Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

Anno X - n. 17
S. PAOLO
G.D.P.H., Alba, 1 giugno 1935

[Intenzioni e consigli]

Carissimi in S. Paolo,
Discenda lo Spirito Santo sopra di noi! ... Rinnovi lo spirito nostro e la faccia della terra.
1) Il mese a S. Paolo ha tre fini: farci conoscere, ritenere, credere i grandi insegnamenti dell'Apostolo: Doctor Gentium; portarci all'imitazione delle sue grandi virtù, specialmente alla carità verso Dio, all'amore a Gesù Cristo, allo zelo per le anime: vivere di Gesù Cristo; ispirarci la confidenza e la divozione al nostro Protettore e Padre, datoci per singolare provvidenza dal Signore.
La lettura delle Epistole, della vita, del mese ci frutterà la conoscenza di San Paolo: Conosci tuo Padre?
La pratica della virtù che più ci occorre e su cui abbiamo fissato il nostro proposito, sull'esempio dell'Apostolo, ci porterà all'imitazione: Rassomigli a tuo Padre?
La preghiera a San Paolo ci frutterà in questo mese: più copiosi i doni della Pentecoste, vita eucaristica nella Festa del Corpus Domini, più santità di affetti nella Festa del Sacro Cuore di Gesù, più generoso attaccamento alla Chiesa ed alle anime nella Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo: Preghi il Padre tuo?
2) Gli studi sacri sono la perfezione, la corona, il complemento soprannaturale agli studi letterari e scientifici; questi sono mezzi, quelli un fine. Perciò s'insegnano anche da noi le lingue, la geografia, la storia civile, la fisica ecc... Ma la Teologia Dogmatica e Morale, Ascetica, Mistica e Pastorale, la Scrittura, la Sacra Liturgia, la Storia Ecclesiastica, il Diritto Canonico sono la mira cui tende incessantemente chi aspira al Sacerdozio ed all'Apostolato.
Nello studio del latino, greco, ebraico ecc., s'impara a comprendere sempre meglio l'insegnamento di Dio che parlò nel suo Figlio; ed il pensiero della Chiesa resa infallibile nello Spirito Santo. Anche dalle prime classi ginnasiali gli studi nostri vivono di uno spirito speciale, sebbene, quanto a materia, siano uguali a quelli delle scuole secondarie civili. La grammatica e la geografia, la storia e la geologia, la letteratura e la filosofia sono base e via a quelle altezze che attendono l'aspirante negli anni successivi. La nostra scuola è sempre così?
Non tutti sono chiamati? Ebbene: più facilmente si conosceranno e si metteranno su altra, sulla loro via; mentre che però gli anni loro non sono perduti. Più il nostro studio ginnasiale e filosofico avrà il suo proprio spirito, e maggiore sarà il numero degli alunni che si metterà più presto sulla via. Dal mirare decisamente e pregustare quanto è sacro si conosce la vocazione. Non può predicare fruttuosamente Cristo chi non predilige, fra tutte le materie, il Catechismo e la Religione; come non può essere ministro di Dio chi non è buono e virtuoso cristiano; né può far bene la preghiera pubblica ed insegnarla chi non sa già abitualmente attendere bene alla privata; né può essere apostolo nella stampa chi leggesse passionalmente libri o giornali pericolosi. I lumi speciali di un Sacerdote e la Teologia Pastorale faranno distinguere i chiamati dai non chiamati: Ostende, Domine, quem elegeris ex his....
3) L'Apostolato richiede che la scienza soprannaturale venga spiegata, scritta, comunicata alle anime. Il mezzo è la parola, la lingua: auditum autem per verbum Christi. A questo tendevano i doni delle lingue, concessi agli Apostoli: parlavano ed ognuno li udiva nella sua lingua patria. In questo periodo, nostri amatissimi Fratelli stanno apprendendo lingue varie: il loro sacrificio grande è preannunzio di quel largo bene che sono destinati a compiere. Il bene è proporzionato al sacrificio.
Questi cari fratelli ci stanno innanzi come esempio. Intanto aiutiamoli con questi ossequi al Divin Maestro:
~
a) Buon uso della nostra lingua, nel canto sacro, nella predicazione, nella preghiera vocale, nei buoni discorsi.
b) Astenersi dai peccati di lingua; da ogni parola che possa offendere qualche virtù cristiana o religiosa.
4) Diamo al Signore l'omaggio della nostra povertà collo stesso sentimento del Bambino Gesù a Betlemme, e collo spirito del Divin Maestro che si invitava presso chi non lo invitava.
Con fede cercheremo carità per nutrire le vocazioni; e prima, cercheremo le vocazioni da formare a Gesù. Ogni apostolo della stampa ha pur qui un largo campo per esercitare; l'umiltà, la fede, l'amore.
Il Vangelo nota con insistenza che alla divina chiamata gli Apostoli hanno lasciato tutto e, quindi, seguito Gesù. San Francesco d'Assisi ed i Santi Fondatori in generale hanno richiesto come prima prova di volontà schietta l'abbandono di tutto.
Lo spirito retto di povertà negativa e positiva è l'A.B.C. nella corrispondenza alla vocazione. La fede, l'esperienza, la ragione stessa lo insegnano.
Piacerà al Signore che circa il Canto Sacro si segua il seguente ordine:
a) Nei primi anni tutti i nostri alunni imparino bene le lodi comuni, le SS. Messe dei defunti e De Angelis e la salmodia dei Vespri (i Toni) con le risposte del popolo nelle varie funzioni.
b) Nell'anno del Noviziato apprendano tutto il Liber Usualis, con cura e diligenza.
c) Dopo aver ognuno imparato bene tutto il Liber Usualis, seguirà la musica sacra (teoria e pratica) nei giusti limiti di tempo e modo.
Curiamo in tutto questo: di mantenere separati i giovanetti dai novizi e professi; che si faccia tutto, non tanto per inclinazione naturale, quanto secondo le altissime finalità spirituali che ci indica la Chiesa; che imparino tutti, nessun escluso, sebbene nella misura del dono da Dio ricevuto; si seguano sempre i sapienti indirizzi e le norme della Chiesa.
Preghiere, saluti e benedizioni di Fratello.

Aff.mo M. Alberione

~