Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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I. SEGRETO DI RIUSCITA E BIBBIA(*)
Due parole questa sera. La prima parola riguarda il Segreto di Riuscita. Se avete in mano il libro, [prendete a] pagina 157. E una brava che lo legga. Dal fondo, così sentiamo tutti (1)
1
Sì, si tratta di fare un patto col Signore, un contratto, diciamo. Noi abbiamo da compiere la nostra missione. Voi avete da compier la vostra missione. La vostra missione esige primo: la santità; secondo: /il sapere/ (a), la scienza; poi quello che è l'esercizio dell'apostolato e quello che è la vita, la vita religiosa. E aggiungiamo qui, in questa occasione: le vocazioni. Il numero delle vocazioni in proporzione [a ciò] di cui vi è bisogno nelle diocesi.
2
Ora, quando gli istituti camminano da molti anni, avviene come nella scuola, e cioè si fa nel modo ordinario. Nel modo ordinario: come si va a studiare, e per esempio per i metodi o i programmi scolastici, e si sviluppano così! Ora, non vi basta, ora in questo tempo in cui l'istituto si trova. E quindi, quando si studia, che lo studio renda quattro volte. Il lavoro spirituale, che renda almeno cinque volte. E cioè: più presto il sapere, e quindi progresso. E poi la santificazione al più presto! E poi la preparazione all'apostolato e l'apostolato. L'apostolato, che è complesso, sempre più complesso [secondo] la pastorale [d]'oggi e secondo /l'attuale/ (a) tempo. E dobbiamo fare molto di più con l'apostolato e con i frutti!
3
E poi la vita religiosa più santa. Molto più santa di quello che avviene negli istituti che si trovano nelle condizioni normali, regolari. E poi quello /che è necessità/ (a) per voi: almeno dieci volte si dovrebbe ottenere questo: le vocazioni! Si lavora /per/ (b) le vocazioni: è un lavoro che deve rendere dieci! E quando /si va/ (c) e si scelgono le vocazioni, allora chiediamo che non sia soltanto una, ma dieci!
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Ora, sentirsi istituto nuovo. Istituto nuovo: occorre dire che in questo tempo occorre una maggior grazia. E quello che per sé produrrebbe soltanto uno, che produca quattro, che produca cinque, che produca dieci, secondo i casi.
5
E anche voi avete già constatato questo. [Si] è già avverato questo. Si era studiato in poco tempo e materie difficili! Eppure con poco tempo, [con] materie difficili e fiducia - segreto di riuscita - e che uno abbia prodotto quattro, abbia prodotto cinque non è una cosa nuova.
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Ma non /sentirsi ancora/ (a) istituto già normale, quando ha il suo cammino normale; ma questo, che è l'inizio e /sarà inizio/ (b) almeno per un secolo! Parlando, ad esempio, delle vocazioni, in questo tempo si sono molteplicate le domande [di] parroci, vescovi ecc. per avere le suore pastorelle, per aver le suore. E si vorrebbe anche - in certe parrocchie - che invece di tre fossero quattro le suore, fossero cinque!
7
Ora, sentirsi ancora giovani e sentirsi ancora all'inizio dell'istituto, perché ha ancora da fare molti progressi, molti passi. Ci vuole questo contratto e cioè arrivare al grado di perfezione, ecco. Questa è la santissima volontà: grado di santità, di perfezione, e gloria celeste. E quindi portare gloria a Dio! Gloria a Dio sulla terra e gloria a Dio in cielo. E santamente esercitar l'apostolato pastorale.
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Ora come siamo noi? Come vi trovate voi? La umiltà! Siamo debolissime, siamo ignoranti, siamo incapaci, insufficienti in tutto: nello spirito, nella scienza, nell'apostolato, nella povertà, quindi anche [ne]gli aiuti materiali. Poi, quello che qui non è notato, siamo poche, poche vocazioni, e bisogna che invece di una sian dieci! Ecco, noi siamo così deboli, così poveri e, trattandosi di cose soprannaturali, bisogna sempre che intervenga la grazia.
9
Voi siete la Via, la Verità e la Vita, la Risurrezione, il nostro unico e sommo bene. Sebbene noi siamo poverissimi, Dio è ricchissimo, infinitamente ricco, in ogni senso. E allora risvegliar la fede: Confidiamo solo in voi che avete detto: qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio voi l'avrete. Bisogna «far la fede». Esercitar la fede /in questo detto/ (a) del Maestro Gesù: qualunque cosa chiederete al Padre, in nome mio eh!, voi l'avrete Innome mio, cioè «per la grazia che è da me!». Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio. Sì, perché Gesù Cristo ha subìto /la morte e tutta la passione/ (b). E quello che chiediamo, lo chiediamo per la passione /di Gesù Cristo/! (c). In nome mio. Quindi non affidarsi a noi, ma appoggiarsi all'aiuto, alla grazia che dà Gesù Cristo, e voi l'avrete, l'otterrete.
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Allora la conclusione /del contratto/ (a), del patto che si fà: che uno renda quattro, che uno renda cinque, che uno renda dieci. Per parte nostra promettiamo e ci obblighiamo a cercare in ogni cosa e con pieno cuore, nella vita e nell'apostolato, solo e sempre la vostra gloria e la pace degli uomini: ecco la condizione che dobbiam dare, nostra! Per parte nostra promettiamo e ci obblighiamo a cercare in ogni cosa con pieno cuore nella vita e nell'apostolato, solo e sempre la vostra gloria e la pace degli uomini: bisogna aver questa rettitudine d'intenzione.
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E allora, siccome siamo poverissimi: E contiamo che da parte vostra vogliate darci spirito buono: la vita religiosa, la grazia, la santità, la scienza, i mezzi di bene, quindi [i mezzi] materiali anche, e poi tutto quello che riguarda il numero delle persone: pastorelle. E allora: moltiplicate secondo la vostra immensa bontà e le esigenze della nostra vocazione speciale, della vostra vocazione speciale, cioè dei vari istituti! Che il lavoro spirituale renda almeno il quattro per uno. Il nostro studio renda [il] quattro per uno. [Il] nostro apostolato cinque renda per uno. La nostra povertà che renda cinque. E poi aggiungere per voi il dieci per uno quanto alle vocazioni.
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Non dubitiamo di voi, ma temiamo la nostra incostanza e debolezza. La nostra incostanza, perché un giorno siamo tutti fervorosi, e poi dopo siamo incostanti! Vogliate perciò, o Pastore buono, per la intercessione della nostra madre Maria trattarci/ (a) con la misericordia usata / con gli/ (b) apostoli Pietro e Paolo. Come ha convertito Pietro e prima Paolo, ma gli apostoli, anche Pietro il quale aveva avuto anche bisogno della misericordia di Gesù, perdonando, e come l'aveva poi costituito «Papa» della Chiesa! Sicché fedeli nell'imitare questi nostri Padri in terra possiamo esser loro compagni nella gloria in Cielo.
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Questa preghiera [è] da recitarsi bene e risvegliare in noi la fede. Umiliamoci e ricorriamo alla fede. L'umiltà e la fede, ecco. Con l'umiltà si fa qualche passo e con la fede si fanno altri passi e si progredisce. Si ottiene veramente! In principio, il libro disegnava proprio le cifre dei risultati! Ma siccome poi il libro era per gli istituti che son nati successivamente, abbiamo messo non più i numeri, ma quello che /deve/ (a) essere considerato secondo la condizione dell'istituto.
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C'è la fede? Ecco. Se c'è il bisogno, c'è! E con l'umiltà non siam buoni a niente; e con la fede è buono a tutto Dio, e vuole fare e certamente [fa]. E poi, /che sia/ (a) certo [questo] e cioè: il bisogno di pastorelle nella Chiesa è così chiaro! E' chiaro per le insufficienze, in quanto non vi è il numero [sufficiente] delle pastorelle [in rapporto alle richieste] e nello stesso Concilio Ecumenico ci è risultato [necessario] l'aiuto delle suore e per i vescovi e per i parroci e per il clero in generale. Oh. Allora questo patto piace a Dio! E quanto più noi siamo nella necessità, tanto più mettiamo fede! Il Signore è con voi! Non dubitate. Ecco. Il Signore è con voi! Questo patto potrete /recitarlo/ (b) quando credete e, se non c'è altro tempo, durante la visita qui.
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La seconda parola che volevo dire: la Bibbia! La Bibbia in ogni famiglia. Ora, il Concilio Ecumenico Vaticano II dice delle parole: che non basta quel che è indicato, ma che la Bibbia sia per ognuno. Per ognuno della famiglia!
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E ci sono qui (2) due pagine in cui sono ricavate espressioni e dichiarazioni del Concilio Ecumenico e verso la fine del Decreto sulla Rivelazione divina. La Rivelazione divina. La Rivelazione divina, la quale arriva a noi per mezzo del libro sacro e per mezzo della tradizione. La Chiesa ha sempre venerato la divina Scrittura come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo non mancando mai di nutrirsi del pane della vita della mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo e di porgerlo ai fedeli [DV 21]. E cioè ci sono due alimenti: l'alimento per la mente, l'intelligenza: è la Parola di Dio, nutrimento della mente; e poi l'altro alimento: il corpo eucaristico di Cristo. Porgerli ai fedeli! Ecco. Questo è ripetuto almeno tre volte in quel Decreto. Cioè: soddisfare, portare, al nutrimento delle anime, nutrimento duplice cioè la parola per la mente e l'eucaristia /per il cuore/ (a).
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Allora, dice il Decreto che /sia/ (a) i Pastori di anime (i pastori che sono i vescovi, i parroci, i sacerdoti in generale) o /sia/ (a) i pastori d'anime o /sia/ (a) i cristiani di qualsiasi stato (quindi tutti i cristiani) avranno cura di diffondere con zelo e prudenza la Scrittura [DV 25]. Nella parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza da essere sostegno e vigore della Chiesa (la parola di Dio sostegno e vigore della Chiesa) e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale, la Bibbia. La Scrittura sacra è vivente ed efficace (cf. Eb 4,12), può edificare e dare l'eredità con tutti /i santificati/ (b) (fedeli) [DV 21]. E' necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Scrittura [DV 22].
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Poi - adesso non devo legger tutto per non perder troppo tempo -: Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico (ciò vuol dire: come si frequenta la comunione, il mistero eucaristico) [si accresce la vita della Chiesa], così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dalla accresciuta venerazione della parola di Dio - [DV 26]. Parola di Dio che è in eterno: la Chiesa, la Bibbia. Ecco. Occorre questo: che dobbiamo alimentarci di due cibi: quello della parola, cioè la Bibbia, e quello dell'eucaristia, che è il sacramento istituito da Gesù Cristo. /E se/ (a) si fa la comunione quotidiana, si faccia anche la comunione della parola, cioè il nutrimento della mente, della fede in noi. Tutti e due [gli] alimenti! Cioè questo è ripetuto o detto almeno tre volte.
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E quando si è venuti a questo punto - e cioè dopo quello /che era/ (a) stato trattato nei discorsi, nelle esortazioni e poi nelle correzioni, nelle revisioni, ecc. -: il decreto letto! Allora si son chiesti i voti. Presenti erano circa duemilatrecentocinquanta. E hanno chiesto il voto se questo è da farsi, da seguirsi. [Su] duemilatrecentocinquanta circa, solo quattro /hanno fatto votazione/ (b) negativa. Positiva: duemilatrecentoquarantasei. Duemilatrecentoquarantasei! Eh!, quello vuol dir /la totalità/ (c), si può dire.
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Allora vuol dire che - quello che adesso dico esortando: a nutrirsi dell'eucaristia e a nutrirsi e portar /l'alimentazione/ (a) della parola, sì, /così - come/(b) c'è la comunione quotidiana [così c'è] la comunione della parola di Dio.
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Del resto, la parola di Dio deve precedere all'eucaristia. Precede! Perché? Prima aver la fede - che crediamo le parole che Gesù Cristo ha predicato ecc. -. Allora dopo viene, e viene la volontà, l'impegno e della messa e della comunione e dell'adorazione! Ma prima ci vuole la fede, cioè la istruzione! La quale istruzione porta la fede! Prepara alla fede con la grazia di Dio! E quindi prima sarebbe la parola. Prima! E com'è la messa? Prima è la parola fino al credo compreso - quando c'è -: epistola e Vangelo. E poi c'è il sacramento, cioè l'eucaristia. Ma sempre deve precedere [la parola].
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Ora, /le conclusioni/ (a) son due: per voi prima l'alimentazione dello spirito: la verità, quello che risulta dalla Bibbia. Oh, sì. Questo che risulta! E poi: che noi portiamo la Bibbia al popolo! Certo c'è la predicazione orale; ma se entra nella casa la parola di Dio /quella casa è benedetta dalla parola di Dio/ (b). Sì. E d'altra parte o perché non si va in chiesa o perché non si è capaci di capir tutto o per altri motivi... e almeno si dovrebbe dire ogni giorno, almeno una frase, almeno un versetto di Bibbia.
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Quindi, è stato stabilito che prima della scuola - cioè iniziando la scuola - [vengano letti] almeno due versetti di Bibbia! Ma è ancora meglio durante la visita, in principio, la lettura della Bibbia sacra. E quindi lo zelo per la diffusione /della parola/ (a) di Dio! Della parola di Dio. Cioè è fatto obbligo, eh, questo nel Decreto. Nel periodico Vita Pastorale, nelle due prime pagine dell'ultimo numero, si riportano le parole che sono state chiarite nel Concilio Vaticano. Ora, voi già lo fate: continuate a farlo. Il Signore /vi dia/ (b) tutte le sue benedizioni.
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Quindi stasera due parole: una riguarda il Segreto di Riuscita e l'altra riguarda la lettura e la diffusione della parola di Dio, cioè la Bibbia.
25
Oh, spendono tanti soldi! Questo anno passato (non è ancora nell'ultimo anno, [ma] l'anno precedente (cioè nel 1964) per andare al cinéma si sono spesi centosettantacinque miliardi - per andare al cinéma -. Miliardi, non milioni, eh! Sì, per divertirsi. E non avranno mille lire per acquistare la parola, la Bibbia? Come si ragiona su questa terra! come siamo ignoranti! Allora, voi che avete queste grazie di aver tanta luce da Dio, di aver questa formazione così bella, così santa e quello che porta al progresso spirituale, [aiutate anche gli altri, diffondete la parola di Dio] e quello che porta come apostolato alle anime nelle parrocchie! Tutte! Molto si è già fatto l'anno scorso, l'altro anno; ma vi è ancora tanto da fare; e il più è ancora da fare.
Il Signore vi benedica (3).

Albano Laziale (Roma)
14 gennaio 1966

26

2 (a) R: la sap[ienza] il sapere.

3 (a) R: l'attuale l'attuale.

4 (a) R: quello che vi è la necessità.
(b) R: per per.
(c) R: si met[te] si va.

7 (a) R: non ancora sentirsi.
(b) R: sarà sempre sarà inizio.

10 (a) R: in questo in questo detto.
(b) R: la mor[te] la redenzione e tutta la passione.
(c) R: di Di[o] di Gesù Cristo.

11 (a) R: del con del contratto.

13 (a) R: e trattate no noi.
(b) R: dagli.

14 (a) R: deve deve.

15 (a) R: che sia che sia.
(b) R: rec ripeter[lo] recitarlo.

(2) Cf. DV 21 di cui parla più avanti.
17 (a) R: per il co il cuore.

18 (a) R: siano.
(b) R: i santif i santificati.

19 (a) R: e che se.

20 (a) R: che si era.
(b) R: hanno dato né vita hanno fatto cioè la votazione.
(c) la tola la totalità.

21 (a) R: ed l'alimen l'alimentazione.
(b) R: così, quindi come.

23 (a) R: la concl le conclusioni.
(b) R: la casa di Dio è benedetta in quella casa.

24 (a) R: della paro, della parola.
(b) R: vi dica tant[e] vi dia.

(3) Segue il canto: Oremus pro Moderatore nostro Josepho... Cf. Preghiere, pag. 24.