Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

CAMMINO DI PERFEZIONE: L'UMILTA' DEL CUORE (PROFICIENTI)14
1. Abbiamo considerato ieri come un'anima che si trova nello stato di proficiente deve arrivare a rivestirsi di Gesù Cristo, dei suoi pensieri, volontà, desideri, tanto che pensi, voglia, agisca, senta come Gesù. Questo è un po' difficile, ma quando le cose sono difficili si ricorre a chi tutto sa. Non basta un grande professore, no, ci vuole Gesù.
~
2. E c'è qualcosa che passa sempre tra Gesù e il cuore degli uomini; cioè il Maestro divino non ha cessato di insegnare alle anime, e le anime avanzano nella cognizione delle cose spirituali. Gesù ferma la persona, le parla e la invita a parlare. Una persona va, e improvvisamente s'incontra con Gesù che le dice: Fermati, io sono con te col mio cuore e fa penetrare certe verità, più che in altri tempi. Ma quando avviene questo? Quando il cuore è pronto, raccolto, silenziosamente preparato; allora entra in comunicazione. Ma alle volte si è superbi. Io ho conosciuto Mons. Re, dottissimo in molte scienze, e accettava osservazioni da tutti: giardiniere, donnette, ecc., un cuore umilissimo. Il cuore superbo non sente né superiore, né inferiore, né Gesù. Gesù passa e non dice una parola perché l'anima è orgogliosa. Quando siamo umili e pronti a sentire avviene una dolce comunicazione.
~
3. Sebbene sia difficile sentire come Gesù, volere come Gesù, non temete, egli v'insegnerà non con belle parole, ma con cose semplici. Oggi, festa degli angeli custodi, nella meditazione ho letto di un bravo sacerdote che guidava delle suore. Un giorno stette in chiesa a vedere come la suora faceva catechismo; poi disse alla superiora: Vedete, quella suora dovreste cambiarla. Ha belle parole, parla bene, dice belle cose ma spirito non gliene dà, non comunica la vita interiore, l'orrore al peccato, il desiderio di salvarsi. Non porta le anime all'odio del peccato e all'amore a Gesù. Incanta, ma non porta a Gesù. Fatele fare un altro noviziato. E mandate un'altra suora piccola, povera, ma con unzione sacra, e desiderio di Gesù.
~
4. Quando c'è lo spirito si fa penetrare il catechismo e si continua con grande profitto. Non si tratta di fare cose attraenti, ma di dare lo spirito, perché vivano di Gesù, parlino di Gesù, sentano il bisogno di salvarsi. La gente non dev'essere portata ad ammirare la suora, ma seguirla per andare a Gesù. Voi sapete poco, o meno di quel che vi credete. Le suore buone veramente sono una contraddizione continua: da una parte intraprendono cose grandi. Don Bosco si consolava perché all'inizio della costruzione del tempio di Maria Ausiliatrice aveva solo due soldi. Così il Cottolengo, non aveva niente, intraprendeva opere grandiose con coraggio nel bene, anche senza mezzi. Grandissima umiltà! Nessuna fiducia in sè ma in Dio: Dio mi sosterrà, mi aiuterà: è mia salvezza.
~
5. Bisogna che arriviamo lì, a non aver nessuna fede in noi ma in Gesù. Camminare sempre fra queste due rotaie: diffidare e confidare.
Credersi incapaci, ma coltivare grandi e forti propositi in Dio; farete gran cammino nella santità. Se quel tram non avesse rotaie verrebbe già per le colline; se un'anima non ha diffidenza di sè e confidenza in Dio non farà che degli sbagli.
~
6. Signore, tu sei capace di dare anche a deboli fanciulli la grazia del martirio. Erano morsi dei serpenti, mandati al rogo ardente, nell'arena del Colosseo erano sbranati dalle belve. Essi sfidavano il tiranno e avevano 10-12 anni; lì, con braccia tese, guardando il cielo e invocando Gesù, Gesù! Forse avevano paura di andare senza la candela al buio... Erano forti di Dio!
~
7. Diffidenza di noi è umiltà. Bisogna esser persuase che siamo teste dure, ottuse che capiamo poco di cose spirituali. Alle volte le cose spirituali non le impara un dottore della legge ma le capisce un fanciullo.
San Filippo, povero prete romano, sembrava si burlasse dei cardinali e parlava con santa sapienza.
~
8. Ignoranti in tutto, ma desiderose di stare ai piedi di Gesù: insegnami bontà, disciplina, santità. Teste dure perché vogliamo far valere le nostre ragioni, tarde ad adattarci alla volontà di Dio. Povere nostre teste dure, dure, più della pietra e dell'incudine. Pensiamo che solo Gesù può renderci docili: siamo persuase di aver poca virtù, poca! Facciamo propositi forti. Persuaderci che non abbiamo tanta salute; domani un microbo, e non esistiamo più! Persuaderci che siamo poverelle e Gesù è ricco. Sai che c'è di tuo? il peccato; lì, Dio non c'entra. Non è nostro lo spirito buono, la vocazione, i sacramenti, i doni dello Spirito Santo; e ce li ha dati Gesù.
~
9. Crederci degni di essere castigati e se ci trovassimo anche in mezzo a mille dolori crederci meritevoli di peggio. Oh, dovrei essere sotto i piedi del demonio!
~
10. Umiltà semplice e vera di quel prete romano, san Filippo: Signore, tenetemi la mano sul capo, se no stasera entro nel ghetto ebrei. Una figlia alta, robusta, di bella presenza, dava molte speranze. Una parola, col cuore maldisposto e tutto crolla. Umiltà, umiltà. I santi sono così e vivono di questo, anche i più grandi santi, tanto per ricordarvi. Quando fui ricevuto dal santo Padre dalla metà alla fine della conversazione mi parlava di santo timore di perdere l'anima. Invece altri sono sempre sull'orlo e... se stai in piedi guarda di non cadere puoi sdrucciolare e in basso! Il Signore provvede sempre.
~
11. Quando una persona ha belle doti, ha anche difettacci. Una persona aveva fatto cose importanti, ma poi cadde in un pasticcio così grosso! La cosa principale non è fare opere, è riconoscere la sua divina superiorità. Mentre fai un proposito, prepara l'anima nella preghiera e nell'umiltà perché forse sei messo alla prova. E allora disperarci? No, confidare in Dio.
~
12. A tavola, stiamo leggendo la vita del Cottolengo. Il fratello lo ammoniva, ma la divina provvidenza fu il suo grande appoggio e il Signore non mancò: quei 13.000 malati vivono senza paura di crisi e guerra. Dio provvede adesso, come prima, come sempre. Sembra anzi che la Provvidenza abbondi di più. Ci sono stati altri prodigi: persone che protestavano, peccatori ostinati, e tutti si convertivano morendo in grazia di Dio; avevano malattie penose e laceranti e erano tutti sereni e rassegnati. Un abbandono sicuro, sereno nella Divina Provvidenza si sente appena entrati nella casa.
~
13. Fiducia in Dio! Un'anima progredisce in quanto ha sfiducia in sè e fiducia in Dio. Anche dopo gravi peccati basta un momento e c'è il perdono, la canonizzazione. E il buon ladrone? Che bel lume ebbe da Dio perché disse: Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni (Lc 23,41). Ecco l'umiltà. Quando un'anima ha sinceramente volontà di confessare la debolezza e i peccati, presto conquista di Gesù. Gesù fu felice e morì consolato perché vide il buon frutto della sua passione. E ora: siamo umili o superbe? Tra dire e fare... Ci piace l'umiltà ma senza umiliazioni. Ci piace pensare al martirio sedute in un divano. Ammiriamo l'umiltà o la pratichiamo? Chi la pratica quasi nemmeno ne parla, come chi ha un orologio d'oro. Poi c'è umiltà esterna? Umiltà di cuore! Gesù è umile di cuore.
~
14. Abbiamo confidenza in Dio, oppure non ne abbiamo? Ad esempio, speri davvero nel perdono? sei tranquilla dopo l'assoluzione? sei persuasa di farti santa anche col caratteraccio che ti porti addosso? sei persuasa che Gesù è con te, presso di te, ti prende per mano, ti consola? Siete persuase di poter far qui un piccolo giardino di fiori? Siete persuase di essere le ultime? Finché l'anima non desidera veramente di essere disprezzata e buona a nulla non creda di aver fatto qualche profitto. E provatevi a vedere quando siete rimproverate a torto immaginario, forse. Vi era una suora che quando al sabato distribuivano biancheria, cercava la migliore, un'altra la più rattoppata. Non ammirare l'umiltà, praticarla! L'umile disprezza se stesso, crede di meritare sempre di meno.

2 ottobre 1941

~

14 2 ottobre 1941