte Calandri intendente di Alba, notaio Coda, Senatore Damilano, conte Salmatoris, marchese di Barolo, Contessa Burotti, contessa Taglianti di Torino, Marchesi d’ Agliè, conte Pettiti, contessa Tomati, M. Prone, conte di Scagnello, damigella Nomis di Torino, conte di S. Gregorio, conte Galli della Mantica,
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conte Cassino di Merindol, contessa Gotti di Scelerano, Cav. Salmoj, Governatore della città di Torino, contessa Lanfranchi, conte Lachelle, conte di Lunel, conte Fissore di Montaldo, conte Ferri, ecc.
La città di Cherasco. - Ho già ricordato sopra che la città volle concorrere all’erezione del nostro santuario con una somma considerevole. Ora aggiungo tre altre prove della sua affezione alla nostra Chiesa. La prime è del 1791, quando si celebrò il terzo settenario dello scoprimento. In quell’ occasione la città invitò alla festa i comuni circonvicini e lo stesso comune di Torino: pose guardie pubbliche a mantenere l’ ordine tra il numero immenso dei forestieri, fece eseguire una splendida illuminazione generale e fuochi artificiali; si ebbe un ricevimento solenne di tutte le autorità civili, religiose, militari e dei rappresentanti del re; tutto il giorno fu un continuo sfilare di pellegrini e confraternite.
La seconda nel 1864-65, quando si dovette riparare un burrone che, apertosi accanto al Santuario, ne minacciava le
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