Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXII
SAN PAOLO
Luglio 1957 - Numero speciale
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

DUE CINQUANTENARI


Mentre attendiamo l'uscita di un fascicolo-ricordo, sul Cinquantesimo di Messa del Primo Maestro, anticipiamo questo «San Paolo» con la sommaria relazione sullo svolgimento della festa.

Ecco il testo della meditazione che il Primo Maestro ha tenuto nel Santuario Regina Apostolorum, la mattina del 29 giugno:


Vi sono due specie di cinquantenari. Il primo per commemorare straordinari avvenimenti. Ma non è uno straordinario avvenimento un'ordinazione sacerdotale: il 1957 ci dà una trentina di Ordinazioni Sacerdotali.
Il secondo per ricordare una circostanza od un fatto che ci obbliga ad un esame di coscienza ed a pregare per un miglioramento. L'esame di coscienza riguarda specialmente il Primo Maestro. La preghiera riguarda tutti; perciò sono all'altare; e voi lo circondate per offrire l'Ostia Divina per tutti, e ciascheduno, presenti corporalmente e spiritualmente.
È questo il divino convegno che tutti ci unisce ogni giorno al Maestro Gesù.

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Rilevo due cose. Per questa circostanza Sua Santità Pio XII amatissimo, ha inviato un prezioso autografo; e la Ven.da Congregazione dei Religiosi per mano di S. E. il Card. Prefetto Valerio Valeri una lettera. Sono l'una e l'altra elogiativi; ma non tanto per riferirsi a chi vi parla, quanto a voi, alle Famiglie Paoline ovunque diffuse, ma che largamente sono rappresentate. Avete operato bene, corrisposto alla divina vocazione, camminato con vero passo paolino. Ma il Santo Padre e la Ven.da Congregazione dei Religiosi non potevano mandare un documento elogiativo a ciascuno ed a ciascuna. Allora passano l'incarico a chi sta
pro tempore in questo ufficio, perché compia il dolce dovere di approvare ed incoraggiare a proseguire ogni giorno nella vita religiosa e nell'apostolato.
Lodare è uno dei doveri difficili; pochi veramente sanno lodare cristianamente e religiosamente; ed ancora più pochi sanno ricevere bene le lodi. Ma se il dare lodi e il riceverle vengono fatti bene, hanno buon merito e incoraggiamento. «Gratia Dei sum id quod sum; gratia eius in me vacua non fuit». Ciascuno di voi lo dice a Gesù con semplicità e profonda riconoscenza: «per grazia di Dio sono quello che sono, la sua grazia non è stata inutile in me». Il Signore ci ha pensati dall'eternità, ci creò per il cielo segnandoci questa via, ci accompagnò sino a questo solenne momento, per riunirci poi eternamente festanti lassù.
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Ogni giorno sulle orme dell'Apostolo. L'autorità della Gerarchia un giorno ci ha messi sopra una strada ed apostolato diversi da quello fìno allora ordinariamente seguito. Questo avvenne una sera quando il Vescovo di Alba intervenne alla predica sul Nome di Maria (12 settembre), in cui io invitavo i fedeli a stabilire il regno materno di Maria che porta Gesù Cristo al mondo, come suo apostolato. Subito dopo mi chiamò per dirmi: «Ora al tuo ordinario ministero sacerdotale ne assegno ed aggiungo un altro, di molto impegno». Me ne indicò la via: la stampa della diocesi. In tale via egli mi guidò o sostenne, in basso ed in alto, con sapienza e fortezza per circa vent'anni. Di lì tutto lo svolgimento. Ora i due venerati documenti confermano come si è tutto svolto nella luce, guida ed approvazione della Chiesa e più precisamente del «Pastor della Chiesa che ci guida».
Ecco la via maestra: in Cristo e nella Chiesa. Sempre come si è nati e si vive oggi.
«Oremus pro Pontifice nostro Pio».

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Notevole la circostanza attuale. Si sono celebrati tre Capitoli generali per le tre prime istituzioni; mentre per la quarta è in corso il «Decretum laudis»; e la quinta è vivamente attesa e va movendo passi silenziosi, ma sicuri, protetta come è, dalla comune Madre Regina Apostolorum, da cui prende nome. La domanda fondamentale, che facevamo a noi stessi, nella breve sosta, esaminando il passato e scrutando l'avvenire, era questa: Queste Famiglie nelle loro costituzioni, spirito, apostolato, organizzazioni hanno una spiritualità ed apostolato per cui possono dare dei santi al cielo e degli apostoli alla Chiesa? Nessuno ha sollevato un dubbio. E l'Autorità da noi invitata ci ha voluto vedere ben dentro; e anche da parte di Essa nessun dubbio. Sono stati dieci mesi di lavoro e di preghiera: ora i documenti pontifici mettono un sigillo chiaro e sicuro, sta a noi eliminare deficienze, vivere più perfettamente la nostra vita voluta da Dio.


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I - Una prima parola per i Sacerdoti. L'ufficio sacerdotale è questo: di essere Maestro Via, Verità e Vita; per questo viene chiamato «alter Christus». «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi».Predicare, guidare, santificare è il suo impegno: cui tutti devono sottomettersi. Il Sacerdote paolino poi ha, a sua disposizione, degli amplificatori della sua parola, quali, stampa, cinema, radio, televisione. Egli è una potenza di primo ordine, formando la mentalità e la ideologia cristiana, che costituiscono l'elemento essenziale di una vera civiltà. I Sacerdoti hanno bene operato; e sono i Fratelli che più mi hanno sopportato.
I Discepoli con la parte tecnica moltiplicano lo scritto del Sacerdote e lo diffondono con una saggia propaganda: con risultato di un unico apostolato: medesimi il fine, l'oggetto, la destinazione, il frutto, il merito. Chi non conosce, almeno superficialmente, il loro buon progresso?
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II - Le Figlie di S. Paolo, guidate in saggezza dalla Prima Maestra, che è sempre pronta ad accettare ogni buona iniziativa, ringraziano Gesù Maestro che le ha portate ad un apostolato così santo e fecondo di bene.
La dedizione incondizionata di ogni ora e momento, spiega il loro numero, diffusione, risultati.
Vi sono sempre tante cose che i superiori non possono manifestare; ma l'obbedienza frutta i più preziosi meriti ed opera miracoli.

III - Se ben si considerano le nostre divozioni principali: a Gesù Maestro Via, Verità e Vita; alla Regina degli Apostoli, Madre di Dio e nostra; a San Paolo Apostolo, in cui viveva ed operava Gesù Cristo stesso, si capisce come la Famiglia Paolina vuole dare con S. Paolo e con Maria lo stesso Gesù al mondo, come anche Egli si è dato. Si spiegano perciò le Pie Discepole, Le Suore di Gesù Buon Pastore e l'Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni.
Le Pie Discepole hanno un triplice apostolato che nasce da un unico amore. Dall'amore al Divino Maestro presente nell'Eucaristia nasce il loro apostolato eucaristico. Dall'amore a Gesù vivente nella Chiesa, suo corpo mistico, nasce l'apostolato liturgico. Dall'amore a Gesù Cristo vivente nel Sacerdote nasce l'apostolato del servizio sacerdotale. E l'azione di Gesù in esse corrisponde al loro amore per Lui: e si manifesta nell'osservanza religiosa e nello sviluppo di persone ed opere.
IV - L'apostolato più conformato a quello di Gesù Cristo e più tradizionale nella Chiesa è l'apostolato pastorale della Gerarchia. A questo collaborano secondo il loro stato e condizione, le Suore di Gesù Buon Pastore. Se la guerra ha fermato momentaneamente il loro sviluppo, ora stanno redimendo il tempo: con cammino regolato e prudente, ma completo e deciso.
V - Immensi sono i bisogni dell'umanità, della Chiesa e delle anime, e si capisce come da ogni parte si propongano opere ed iniziative; ma le opere si fanno se vi sono le persone; e queste tanto più producono quanto più sono innestate in Cristo. Vi è la corrente elettrica a bassa ed alta tensione. La vita religiosa è la corrente spirituale ad alta tensione, è la poesia della personalità in Cristo, la generatrice e alimentatrice di eroismi. Perciò la necessità di vocazioni in tutti i settori religiosi ed ecclesiastici, nello spirito delle due opere pontificie per le vocazioni, al Clero secolare ed alla vita religiosa. In questa direttiva si costruisce l'Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni. Procede secondo Gesù Cristo Via, Verità e Vita: il suo esempio e il suo insegnamento. Le vocazioni buone e sufficienti costituiscono il maggior attuale bisogno della Chiesa in ogni parte del mondo.
VI - Infine profonda umiliazione per ciò che finora è mancato per la gloria di Dio, per l'umanità, per la Chiesa, per noi stessi. Qui si dirigono le intenzioni del Primo Maestro quando nell'offerta delle orazioni, azioni e patimenti si dice «secondo le intenzioni del Primo Maestro».

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Ora continua la S. Messa che, seguita in spirito liturgico, santifica la mente, fortifica la volontà, stabilisce l'unione nostra con Gesù Cristo Vittima, Sacerdote e Maestro.
Si è molto pregato per il Primo Maestro. Ora devo restituire: «quid retribuam Domino, pro omnibus quae retribuit mihi? Calicem salutaris accipiam et nomen Domini invocabo». Nulla avendo di terreno, darò ciò che non è mio, e tutto vale, ed ho dato da cinquant'anni: «de tuis donis ac datis» cioè Gesù Cristo stesso.
I fini della S. Messa riguardano il cielo e la terra: adoriamo, ringraziamo, propiziamo, supplichiamo, perché tutti i membri delle famiglie paoline, aspiranti, cooperatori, amici e il mondo intero ricevano i massimi beni: «Per ipsum et cum ipso et in ipso».
Un cinquantenario, in fondo in fondo, è uno dei più forti rintocchi di campana che chiama al rendiconto finale. Che gli Angeli possano in quel giorno applicarmi il «Beati mortui qui in Domino moriuntur». A tutti: in letizia protendersi in avanti! santità, apostolato paolino, bel paradiso.


Giacomo Alberione

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Pubblichiamo il testo dell'autografo pontificio, così come risulta da una nostra traduzione:

Al diletto Figlio
GIACOMO ALBERIONE
Fondatore e Superiore Generale della Pia Società S. Paolo
Pio PP. XII

Diletto Figlio,
Salute e Apostolica Benedizione.
Considerando quanti e quali celesti doni e grazie nei cinquanta anni del tuo sacerdozio, la Divina Provvidenza ti ha elargito, hai certamente motivo di che ringraziare di tutto cuore Colui dal quale proviene «ogni dono perfetto» (
Giac, 1,17).
Il proposito, infatti, che hai avuto di diffondere il regno di Dio con quei mezzi che i nostri tempi hanno tanto sviluppato, e specialmente con una stampa atta a penetrare fra tutti i ceti di uomini per attrarli dall'errore alla verità, dai vizi alla virtù, ha dato, senza dubbio, opportuni e copiosi frutti.
Oggi, più che in ogni altro tempo, è necessario incoraggiare, con ogni mezzo, questa provvida iniziativa. Infatti, coloro che combattono la Chiesa, si sforzano continuamente di ricorrere alla stampa come al mezzo più adatto a nuocerLe e, così, noi vediamo aumentare sempre più libri e riviste coi quali viene esaltato l'errore ammantato di verità; coi quali, l'immoralità, servendosi anche di illustrazioni procaci, cerca di attrarre, specialmente la gioventù; coi quali ogni sorta di inganno viene adoperato per adescare gli animi con abili artifici. Pertanto è assolutamente necessario opporre la stampa alla stampa, affinché quest'arte, che è efficacissima per portare alla rovina, porti invece, alla probità, all'integrità e alla salvezza i singoli uomini, le famiglie e le nazioni.
Pertando Iddio - questo noi ti auguriamo e chiediamo a Lui con animo supplichevole - fomenti questi propositi e opere tue colla Sua celeste grazia, affinché tutto ciò che ogni giorno tu desideri ardentemente effettuare, Egli te lo faccia felicemente e favorevolmente realizzare. Ti siano poi, sempre di aiuto, con alacrità e solerzia, in unione di forze e di intendimenti, le quattro Congregazioni che hai fondate, animate da quell'intenso desiderio di pietà, di carità e di osservanza religiosa, senza le quali non si può fare nulla di efficace, di santo e di fruttuoso.
Sono questi i voti paterni che formuliamo per te e per i tuoi e che colle nostre preghiere raccomandiamo intensamente a Dio. Di tutto ciò sia conciliatrice la divina grazia, sotto il cui auspicio e come testimonianza della nostra speciale benevolenza, sia a te, diletto Figlio che ad ognuno dei membri delle quattro Congregazioni da te fondate, impartiamo di tutto cuore, nel Signore, l' Apostolica Benedizione.
Roma, presso S. Pietro, 20 giugno 1951, anno 19° del Nostro Pontificato.


Pio PP. XII

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Ed ecco il testo della Lettera pervenuta del Card. Valeri, Prefetto della Sacra Congr. dei Religiosi

Roma, 22 giugno 1957


Reverendissimo Padre,
Mentre le migliaia dei suoi Figli e Figlie si raccolgono attorno alla Paternità Vostra per farLe degna corona nel fausto giorno del suo Giubileo Sacerdotale, questa Sacra Congregazione desidera porgerLe l'assicurazione della propria presenza.
Sull'esempio di quei Fondatori, che hanno avvertito la necessità di forze nuove e di iniziative e metodi aggiornati, per far fronte alle mutate esigenze dei loro contemporanei, Ella ha donato alla Chiesa un folto stuolo di Religiosi, animati dal santo proposito di vivere i consigli evangelici e professionalmente preparati, ad attuare la cristianizzazione dei nuovissimi campi aperti dalle invenzioni che caratterizzano questo secolo di progresso tecnico.
La stampa, il cinema, la radio, la televisione, meravigliose conquiste dell'intelligenza umana, di cui purtroppo largamente si serve il nemico del bene per cancellare negli uomini ogni traccia di Dio, si sono trasformati, nelle mani dei Sodali della «Pia Società S. Paolo» fondata dalla Paternità Vostra, in validi strumenti di diffusione del messaggio di Cristo.
Zelanti collaboratrici di tale azione si sono poi, dimostrate le Religiose, da Vostra Paternità raccolte in ben tre Famiglie, fondate, in tempi diversi, coi nomi di «Pia Società Figlie di San Paolo», «Pie Discepole del Divin Maestro», «Suore di Gesù Buon Pastore».
Attuando le linee direttrici del sapiente piano apostolico elaborato, con l'aiuto del Signore, dalla Paternità Vostra, che, a guisa, del «paterfamilias» del Vangelo, «profert de thesauro suo nova et vetera» nel loro multiforme apostolato, sorretto dall'intima unione con Dio, le pie Religiose felicemente associano allo svolgimento di attività spiccatamente moderne, l'esercizio di pratiche tradizionali, quali l'incremento della formazione liturgica e lo sviluppo delle opere parrocchiali, che a tutt'oggi appaiono fondamentali ed insostituibili.
Una sì ragguardevole fioritura di istituzioni e di opere, i cui molteplici effetti salutarmente si riflettono nel Corpo Mistico di Cristo, rappresenta la splendida messe che la Paternità Vostra offrirà al Signore nella celebrazione della Messa d'Oro, unitamente ai progetti che ispireranno l'azione futura.
Questo Sacro Dicastero ha, dunque, grande motivo di compiacersi con, Vostra Paternità e, soprattutto, di elevare con Lei l'inno di ringraziamento al Signore, che L'ha voluta strumento di grandi cose ed ha reso tanto fecondo e meritevole il suo Sacerdozio.
Voglia, Reverendissimo Padre, gradire l'espressione delle felicitazioni di questo Sacro Dicastero e le mie personali, unite all'augurio che il Signore a lungo La conservi ai Suoi Figli ed alla Chiesa, perché le Opere sì mirabilmente avviate possano, sotto la sua illuminata e paterna guida, vivere, crescere, prosperare.
Di gran cuore benefico Lei e le Sue Famiglie Religiose e, con sensi di deferente ossequio, mi confermo

della Vostra Paternità Reverendissima
devotissimo
Valerio Card. Valeri - Prefetto

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GRATIAS AGIMUS

Con il Cinquantesimo di Sacerdozio del Primo Maestro si è celebrato il Cinquantesimo della vocazione paolina. Ognuno infatti sa come questa vocazione sia fiorita dalla paternità sacerdotale che il Padre celeste si è compiaciuto di donare al Primo Maestro a gloria del suo Cristo, Via, Verità e Vita.
Molti desideri e propositi erano maturati nell'animo per esternare al Padre comune la riconoscenza, l'affetto, la devozione, la pietà filiale; ma per sua espressa e precisa volontà la festa si rivestì di un tono esclusivamente spirituale e si compì in un incontro di anime davanti all'altare del Signore.
La mattina del 29 giugno le cinque Congregazioni Paoline si diedero convegno nel Santuario della Regina degli Apostoli, per circondare l'altare del venerato Fondatore e offrire con lui a Dio «Pater misericordiarum et Deus totius consolationis» una vera Messa d'oro, di adorazione e di ringraziamento, di impetrazione e di riparazione.
In Presbiterio, sotto lo sguardo di Maria Madre, Maestra e Regina, avevano preso posto i Sacerdoti, i Diaconi, i Discepoli Perpetui, i Chierici Professi. Giù nell'ampia navata i giovani aspiranti e folti gruppi di Figlie di San Paolo, convenute a Roma per la circostanza da ogni parte d'Italia e del mondo; di Pie Discepole del Divin Maestro, di Pastorelle, e per la prima volta si videro le Apostoline, cioè le Aspiranti della quinta Congregazione Paolina.
Al Vangelo il Primo Maestro, visibilmente commosso, rivolse la sua parola a tutti, ringraziando degli auguri e dei doni che gli erano stato presentati, particolarmente del dono delle vite che ogni giorno si offrono con la sua per il compimento della missione che il Signore ha affidato. Volle sottolineare l'alto compiacimento e la nuova approvazione che il Papa e il Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi vollero, a mezzo di Lettera personale, inviare per la circostanza a Lui e per Lui a tutti i suoi figli e figlie sparsi nel mondo; approvazione e compiacimento della vita e dello spirito paolino, onde concludere che ognuno può camminare con sicurezza e gioia nella vocazione alla quale il Signore L'ha chiamato, ripetendo le parole di San Paolo: «Scio cui credidi et certus sum».
Nella giornata giunsero da ogni parte del mondo dove sono presenti e operanti i membri della Famiglia Paolina, centinaia di telegrammi di augurio, con espressioni di stima e di ammirazione, da parte di Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, per la persona del Primo Maestro, che il Signore ha scelto per realizzare nella Chiesa «l'opera più grande del nostro secolo».
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Durante il pranzo furono letti alcune centinaia di telegrammi. Presentati i doni e le offerte giunte dalle varie case d'Italia e dall'estero.
Nel pomeriggio le Congregazioni Paoline ritornarono a riunirsi nel Santuario della Regina degli Apostoli «cuore della famiglia paolina» per cantare i Vespri solenni officiati ancora dal Primo Maestro. Prima di ricevere la benedizione eucaristica si è letto l'autografo Pontificio, la lettera della Sacra Congregazione dei Religiosi, i telegrammi dei Cardinali e alcuni altri tra i più significativi: poi si intonò solennemente il Te Deum, degna conclusione di questa giornata così vivamente attesa e tanto ricca di nuove grazie e di benedizioni per i Paolini, per la Chiesa e per l'umanità.
La celebrazione del Cinquantesimo di Sacerdozio del Primo Maestro ci ha rivelato di quanta ammirazione e stima egli sia oggetto nel mondo intero e di quanto amore lo circondino tutti i suoi figli, dai più alti ai più piccoli.
Dopo questa celebrazione cresca in ognuno sempre di più non solo l'adesione e la fedeltà al pensiero, alle direttive e all'opera del Primo Maestro, ma la devozione per la sua persona, che don Timoteo Giaccardo amava chiamare, «l'uomo e il Profeta di Dio», in quanto per mezzo suo il Signore ci ha parlato e ci parla, ci ha diretto e ci dirige. Quanto più crescerà in ognuno di noi l'amore soprannaturale e l'adesione al Primo Maestro che ci ricorda «come in mezzo al vortice e alla fantasmagoria in cui ci pongono le antenne e i motori a reazione, lo spirito deve essere sempre ancorato in Dio», tanto più ognuno di noi avrà parte alle benedizioni paterne, che rimarranno in eredità alle famiglie paoline.

A complemento della cronaca è doveroso ricordare che sono arrivati al Primo Maestro le adesioni e gli auguri di 16 Cardinali; di 130 Arcivescovi, Vescovi, Delegati Apostolici. Sono pure giunte lettere da parte di Superiori Generali degli Ordini e Congregazioni religiose più importanti, e, inutile dirlo, migliaia di lettere da parte dei suoi figli e figlie e Benefattori.
Tra i doni più significativi ricordiamo: un calice prezioso per valore e arte, offerto dai Discepoli della Casa di Roma; un artistico paramentale offerto dalle Pie Discepole; un raggio d'oro offerto dalle Figlie di S. Paolo; un servizio da caffè offerto dalla SAIE di Torino con inciso lo stemma paolino e una dicitura che ricorda la circostanza, e poi tante altre cose utili che serviranno soprattutto per la Casa degli Esercizi.
Tra le offerte ricordiamo: 30.000 dollari da parte della Casa di Caracas; 10 milioni da parte delle case direttamente dipendenti dal Superiore Generale; 5 milioni da Casa Madre; 3.000 dollari dalle Case degli Stati Uniti per l'acquisto di una nuova auto; un milione dalla Casa di Roma e un milione da parte di una Casa che vuol conservare l'incognito e che ha un valore tutto particolare per le condizioni speciali in cui essa si trova; e tante altre offerte grosse e piccole pervenute dai vari vocazionari e dalle case delle altre Congregazioni Paoline.
Anche i più importanti industriali che hanno relazione con la Società S. Paolo, hanno dato il loro contributo, che va tutto a beneficio della Casa dell' Apostolato di Roma.


NOTIZIE

Il «Capitolo» delle Figlie di S. Paolo offre L. 100.000 per la Beatificazione del M. Giaccardo.
Curitiba - Le Figlie di S. Paolo stanno facendo i primi passi nell'apostolato della radio. E' aperto un campo non grande, ma promettente.
In Cile, Santiago, per cura dei Paolini è stato pubblicato «Presenza di San Paolo», per far più largamente e profondamente conoscere la spiritualità paolina. L'edizione è utilissima per tutte le case maschili e femminili. Si consiglia la traduzione in altre lingue.

AVVISO

Sono usciti in modesta copertina plasticata e formato tascabile le Costituzioni in lingua italiana. Ogni Superiore curi che ogni Membro ne sia provvisto, in modo particolare i Discepoli. Le prenotazioni vanno fatte al «Centro Mariano» - v. A. Severo, 58, Roma. - Prezzo per ogni copia L. 200.
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