Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XII. PIU' PREGHIERA (1)
Ne hai recitati dei buoni rosari? Sì? Buoni rosari! E allora avrete molte benedizioni. E siamo quasi al termine di ottobre, però bisognerà continuarlo tutto l'anno il rosario! Sì, sempre, perché l'assistenza della nostra Madre celeste /continui/ (a) ad assisterci secondo gli anni, secondo i tempi in cui ci troviamo.
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Questa sera volevo dire una cosa sola e cioè: dare importanza alla preghiera. Dare somma importanza alla preghiera. Non tanto adesso lo dico per voi - ma anche per voi -, ma /per le/ (a) parrocchie. Nelle parrocchie /da/ (b) un certo tempo - dieci anni, venti anni, di più - la preghiera è meno seguita. La preghiera.
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Vi è un modo di vivere che /è materiale/ (a). Materiale: quindi avere quello che si vogliono guadagnare e come vivere. E per l'eternità? Rispetto a vent'anni, a quarant'anni [fa] la preghiera in generale è stata sempre più scarsa. Più scarsa, eh sì! Certo voi fate sempre le medesime pratiche, e quindi la meditazione, l'esame di coscienza, la messa, poi l'adorazione, ecc. Sì.
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Però /anche per noi/ (a) è necessario che noi riusciamo a capire bene quel che diciamo: come diciamo - ad esempio - il Padre nostro, come far bene la meditazione, capire sempre meglio la messa. Così l'esame di coscienza, e così l'adorazione e tutte le pratiche: con intelligenza, sì! Capire cosa diciamo. E secondo: ci porti tutto alla vita buona. Alla vita buona, quindi amare il Signore e compiere i nostri doveri quotidiani sempre meglio.
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Voi siete sempre /in tempo di crescita/ (a): crescere non solamente come età, ma crescere in quello che riguarda il lavoro spirituale, la vita spirituale. Purtroppo si cade in questa condizione, e cioè di dare sempre meno importanza alla preghiera.
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Quando poi andate nelle parrocchie, allora è necessaria ancora di più per portare i bambini, i fanciulli e poi le giovani e poi un po' /tutta/ (a) la parrocchia che [vi] sia veramente /più/ (b) preghiera. E preghiera fatta bene! Sì. Se si prega così poco, le famiglie come si trovano dopo? E come si passa da un certo numero di persone, o meglio da giovani da quattordici anni a vent'anni, a venticinque, a trent'anni: danno così poca importanza alla preghiera! Così poca importanza! E allora, la vita non fa /veramente il suo lavoro/ (c): /quello che si deve fare nella vita futura/ (d). Sì. E come ci troviamo poi alla fine della vita, allora ? Come ci troviamo alla fine della vita, allora?
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La vita eterna. La vita eterna è un'unione con Dio, per cui ci sarà /la felicità/ (a) perpetua! Sì. Ma questo corrisponde al grado di letizia, di gioia, di gaudio in cielo in proporzione che noi avremo avuto, fatto la vita di pietà, la vita di intimità col Signore. Quante distrazioni e quanti divertimenti ecc.! Fino a trent'anni, a quarant'anni [fa] vi erano nelle domeniche i vespri, e poi vi erano anche funzioni particolari. Adesso sempre un po' meno! Sempre un po' meno. Sì. E molti fanno soltanto questo: di assistere alla messa la domenica, e qualche volta altri anche senza [messa] la domenica! Non vanno in chiesa. Sì. Oh!
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«Insegnaci, o Signore, a pregare» [cf. Lc 11,1]; insegnaci a pregare. Eh, sì, chiedere questa grazia. Ora perché voi pregate? Che la preghiera sia illuminata, come sarebbe il mistero del rosario: un pensiero e poi un proposito e poi una grazia. In ogni mistero /si ha/ (a) da ricavare una verità, un insegnamento, sì. E supponiamo quello che è il primo mistero gaudioso, sì, quando l'arcangelo annunziò a Maria il grande mistero della incarnazione. Sì. Quindi: il mistero della incarnazione. Poi ricavare un esempio /o un insegnamento/ (b) pratico.
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Maria come si è comportata nell'annunciazione? Come si è comportata? Con umiltà. L'arcangelo [le] aveva detto che era piena di grazia, ma ella si dichiarò la serva. La serva: Ecce ancilla Domini [Lc 1,38], la serva di Dio. La serva di Dio. E poi la fede. E dopo domandare questa grazia, di avere una fede viva. Una fede viva, sì.
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Ora, da ogni mistero ricavare un pensiero, una verità, un insegnamento pratico, la virtù, e poi una grazia da chiedere di cui abbiamo bisogno. Di cui abbiamo bisogno, secondo i casi, sì. Ecco. Il mistero dell'annunciazione che cosa ha fruttato? Ecco la conclusione: Verbum caro factum est [Gv 1,14], il Verbo di Dio si è fatto carne, si è incarnato. Sì, se potete considerare sempre più profondamente la cosa: per l'umiltà e per la fede di Maria si incarnò il figlio di Dio.
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Ora, quando noi ci accostiamo al Signore in umiltà e fede, allora chiediamo che Gesù entri in noi. Entri in noi Gesù! E quindi vivit vero in me Christus [Gal 2,20], allora vive in me Gesù Cristo.
E' /come una incarnazione/ (a) del figlio di Dio incarnato in noi, particolarmente nella comunione, ma in continuità questo. Quando noi arriviamo ad essere /totalmente/ (b) in Gesù Cristo e Gesù Cristo in noi: Mihi vivere Christus est [Gal 2,20], io vivo di Cristo: di pensieri, di volontà, di pietà, di grazia. Sì. Oh!
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Per il fatto dell'incarnazione del figlio di Dio in Maria, è così che entra in noi Gesù Cristo. Sicché vivit vero in me Christus [Gal 2,20], allora. La comunione allora ricava grande importanza, grandi frutti! Grandi frutti, in maniera tale che noi sentiamo di avere gli stessi pensieri che ha Gesù Cristo, gli stessi desideri, gli stessi voleri! Sempre [pensieri e voleri e desideri] che sono in lui e che passano in noi! Vivit vero in me Christus [Gal 2,20]. Sì.
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Così, considerando almeno uno dei misteri, potete poi negli altri /applicare gli stessi metodi/ (a) perché il rosario porti /un gran frutto/ (b). Questo punto che c'è nel libro riguardo alla preghiera - la corona di Maria - quel primo punto è così ricco di pensieri e di desideri e di grazie.
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Poco per volta sempre più progredire. Sempre più vivere in noi Gesù Cristo. Sempre più viverlo in noi Gesù Cristo nella mente, nella volontà e nel cuore. Nella mente, nella volontà e nel cuore. Allora, Gesù Cristo regna pure in noi.
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Quando poi porterete il vostro apostolato nelle parrocchie, comunicherete questo anche alle persone che vi seguono e /che perseverano/ (a). Allora, la massima importanza alla preghiera per voi e poi per tutte le popolazioni a cui potrete andare e portare la luce di Dio, la grazia di Dio. Facendo bene la pietà, avrete anche la grazia di maggior vocazioni. Di maggior vocazioni. Sì. Oh!
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I tempi che passano attualmente presentano delle difficoltà, ma con la preghiera si ottiene. Con la preghiera si ottiene. Il Signore comunicherà anche la sua luce alle anime. E potrete /arrivare/ (a) a un maggior numero di vocazioni. Quanto c'è bisogno nella Chiesa e anche fuori della Chiesa, diciamo, di tante pastorelle!
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Tante pastorelle. Sì. Tutti chiedono, ma bisogna che ci siano. E bisogna cioè preparare [le pastorelle]. Pregando otterrete. Pregando otterrete quello che desiderate. State dunque liete. Avanti! Massima importanza alla pietà, per noi e per le popolazioni e per le famiglie anche. Per le famiglie!
Qualche volta figliuole ritornano in famiglia e sono già abituate alla preghiera. Sì. E invece la famiglia non era molto amante della preghiera; ma coloro che hanno imparato a pregare, saranno di buon esempio e magari di esortazione, perché /si prega/ (a).
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Si dice che ci sono tanti disordini nelle famiglie. Il primo disordine è la mancanza della preghiera. Primo disordine, perché poi vi sono tanti pericoli, tante difficoltà nella vita. E /si dice/ (a): dipende da questo, da quello... Dipende fondamentalmente che manca la grazia del Signore, cioè manca la preghiera per ottenere le grazie del Signore. Pregare!
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[263]E voi: pregate anche per le vostre famiglie! Per le vostre famiglie; ma domandare anche che loro preghino! Che anche loro preghino, sì! E allora le benedizioni discenderanno sulle vostre famiglie(1).

Albano Laziale (Roma)
26 ottobre 1966

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(1) Albano Laziale (Roma), 26 ottobre 1966.
245 (a) R: ci continua continua.

246 (a) R: nelle.
(b) R: da da.

247 (a) R: è di mat materiale.

248 (a) R: anche in anche per noi anche per noi.

249 (a) R: in giorno di cresce crescere.

250 (a) R: tutta la tutta.
(b) R: veramente di più più.
(c) R: il suo il suo veramente il suo lavoro.
(d) R: quello che cioè si deve fare tutto ciò che si deve fare nella vita tutta futura.

251 (a) R: la felicità la felicità.

252 (a) R: si è.
(b) R: o o un insegnamento insegnamento.

255 (a) R: è una come incarnazione.
(b) R: totalmente totalmente.

257 (a) R: fare gli stessi gli stessi modi mezzi.
(b) R: il gran frutto il gran frutto.

259 (a) R: che lo e si perseverano perseverano.

260 (a) R: arrivare arrivare.

261 (a) R: si prega si prega.

262 (a) R: si dà si dice.

(1) Segue la recita della preghiera «Cara e tenera mia madre Maria» (Cf. Preghiere pag. 27). «Sia lodato Gesù Cristo». Poi il Fondatore aggiunge: «Siete tante, piccole! Avanti, allora! Siete tutte buone, no? Sono buone? Siete contente? Sì, va bene. Il Signor sia sempre con voi, e poi pregate per la vostra famiglia. Sia lodato Gesù Cristo. Anche per il Primo Maestro pregate? Vi ringrazio».