L'apostolato paolino nel Congo
Da tempo il Congo fa parlare di sé per le sue convulsioni politiche che lo hanno portato alla ribellione, con conseguenti massacri di civili e di Missionari. Purtroppo l'orizzonte non è ancora chiaro e gli agenti esterni che alimentano i focolai del disordine non hanno per ora rinunciato ai loro obiettivi.
Perché tanto accanimento contro questa giovane Repubblica?
Soprattutto per due ragioni: il Congo è ricco e molti aspirano a possedere le sue ricchezze; il Congo è geograficamente posto al centro dell'Africa, e la sua conquista è strategicamente necessaria per esercitare una influenza politica su tutta l'Africa.
Questa introduzione, può meglio far comprendere l'importanza del nostro apostolato e come esso possa esercitare un ruolo assai efficace non solo nel paese, ma per riflesso anche su tutta l'Africa.
Che cosa fanno i nostri per esercitare questa influenza? Ecco alcuni dati:
I catechismi di tutte le classi di quasi tutto il Congo, stampati in una dozzina di lingue, sono preparati e stampati dai nostri.
I libri di testo per le scuole elementari e secondarie, in gran parte escono dalle nostre tipografie.
«Afrique Chretienne» è indiscutibilmente il settimanale più diffuso e letto in Congo, e vi esercita un influsso notevole. Soprattutto è impegnato nel formare le famiglie e la moralità dei suoi membri.
«Hodi» in swaili, per la parte orientale del Congo, ha lo stesso compito.
«Antilope», il periodico per i bambini, esercita la sua influenza nelle scuole, specialmente nei centri di maggior importanza.
Si è stampato e si stampa in continuazione il «Vangelo» in lingua francese e nelle varie lingue locali.
Si stampano vite di Santi, albums formativi, libri di formazione civica e di galateo.
Il pensiero cattolico è largamente diffuso, ampiamente illustrato, abilmente presentato.
In Congo si lavora e si lavora molto. I nostri sono impegnati nella formazione delle coscienze nei loro aspetti umani, civili, religiosi. Se il Congo riuscirà a resistere alle pressioni che vengono dall'esterno e che vogliono instaurare il disordine senza dubbio qualche merito l'avranno anche loro.
E per le vocazioni che cosa si è fatto?
Anche qui è forse utile una premessa.
Con la indipendenza vi è stato un forte smarrimento.
Seminari e Istituti religiosi ripieni di aspiranti si sono trovati di punto in bianco vuoti quasi al completo. Passata l'ubriacatura dell'indipendenza e placati i sentimenti tribali, vi fu un ritorno sempre più crescente e responsabile.
I nostri si sono inseriti in questa ripresa, mantenendo contatti, esaminando richieste, facendosi conoscere. Si stanno raccogliendo i primi frutti e si hanno buone ragioni per sperare in un futuro abbastanza ricco e promettente.
In vista di questo, a Elisabethville, dove il clima è anche più favorevole, sta per essere terminato il primo vocazionario paolino in Africa.
Esso è cresciuto con molti sacrifici dei nostri ed è accompagnato dalla preghiera di tutta la Congregazione.
~