La vostra Congregazione unisce insieme al sacerdote, maestro con la penna, con la parola viva annunziata dal pulpito, dal confessionale, comunicata nella scuola, i fratelli Discepoli del Divin Maestro: li unisce in una «unità» di vita, così che questi ultimi cooperano e partecipano al magistero sacerdotale. Il pensiero corre a san Giuseppe che nel silenzio umile ma operoso consumò la sua vita in unione a Cristo Sacerdote eterno: missione e vocazione sublime! L'umile Discepolo Fratel Andrea M. Borello che si offrì senza riserve in servizio e cooperazione ai suoi Confratelli sacerdoti, riposerà fino a quando piacerà al Signore, vicino alla salma di un grande Sacerdote, paolino nello spirito, quasi ad esprimere e ricordare che i Discepoli del Divin Maestro traggono dalla loro unità di vita con i sacerdoti la grandezza della loro vocazione.
Concludo: prego con voi il Signore perché presto compia il suo disegno di amore e di predilezione per questo suo Servo fedele, a edificazione e gioia vostra e di quelli che verranno dopo di voi. Egli entrò nella Pia Società San Paolo a vent'anni, e fu così compreso della grazia della vocazione che non seppe trovare di meglio che offrirsi vittima per la vocazione dei Discepoli e di tutte le vocazioni nella Chiesa.
Ottenga dal Signore una schiera di vocazioni non solo per la vostra Famiglia, ma per tutte le opere apostoliche della Chiesa.
E ad ogni santa Messa che offrirete in questa chiesa di S. Paolo, alle parole del Canone: «Comunicantes et memoria venerantes...», e alle altre che seguono la Consacrazione: «...Partem aliquam et Societatem donare digneris, cum tuis Sanctis...», ricordate, che attorno all'altare sono presenti con tutti i Santi del cielo, questi vostri Servi di Dio, per intercedere per ogni vostra necessità, ma anche per prendervi per mano e sostenervi, confortarvi, guidarvi nel vostro cammino apostolico per le vie del mondo, come già essi camminarono prima di voi.
E termino con un augurio: le vostre Costituzioni solennemente approvate dalla Chiesa, non solo possono fare dei santi, ma li hanno fatti! I vostri Servi di Dio sono le più fulgide glorie della vostra Congregazione, ma sono anche la più valida testimonianza del buon spirito della vostra Famiglia religiosa nei tribolati anni del suo primo cinquantennio. Sappiate custodire questa preziosa eredità e tramandarla a quelli che verranno dopo di voi, arricchita e impreziosita dalla vostra santa vita, modellata su questi vostri Fratelli che onorate con tanta gioia e con profonda gratitudine a Dio».
+ Giovanni Dadone
Vescovo