PARTE I
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CAPO I.
(1240 - 1400)
Questo Santuario ebbe umilissimi principii, come tute le opere del Signore: non era che un semplice pilone, o, come vien chiamato nelle prime memorie, tabernacolo.
Quando sorse. - Nel secolo XII e sul principio del XIII Cherasco non era che un castello antico, posto a ponente dell’attuale città.
Era circondato da poche abitazioni di contadini e chiamavasi Cherascotto e, più anticamente, Cairasco.
Nelle vicinanze sorgevano altri castelli, Manzano, Montefalcone, Sarmatoris,
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Meane, Costa Ungarica, Villette, Narzole ecc. abitati dai diversi signori di queste terre. Ma le continue guerricciuole tra i marchesi di Saluzzo e Monferrato e tra i comuni d’Alba ed Asti danneggiavano le terre ed i terrazzani: senza che quei signori divisi e discordi tra loro bastassero a difenderli. Fu allora che alcuni cittadini di Bra e di Alba, per la comune difesa, dietro proposta del Marchese Manfredo Lancia e del podestà d’ Alba, Carlo Drua, costrussero la nuova villa o meglio il forte di Cherasco.
Questo avvenne, come si afferma ordinariamente dagli storici, nell’ anno 1243.
In quel medesimo tempo o poco prima venne innalzato questo pilone. Ne fanno fede la sua struttura in tutto uniforme coi primi edifizi della città, specialmente la forma del suo arco a sesto-acuto, e varie altre ragioni storiche.
Come era. - Sorgeva presso le fortificazioni della città, dalla parte di settentrione, che prospetta Bra. Allora era «abbastanza discosto dall’abitato».
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Formato di mattoni ordinari, senza tetto, rotondo all’ intorno, si apriva dalla parte di ponente in un vano abbastanza spazioso, coperto da arco a sesto acuto.
Sul muro del vano vi era un’imagine rappresentante: a destra Maria SS. col bambino Gesù fra le braccia, e a sinistra S. Giovanni Battista in atto di venerarli entrambi.
Si può asserire con certezza che l’imagine di Maria SS. oggi venerata nel santuario è ancora la primitiva, sebbene a giudizio di intelligenti, con molta probabilità sia stata ritoccata. Maria SS. è rappresentata in atto di ricevere da un Angelo un canestro di fiori, simboli degli ossequii degli uomini alla loro Madre celeste: La Madonna sceglie uno dei fiori e se ne compiace, mentre altri tre Angeli con strumenti musicali col loro esempio ne invitano a cantare le lodi e a fare ossequï alla Regina del cielo e della terra.
Da S. Giov. Battista coll’andare del tempo prese comunemente nome il pilone, detto da alcuni: S. Giov. ad fontes,
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perché vicino vi erano alcune sorgenti d’acqua, e da altri chiamato: S. Giov. prope muros, perché vicino alle mura della città.
Divozione. - Lo spirito di fede viva del medio evo non si manifestò solamente nel costruire grandiose basiliche e le celebrate cattedrali del tempo, ma anche nel cospargere le campagne di cappelle e piloni. Volevano così trovare ovunque un luogo di preghiera e dare alle loro terre protettori celesti. Così fu pure del nostro pilone.
Ma ragioni speciali condussero ad una divozione tutta particolare. Il nuovo forte di Cherasco era importantissimo, sia per la ottima posizione, sia per le mura fortissime: il possesso era quindi ambito assai. Di qui ne avvenne che esso passò successivamente sotto gli emuli comuni di Alba ed Asti; dal 1259 fu città libera con podestà e capitano d’armi coinvolte nelle guerre tra i marchesi di Saluzzo e Monferrato; alla discesa degli Angioini passò sotto il loro governo; nel 1345 si diede ad Amedeo
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VI; poi nel 1348 era dei Visconti, in seguito di Lionetto di Inghilterra, quindi degli Orleans. Da questi andò agli spagnuoli finché nel 1531 ritornò alla casa di Savoia. Presso il pilone era quasi continuamente la guarnigione di difesa e di guardia delle varie signorie: quivi erano spesso visite di nobili, di prelati, di soldati italiani, francesi, tedeschi, spagnuoli: qui purtroppo spesso si combatteva per respingere gli assalti dei nemici.
Si aggiungeva che in quei tempi erano continue e ostinate le discordie interne ed esterne, civili e religiose e si capirà come Cherasco dovesse divenire il centro di lotte frequentissime e sanguinose.
Fu allora naturale che i Signori ponessero sotto la protezione di Maria SS. e di S. Giov. prope muros le loro terre, specialmente il forte: che i capitani a Maria SS. chiedessero la vittoria: che i soldati a Lei si rivolgessero in quel luogo di tante ansie e timori, in quel tempo di tante ambizioni, gelosie, tradimenti.
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A Maria SS. si ricorreva alla vigilia degli assalti, a Lei si rivolgeva nel furore della mischia. A Maria SS. il soldato affidava i suoi cari lontani: il ferito chiedeva la sanità, il moribondo raccomandava le sue ultime agonie.
La Madonna è sempre buona Madre con chi l’ invoca e fin d’allora dimostrò come davvero meriti il titolo di Vergine delle grazie. Le prove sono certe: i suoi divoti esauditi tornando alle loro case ricordavano con affetto riconoscente il pilone, ne parlavano, ne propagavano la divozione. Poco per volta tutto all’intorno andò coprendosi di ex voto, ed in seguito di varie pitture. Col crescere poi della divozione il pilone fu cambiato in cappella, e questa, come vedremo più sotto, arricchita d’un beneficio.
Tali furono gli umili principï di questo santuario, secondo le memorie che si poterono esaminare.
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