Anno X - n. 12
S. PAOLO
G.D.P.H., Alba, 15 marzo 1935[Doveri del Sacerdote]
Carissimi in San Paolo
Tre sono i doveri del Sacerdote per rispetto alle anime, dice S. Bernardo: la parola, l'esempio, la preghiera; ma il maggiore è la preghiera: Verbum, exemplum, oratio;
major autem horum oratio.
Perciò: è obbligo: Praedicate Evangelium; ancora: è obbligo: Exemplum esto fidelium. Ma è nostro maggior obbligo: Obsecro primum omnium fieri obsecrationes, gratiarum actiones, pro omnibus hominibus.
Gli Apostoli dicevano: Nos vero orationi et ministerio verbi instantes erimus.
S. Paolo dice che il Sacerdote è scelto fra gli uomini ut offerat dona et sacrificia pro populo.
S. Pier Damiani: Presbiteri officium in orando Deum pro totius Ecclesiae et populi christiani prosperitate situm est.br>S. Ambrogio: Sacerdotes die ac nocte pro plebe sibi commissa oportet orare.
La pastorale è la scienza e l'arte di utilizzare i talenti sacerdotali per la salute delle anime.
Il Sacerdote è uno studioso; il Sacerdote ha poteri soprannaturali; il Sacerdote è uomo di virtù: tutto però egli adopera al fine: salvare le anime.
Parlando particolarmente della scienza: ogni suo sapere è mezzo per illuminare, convincere, correggere, richiamare, guidare, scrivere, predicare a tutti gli uomini.
Gli studi sacerdotali servono certamente a nobilitare le facoltà sue: gli fanno conoscere Dio, la sua amabilità, la sua legge, lo rendono rispettato e venerato in mezzo agli uomini; sono una utilissima occupazione e salvaguardia nei pericoli ecc. Ma soprattutto gli studi dànno al Sacerdote la possibilità di farsi via, verità e vita delle anime.
Gli studi letterari aprono le orecchie a capire e la bocca ad esprimersi.
Gli studi filosofici e scientifici gli daranno la possibilità di condurre gli uomini alle soglie della teologia e della vita soprannaturale.
Gli studi teologici gli dànno la scienza delle virtù sacre, delle verità dogmatiche, della liturgia e culto per fare dell'uomo il cristiano, e per elevare la vita naturale alla vita soprannaturale e dare: Gesù Cristo alle anime e le anime a Gesù Cristo.
La madre elabora il cibo e lo trasforma in latte per nutrimento del bambino, così nel senso di S. Paolo l'apostolo elabora il sapere e di esso allatta i piccoli in Cristo.
San Pietro poi raccomanda ai fedeli: Quasimodo geniti infantes, rationabile, sine dolo lac concupiscite; ut in eo crescatis in salutem; si tamen gustastis quoniam dulcis est Dominus (I Petri II).
Onoriamo S. Giuseppe: Padre putativo e nutrizio di Gesù; Sposo e custode della SS. Vergine; santo cui si dà culto di protodulia; giusto innanzi a Dio ed intercessore in ogni bisogno e per tutti i fedeli; protettore della Chiesa, conforto degli agonizzanti, modello di ogni virtù.
Da Lui impariamo:
Lo spirito di povertà, aspirando ad imitarlo nell'altissimo ufficio di custodi e nutrizi delle vocazioni;
l'operosità, umile e silenziosa della sua intera vita.
Chiediamo: l'uno per l'altro carità che previene, che è longanime, che onora, che conforta, che illumina, che edifica.
Benedicendo.
In S. Paolo
aff.mo M. Alberione