a) Buon uso della nostra lingua, nel canto sacro, nella predicazione, nella preghiera vocale, nei buoni discorsi.
b) Astenersi dai peccati di lingua; da ogni parola che possa offendere qualche virtù cristiana o religiosa.
4) Diamo al Signore l'omaggio della nostra povertà collo stesso sentimento del Bambino Gesù a Betlemme, e collo spirito del Divin Maestro che si invitava presso chi non lo invitava.
Con fede cercheremo carità per nutrire le vocazioni; e prima, cercheremo le vocazioni da formare a Gesù. Ogni apostolo della stampa ha pur qui un largo campo per esercitare; l'umiltà, la fede, l'amore.
Il Vangelo nota con insistenza che alla divina chiamata gli Apostoli hanno lasciato tutto e, quindi, seguito Gesù. San Francesco d'Assisi ed i Santi Fondatori in generale hanno richiesto come prima prova di volontà schietta l'abbandono di tutto.
Lo spirito retto di povertà negativa e positiva è l'A.B.C. nella corrispondenza alla vocazione. La fede, l'esperienza, la ragione stessa lo insegnano.
Piacerà al Signore che circa il Canto Sacro si segua il seguente ordine:
a) Nei primi anni tutti i nostri alunni imparino bene le lodi comuni, le SS. Messe dei defunti e
De Angelis e la salmodia dei Vespri (i Toni) con le risposte del popolo nelle varie funzioni.
b) Nell'anno del Noviziato apprendano tutto il
Liber Usualis, con cura e diligenza.
c) Dopo aver ognuno imparato bene tutto il Liber Usualis, seguirà la
musica sacra (teoria e pratica) nei giusti limiti di tempo e modo.
Curiamo in tutto questo: di mantenere separati i giovanetti dai novizi e professi; che si faccia tutto, non tanto per inclinazione naturale, quanto secondo le altissime finalità spirituali che ci indica la Chiesa; che imparino tutti, nessun escluso, sebbene nella misura del dono da Dio ricevuto; si seguano sempre i sapienti indirizzi e le norme della Chiesa.
Preghiere, saluti e benedizioni di Fratello.
Aff.mo M. Alberione